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Bellezza e seduzione: la grande ipocrisia della società moderna


badguy

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-Zodiac-
Il 6/2/2017 alle 01:14 , badguy ha scritto:

Quando si parla di donne spesso ricorrono frasi come:

Quello ci sa fare

Quello ha carisma/fascino

Quel ragazzo possiede "quel non so chè" che fa impazzire le donne

trascurando aspetti più istintivi e animaleschi che con la razionalità hanno ben poco a che fare, sensazioni che senti "di pancia", a primo impatto, dopo una rapida occhiata, e non dopo infinite chiacchierate o al 15esimo caffè conoscitivo.

 

Partiamo da un assunto.

Nasciamo tutti, maschi e femmine, belli e brutti, con la stessa capacità di riconoscere la bellezza e desiderarla. Naturalmente le nostre caratteristiche individuali, l'aspetto in primis, ci permettono l'accesso a livelli estetici ben diversi rispetto agli ideali a cui tutti tendiamo; e naturalmente la fame di chi non può permettersi il caviale è ben diversa rispetto a quella di chi non può procurarsi nemmeno un tozzo di pane rinsecchito.

Se c'è una critica da fare alla società moderna, è di essere ipocrita e non voler ammettere l'importanza della bellezza sia nel facilitare ogni aspetto della vita di un uomo e di una donna, sia nel determinare l'attrazione reciproca tra i due sessi, mascherando quella pulsione istintiva, violentissima, arcaica, animale, ma ritenuta frivola e superficiale secondo il senso comune, con una cortina di scelte razionali, elevate, basate su nobili sentimenti, ponderate, quindi degne di una specie evoluta come la nostra. Ecco allora subentrare espressioni come fascino, sicurezza di sé, sensibilità, profondità, intellettualità, carattere, bontà d'animo, saperla fare ridere (come se le donne cercassero un cabarettista anzichè un uomo), che non trovano quasi mai riscontro nella realtà dell'attrazione sessuale.

E' quello che ci hanno insegnato da piccoli con le favole Disney, è quello che ci hanno ripetuto le canzoni in età adolescenziale, è quello che vediamo nelle commedie romantiche da adulti. In ogni fase della nostra vita, quel che colpisce l'occhio viene abilmente camuffato dalla società per dare maggiore spessore a quel sentimento chiamato "amore", per renderlo complicato, fumoso, per dargli un velo di apparente profondità, quando in realtà quello su cui si sostiene ha la stessa profondità di una pozzanghera.

E' come se ci sentissimo in colpa per i nostri desideri.

E' come se non volessimo ammettere che una specie tanto evoluta da riuscire a studiare l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande, di elaborare complesse costruzioni teoriche che spiegano la struttura dell'atomo e la struttura di una galassia distante 100 milioni di anni luce, si lasci ammaliare dai suoi simili affidandosi unicamente alla percezione dei propri occhi, giungendo a un verdetto tanto importante in una frazione di secondo, esattamente come accade tra un branco di leoni nella savana.

E' come se avessimo paura delle nostre radici, del nostro essere, ancor prima che uomini, animali. E non è certo qualche migliaio di anni di civiltà che può cancellare quello che è scritto nel nostro DNA e che deriva da decine di milioni di anni di selezione naturale, quando il cibo te lo procuravi rincorrendo le gazzelle e non prendendo la macchina per andare al supermercato.

A mio avviso le vittime principali di questa menzogna della società moderna sono per lo più i tanti maschi "diversamente belli" che davvero possiedono quelle qualità interiori di cui si fa un gran parlare, o comunque possono aspirarvi tramite l'autoperfezionamento, ma che presto o tardi scoprono di non poter essere amati - che sia per una notte o per la vita - esclusivamente a causa dei tratti del proprio volto, che non possono affatto perfezionare perchè su di essi non hanno alcun potere.

 

Società moderna che da un lato mostra la sua grande ipocrisia, ma che dall'altro preme più che mai l'acceleratore sull'importanza della bellezza, affascinando in particolar modo l'immaginario femminile, in questo più facilmente suggestionabile di quello maschile.

Avete notato come negli anni '70 e '80 tutte le band giovanili erano formate da ragazzi assolutamente normali, o in certi casi bruttini, che emergevano esclusivamente per le loro abilità tecniche e compositive? Mi riferisco a gruppi come Queen, Led Zeppelin, Dire Straits, The Police, Pink Floyd (cercate le foto di Roger Waters da giovane....), Black Sabbath, Iron Maiden, Metallica (guardate Kirk Hammett negli anni '80 e Cliff Burton). E avete notato come a partire dagli anni '90 sono spuntate dal nulla le cosiddette boyband? Gruppi come BackStreet Boys e Take That, scalzati negli anni 2000 dai Tokio Hotel e attualmente dagli One Direction, creati a tavolino dai discografici che scelgono 4-5 giovincelli sui 18 anni, senza arte nè parte, che non hanno alcun talento artistico o estro creativo, ma solo il merito di avere un sorriso ammaliante grazie al quale fanno sognare milioni di ragazzine in tutto il pianeta.

Per fare un altro esempio....capita spesso sui giornali e sui siti internet di trovare articoli in cui si stila un elenco di VIP brutti ma osannati dalle donne, e in cui puntualmente appaiono uomini nettamente sopra la media estetica. Ora mi chiedo: se un uomo come Daniel Craig o Jason Statham può essere definito brutto, cosa potrà mai pensare la donna media di Mario Rossi, coi suoi lineamenti anonimi e gli occhi marroni, che gli ha dato Madre Natura e che è costretto a tenersi a vita, magari calvo, oppure basso, oppure sovrappeso? E cosa dire delle centinaia di immagini di tronisti, modelli, atleti, calciatori che giungono ogni giorno sulla retina di milioni di donne tramite la TV, Facebook, Instagram, e restano impresse per sempre nel loro cervello?

Questo bombardamento mediatico continuo che arriva dalla TV, dai social, dalla musica, non può non avere una conseguenza sulle decisioni quotidiane della popolazione, e a lungo andare crea frustrazione non solo nei maschi meno fortunati, lentamente spinti fuori dal mercato sessuale, ma anche nelle femmine, che inconsciamente ritengono di poter aspirare a chissà quali livelli estetici ("Lo voglio bello, moro, tatuato" - "Accontentatevi voi" - "Se una cosa possono averla tutti non mi interessa piu"), ma che scoprono presto la frustrazione di non poter raggiungere quegli uomini esteticamente superiori, o se ci riescono è solo per una scopata occasionale, venendo immediatamente cestinate, cioè usate e gettate come un kleenex...

