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Cosa significa fare il libero professionista?


Akira93

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Salve a tutti apro il thread per schiarirmi le idee. 

Attualmente sono all'ultimo anno di università, facoltà architettura; praticamente per come è fatto il corso i libri si aprono solo per approfondimenti specifici e quasi tutto il tempo lo passo al pc a fare i progetti da consegnare al prof di turno che mette le scadenze da rispettare, o fare con lui revisione del progetto. Fino a qui niente di strano, capita di fare nottata, capita a volte di lavorare durante i weekend, i primi 3 anni riesco ancora a stare appresso a tutto, anche se spesso sono piu progetti da seguire in contemporanea. 

Ora non ci sto piu dentro perchè ho una nausea assurda da tutto il contesto, soprattutto dal lavoro che sembra non finire mai. 

Prima delle vacanze natalizie la prof se ne è uscita con questa frase: ''è normale che voi lavorate tutti i giorni, anche noi lo facciamo, ormai funziona cosi per tutti''.

Sono rimasto alibito, al tutto si aggiunge che negli ultimi due anni le scadenze sono diventate sempre piu strette e con richieste  sempre più assurde; in cui è scontato che noi abbiamo determinate conoscenze, ci danno degli obiettivi e noi dobbiamo raggiungerli, spesso senza linee guida e suggerimenti. (è un metodo di insegnamento, ma le spiegazioni non arrivano neanche dopo raggiunto gli step intermedi) 

Guardando i miei prof che oltre le lezioni, lavorano anche da liberi professionisti, vedo anche loro in forte difficoltà. Sono persone votate solamente al lavoro, non hanno ne figli ne famiglia, se hanno giorni liberi li passano ad aggiornarsi; tutti un po' in ansia, a volte assonati, sbalzi d'umore. 

Non ho mai creduto al libero professionista come quei miti della crescita personale, che lavorano un'ora al giorno e fatturano milioni, ma una figura diversa dall'imprenditore/capo d'azienda, poichè non  sta appresso a un'attività, la quale se lui non lavora chiude. Già non si hanno giorni di ferie, quelli di malattia pagati, o orari precisi, ma non avere giorni liberi, non mi sembra diverso dal criceto che gira sempre nella ruota e spera di arrivare da qualche parte. Forse sono io che non mi so organizzare le giornate, ma quelli che sono dentro il mercato del lavoro in questo settore mi dicono che non cambia molto rispetto all'università con la differenza che ti pagano (e ti danno piu responsabilità).

Mi sembra un girone infernale dove bisogna correre per arrivare alla scadenza/checkpoint, correre correre, affinchè a fine carriera ti danno un premio, il quale affermi la tua importanza in quel settore. Non sono contro a lavorare due/tre settimane di fila perchè serve farlo, ma a una certa la mia testa non ce la fa più, deve riposare e vedo non è contemplato, arriva sempre qualcuno a chiederti perchè non hai fatto abbastanza o non sei andato oltre. 

Perdonatemi l'ingenuità che traspare dal post ma non sono nel mercato del lavoro attualmente, spero in una maggiore chiarezza da parte vostra su cosa significhi essere un libero professionista. 

 

 

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  • 3 settimane dopo...
AntonW
On 1/7/2018 at 10:18 PM, Akira93 said:

Perdonatemi l'ingenuità che traspare dal post ma non sono nel mercato del lavoro attualmente, spero in una maggiore chiarezza da parte vostra su cosa significhi essere un libero professionista. 

Essere un libero professionista  vuol dire non avere orari e lavorare sempre, ma se fai quello che ti piace lo fai con il sorriso e ti diverti.

Io ho lavorato 10 anni in banca e lavoravo circa 45/45 ore a settimana su 5 giorni.

3 settimane all'anno di ferie.

Mi sono licenziato e faccio il consulente aziendale libero professionista e oggi lavoro mediamente 60 ore a settimana su 6 giorni.

Non faccio un giorno di ferie da anni.

Non mi sono mai pentito della scelta che ho fatto.

I motivi? 

Principalmente gli ambienti che frequenti, il rapporto con gli imprenditori, lo stimolo continuo che ti porta a pensare a nuove idee, a conoscere nuova gente, a sviluppare nuovi progetti.

Non sei mai fermo, vivi dentro al tuo tempo e proteso verso il futuro ogni singolo momento della tua vita.

Poi ovviamente ci sono anche i soldi, ma di quelli, in fondo, non ti frega niente, almeno non frega niente a me.

Ti faccio comunque notare che "fare carriera" in una società multinazionale comporta lo stesso impegno e non sei un professionista...

Ho risposto alla tua domanda?

