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Tarantelle in famiglia.


Jungle

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Jungle

Mi unisco al girone degli afflitti, ma non è uno sfogo in preda a disperazione. In questo momento, mentre scrivo, il mio stato d'animo è tranquillo.
Casa mia mi sta stretta. Mia madre e mio padre stanno insieme per inerzia, siamo nati noi, qualcuno avrebbe dovuto crescerci. Mamma ha dimenticato cosa significhi essere donna ed ha fottuta paura, mentre mio padre è emotivamente debole, chiuso sui suoi punti di vista, maniaco del controllo. Quando sbaglio mi fa una merda e mi paragona a mia madre, quando faccio bene lo dice a lei e se sono fortunato lo dice anche a me, ma riducendo al minimo ogni soddisfazione. Ad un certo punto mi inizia a dire che fumo troppo, e me lo ripete ogni giorno. Che devo diplomarmi, e ogni giorno mi ricorda che non lo faccio "mai". Che devo prendermi la patente, che non si lascia la schiuma nella doccia, che la luce dimenticata accesa ogni tanto è grave, la pasta e fagioli fa cagare. Questo è da sempre. Allora torno a casa e trovo mio padre che incastra all'angolo mia sorella dodicenne, urlando, sbraitando. "Se tu tocchi me, io tocco te!", che è un esempio di merda, lui in quel momento era un bambino vicino a una bambina. Non un esempio da seguire per molte cose. Mia madre si è rassegnata ad un matrimonio ingiusto una vita fa. Per un certo periodo, aperti gli occhi, ho provato a fare qualcosa del mio per creare almeno un dialogo, una forma comunicativa meno pessima di quella attuale, ma poi mi sono rotto perchè ho bisogno di pensare a me. L'ho fatto fino ad un certo punto, allora la cosa non mi tocca più personalmente. Mi da fastidio che mia sorella debba crescere nello stesso ambiente in cui sono stato costretto io, ma facendo presente e tralasciando. Non posso caricarmi di pesi ulteriori. Lavoro insieme a babbo, ho una ditta intestata a nome mio, sto imparando, sono innovativo e capisco le cose quando ho voglia. Glie ne sono tanto grato. Iniziare questa ditta è significato non diplomarmi. Ho la qualifica del terzo anno di un professionale. Mio padre, emotivamente fragile, è in gamba in ambito lavorativo, in gamba a far valere i propri interessi con le altre persone, si sa muovere abbastanza bene. Poi però è una checca in famiglia, incapace di decidere in tranquillità, capace d'imporre per incapacità di ascoltare. Da quando avevo dieci anni, ogni imposizione, ogni controllo, ogni sua presa di posizione egoista o ingiusta l'ho contrastata. Vivere costantemente in questa.. Jungla, mi ha fatto sviluppare un carattere un po rigido, non accetto di sottomettermi letteralmente a nessuno. Il fatto che io lavori con lui porta a litigi costanti anche per cazzate, e io ci metto il mio, perchè ormai il rapporto tra noi questo è. Però so che mi vuol bene, e gli voglio bene. Singolarmente voglio bene ai miei genitori e li ho "perdonati", ma distaccandomi dall'ambiente familiare, non materialmente, molto presto. Cioè, se io andassi un mese fuori potrei non avvertire la mancanza, non sentire il bisogno di chiamare nessuno, essere contento di vederli al ritorno, ma nel mentre nulla. Ho ignorato tanti concetti che hanno provato ad insegnarmi, mi sono affidato a quelli che potevo costruire io col ragionamento. Ho pensato di lasciare il lavoro per trovarne un altro, ma dovrei prendere il diploma prima, cosa che intendo conseguire a priori, e ci vorrebbe uno o due anni, più tempo indefinito per trovarmi un lavoro effettivo poi. Questa cosa mi fa paura, ho paura del tempo che passa, che il sacrificio di questa scelta significherebbe privarmi di ciò che a quest'età per altri è normale. Ho pensato di andare a vivere da solo, per continuare a lavorare in ditta allontanandomi dalla mia famiglia, anche se non potrei permettermi più di un monolocale - bunker, ma mi starebbe benissimo. Non capisco se questa situazione possa essere alla base della mia voglia di fare a "intermittenza", do il meglio di me solo per quello che mi interessa e a volte neanche. Del mio malessere, perchè non sono effettivamente soddisfatto, mi sento un po estraneato dal resto delle cose e da un paio di anni la mia vita sociale è dimezzata, azzarderei nullificata. Forse la chiave per uscire da questa sensazione di stress è liberarmi, anche se non ne sono sicuro. Posso dire che io, a freddo, credo in me stesso, penso che posso farcela. E' un pensiero che ho avuto sempre, quando è andato via per un po è tornato puntuale dopo non molto. Ma ho 23 anni, sento necessità di risolvere "adesso".. non, un giorno! Sento che in qualche modo questo limiti il mio sentirmi realizzato, la realizzazione che cerco. Un po lungo, quando avete un po di tempo perso.. leggete!

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gelsomino

ti hanno fottuto... sei il loro giocattolo...