Femmine che concludono queste brevi "love-story" autocommiserandosi di fronte alle proprie amiche ("Sono sfortunata in amore, me li cerco tutto io, lui sembrava diverso" ), o postando su Facebook l'intramontabile  "I maschi sono tutti stronzi"  che, ironia della sorte, finisce accanto al "Lo voglio bello moro e tatuato" che avevano postato 2 settimane prima.

 

 

Quando provo a esprimere queste posizioni mi sento dire di essere troppo meccanico, di vedere o tutto bianco o tutto nero, di risultare addiriittura deprimente nei confronti di chi mi legge. La verità è che quando si tocca questo tasto si evidenzia una spaccatura tra chi ha avuto la fortuna di ricevere i primi feedback positivi fin dai banchi di scuola, e chi invece a quei tempi ha iniziato a essere costantemente allontanato dal mercato dell'amore e del sesso.

E' difficile che fino ai 10 anni un bambino possa dare grande importanza all'aspetto fisico, a meno che non lo facciano i genitori cominciando fin da subito a farlo sentire inadeguato.
Il trauma legato all'aspetto fisico comincia per tutti nel periodo puberale, nel quale cominciano i primi amori e la curiosità verso i propri organi genitali. A questo punto lo sviluppo della personalità prende una direzione ben precisa a seconda del tipo di riscontro che si ottiene dal mondo esterno.

Se si ricevono costantemente rifiuti, mentre altri cominciano ad avere le loro storielle, nascono sentimenti di frustrazione e di inadeguatezza, che se non osservati per tempo, creano un vissuto emotivo traumatico che resta marchiato a fuoco nella mente di chi li vive. Questi primi rifiuti sono molto dolorosi e spesso rimangono cicatrici emotive per molti anni, talvolta a vita (scommetto che molti di voi si ricorderanno ancora dei primi NO secchi rimediati tra i banchi del liceo o nelle aule universitarie, o dei più diplomatici Ti farò sapere a cui non è mai seguito nulla....)

Ora, tralasciando i casi dei maschi veramente brutti, la cui vita non oso immaginare, sono convinto che la maggior parte degli uomini trovi prima o poi il sesso e l'amore, e diversi utenti del forum sono la testimonianza che questo cambiamento è possibile. Ma non possiamo nasconderci dietro quel "prima o poi", come se non avesse importanza. A una certa età le donne ridimensionano le loro pretese, invecchiano nella mente, magari divenendo più sagge, invecchiano nel corpo, divenendo meno desiderabili, sentono il bisogno di sistemarsi, avere stabilità e fare figli (l'orologio biologico chiama!). Avendo vissuto per tempo le loro esperienze emotivamente travolgenti, possono concedersi il lusso di parcheggiare certi desideri nei ricordi, e switchare la mente su altri obiettivi più razionali e meno favolistici. Ma cosa dire degli uomini con cui si accompagnano in questa fase della loro vita?

Io sono entrato nel circolo dei 30enni, e se guardo al mio recente passato posso dire di avere avuto una vita sessuale soddisfacente e varia, che non avrei mai pensato di ottenere quando avevo 20 anni.

Eppure la mancanza di contatti con l'altro sesso fino all'età di 25 anni, ha lasciato in me delle crepe profonde, delle cicatrici che il tempo non cancella. Quella vita non vissuta, quelle esperienze giovanili mancate, quei baci spensierati quando la vita era in balia degli ormoni e ancora non ti chiedevi cosa farai tra 2 anni, non torneranno mai più e non potranno mai essere compensate dai successi di oggi. Il decennio tra i 15 e i 25 anni è importantissimo per la crescita di ogni individuo: vengono gettate le basi che sosterranno le persone che saremo in futuro, vengono fatte le esperienze che definiranno i rapporti che avremo coi nostri simili, e la fiducia che avremo in noi stessi. È in quel periodo che le femmine esprimono il loro massimo potenziale sessuale, e i maschi corrono maggiormente il rischio di essere emarginati se non piacenti e timidi. E' in quel periodo che si determina se la nostra vita da adulti sarà tutta in discesa o una costante e dura salita.

Piccola domanda a latere: scommetto che tutti voi conoscete qualche ragazzo, certamente non un mostro, oggi forse sposato, che fino ai 20-25 anni non aveva mai avuta una ragazza, o che è rimasto perennemente solo dopo l'unica e breve storia della sua vita. E scommetto anche che non vi viene in mente nessuna ragazza con il medesimo passato e le medesime caratteristiche.... ..coincidenze?

 

Quelli che a volte vado a toccare con certe mie osservazioni sono problemi concreti ed estremamente seri che riguardano una fetta consistente della popolazione maschile, forse non immensa, ma certamente non piccola, e presente anche su questo forum. Problemi difficilmente comprensibili per chi non li ha sperimentati sulla propria pelle, e che infatti vengono sistematicamente sminuiti e messi a tacere, talvolta con sferzante ironia usando battutine da 3° elementare e faccine sorridenti. Ma prima di criticare aspramente dalla vostra posizione privilegiata di maschi più fortunati, riflettete bene. Giacché l'empatia fa parte di quell'insieme di caratteristiche interiori che (dite) le donne apprezzano in voi, e grazie alle quali riuscite a farle capitolare ai vostri piedi.

Badguy.

 

Vuoi sapere come ci si sente? Te lo dico io: piano piano te ne fai una ragione e cerchi in altro i motivi per cui valga la pena continuare a vivere.
Per esempio, andare al cinema da solo, come sto per fare io per la prima volta :P

Comunque bel post!