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Jumpy
On 7/1/2018 at 10:18 PM, Akira93 said:

Attualmente sono all'ultimo anno di università, facoltà architettura; praticamente per come è fatto il corso i libri si aprono solo per approfondimenti specifici e quasi tutto il tempo lo passo al pc a fare i progetti da consegnare al prof di turno che mette le scadenze da rispettare, o fare con lui revisione del progetto. Fino a qui niente di strano, capita di fare nottata, capita a volte di lavorare durante i weekend, i primi 3 anni riesco ancora a stare appresso a tutto, anche se spesso sono piu progetti da seguire in contemporanea. 

La libera professione sarà, in proporzione, abbastanza simile, solo che almeno ti pagano, poco in proporzione al lavoro e alla pressione fiscale, ma ti pagano :P

On 7/1/2018 at 10:18 PM, Akira93 said:

Sono rimasto alibito, al tutto si aggiunge che negli ultimi due anni le scadenze sono diventate sempre piu strette e con richieste  sempre più assurde; in cui è scontato che noi abbiamo determinate conoscenze, ci danno degli obiettivi e noi dobbiamo raggiungerli, spesso senza linee guida e suggerimenti.

Nel lavoro può capitare invece che il lavoro arrivi ad ondate: mesi in cui lavori anche di domenica, alternati a mesi in cui puoi avere ritmi più tranquilli e permetterti magari di riposare il sabato e la domenica.

On 7/1/2018 at 10:18 PM, Akira93 said:

Guardando i miei prof che oltre le lezioni, lavorano anche da liberi professionisti, vedo anche loro in forte difficoltà. Sono persone votate solamente al lavoro, non hanno ne figli ne famiglia, se hanno giorni liberi li passano ad aggiornarsi; tutti un po' in ansia, a volte assonati, sbalzi d'umore. 

Nei miei giri invece han quasi tutti famiglia e figli. Certo lavorano tantissimo, ma comunque il loro tempo riescono a ritagliarselo.

On 7/1/2018 at 10:18 PM, Akira93 said:

Non ho mai creduto al libero professionista come quei miti della crescita personale, che lavorano un'ora al giorno e fatturano milioni, ma una figura diversa dall'imprenditore/capo d'azienda, poichè non  sta appresso a un'attività, la quale se lui non lavora chiude. Già non si hanno giorni di ferie, quelli di malattia pagati, o orari precisi, ma non avere giorni liberi, non mi sembra diverso dal criceto che gira sempre nella ruota e spera di arrivare da qualche parte. Forse sono io che non mi so organizzare le giornate, ma quelli che sono dentro il mercato del lavoro in questo settore mi dicono che non cambia molto rispetto all'università con la differenza che ti pagano (e ti danno piu responsabilità).

Mi capita di lavorarci a stretto contatto con professionisti realizzati con entrate dell'ordine dei 20k/mese a salire.

E si, hanno giornate intensissime, a livello che stan col portatile sulle ginocchia anche in bagno e in settimana dormono sulle 6 ore a notte, la giornata inizia attorno alle 8, pausa pranzo velocissima e relax non prima delle 19-20... ma se necessario lavorano anche dopo cena, fino a prima di andare a dormire.

Anche a me capita di saltare anche le vacanze in agosto per lavoro, e, sopratutto ultimamente, di lavorare anche di domenica, però, appunto, come ho accennato sopra, nei periodi in cui il lavoro non è tantissimo mi faccio magari un weekend fuori.

Sul lavorare in un'aziende  e fare carriera, confermo quanto sopra. Se vuoi fare l'impiegato che si fa le sue 7-8 ore per strisciare il badge e scappare per portare i 30 denari a fine mese è un conto. Ma se vuoi far carriera, il discorso cambia, i ritmi e la mole di lavoro son paragonabili a quelli del libero professionista, con l'aggiunta che hai anche vincoli di orario, tutti i giorni.

Se è un lavoro che ti piace e riesci comunque a costruirti una tua vita personale (fidanzata/amici/famiglia) non è male.

Altrimenti, certo, a vivere solo per lavorare è da spararsi.

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MementoAudereSemper

poco professionista molto libero

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Alexander10
Il 27/1/2018 alle 20:22 , MementoAudereSemper ha scritto:

poco professionista molto libero

ahahahahahah 

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DreamSpirit

Beh dovresti vedere nello specifico per gli architetti, perché anche io potrei dirti le giornate tipo di varia gente che guadagna un sacco, ma non c'entra niente

Da quel che ho sentito e capito, fare l'architetto adesso è mortale

 

C'è uno del clan che raccontava un po' com'è, mi si era gelato il sangue

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La verità è che se non sei un ingegnere o un medico,  muori di fame lol

Modificato da Kagan
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Jumpy

E' giusto da un po'  :P che sto nel mondo del lavoro e mi son reso conto di 3 cose:

- Prendersi la laurea in arch. ing. giurisprudenza ... tutto quel che vi pare, non vuol dire assolutamente che "automaticamente" siete in grado di fare l'ing., l'arch. l'avv. perchè i problemi della professione vanno molto al di là di quello che si studia all'università... all'università, sopratutto ora che si è snellita enormemente, si fan giusto le basi, l'abc.

