La tua libertà: quanto vale?

[I love you [Partecipante] 172]

Scrivo questo post di getto. Non ha uno scopo preciso. Non contiene una filosofia, non è una todo list per ottenere qualcosa. Non ha significato organico.

Ci svegliamo ogni mattina, il nostro cuore batte, gli occhi si aprono e guardano il mondo: ogni volta è un miracolo. Un miracolo di ingegneria, il nostro corpo, che non ci desta più nessuna sensazione, nessuna emozione. E' un dato di fatto ormai. Tanto che molti lo trascurano oppure fanno come se non ci sia. Lo facciamo perchè siamo liberi di farlo.

Essere liberi. Ma cosa vuol dire esserlo veramente? per me significa, semplicemente, essere ciò che si è deciso di essere, con naturalezza, normalità. E' la cosa più difficile ma allo stesso tempo più meravigliosa.

La pietra filosofale è: amare se stessi. Amare se stessi significa accettarsi. Accettarsi significa prendersi carico dei propri bisogni. Non ignorarli, prenderne atto, accettare i propri limiti e un secondo dopo iniziare a lavorare per superarli. Chi non sa chi è non può avere una direzione, e fallirà. Chi si ama sa chi è e può decidere dove andare, cosa diventare.

Per me funziona così: il mondo è un luogo strano. Da un certo punto di vista, è vero che ci sono delle regole generali che lo definiscono alle quali dobbiamo obbedire tutti, come la forza di gravità o l'attrito. Dall'altro lato della medaglia, è altrettanto vero che l'osservatore, cioè noi, perturba la realtà attraverso l'atto stesso di osservare. Significa che vivere modifica la tua realtà, la tua vita. Ognuno di noi ha scelto, oppure no, di vedere le cose con una certa lente, che ha certe caratteristiche, una certa gradazione: così il mondo cambia aspetto.

La buona novella è: si può cambiare la lente. Se cambia la lente, cambia la realtà.

Abbiamo il diritto di essere felici. Abbiamo gli strumenti per esserlo. Qualcosa al nostro interno, nelle profondità insondabili dell'io, esplode di gioia al solo pensiero. Oh, sì! se solo potessi farlo! se potessi avere quello! e quando arriva...

Qual'è il sintomo del cambiamento? è per me questo: l'imperturbabilità dell'animo. Detto in altri termini, è estremamente improbabile che una persona realizzata e soddisfatta sia perturbata dall'ambiente circostante, da giudizio altrui.L'uomo libero è tollerante nei confronti di chi vive una realtà diversa, di chi si trova ad uno stadio di sviluppo inferiore. Per cui regisce col perdono all'offesa, con la calma alla provocazione, con la forza del diritto al diritto della forza. Alziamo le spalle quando qualcuno ci manca di rispetto, perchè individuiamo nel suo male la sua limitatezza, la poca coscienza.

Anzi, ci facciamo noi carico della sua mancanza. La nostra imperturbabilità va a colmare il disagio del loro ego. Frustrati, egotici, maniaci del lavoro, delinquenti, bugiardi, codardi, fissati, violenti, tutti loro sono "male". Il male è privatio boni debiti, privazione del bene dovuto. Essi peccano, nel senso che sono minus habens, non hanno, mancano di qualcosa: dell'educazione, della coscienza, della morale, della tolleranza, del rispetto delle regole, del coraggio, della vista, di qualcosa.

E' nostro dovere accettarli per quello che sono e un secondo dopo dimenticarci di loro. Non dargli importanza, ma dargli possibilità di esprimersi e di sbagliare, fino anche a morire nell'incoscienza dell'errore, del male. Sempre a testa alta, sempre con le spalle dritte e con la mano tesa a dare, senza pretendere.

Chi sa, ha capito.

Modificato 17 Ottobre 2017 da I love you

[Indra [Partecipante] 533]

Purtroppo molte persone non hanno l'esperienza, la sensibilità o tanto meno la voglia di andare oltre il proprio limitato punto di vista frutto della propria vita, delle proprie esperienze e delle proprie credenze limitanti.

Amare sè stessi. Dici poco eh.

Comunque bisogna sempre essere realisti. Quello che uno non ha non ha; quello che uno non puo' avere non puo' avere.

La vita non offre le stess possibilità a tutti.

Si chiama consapevolezza e realismo.

Io ho cambiato la lente da tempo; me ne frego del giudizio degl'altri e anche dei loro standard sociali e comportamentali.

Però non me la sento di giudicare male chi è frustrato o incavolato per le bastonate che ha preso per anni e anni.

Non è semplice smaltire il veleno. Ci sono passato; se non avessi 40 anni sarei ancora incastrato in quei demoni.

Ma l'età insegna solamente ad accettarsi e ti rende più riflessivo e tollerante.

Questo non significa che tutto è perfetto e che ami il prossimo a prescindere.

[Tisana [Partecipante] 2848]

Io se non fossi andato a prostitute ora sarei vergine ed è probabile che mi sarei lanciato da tempo nella carriera dell'assassino. 

Hai accennato alla morale come una mancanza. Non so se hai mai letto testi morali di qualche autore noto. A me viene sempre l'impressione di stare leggendo un manuale di assemblaggio dell'uomo, come se si trattasse di un mobile dell'IKEA. 

Non considero minus-habens quelli che hai elencato. Frustrati, bugiardi, delinquenti, etc... Tutta brava gente. Non li giudico affatto, nemmeno se mi si pugnala alla schiena. A parte i tamarri ovviamente. Su quelli avresti dovuto aprire una parentesi molto ampia per definirli. 

[Indra [Partecipante] 533]

Ragazzi leggete Nietzsche. Aldilà del bene e del male.

La morale serve ai deboli per credere in qualcosa che migliori la propria vita e per illuderli di essere ricompensati.

Tutto ciò  fa comodo ai potenti.

Siate morali ed etici con i vostri cari e le persone leali.

Fottetevene di seguire i dogmi della chiesa e del buonismo imperante.

Io non giudico gli amorali. Sono stato amico di uno di loro. Mi ha ospitato un giorno a casa sua e mi ha trattato come un fratello.

Dietro ogni delinquente c'è dietro, potenzialmente, un buon amico. Mistero dell'anima umana.

Diffidate, sempre, di chi è amico di tutti.

I leccaculi e buonisti, soprattutto sul lavoro sono quelli da cui guardarsi.