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Tisana
Il 6/2/2017 alle 01:14 , badguy ha scritto:

Eppure la mancanza di contatti con l'altro sesso fino all'età di 25 anni, ha lasciato in me delle crepe profonde, delle cicatrici che il tempo non cancella. Quella vita non vissuta, quelle esperienze giovanili mancate, quei baci spensierati quando la vita era in balia degli ormoni e ancora non ti chiedevi cosa farai tra 2 anni, non torneranno mai più e non potranno mai essere compensate dai successi di oggi. Il decennio tra i 15 e i 25 anni è importantissimo per la crescita di ogni individuo: vengono gettate le basi che sosterranno le persone che saremo in futuro, vengono fatte le esperienze che definiranno i rapporti che avremo coi nostri simili, e la fiducia che avremo in noi stessi. È in quel periodo che le femmine esprimono il loro massimo potenziale sessuale, e i maschi corrono maggiormente il rischio di essere emarginati se non piacenti e timidi. E' in quel periodo che si determina se la nostra vita da adulti sarà tutta in discesa o una costante e dura salita.

Nono, si cancella tutto. 

Secondo me, i ragazzi hanno sempre avuto gli stessi problemi da molti anni a questa parte. Ovvero il confronto con i tamarri.

Solo che oggi è tutto diverso. Quella gente la si supera molto facilmente. 

Basta semplicemente avere obiettivi nella vita, i tamarri non ne hanno. Basta costruirsi una professionalità e avere passioni, i tamarri non hanno nulla di tutto questo. Dopo i 22-23, i gruppi di tamarri li vedrai come formichine del cazzo di cui non ti fregherà più nulla. 

Bisogna pensare che siamo in un periodo favorevole. Crisi economica e femminismo mettono in crisi molti modelli di virilità del passato. Il virilismo ha fatto parte della retorica delle culture nazionaliste, autoritarie e razziste che ci hanno preceduto. 

Negli ultimi anni invece, quel vecchio modello di comportamento maschile è assai screditato. Fuori dal forum, la retorica virilista ti assicuro che non fa quasi presa. Oramai solo le donne di infimo livello amano i tamarri da grande-fratello. Rendiamocene conto e fottiamocene di questi vecchi modelli patetici ed insulsi. 

Modificato da Tisana
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leavingmyheart
1 ora fa, -Zodiac- ha scritto:

Vuoi sapere come ci si sente? Te lo dico io: piano piano te ne fai una ragione e cerchi in altro i motivi per cui valga la pena continuare a vivere.
Per esempio, andare al cinema da solo, come sto per fare io per la prima volta :P

Comunque bel post!

 

Quanti anni hai ?

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leavingmyheart
16 minuti fa, -Zodiac- ha scritto:

29... why?

 

Postami una foto in pvt

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-Grey-
Il 6/2/2017 alle 01:14 , badguy ha scritto:

Quando si parla di donne spesso ricorrono frasi come:

Quello ci sa fare

Quello ha carisma/fascino

Quel ragazzo possiede "quel non so chè" che fa impazzire le donne

trascurando aspetti più istintivi e animaleschi che con la razionalità hanno ben poco a che fare, sensazioni che senti "di pancia", a primo impatto, dopo una rapida occhiata, e non dopo infinite chiacchierate o al 15esimo caffè conoscitivo.

 

Partiamo da un assunto.

Nasciamo tutti, maschi e femmine, belli e brutti, con la stessa capacità di riconoscere la bellezza e desiderarla. Naturalmente le nostre caratteristiche individuali, l'aspetto in primis, ci permettono l'accesso a livelli estetici ben diversi rispetto agli ideali a cui tutti tendiamo; e naturalmente la fame di chi non può permettersi il caviale è ben diversa rispetto a quella di chi non può procurarsi nemmeno un tozzo di pane rinsecchito.

Se c'è una critica da fare alla società moderna, è di essere ipocrita e non voler ammettere l'importanza della bellezza sia nel facilitare ogni aspetto della vita di un uomo e di una donna, sia nel determinare l'attrazione reciproca tra i due sessi, mascherando quella pulsione istintiva, violentissima, arcaica, animale, ma ritenuta frivola e superficiale secondo il senso comune, con una cortina di scelte razionali, elevate, basate su nobili sentimenti, ponderate, quindi degne di una specie evoluta come la nostra. Ecco allora subentrare espressioni come fascino, sicurezza di sé, sensibilità, profondità, intellettualità, carattere, bontà d'animo, saperla fare ridere (come se le donne cercassero un cabarettista anzichè un uomo), che non trovano quasi mai riscontro nella realtà dell'attrazione sessuale.

E' quello che ci hanno insegnato da piccoli con le favole Disney, è quello che ci hanno ripetuto le canzoni in età adolescenziale, è quello che vediamo nelle commedie romantiche da adulti. In ogni fase della nostra vita, quel che colpisce l'occhio viene abilmente camuffato dalla società per dare maggiore spessore a quel sentimento chiamato "amore", per renderlo complicato, fumoso, per dargli un velo di apparente profondità, quando in realtà quello su cui si sostiene ha la stessa profondità di una pozzanghera.

E' come se ci sentissimo in colpa per i nostri desideri.

E' come se non volessimo ammettere che una specie tanto evoluta da riuscire a studiare l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande, di elaborare complesse costruzioni teoriche che spiegano la struttura dell'atomo e la struttura di una galassia distante 100 milioni di anni luce, si lasci ammaliare dai suoi simili affidandosi unicamente alla percezione dei propri occhi, giungendo a un verdetto tanto importante in una frazione di secondo, esattamente come accade tra un branco di leoni nella savana.

E' come se avessimo paura delle nostre radici, del nostro essere, ancor prima che uomini, animali. E non è certo qualche migliaio di anni di civiltà che può cancellare quello che è scritto nel nostro DNA e che deriva da decine di milioni di anni di selezione naturale, quando il cibo te lo procuravi rincorrendo le gazzelle e non prendendo la macchina per andare al supermercato.

A mio avviso le vittime principali di questa menzogna della società moderna sono per lo più i tanti maschi "diversamente belli" che davvero possiedono quelle qualità interiori di cui si fa un gran parlare, o comunque possono aspirarvi tramite l'autoperfezionamento, ma che presto o tardi scoprono di non poter essere amati - che sia per una notte o per la vita - esclusivamente a causa dei tratti del proprio volto, che non possono affatto perfezionare perchè su di essi non hanno alcun potere.

 

Società moderna che da un lato mostra la sua grande ipocrisia, ma che dall'altro preme più che mai l'acceleratore sull'importanza della bellezza, affascinando in particolar modo l'immaginario femminile, in questo più facilmente suggestionabile di quello maschile.

