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Lasciare l'università? Dubbio enorme.


AndreaDrew

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bruschetta
6 ore fa, LOLLOPOLLO ha scritto:

Qualcuno mi chiarisca il fatto: "se faccio l'università poi trovo lavoro"

Sento un casino di gente che mi dice "no lavorare è proprio brutto, vado all'università e poi vediamo"

 

Che l'università garantisse un lavoro era vero 50 anni fa. Adesso purtroppo non più 😞

Un tempo i laureati erano una percentuale minore della forza lavoro presente sul mercato ed erano quindi più richiesti perchè dovevano ricoprire ruoli dirigenziali e gestire il personale sotto di loro (sto semplificando molto). C'era un netto distacco tra i laureati (che erano la minoranza) e la "manovalanza" (che era la maggioranza).

La cultura era molto apprezzata (e pagata) perchè appannaggio di pochi. Ti basti pensare al prestigio sociale di cui godevano il maestro di scuola, il prete, il sindaco, il medico.

Adesso non è più così, anche grazie alla scolarizzazione di massa che ha fatto si che tutti siano in grado almeno di leggere e scrivere (alfabetizzazione). A noi adesso sembra incredibile ma c'era un tempo in cui per scrivere ai parenti lontani o per leggere le loro lettere si andava dal prete perchè non si era in grado di farlo autonomamente (se hai tempo/voglia guardati i film di Don Camillo o "miseria e nobiltà" con Totò).

Se poi calcoli che l'Italia è cresciuta moltissimo economicamente ed industrialmente ed è passata da essere una nazione di emigranti e di contadini ad una nazione che ha puntato sul terziario. Servivano allora non più solo braccianti ma anche impiegati, dirigenti, tecnici.

La maggiore disponibilità economica delle famiglie, il trasferimento dalla campagna alla città e l'esigenza di avere persone formate per le mansioni amministrative tipiche degli uffici ha fatto si che la gente studiasse.

La situazione odierna è la seguente: tanti laureati a spasso oppure pagati una miseria. Certo, ci sono lauree che "tengono" più di altre ma la situazione generale è questa.

Fino a qui abbiamo parlato di "quantità" di laureati. Poi c'è la "qualità". Diciamo che la riforma universitaria del 3+2 ha dato (secondo me) il colpo di grazia. Non mi dilungo oltre su questo punto, se no scrivo dieci pagine. 😤

p.s.: mi perdonerai l'analisi sociologica da due lire. Nella vita faccio tutt'altro ...

 

 

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AndreaDrew

@Mich! Cosa voglio essere e cosa voglio fare da grande? Si riconduce a quel che ho detto prima: la carriera da nutrizionista o da personal trainer sono entrambe legate alla passione che ho verso il mondo del fitness, la differenza sta nel fatto che per fare il nutrizionista serve una laurea. La mia paura nel caso dovessi lasciare l'università è fallire il percorso lavorativo che vorrei intraprendere non per la mancanza di volontà o altro ma per colpa della situazione italiana. Gli attestati riconosciuti dal CONI ci sono, vedi la FIPE, solo che leggo ovunque che questo tipo di carriera è sfruttata e utilizzata solo come lavoro secondario per arrotondare e questo mi porta a demoralizzarmi in quanto vorrei che questo fosse il mio lavoro a tempo pieno. Senza contare che anche per i nutrizionisti la situazione non è rosea e anche li c'è spietata concorrenza con dietisti e dietologi ma se vediamo sempre gli ostacoli non andremo da nessuna parte. C'è molta gente che nonostante abbia una laurea fa lavori completamente diversi dal piano di studi ma in quel caso tanto vale non spendere altri soldi e tempo. 

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AndreaDrew

@bibiSupertramp mi piacerebbe pensare ad una ripartenza universitaria ma i miei genitori non me lo permetterebbero, per loro cambiare adesso sarebbe una perdita di tempo e denaro e la cosa comunque non mi assicurerebbe una buon riuscita degli esami dato che dipenderebbe sempre e comunque dalla persona che studia.. le materie che studio a biologia mi piacciono ma nonostante le studi sembra che agli esami i prof riescano sempre a tirar fuori i miei dubbi, senza contare che ai loro esami non ho mai visto voti bassi. Per quanto possa sembrare strano, a febbraio tentai anatomia e nonostante mi sembrasse andare bene (non mi interrompevo nel discorso) per loro è bastato zoppicare su un argomento per non farmi passare. Non capisco perché non si sprechino a mettere voti medio/bassi, preferiscono rimandarti o metterti un voto dal 25 in su. Se dovessi lasciare l'università, tralasciando possibili attestati che potrei conseguire, ho un diploma da perito elettrotecnico che potrebbe aiutarmi a trovare più semplicemente lavoro in quel campo, il problema è che è trascorso del tempo da quelle materie studiate e ad un colloquio del tipo non ricorderei nulla. Anche poter approfondire con un attestato mi lascia incerto perché avrei paura di non riuscire a conseguirlo a causa della mia mancanza di passione in quel campo.

