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"La coscienza di Zeno"... sintesi dell'anti-seduzione?


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"La coscienza di Zeno", per quanto scritto quasi 100 anni fa (1923), è un interessante viaggio all'interno della psiche maschile come afferma lo stesso titolo. Il protagonista, Zeno Cosini, viene invitato dal suo psicanalista a ripercorrere le tappe della sua vita al fine di scoprire le cause del suo malessere, che egli definisce "la malattia". La morte del padre, il rapporto con il vizio e con le donne e molte altre situazioni descritte nel libro vengono affrontate dal protagonista seguendo due filoni concatenati:
1) la descrizione del fatto;
2) il rapporto tra realtà e dialogo interiore.
Se il primo si limita a descrivere degli eventi che nella vita individuale sono delle tappe più o meno percorse da chiunque nella società, il secondo filone affronta l'influenza del flusso di coscienza nel rapportarsi a queste tappe.

La particolarità del secondo filone deve essere, a parer mio, il vero punto di riflessione di questo post. Benché in tutto il libro la dinamica si ripeta, nel capitolo sulla proposta di matrimonio ad Augusta (sua futura moglie) possiamo trovare degli elementi interessanti.

Egli conosce le figlie del suo datore di lavoro Ada, Augusta e Alberta. Invaghitosi inizialmente di Ada, il protagonista la idealizza immediatamente come futura moglie e decide di fare qualsiasi cosa per raggiungere questo scopo. Pertanto assistiamo a grosse bugie del protagonista, giornaliere visite a casa delle donzelle, suonate di violino e visioni del mondo abbastanza strane: tutti comportamenti che, secondo Zeno, dovrebbero essere strumentali ad acquisire valore agli occhi di Ada. Il risultato che il nostro ottiene è una totale chiusura da parte del suo obiettivo, che addirittura inizia a fingere assenze durante la presenza di Zeno in casa. Il protagonista vive in questo lasso di tempo una costante paranoia, cercando di reinterpretare a suo favore le chiusure della donna da lui amata. Nel frattempo, egli conosce un certo Guido, il quale si scoprirà essere un corteggiatore di Ada. Messo alle strette, dunque, Zeno decide di dichiararsi alla sua amata.  Ad una cena a casa delle donzelle, il protagonista cerca di mettere in cattiva luce il suo rivale, facendo brutte figure e aumentando la visione  di egli come tipo molto strano da parte di tutti. Il capitolo si conclude con Zeno che si dichiara ad Ada, ricevendo picche (ovviamente), e, ormai ossessionato dall'idea di sposarsi, dichiararsi alla sorella Augusta, che egli non aveva mai apprezzato fisicamente. Egli vivrà con rabbia e delusione per se stesso i momenti fino al matrimonio, che per lui sarà la chiusura di questa paranoia sul matrimonio e sulle donne.

Quante volte capita che molti, in maniera più o meno consapevole, tendano ad assumere gli atteggiamenti di Zeno per "fare colpo"? E se, invece, la seduzione di una donna stia proprio nel saper valorizzare noi stessi per quello che siamo, non assumendo metri di giudizio "strano/normale"? Purtroppo viviamo in una società così invasiva che, nonostante si professi libera, in realtà plasma in maniera molto subdola le nostre menti creando stereotipi ed idealizzazioni inutili. Da qui, si tende ad essere spesso ad un'eterna ricerca di una perfezione che in realtà è fittizia, astratta dalla complessita della vità. Chiudo con una questione: per la crescita di noi stessi, ovvero quella costruzione mattone dopo mattone di una personalità vera, quanto è necessario mettere a critica costantemente la realtà?

Un saluto 😁

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