Avete notato come negli anni '70 e '80 tutte le band giovanili erano formate da ragazzi assolutamente normali, o in certi casi bruttini, che emergevano esclusivamente per le loro abilità tecniche e compositive? Mi riferisco a gruppi come Queen, Led Zeppelin, Dire Straits, The Police, Pink Floyd (cercate le foto di Roger Waters da giovane....), Black Sabbath, Iron Maiden, Metallica (guardate Kirk Hammett negli anni '80 e Cliff Burton). E avete notato come a partire dagli anni '90 sono spuntate dal nulla le cosiddette boyband? Gruppi come BackStreet Boys e Take That, scalzati negli anni 2000 dai Tokio Hotel e attualmente dagli One Direction, creati a tavolino dai discografici che scelgono 4-5 giovincelli sui 18 anni, senza arte nè parte, che non hanno alcun talento artistico o estro creativo, ma solo il merito di avere un sorriso ammaliante grazie al quale fanno sognare milioni di ragazzine in tutto il pianeta.

Per fare un altro esempio....capita spesso sui giornali e sui siti internet di trovare articoli in cui si stila un elenco di VIP brutti ma osannati dalle donne, e in cui puntualmente appaiono uomini nettamente sopra la media estetica. Ora mi chiedo: se un uomo come Daniel Craig o Jason Statham può essere definito brutto, cosa potrà mai pensare la donna media di Mario Rossi, coi suoi lineamenti anonimi e gli occhi marroni, che gli ha dato Madre Natura e che è costretto a tenersi a vita, magari calvo, oppure basso, oppure sovrappeso? E cosa dire delle centinaia di immagini di tronisti, modelli, atleti, calciatori che giungono ogni giorno sulla retina di milioni di donne tramite la TV, Facebook, Instagram, e restano impresse per sempre nel loro cervello?

Questo bombardamento mediatico continuo che arriva dalla TV, dai social, dalla musica, non può non avere una conseguenza sulle decisioni quotidiane della popolazione, e a lungo andare crea frustrazione non solo nei maschi meno fortunati, lentamente spinti fuori dal mercato sessuale, ma anche nelle femmine, che inconsciamente ritengono di poter aspirare a chissà quali livelli estetici ("Lo voglio bello, moro, tatuato" - "Accontentatevi voi" - "Se una cosa possono averla tutti non mi interessa piu"), ma che scoprono presto la frustrazione di non poter raggiungere quegli uomini esteticamente superiori, o se ci riescono è solo per una scopata occasionale, venendo immediatamente cestinate, cioè usate e gettate come un kleenex...

Femmine che concludono queste brevi "love-story" autocommiserandosi di fronte alle proprie amiche ("Sono sfortunata in amore, me li cerco tutto io, lui sembrava diverso" ), o postando su Facebook l'intramontabile  "I maschi sono tutti stronzi"  che, ironia della sorte, finisce accanto al "Lo voglio bello moro e tatuato" che avevano postato 2 settimane prima.

 

 

Quando provo a esprimere queste posizioni mi sento dire di essere troppo meccanico, di vedere o tutto bianco o tutto nero, di risultare addiriittura deprimente nei confronti di chi mi legge. La verità è che quando si tocca questo tasto si evidenzia una spaccatura tra chi ha avuto la fortuna di ricevere i primi feedback positivi fin dai banchi di scuola, e chi invece a quei tempi ha iniziato a essere costantemente allontanato dal mercato dell'amore e del sesso.

E' difficile che fino ai 10 anni un bambino possa dare grande importanza all'aspetto fisico, a meno che non lo facciano i genitori cominciando fin da subito a farlo sentire inadeguato.
Il trauma legato all'aspetto fisico comincia per tutti nel periodo puberale, nel quale cominciano i primi amori e la curiosità verso i propri organi genitali. A questo punto lo sviluppo della personalità prende una direzione ben precisa a seconda del tipo di riscontro che si ottiene dal mondo esterno.

Se si ricevono costantemente rifiuti, mentre altri cominciano ad avere le loro storielle, nascono sentimenti di frustrazione e di inadeguatezza, che se non osservati per tempo, creano un vissuto emotivo traumatico che resta marchiato a fuoco nella mente di chi li vive. Questi primi rifiuti sono molto dolorosi e spesso rimangono cicatrici emotive per molti anni, talvolta a vita (scommetto che molti di voi si ricorderanno ancora dei primi NO secchi rimediati tra i banchi del liceo o nelle aule universitarie, o dei più diplomatici Ti farò sapere a cui non è mai seguito nulla....)

Ora, tralasciando i casi dei maschi veramente brutti, la cui vita non oso immaginare, sono convinto che la maggior parte degli uomini trovi prima o poi il sesso e l'amore, e diversi utenti del forum sono la testimonianza che questo cambiamento è possibile. Ma non possiamo nasconderci dietro quel "prima o poi", come se non avesse importanza. A una certa età le donne ridimensionano le loro pretese, invecchiano nella mente, magari divenendo più sagge, invecchiano nel corpo, divenendo meno desiderabili, sentono il bisogno di sistemarsi, avere stabilità e fare figli (l'orologio biologico chiama!). Avendo vissuto per tempo le loro esperienze emotivamente travolgenti, possono concedersi il lusso di parcheggiare certi desideri nei ricordi, e switchare la mente su altri obiettivi più razionali e meno favolistici. Ma cosa dire degli uomini con cui si accompagnano in questa fase della loro vita?

Io sono entrato nel circolo dei 30enni, e se guardo al mio recente passato posso dire di avere avuto una vita sessuale soddisfacente e varia, che non avrei mai pensato di ottenere quando avevo 20 anni.

Eppure la mancanza di contatti con l'altro sesso fino all'età di 25 anni, ha lasciato in me delle crepe profonde, delle cicatrici che il tempo non cancella. Quella vita non vissuta, quelle esperienze giovanili mancate, quei baci spensierati quando la vita era in balia degli ormoni e ancora non ti chiedevi cosa farai tra 2 anni, non torneranno mai più e non potranno mai essere compensate dai successi di oggi. Il decennio tra i 15 e i 25 anni è importantissimo per la crescita di ogni individuo: vengono gettate le basi che sosterranno le persone che saremo in futuro, vengono fatte le esperienze che definiranno i rapporti che avremo coi nostri simili, e la fiducia che avremo in noi stessi. È in quel periodo che le femmine esprimono il loro massimo potenziale sessuale, e i maschi corrono maggiormente il rischio di essere emarginati se non piacenti e timidi. E' in quel periodo che si determina se la nostra vita da adulti sarà tutta in discesa o una costante e dura salita.