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AndreaDrew

@Anonimo.92 Fortunato il tuo amico carabiniere.. ma presumo studi per cultura personale e non per lavoro, se è riuscito a passare il concorso avrà già un posto fisso, presumo.

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Anonimo.92
2 ore fa, bruschetta ha scritto:

Che l'università garantisse un lavoro era vero 50 anni fa. Adesso purtroppo non più 1f61e.png

Un tempo i laureati erano una percentuale minore della forza lavoro presente sul mercato ed erano quindi più richiesti perchè dovevano ricoprire ruoli dirigenziali e gestire il personale sotto di loro (sto semplificando molto). C'era un netto distacco tra i laureati (che erano la minoranza) e la "manovalanza" (che era la maggioranza).

La cultura era molto apprezzata (e pagata) perchè appannaggio di pochi. Ti basti pensare al prestigio sociale di cui godevano il maestro di scuola, il prete, il sindaco, il medico.

Adesso non è più così, anche grazie alla scolarizzazione di massa che ha fatto si che tutti siano in grado almeno di leggere e scrivere (alfabetizzazione). A noi adesso sembra incredibile ma c'era un tempo in cui per scrivere ai parenti lontani o per leggere le loro lettere si andava dal prete perchè non si era in grado di farlo autonomamente (se hai tempo/voglia guardati i film di Don Camillo o "miseria e nobiltà" con Totò).

Se poi calcoli che l'Italia è cresciuta moltissimo economicamente ed industrialmente ed è passata da essere una nazione di emigranti e di contadini ad una nazione che ha puntato sul terziario. Servivano allora non più solo braccianti ma anche impiegati, dirigenti, tecnici.

La maggiore disponibilità economica delle famiglie, il trasferimento dalla campagna alla città e l'esigenza di avere persone formate per le mansioni amministrative tipiche degli uffici ha fatto si che la gente studiasse.

La situazione odierna è la seguente: tanti laureati a spasso oppure pagati una miseria. Certo, ci sono lauree che "tengono" più di altre ma la situazione generale è questa.

Fino a qui abbiamo parlato di "quantità" di laureati. Poi c'è la "qualità". Diciamo che la riforma universitaria del 3+2 ha dato (secondo me) il colpo di grazia. Non mi dilungo oltre su questo punto, se no scrivo dieci pagine. 1f624.png

p.s.: mi perdonerai l'analisi sociologica da due lire. Nella vita faccio tutt'altro ...

 

 

 

Una bella analisi sociologica invece. Ancor più sorprendente perché arriva da una donna.

Il 3+2 in ogni caso, non è stato fatto per migliorare la qualità dello studio, ma semplicemente per avvicinare l'Italia ai parametri europei di persone laureate.

Con l'unica conseguenza che in realtà, la triennale è una credenziale così inflazionata, che è quasi meglio presentarsi al posto di lavoro con un diploma, oppure avendo fatto la magistrale. Un vero disastro fatto dall'ennesimo ministro donna dell'istruzione.

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bibiSupertramp
1 ora fa, AndreaDrew ha scritto:

@bibiSupertramp mi piacerebbe pensare ad una ripartenza universitaria ma i miei genitori non me lo permetterebbero, per loro cambiare adesso sarebbe una perdita di tempo e denaro e la cosa comunque non mi assicurerebbe una buon riuscita degli esami dato che dipenderebbe sempre e comunque dalla persona che studia.. le materie che studio a biologia mi piacciono ma nonostante le studi sembra che agli esami i prof riescano sempre a tirar fuori i miei dubbi, senza contare che ai loro esami non ho mai visto voti bassi. Per quanto possa sembrare strano, a febbraio tentai anatomia e nonostante mi sembrasse andare bene (non mi interrompevo nel discorso) per loro è bastato zoppicare su un argomento per non farmi passare. Non capisco perché non si sprechino a mettere voti medio/bassi, preferiscono rimandarti o metterti un voto dal 25 in su. Se dovessi lasciare l'università, tralasciando possibili attestati che potrei conseguire, ho un diploma da perito elettrotecnico che potrebbe aiutarmi a trovare più semplicemente lavoro in quel campo, il problema è che è trascorso del tempo da quelle materie studiate e ad un colloquio del tipo non ricorderei nulla. Anche poter approfondire con un attestato mi lascia incerto perché avrei paura di non riuscire a conseguirlo a causa della mia mancanza di passione in quel campo.

