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Cosa significa fare il libero professionista?


Akira93

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Il 25/1/2018 alle 17:03 , AntonW ha scritto:

Essere un libero professionista  vuol dire non avere orari e lavorare sempre, ma se fai quello che ti piace lo fai con il sorriso e ti diverti.

Io ho lavorato 10 anni in banca e lavoravo circa 45/45 ore a settimana su 5 giorni.

3 settimane all'anno di ferie.

Mi sono licenziato e faccio il consulente aziendale libero professionista e oggi lavoro mediamente 60 ore a settimana su 6 giorni.

Non faccio un giorno di ferie da anni.

Non mi sono mai pentito della scelta che ho fatto.

I motivi? 

Principalmente gli ambienti che frequenti, il rapporto con gli imprenditori, lo stimolo continuo che ti porta a pensare a nuove idee, a conoscere nuova gente, a sviluppare nuovi progetti.

Non sei mai fermo, vivi dentro al tuo tempo e proteso verso il futuro ogni singolo momento della tua vita.

Poi ovviamente ci sono anche i soldi, ma di quelli, in fondo, non ti frega niente, almeno non frega niente a me.

Ti faccio comunque notare che "fare carriera" in una società multinazionale comporta lo stesso impegno e non sei un professionista...

Ho risposto alla tua domanda?

10 anni da dipendente alle spalle non sono pochi, in caso la libera professione ti andava male potevi sempre ripresentarti in qualche banca medio piccola, e probabilmente venivi assunto.

Il 25/1/2018 alle 17:44 , Jumpy ha scritto:

La libera professione sarà, in proporzione, abbastanza simile, solo che almeno ti pagano, poco in proporzione al lavoro e alla pressione fiscale, ma ti pagano :P

Nel lavoro può capitare invece che il lavoro arrivi ad ondate: mesi in cui lavori anche di domenica, alternati a mesi in cui puoi avere ritmi più tranquilli e permetterti magari di riposare il sabato e la domenica.

Nei miei giri invece han quasi tutti famiglia e figli. Certo lavorano tantissimo, ma comunque il loro tempo riescono a ritagliarselo.

Mi capita di lavorarci a stretto contatto con professionisti realizzati con entrate dell'ordine dei 20k/mese a salire.

E si, hanno giornate intensissime, a livello che stan col portatile sulle ginocchia anche in bagno e in settimana dormono sulle 6 ore a notte, la giornata inizia attorno alle 8, pausa pranzo velocissima e relax non prima delle 19-20... ma se necessario lavorano anche dopo cena, fino a prima di andare a dormire.

Anche a me capita di saltare anche le vacanze in agosto per lavoro, e, sopratutto ultimamente, di lavorare anche di domenica, però, appunto, come ho accennato sopra, nei periodi in cui il lavoro non è tantissimo mi faccio magari un weekend fuori.

Sul lavorare in un'aziende  e fare carriera, confermo quanto sopra. Se vuoi fare l'impiegato che si fa le sue 7-8 ore per strisciare il badge e scappare per portare i 30 denari a fine mese è un conto. Ma se vuoi far carriera, il discorso cambia, i ritmi e la mole di lavoro son paragonabili a quelli del libero professionista, con l'aggiunta che hai anche vincoli di orario, tutti i giorni.

Se è un lavoro che ti piace e riesci comunque a costruirti una tua vita personale (fidanzata/amici/famiglia) non è male.

Altrimenti, certo, a vivere solo per lavorare è da spararsi.

Il problema sicuramente è nell'organizzarsi, e saper dire di no a certe richieste. 

Gli orari che hai descritto 8-19/20 spesso li faccio durante la sessione di esami, si lavoro dopo cena, quindi capisci se gia faccio cosi e non mi pagano ne esco matto. 

Appunto vivere per lavorare non è vita.