Dal fresco laureato, al professionista, ce ne passa e, come una laurea impegnativa non è alla portata di tutti, così pure, la professione  non è alla portata di tutti quelli che si sono laureati.

Molti  invece (quasi tutti quelli che non riescono a laurearsi... chissà perchè :P ) credono che il "pezzo di carta" sia il traguardo... assolutamente no. La laurea è il punto di partenza, è l'inizio è un via libera, è un semaforo verde per iniziare a fare qualcosa. Confondere la laurea con l'obiettivo è come credere che il traguardo sia la tipa che ti ha detto si all'appuntamento.

E' dopo la laurea che si vede se sei all'altezza della professione oppure no.

Questo vale di meno per un medico in quanto, il precorso d formazione di un medico è solitamente concepito in modo tale che "porta" naturalmente al mondo del lavoro.

- C'è crisi del lavoro... eccome se c'è crisi... però... però...

Sento di amici che si lamentano se devono lavorare di sabato (a me sta capitando di lavorare anche la domenica un paio di volte al mese), che la mattina devono alzarsi presto ("presto" per molti vuol dire alle 8, "presto" per me vuol dire alle 6 se non addirittura alle 5), addirittura la sister major in ufficio, si lamenta quando ha il rientro pomeridiano (per me lavorare mattina e pomeriggio è la norma).

Per capirci, l'itaGliano medio(cre) vorrebbe lavorare dalle 9 alle 13, dal lunedì al venerdì, e avere anche un bello stipendio, diciamo almeno sui 1500 (che quaggiù non sono pochi) per poter uscire tutte le sere e farsi weekend fuori

- Le professioni che se la stanno vedendo nera... veramente nera, almeno qui al Sud son avv. e psy. Per gli avvocati... be'... son diventati troppi... già quando andavo io a scuola, 3/4 della classe si iscrisse a giurisprudenza. Per gli psy, purtroppo, in Italia, ancora c'è la mentalità che chi va dallo psicologo è matto, quindi nella libera professione han poco riscontro e i posti nel pubblico son pochi.

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Nero256
2 ore fa, DreamSpirit ha scritto:

fare l'architetto adesso è mortale

Come mai? Cos'è cambiato "adesso"? 

1 ora fa, Kagan ha scritto:

La verità è che se non sei un ingegnere

Mah nì 

Ingegneria ora è molto più accessibile e gli stipendi partono solo da 1000-1500, raramente 1700 e bisogna vedere in quali condizioni eh 

Considerando certi ritmi in alcuni casi conviene fare il pizzaiolo 

Il medico non ha vita 

È una delle poche carriere 

2% dei lavori sono carriere 

Il resto sono lavori, perché nel corso della vita si cambiano (cambi azienda, cambi mansione, etc) 

Una carriera per definizione ti occupa tutta la vita e la sviluppi in un dato ambito specifico, passando per dei checkpoint specifici 

1 ora fa, Jumpy ha scritto:

all'università, sopratutto ora che si è snellita enormemente, si fan giusto le basi, l'abc

Neanche 

Quasi tutti quelli con cui ho parlato, ingegneri specializzati a parte, dicono che una volta in azienda / banca, tutto quello che hai studiato (diritto, statistica, teorie varie, etc) lo butti nel cesso perché devi imparare tutto da zero 

Repeat ogni tot man mano che escono corsi di aggiornamento e menate varie 

Quello che ti da una scuola è il metodo 

Infatti noto come gente del classico faccia strage di 30 mentre io con un itis faccio più fatica 

Non importa cosa studi, tanto è datato a prescindere 

Importa come lo studi 

Così come in seduzione non conta quello che dici 

Ma come lo dici 

Se uno vuole solo soldi e non ha la sbatta di cimentarsi nell'università conviene fare un corso specializzante professionale e poi eventualmente diventare insegnante / capo reparto / freelancer 

Molte lauree sono inutili, tra l'altro, considerate come hobby (letteratura, storia, etc) 

Però non fatevi illusioni o aspettative in Italia 

Ha un'economia orrenda per chi parte da zero ed ha qualche aspirazione 

Per di più governata da vecchi ottusi e tirchi che non ti darebbero un lavoro neanche gratis se non sei presentato 

Modificato da Nero256
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