Capisco.. Beh per prima cosa forse conviene che ti chiarisci bene cosa ti piace..  Perché hai ragione quando dici che se non hai abbastanza passione per un certo lavoro, avrai anche più difficoltà poi a trovare un posto.... 

Ora, il lavoro è lavoro e ci sarà sempre quella parte della tua professione che non ti piace e/o che ti annoia. Ma in linea di massima dovrebbe esser qualcosa che ti dà una certa soddisfazione fare. Se non ti piace ciò che hai fatto alle superiori non seguire quella strada. Per quanto riguarda l'università, io credo che potresti parlare con i tuoi genitori e fargli notare che continuare una facoltà in cui hai passato solo un esame non ha senso. Ci sono tante persone che hanno cambiato facoltà dopo un anno, e che poi si sono trovte meglio nel nuovo percorso di studi, potrei farti diversi esempi di miei amici. Anche perché, se vuoi fare il nutrizionista, sarai d'accordo con me sul fato che a biologia, a parte biochimica, tutte le altre materie hanno poco a che fare con la nutrizione, perlomeno alla triennale. Quindi, perderesti un sacco di energie a scontrarti con programmi che alla fine non ti serviranno. 

Dopo tutto questo discorso, i miei consigli sono due:

1-focalizzati, senza preconcetti, su quello che vorresti fare e sii onesto con te stesso, se non ti va di studiare, riconoscilo e accettalo, come ti ho detto, sei in tempo a cambiare strada 

2-se invece sei bene certo di volercela mettere tutta e studiare, ne vale la pena di parlare con sincerità ai tuoi e cambiare corso di laurea. Domanda mia, non so se puoi rispondere: perché non si fidano di te? ci sono stati precedenti nella tua carriera scolastica per cui loro hanno deciso di non darti più fiducia?

 

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Jumpy
On 27/4/2017 at 7:19 PM, AndreaDrew said:

L'anno scorso mi sono immatricolato all'università nella facoltà di Biologia, conscio della sua difficoltà ma spinto dalla voglia di diventare un futuro nutrizionista. E' il secondo anno ed ho passato solamente un esame del primo. Nell'ultima sessione ho studiato molto e provato a darne qualcun altro ma senza successo, il che mi ha demoralizzato molto.. 

Come ti han detto anche altri... lascia proprio perdere: è palese che l'università non fa per te: i tuoi (purtroppo) hanno ragione.

Tra l'altro proprio biologia è di quelle lauree che ha contribuito a creare una generazione di illusi laureati ora a spasso :(

4 hours ago, bruschetta said:

La situazione odierna è la seguente: tanti laureati a spasso oppure pagati una miseria. Certo, ci sono lauree che "tengono" più di altre ma la situazione generale è questa.

Fino a qui abbiamo parlato di "quantità" di laureati. Poi c'è la "qualità". Diciamo che la riforma universitaria del 3+2 ha dato (secondo me) il colpo di grazia. Non mi dilungo oltre su questo punto, se no scrivo dieci pagine. 1f624.png

IMHO si è passati da un estremo all'altro: dalle università iperselettive fino a metà anni '90 alla "triennale per tutti".

Da esami con 200 candidati con 180 bocciati agli scritti e altri 10 bocciati all'orale, con professori sospesi perchè, per 3 appelli di fila, avevano bocciato tutti, a esami che per non prenderli, davvero, devi fare scena muta.

La qualità sta precipitando vistosamente su tutta l'istruzione: da qualche anno arrivano alle superiori ragazzi che stentano a leggere e scrivere e si perdono su calcoli semplici.

Una terza media di adesso ha il livello di una buona quinta elementare di 20-30 anni fa. E' una "mutazione" che sto vedendo da dentro un po' a tutti i livelli... ci potrei scrivere un'enciclopedia :P

Per me rendere le lauree così abbordabili è stata una strategia precisa per abbassare il costo del lavoro: all'azienda non serve a nulla il 27 enne laureato specialistica con lode.