Piccola domanda a latere: scommetto che tutti voi conoscete qualche ragazzo, certamente non un mostro, oggi forse sposato, che fino ai 20-25 anni non aveva mai avuta una ragazza, o che è rimasto perennemente solo dopo l'unica e breve storia della sua vita. E scommetto anche che non vi viene in mente nessuna ragazza con il medesimo passato e le medesime caratteristiche.... ..coincidenze?

 

Quelli che a volte vado a toccare con certe mie osservazioni sono problemi concreti ed estremamente seri che riguardano una fetta consistente della popolazione maschile, forse non immensa, ma certamente non piccola, e presente anche su questo forum. Problemi difficilmente comprensibili per chi non li ha sperimentati sulla propria pelle, e che infatti vengono sistematicamente sminuiti e messi a tacere, talvolta con sferzante ironia usando battutine da 3° elementare e faccine sorridenti. Ma prima di criticare aspramente dalla vostra posizione privilegiata di maschi più fortunati, riflettete bene. Giacché l'empatia fa parte di quell'insieme di caratteristiche interiori che (dite) le donne apprezzano in voi, e grazie alle quali riuscite a farle capitolare ai vostri piedi.

Badguy.

 

 

E' bello che l'autore del post abbia messo tanto in quello che ha scritto e leggere che è uno dei pochi che forse ha davvero avuto un cambiamento, in sè e negli effetti (soprattutto) su di sè

E' bello vedere che ha messo tanto in quello che ha vissuto

E' classico, invece, vederlo quasi escluso dalla discussione dopo poche pagine, la sua voce seppellita da migliaia di grida autoproclamatesi verità più che altro con lo scopo di zittire la prima voce scatenante piuttosto che zittirsi e imparare qualcosa 

@badguy ha verbalizzato il disagio

quello vero

tanto che lo manifesta

e non è il solo

peccato solo vederlo poi relegato a "opinione" o "punto di vista" come se fosse una semplice lagna di un bambino 

ma una volta ridotto a "punto di vista" il primo passo è fatto per schiacciarlo in mezzo ad altri 100, essendosi autolegittimati ad avere la stessa rilevanza

 

Comprendo perfettamente che chiunque si senta destabilizzato da questa voce tenti di seppellirla con una più forte, seppellirla sotto una marea di aneddoti, seppellirla sotto visioni personali e interpretazioni di situazioni particolari, seppellirla sotto falsi dati male interpretati, seppellirla sotto eccezioni portate ad esempio di regola...

sono convinto che @badguy avrebbe aneddoti per intrattenerci fino alla morte

fin troppo facili da soffocare spostando il focus o con frasi fatte come "la bellezza è soggettiva" e questioni simili

piuttosto vediamone qualcuna

 

1) la bellezza è soggettiva

E' stato fatto non pochi ani fa un esperimento

A un campione di femmine sono state mostrate foto di maschi e fatte annusare le magliette in cui questi avevano dormito

ed veniva richiesto un voto numerico da 1 a 10

le foto venivano votate indipendentemente e le magliette non erano associate ad esse, quindi le donne non conoscevano l'aspetto del maschio di cui annusavano l'odore

ora

non solo le foto venivano votate nello stesso modo da tutte le donne (cioè gli uomini votati come belli avevano voto alto da tutte, mentre quelli votati come brutti avevano voto basso da tutte)

ma anche nel voto dato agli odori delle magliette c'era una precisa corrispondenza tra gli odori votati come migliori che si rivelarono appartenere ai maschi votati come più belli, e agli odori votati come peggiori che si rivelarono appartenere ai maschi votati come più brutti

il bello è che lo scopo dell'esperimento era tutt'altro

ma per me (anche per questo motivo) è la perfetta esemplificazione di come:

1) la bellezza non sia soggettiva (infatti le fotografie avevano lo stesso range di voto da tutte le donne, in caso contrario avrebbero dovuto avere tutte la stessa media)

2) l'estetica (come spesso ripeto) non si limita alla vista ma (come è il suo significato letterale) estetico significa relativo alle percezioni (non solo alla vista)

3) separare una percezione dall'altra come escamotage per sfocare queste evidenze sia ridicolo; non hanno quindi senso congetture come "tu puoi essere bello, ma con me si arrapano per il mio odore" (o viceversa) dato che le due cose non sono indipendenti (questo vale anche per la voce, per il tatto, per il gusto; per tutti i sensi)

E quindi piantiamola lì di dire a gente che esce, sta uscendo, è uscita o si trova ancora nella sofferenza vera che "l'aspetto estetico conta ma non è tutto" o "non è quello, ma l'essere te stesso" o "devi solo credere in te"

c'è gente (fortunatamente) che ha lottato davvero per ottenere qualcosa nella vita e non ha certo bisogno di mille spinte da ogni dove per mandarlo fuori rotta

 

2) big money

Il fatto che il denaro sia una valuta e permette di essere scambiata con altre cose ha dato il via a una serie di deliri che hanno preso un gran piede fra i veri lamentosi che mentre dicono che non se ne può più di sentire "la solita solfa" che solo i belli trombano non fanno altro che lamentarsi che "solo i ricchi trombano"

dire che non serve la bellezza per scopare, tanto le donne la danno a chi ha i soldi è come dire che non serve essere alti per giocare a basket tanto ti puoi sempre comprare l'ingresso nell'NBA se versi abbastanza carrettate d'oro alla lobby

peccato che per ottenere a pagamento quello che ottiene gratis chi sta dall'altra parte del tavolo e i soldi li prende per le stesse cose per cui tu paghi, bisognerebbe potersi sputtanare delle cifre che solo qualche sultano al mondo, forse...

questo oltre al fatto che, in ogni caso, anche costassero poco, continuano a costare, e continuano ad essere la stessa cosa che altri hanno gratis (con risparmio di tempo e risorse che possono dedicare ad altro) e altri vengono anche pagati (con addirittura un guadagno)

Ora che in un paese dove si muore di fame e tu sei l'unico col cibo, scopi, non ci vuole una scienza per capirlo