21 ore fa, DreamSpirit ha scritto:

Beh dovresti vedere nello specifico per gli architetti, perché anche io potrei dirti le giornate tipo di varia gente che guadagna un sacco, ma non c'entra niente

Da quel che ho sentito e capito, fare l'architetto adesso è mortale

 

C'è uno del clan che raccontava un po' com'è, mi si era gelato il sangue

Mi sa ho capito di chi parli, ci siamo confrontati dal vivo e anche lui è arrivato alle stesse conclusioni, ma sta lottando per trovare una strada e affermarsi nel settore, ce la farà!

Infatti io notando che tra lavoro e uni non cambia tantissimo già adesso mi sale il sangue al cervello per tutta una serie di fattori, soprattutto perchè prof e datori di lavoro non ti danno la soddisfazione, ne come riconoscimento ne economica, di aver fatto un buon lavoro.

19 ore fa, Jumpy ha scritto:

E' giusto da un po'  :P che sto nel mondo del lavoro e mi son reso conto di 3 cose:

- Prendersi la laurea in arch. ing. giurisprudenza ... tutto quel che vi pare, non vuol dire assolutamente che "automaticamente" siete in grado di fare l'ing., l'arch. l'avv. perchè i problemi della professione vanno molto al di là di quello che si studia all'università... all'università, sopratutto ora che si è snellita enormemente, si fan giusto le basi, l'abc.

Dal fresco laureato, al professionista, ce ne passa e, come una laurea impegnativa non è alla portata di tutti, così pure, la professione  non è alla portata di tutti quelli che si sono laureati.

Molti  invece (quasi tutti quelli che non riescono a laurearsi... chissà perchè :P ) credono che il "pezzo di carta" sia il traguardo... assolutamente no. La laurea è il punto di partenza, è l'inizio è un via libera, è un semaforo verde per iniziare a fare qualcosa. Confondere la laurea con l'obiettivo è come credere che il traguardo sia la tipa che ti ha detto si all'appuntamento.

E' dopo la laurea che si vede se sei all'altezza della professione oppure no.

Questo vale di meno per un medico in quanto, il precorso d formazione di un medico è solitamente concepito in modo tale che "porta" naturalmente al mondo del lavoro.

- C'è crisi del lavoro... eccome se c'è crisi... però... però...

Sento di amici che si lamentano se devono lavorare di sabato (a me sta capitando di lavorare anche la domenica un paio di volte al mese), che la mattina devono alzarsi presto ("presto" per molti vuol dire alle 8, "presto" per me vuol dire alle 6 se non addirittura alle 5), addirittura la sister major in ufficio, si lamenta quando ha il rientro pomeridiano (per me lavorare mattina e pomeriggio è la norma).

Per capirci, l'itaGliano medio(cre) vorrebbe lavorare dalle 9 alle 13, dal lunedì al venerdì, e avere anche un bello stipendio, diciamo almeno sui 1500 (che quaggiù non sono pochi) per poter uscire tutte le sere e farsi weekend fuori

- Le professioni che se la stanno vedendo nera... veramente nera, almeno qui al Sud son avv. e psy. Per gli avvocati... be'... son diventati troppi... già quando andavo io a scuola, 3/4 della classe si iscrisse a giurisprudenza. Per gli psy, purtroppo, in Italia, ancora c'è la mentalità che chi va dallo psicologo è matto, quindi nella libera professione han poco riscontro e i posti nel pubblico son pochi.

Le lauree quinquennali credo ormai non servono a un cazzo, e i settori da te nominati sono talmente vasti che sapere un po' di tutto non so fino a che punto serve, sta di fatto che dopo i 5 anni di studio serve una ulteriore specializzazione ma di vista pratico. 

Problema poi di queste professione è che ci sono dei costi fissi, che nessuno ti dice, per aggiornarti, per stampare i progetti, per comprare un libro che ti serve come approfondimento, ecc.. devi cacciare una valanga di soldi solo per arrivare a prendere l'incarico. 