All'azienda fa molto più comodo un triennale giovanissimo, magari anche con un voto basso, da strizzare come una spugna e pagare due soldi.

Più che una reale crisi del lavoro, son i grandi imprenditori che vogliono pagarlo sempre meno, per questo han spinto per aumentare il numero dei laureati.

2 hours ago, AndreaDrew said:

Gli attestati riconosciuti dal CONI ci sono, vedi la FIPE

Al posto tuo partirei da qui ...

2 hours ago, AndreaDrew said:

C'è molta gente che nonostante abbia una laurea fa lavori completamente diversi dal piano di studi

Questo perchè, IMHO, chi arriva alla laurea, ha acquisito anche una certo consapevolezza, flessibilità mentale e spirito di adattamento.

Conosco laureati che, se fossero in difficoltà, non si farebbero problemi a portare le birre ai tavoli anche stasera.

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3 ore fa, AndreaDrew ha scritto:

@Mich!Gli attestati riconosciuti dal CONI ci sono, vedi la FIPE, solo che leggo ovunque che questo tipo di carriera è sfruttata e utilizzata solo come lavoro secondario per arrotondare e questo mi porta a demoralizzarmi in quanto vorrei che questo fosse il mio lavoro a tempo pieno.  

Perché tutti cominciano a farlo come secondo lavoro per arrotondare o perché non hanno un cazzo da fare e si mettono a farlo per far passione, senza aprirsi partita IVA e mettendosi in gioco seriamente. Rovinando di fatto il mercato.

Che già non é tanto perché in Italia non girano molti soldi e il PT é un servizio quasi sempre considerato "ludico".

Comunque non é che puoi farti demoralizzare da qualsiasi cosa, ti fai il culo e tenti, all'inizio magari guadagnerai poco e dovrai integrare, poi quelli che guadagni lo reinvesti sulla tua attività.

Fallirai comunque, non esiste che inizi e TAC, va tutto da dio.

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bruschetta
15 minuti fa, Jumpy ha scritto:

(...)

IMHO si è passati da un estremo all'altro: dalle università iperselettive fino a metà anni '90 alla "triennale per tutti".

Da esami con 200 candidati con 180 bocciati agli scritti e altri 10 bocciati all'orale, con professori sospesi perchè, per 3 appelli di fila, avevano bocciato tutti, a esami che per non prenderli, davvero, devi fare scena muta.

Non dirlo a me. Da laureata a metà anni '90 non posso che confermare 😒

La qualità sta precipitando vistosamente su tutta l'istruzione: da qualche anno arrivano alle superiori ragazzi che stentano a leggere e scrivere e si perdono su calcoli semplici.

Una terza media di adesso ha il livello di una buona quinta elementare di 20-30 anni fa. E' una "mutazione" che sto vedendo da dentro un po' a tutti i livelli... ci potrei scrivere un'enciclopedia :P

Se hai bisogno di una mano nella stesura dell'enciclopedia, basta chiedere 😀 posso portare casi ed esempi che paiono inventati per quanti assurdi. E invece ...

Per me rendere le lauree così abbordabili è stata una strategia precisa per abbassare il costo del lavoro: all'azienda non serve a nulla il 27 enne laureato specialistica con lode.

All'azienda fa molto più comodo un triennale giovanissimo, magari anche con un voto basso, da strizzare come una spugna e pagare due soldi.

Più che una reale crisi del lavoro, son i grandi imprenditori che vogliono pagarlo sempre meno, per questo han spinto per aumentare il numero dei laureati.

Parzialmente d'accordo: secondo me le cause sono multifattoriali. Sarebbe un discorso lunghissimo (per quanto interessante) ...

(...)

Questo perchè, IMHO, chi arriva alla laurea, ha acquisito anche una certo consapevolezza, flessibilità mentale e spirito di adattamento.

Mah .... Vorrei condividere il tuo ottimismo.

 

 

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Jumpy
8 minutes ago, bruschetta said:

Se hai bisogno di una mano nella stesura dell'enciclopedia, basta chiedere 1f600.png posso portare casi ed esempi che paiono inventati per quanti assurdi. E invece ...

Ah guarda, dal biennio di ing. a oggi, hai voglia che ne avrei da raccontarne.

Da vecchio mi dedicherà alla stesura delle mie memorie... come sta facendo mio padre :P

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