Se sei l'unico con la macchina nella tua scuola scoperai anche

Se sei l'unico con la droga in mezzo a un harem di cocainomani scoperai anche

ma a parte che devi sempre e comunque spenderci per quelle cose, con un risparmio rispetto a pagare prestazioni pure, ma in compenso un maggiore investimento di tempo e stress 

appena metti piede fuori da lì, invece non scopi più

Se hai la macchina dove tutti hanno la macchina, non scopi perchè hai la macchina

Se hai la cocaina in Colombia, non scopi

Se hai i soldi e una bella casa, tra ragazze ricche e viziate figlie di miliardari, non scopi

Ma se sei bello (e se lo sei, lo sei in senso estetico, ossia relativamente a tutte le percezioni) scopi sempre

allora si che se hai la macchina scopi anche se tutti hanno la macchina, per avere qualche problema devi proprio essere l'unico senza (e non è escluso che le tue sveltine nella macchina di un altro te le fai lo stesso)

allora si che se hai la cocaina scopi anche tra mille spacciatori

allora si che se sei ricco scopi indipendentemente dall'estrazione sociale delle ragazze del tuo quartiere

e soprattutto, se le cose cambiano, se cambia il contesto, continui a scopare

E quindi smettiamola di prendere una microsezione del vissuto di una cellula in un sistema, levarla dal contesto, e portarla a dimostrazione di regole che non esistono e verità che cerchiamo di proiettare negli altri

anche se quella cellula siamo noi, e questo vissuto lo sentiamo più di altri

 

3) a me è successo X, a me è successo Y

Citare serie infinite di aneddoti sulla nostra vita personale è una cosa facile e divertente per noi, fa presa sul pubblico, piace, è facile da leggere e interpretare ed è facile controbattere con altre serie di aneddoti

peccato che sulla realtà non ci dica niente

e infatti negli scontri fra aneddoti si arriva sempre allo stesso finale, ovvero "tutti i punti di vista sono validi" e "la realtà è quella che crediamo" e così via che sono le più grandi cazzate, utilitaristicamente male interpretate, e pestilenzialmente controproducenti degli ultimi 10.000 anni

perchè finchè ognuno parla di come la vede, nessuno farà mai un passo avanti

in compenso ogni tanto si riesce ad inibire i passi avanti di altri

e tanto ognuno interpreta racconti parziali e personali avulsi dal contesto come preferisce

io quando racconto alcune storie che mi sono rimaste impresse ottengo sempre le stesse risposte, sempre totalmente missing the point

normalmente sentendo di un amico alto e bello a cui seduto fermo in una discoteca cercando di darsi il coraggio di aprire un set una ragazza gli si è seduta in braccio (così senza una parola) e lui non solo non se l'è scopata ma non ha trovato nemmeno il modo di parlarle, tutti si concentrano sul fatto che non le ha nemmeno parlato, piuttosto che sul fatto che dal nulla una bella ragazza solo a vederlo seduto gli abbia messo il culo sul pacco

di nuovo l'eccezione diventa la regola

a sentire la prima volta che mi è stata organizzata da 2 ragazze una cosa a 3 da loro guarda caso dopo aver cambiato radicalmente il mio aspetto fisico e che una volta incontrati una è andata in crisi e non se n'è fatto più niente, pur di stuprare l'accaduto per dimostrare che l'aspetto non conta, ci si concentra sul fatto che "infatti poi non se n'è fatto più niente" piuttosto che sul fatto che mi sia stata organizzata un'orgia gratuitamente

a sentire che sono sempre stato uno che si vestiva come cazzo gli pareva e agiva come cazzo gli pareva tranquillamente allineato con sè stesso a tutti i livelli e continuava a non scopare perchè l'essere tirato e palestrato non faceva parte di questo allineamento e che sono passato da 1 donna in 20 anni a 20 donne all'anno il giorno in cui mi sono deciso a mettere un paio di pantaloni regalati da un amico che non c'entravano un cazzo con me, ma esteticamente cambiavano molto, è più facile cercare di portarci qualche fantasia come "si vede che ti rappresentavano meglio" o altre cazzate piuttosto che levarsi il paraocchi con cui stiamo comodi

citando situazioni limite (sempre eccezioni) in cui la quinta scopata del giorno l'ho sputtanata con un atteggiamento nonostante fisicamente ci stava oppure l'unica donna che ho avuto in 30 anni non era certo attratta dal mio fisico...

non mi stupisce che gli uomini continuino ad avere problemi col sesso con tutta la merda che gira nella mente collettiva

 

ci sarebbero almeno altri 12 punti da toccare, ma mi accorgo che dovrei scrivere un romanzo a puntate, quini mi limito a questi 3

che comunque capisce 1 su 100

e non me ne frega un cazzo dei 99 che si sentono offesi, che pensano che ce l'abbia con qualcuno, che soffrono ogni volta che si sente dire che non hanno contato con la realtà

e poi pensano più a sabotare chi si è riuscito a tirare fuori da un pantano pensando che sia uno sfigato solo perchè è ricoperto di fango

possono ingoiare il mio sperma, tutti e 99

e meglio che si lecchino i baffi

non scrivo per loro

scrivo per UNO

 

e dire che @badguy è stato più che chiaro e lucido, fin da principio:

Il 6/2/2017 alle 01:14 , badguy ha scritto:

Nasciamo tutti, maschi e femmine, belli e brutti, con la stessa capacità di riconoscere la bellezza e desiderarla. Naturalmente le nostre caratteristiche individuali, l'aspetto in primis, ci permettono l'accesso a livelli estetici ben diversi rispetto agli ideali a cui tutti tendiamo; e naturalmente la fame di chi non può permettersi il caviale è ben diversa rispetto a quella di chi non può procurarsi nemmeno un tozzo di pane rinsecchito.

questo va dritto al cuore

anche quelli che non vogliono pensare, e di fronte a tutte le dimostrazioni empiriche ed evidenze oggettive chiudono gli occhi seguendo non meglio precisate sensazioni questo non possono non capirlo

come si fa a leggere queste parole e non capire?

come si fa a leggere queste parole e rispondere "ascolta la mia di sfiga: le 3 ragazze che dovevo scopare stasera hanno deciso che sono gelose e mi tocca scoparle una per volta" senza sentirsi dei coglioni?

come si fa a perpetuare questa finezza del parlare prima di ascoltare?

come si fa a rivolgersi a uno che HA CAMBIATO la sua situazione da incubo a una vita normale e che sa perfettamente come lo ha fatto dato che LO HA GIA' FATTO, che è stato da entrambe le parti, che conosce DAVVERO le due facce della medaglia, spiegandogli pseudopsicologicamente delle teorie indimostrate e indimostrabili, affermazioni registrate a memoria e idee non solo personali ma anche smentite da ogni evidenza empirica?