.... ti prosciugano le energie.... perche' sei sempre in uno stato di tensione emotiva....

....non ci credo che non te ne frega un cazzo di tua sorella ...non ci credo....

..... parecchia energia la perdi per quello....te ne frega eccome.

Solo che se lo ammettessi,il tuo castello di carte crollerebbe miseramente,perche' ...pèerche'....vabbehhhh!!!

Non hai una progettualita' ...vivi alal giornata, ti basta sopravvivere... non te ne andrai mai, perche'.... non ce la lasci da sola tua sorella col babbo a "cui vuoi tanto bene"....

questo post e' solo una fuga dalla realta', un attimo di tranquillita'.... un pezzo di giornata in cui sei stato/sei tranquillo....in cui sei sopravvissuto senza troppi sbattimenti 

senza troppi patemi d'animo....magari tua sorella non c'e' nemmeno in giro per casa....è "virtulmente al sicuro"!

....ti godi il momento... e pensi come sarebbe bello poter vivere cosi' per sempre... non dover lottare ogni giorno con le stesse paure ...quelle confessate e quelle incoffessabili...

ps... il mio commento finirebbe qua....solo una cosa....ma quando hai visto il babbo che se la prende con una ragazzina di dodici anni.... e non hai fatto nulla come ti sei sentito?!?

sei sopravvissuto...ancora una volta.... ma come ti sei sentito?!?

ne e' valsa la pena?!?

saluti

 

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Jungle

In realtà l'ho preso e l'ho sbattuto al muro, urlandogli con tono furioso di non azzardarsi mai più. In quel momento lo guardavo negli occhi come avrei guardato un mio nemico, il messaggio è chiaro. Ho provato odio per lui tanto tempo, poi quando sono cresciuto un po i miei orizzonti si sono allargati. Ho capito che lui ha una personalità infantile, non è colpa sua. Mi innervosisco spesso in sua presenza, ha dei modi di fare irritanti quando si parla del personale. A volte ho smontato i suoi vomiti, senza pietà e con una schiettezza spietata, e una volta di fronte all'impossibilità di reagire, lui, ride in modo strano solo per nascondere l'imbarazzo.. perchè io sono il figlio. Se tuo figlio ti dicesse una cosa saggia, cosa faresti.. prenderesti in considerazione di ascoltarlo seriamente? Che razza di maschio adulto sarei, penserà lui. Però nelle relazioni con gli altri, a lavoro, dove incontriamo decine di persone diverse ogni giorno, sa farsi valere e rispettare da tutti. Sarà insicuro? No.. potrebbe avere una "cosa in testa". Non che mio padre picchi mia sorella comunque. Nonostante ciò la situazione è pesante per me. A volte mi trovo quasi ad interpretare un genitore con lui, eppure io non riuscirei a gestire l'attività lavorativa come fa lui adesso. Se in un momento di serenità penso a lui, penso "che non permetterei mai a nessuno di fargli del male". Ma se mi trovo davanti a un suo comportamento osceno, posso anche dare di matto, lui sa che fa bene a tenermi. A 14 anni mi dava gli schiaffoni a vota'mano sulla faccia, adesso è passato a darseli in testa da solo. Mia sorella non crescerà nello stesso tornado in cui sono cresciuto io. Però adesso mi trovo in una fase così, un po.. bloccato!

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Slyder

Do ragione a @gelsomino la cosa ti pesa, tanto, si riconosce per le incongruenze in quello che dici. Comunque le cose da sole non cambiano, comincia cambiando l'ambiente, quindi come dicevi te, vivere da solo, già questo aumenterà non poco la tua pace mentale, anche se all'inizio ti potresti ritrovare un po' spaesato. 

Per chiudere il discorso o ti muovi a fare dei cambiamenti, che possono portare sia a risultati positivi o negativi, o ti ritroverai in un attimo a 33 anni che sei nella stessa situazione di adesso, anzi starai ancora peggio siccome avrai meno forze, emotive soprattutto, e sarà sempre più difficile fare anche il più piccolo cambiamento.

p.s. Non andare in un monolocale, cercati magari dei coinquilini.

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Jungle

Gelsomino ha ragione senza dubbio, poi un po potevo esprimermi meglio, un po è una persona intuitiva ma l'intuito non sempre è facile da tenere a bada.
Hai ragione anche tu, l'ho pensato anche io di cercarmi dei coinquilini. Quello che dite ha senso, perchè è come se la mia energia sia diminuita a un certo punto, ma il carattere e la personalità sono le mie. Però a volte questa.. "stanchezza", non mi permette di esprimere la mia personalità. Ma non è il mondo esterno che causa ciò. Si tratta di giorni alterni, periodi più e periodi meno. Penso che chi mi vede dall'esterno crede che sia psicopatico, perchè assiste a due persone differenti e a tratti opposte. Se sto bene sono socievole e partecipe, ma se quella giornata mio padre mi ha rotto i coglioni e mi sono "battuto" contro di lui per me stesso, il mio umore è diverso, prendo il resto delle cose in modo differente, con meno leggerezza. 

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gelsomino

"nutri " tuo padre... dagli quello che vuole... "distrailo"!

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