 

E a tutti quelli che verranno, come a quelli che sono venuti in passato, convinti di dirmi che sono io che ho un punto di vista ristretto e non ne so quanto loro e che le cose si cambiano in un altro modo, rinnovo sempre lo stesso invito a dimostrarlo, nei fatti però

ormai non li conto più

quelli che hanno spinto un po' di più convinti che bastasse la sfacciataggine a zittirmi o che sarebbero riusciti a farmi il lavaggio del cervello a prescindere dalla realtà già li conto sulle dita

quelli che invece hanno avuto il coraggio di mettere le mani nel reale e confrontarsi con i dati reali nel mondo reale invece che con le proprie fantasie li conto su una mano sola

quelli che mi hanno dimostrato qualcosa di diverso sono esattamente 0

ma non arrivo a tanto da chiedere alla gente addirittura di iniziare a usare i fatti invece che le parole e di sapere quello che dice prima di dirlo

per me sarebbe già un traguardo se si lasciasse continuare la rotta a chi sta andando davvero verso l'isola del tesoro piuttosto che speronarlo perchè non sopportiamo l'idea di essere rimasti incagliati nelle nostre inutili idee

 

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  • 1 anno dopo...
giuseppe90
Il 8/2/2017 alle 12:01 , ^'V'^ ha scritto:

Alle bambine faceva piacere che io ed un altro, Damiano, l'unico che mi capisse dentro, avessimo bisogno fisico di sollevar loro la gonna. 

Ma questo piacere io lo so perché ci ho parlato da grandi. 

Damiano non lo saprà mai, dato che al tempo le bambine fingevano di scappare e le suore ci massacravano perché i nostri grembiuli neri invece di essere a tirare calci ad una palla di gomma, finivano in mezzo ai grembiuli rosa. 

Poiché il Damien di Hermann Hesse rappresenta allegoricamente il Daimon greco, poi romanizzato in Demon, me lo porto dentro col mio secondo nome autorizzato. 

Perché tante ce ne hanno fatte le suore e i preti, che si è appeso ad un cavo elettrico per il collo finché sorella morte non venisse a riprenderselo. 

Io quell'anno me la sono cavata con una macchia di vitiligine da stress proprio sul cazzo così metà delle tipe che vengono con me vanno in paranoia che abbia una sorta di malattia contagiosa. Se vogliamo parlare di sensazioni di inadeguatezza e di rapporto coi genitali. 

Abbiamo passato quell'età a sentirci dire che facevamo schifo, come cani rognosi e, personalmente, questo per me accadeva anche in casa, il complimento più bello di mia madre che mi costringeva ad essere vegetariano (e ci provava anche con la gatta fino quasi ad ammazzarla) era di essere rachitico. 

L'augurio più ricorrente era crepa, nessuno ti ha mai voluto. 

 

Alle elementari mi innamorai in terza di una certa Adriana. 

La suora capo se ne avvide nonostante i miei sforzi di proteggere il mio segreto, e decise che fosse una buona cosa ordinare ad Adriana di portarmi in giro per tutte le altre classi, dire che la suora capo aveva detto di far alzare tutti in piedi a dire in coro insieme a lei che Aivia era uno stupido e un cretino. 

Alle medie dai preti, solo maschi. Feedback positivi sui banchi pochi. Solo botte, wrestling con le catene e le spranghe e un prete il cui ruolo era girare con un fischietto ad indicare il maschio che si fosse affacciato dalle mura a vedere ragazze passare per strada. 

 

Venuta fuori la questione relativa al daimon/demon nell'altra discussione, visto che mi interessava anche leggere altri tuoi interventi, ho digitato daimon nel motore di ricerca del forum et voilà!

Devo dire che ho letto poche pagine, 6 o 7, di questa discussione. 

Il racconto di questo tuo amico di scuola suicidatosi, da quanto ho capito, a causa delle violenze fisiche e psicologiche subite a scuola mi ha notevolmente colpito (anche se poi nelle pp successive nessuno ci è tornato su, concentrandosi invece sui voti e cazzate analoghe...)

Anch'io ho fatto asilo e elementari dalle suore (niente preti però). Anche nel mio caso c'erano delle "violenze", ma niente di paragonabile a quanto mi pare abbiate subito voi (tu e Damiano): bacchettate sulle mani come punizione in caso di comportamento non adeguato (una cosa che fino a non molti anni fa era comune anche con laici come insegnanti) e l'obbligo di dormire dopo pranzo anche se non ne avevi voglia, che si traduceva nella costrizione a stare con la testa sul banco per oltre un'ora (pure se stavi sveglio).

Ho letto che nel tuo caso si trattava di vera e propria violenza fisica tanto da lasciarvi sanguinanti o con segni evidenti. Oltre ovviamente alla violenza psicologica che a volte fa più male di quella fisica. 

Di fronte a tutto questo i genitori di Damiano cos'hanno fatto? A cosa hanno attribuito il suicidio del figlio? Hanno mai saputo delle violenze subite?

Tu non hai mai pensato di denunciare?

Non ti è mai venuto in mente dopo, quando sei cresciuto, di fare una visitina di "cortesia" agli amici preti e ricordargli i tempi che furono facendo loro assaggiare un po' della merda che loro facevano ingoiare a voi? Magari mentre gli sussurravi dolcemente il nome di Damiano nelle orecchie?

Tu come hai reagito a questa vicenda così drammatica?

Ovviamente ti faccio queste domande ma se non vuoi rispondere capisco perfettamente.

Il fatto è che sono vicende queste che, essendo anch'io cresciuto in un ambiente cattolico e bigotto, mi mettono una rabbia incredibile...

Io che sono stato educato dalle suore fino ai 10-11 anni senza subire chissà che, dopo, quando sono andato alle medie e poi alle superiori, nel mio piccolo mi sono "vendicato":

ho impedito che anche mio fratello più piccolo fosse mandato lì, ho in ogni luogo sparlato dell'istituto e delle suore che lo gestiscono, le ho schernite quando le incontravo per strada e cose così.

Atteggiamenti se vuoi infantili, ma mi hanno aiutato a reagire e a liberarmi, in tutti i sensi, dal peso di quell'esperienza che avrei volentieri evitato (oltre ovviamente ad essermene liberato dal punto di vista "ideologico"). 

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giuseppe90
27 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Credo che la menzogna, la violenza, l'ingiustizia, se gliele rivolgessi contro per vendetta mi avrebbero contagiato e "passato il veleno".. Le catene non si sarebbero spezzate mai. 

Quelle catene in cui hanno avvinghiato l'Europa quando l'impero Romano d'Occidente è imploso. 

C'è una parte di me, che marcisce nell'ingiustizia, nella bruttura, nella vergogna e nella bassezza, e che fiorisce rigogliosa nella Verità, nella Forza, nella Bellezza, nella Giustizia, nella Grazia, nell'Intenzione allineata al cuore e che trova la sua comunione nell'Amore. 

E io quella parte non la consegnerò a loro. 

 

42 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Menzogna e bastoni si combattono con verità, carezze e una porta aperta per chi si butta in ginocchio e scoppia a piangere chiedendo di essere ammesso alla Vera Vita. 

Non sta a me giudicare. A me spetta il compito di non lasciarmi marcire per contagio dalla subumanità. 

Il sole e sorella Luna sorgono in egual misura sulla testa dei giusti e sulla loro, la pioggia rinfresca e dona acqua a Noi e loro, se forze così immense non operano scelte, e non dividono, non giudicano, come posso io, piccolo bastardo predatore, mettermi a puntare il dito e dividere. 

In cosa sarei diverso da loro se amassi chi mi regala soldi e mi fa sentire importante e se perseguitassi e odiassi chi mi bastona e mi perseguita. 

Non fanno altrettanto anche i democratici? 

E se verso il vino che ho a tavola solo al mio fratello del Clan che ha sete, e lascio a guardare colui che mi ha insultato, in cosa siamo diversi da una femminista? Che facciamo di straordinario? 

Fino a che il mio cuore (shin, essenza, centro, plesso solare) sarà più leggero di una piuma, cercherò di esserne degno come dentro così fuori. 

 

44 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Non mi sento vittima e non farò la vittima. Non importa se mi sputano, mi buttano veleno, mi bastonano, mi perseguitano, mi rovesciano in testa liquami zootecnici, fino a che non riescono a far marcire l'ultima goccia di dolcezza che tengo stretta nel pugno, fino a che quell'ultimo petalo sarà sotto il mio controllo e non sotto al loro per reazione, allora tutto il mondo potrà essere ricostruito da lì. 

Non condivido, ma rispetto il tuo modo di pensare e di agire conseguentemente rispetto alla tua visione del mondo e al tuo "codice".

 

 

45 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Quando Damiano ha perso il controllo dell'ultimo petalo, quando col senso di colpa sono riusciti a mettere i fili a quel burattino e stava perdendo il controllo della Retta Azione, ha fatto con dignità, coraggio e fierezza, quello che un guerriero deve fare. 

Non farsi prendere vivo. 

Non sopravvivere alla sua fiamma negli occhi

Rispetto il suo alto gesto. E non lo umilierò con l'accusa di essere una vittima. 

Perché con i soldi che aveva di famiglia, con la testa che aveva e il coraggio da leone che aveva, se ora fosse diventato un mostro per contagio, se i suoi occhi fossero spenti, sarebbe uno di quelli che fanno danni seri. Di quelli che portano avanti giochi a somma zero. E ci riescono anche. 

E' stato un eroe. 

Non è forse questa una razionalizzazione a posteriori fatta da te, uomo adulto e consapevole, rispetto a una situazione verificatasi quando non avevi ancora le capacità per operare una tale prese di coscienza e arrivare a una tale consapevolezza?

Il gesto di Damiano non è stato forse dettato dalla disperazione, dalla volontà di non soffrire più e di poter essere finalmente "liberato" da tale insopportabile condizione?

Come si può pensare a un'azione lucida, razionale, ponderata, da parte di quello che altri non era che un bambino e, in quanto tale, non poteva certamente avere la consapevolezza per compiere un tale atto in nome di ciò che tu gli attribuisci, cioè della tua visione del mondo? 

 

32 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Le suore sono andate a rovinare il funerale suggerendo che il padre fosse un satanista, perché benestante, e che fosse benestante per aver fatto un vergognoso patto, vendendo l'anima del figlio. 

Poi questo tristo patteggiatore l'avrebbe reclamata. 

E così il padre avrebbe dato il figlio per tenersi i soldi. 

Le persone ci credettero. Ed isolarono piano piano quella famiglia, la madre la rividi gonfia di psicofarmaci. Anni dopo, ancora gonfia. 

 

37 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

E' a quelle persone, che avrei dovuto denunciare qualcosa? 

Quelle persone che votano, che credono che siamo tra pari, che hanno i loro buffi tribunali tra maiali con testa di cane? 

Quelle persone adulte che raccomandavano ai loro figli di non giocare con me e non invitarmi al compleanno, di non fare i compiti al pomeriggio con me, perché le suore avevano detto che ero un'ipostasi del demonio e non avevo l'anima? 

Ecco, questi ulteriori particolari non li sapevo. Ora la cosa inizia a diventare più chiara.

Non credevo che in una città come Bologna negli anni '80 (tutto ciò accadeva a Bologna, vero?) potesse esserci un tale livello di bigottismo, di ignoranza e di stupidità...

L'avevo immaginata in maniera diversa, con tutte le famiglie con figli in quella scuola, non solo quella di Damiano, a voler cercare di capire cosa cazzo fosse successo per arrivare a un gesto così estremo...

Il quadro era più nero di quello che immaginavo...

 

Ho compreso il perché della tua non-denuncia dell'accaduto. Non condivido, ma rispetto, come già detto.

Aggiungo, tuttavia, che, se la situazione generale era quella che hai descritto, nemmeno io avrei denunciato, se non rivelando il tutto a qualcuno che fosse fuori da questo manicomio senza sbarre nel quale ti ritrovavi...

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