é anche vero che queste professioni non sono ben regolamentate, ci sono troppi laureati, che non servono.

L'itaGliano medio vuole sempre avere il massimo col minimo sforzo è intriseco nella sua natura

18 ore fa, Nero256 ha scritto:

Come mai? Cos'è cambiato "adesso"? 

 

Adesso per fare questa professione sembra che devi diventare un martire. 

Gran parte dei primi impieghi sono stage non retribuiti, dove per farti assumere devi aprire partita iva ma lavori con orari da dipendente, roba che entri alle 9 in studio e ne esci alle 21. Spesso portandoti il lavoro a casa per sabato e domenica; poichè è una professione che sta sempre appresso a qualche scadenza, interna o esterna allo studio dove lavori. 

Altrimenti in casi migliori ti pagano qualcosa ma roba che oscilla dai 300 ai 700 euro mensili. 

Alcune amministrazioni, principalmente al sud, hanno proposto bandi dove architetti e ingegneri per un progetto veniva retribuiti 1 euro! (scandali usciti l'anno scorso).  Quindi se poi il consiglio di stato emette una sentenza che dichiara legittimi certi bandi, e il tuo ordine professionale non fa nulla a parte sconsigliare di partecipare, sei anche abbandonato a te stesso.

Mentre se riesci a prendere lavori seri, vincendo bandi statali, i pagamenti avvengono a quasi un anno dalla fine dei lavori, ho sentito di gente pagata anche 400 giorni dopo. 

Ditte che falliscono perchè fanno per la regione 2/3 lavori come si deve, ma non vedono i soldi. 

Renditi conto che per finire l'expo, hanno messo dei bandi in cui se non si finiva in tempo c'erano grosse penali per l'azienda edile che prendeva il lavoro, di fatto molte di quelle che hanno realizzato qualcosa per quell'evento sono andate fallite.

L'università secondo me è organizzata male, corsi che tra loro non interagiscono, ritrovandoti una conoscenza a compartimenti stagni, non funzionale se parliamo di processo creativo.  

Il problema principale in italia è che ci sono troppi architetti, tipo 1/4 di tutta europa. 

All'estero riuscire a laurearsi in questa materia è piu difficile sia per la didattica sia per i costi. (una mia collega ha fatto l'erasmus a oxford e per un progetto le hanno dato un lotto in islanda, quindi lei si è dovuta pagare da sola tutto il viaggio per fare il sopralluogo) 

Aggiungici anche che le leggi italiane non regolamentano i campi di intervento di geometri, ingegneri e architetti, ti ritrovi a fare una corsa tutti vs tutti per lo stesso lavoro. All'estero il geometra non può fare le stesse cose dell'architetto;  mentre in ItaGLia la legge permette a qualsiasi ingegnere di approvare con la firma i progetti, anche ingegneri informatici. 

Poi è una professione talmente vasta che ha molte figure specializzate che lavoro anche a un solo progetto tutte assieme, capisci il caos in cui se una sola di queste sbaglia, unita al fatto che spesso ti ritrovi con gente veramente poco professionale, pur di guadagnare individualmente ti affossano. 

Ormai un progetto di architettura è un lavoro di squadra, la figura dell'architetto che fa tutto da solo è roba del rinascimento; ma molta gente di questo ambito non l'ha capito. 

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AntonW
41 minutes ago, Akira93 said:

10 anni da dipendente alle spalle non sono pochi, in caso la libera professione ti andava male potevi sempre ripresentarti in qualche banca medio piccola, e probabilmente venivi assunto.

Ovviamente, la mia scelta è stata quella di iniziare prima come dipendente, poi quando mi sono sentito pronto, sono uscito.

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AntonW
45 minutes ago, Akira93 said:

... ma molta gente di questo ambito non l'ha capito. 

Due o tre concetti su cui vorrei farti ragionare.

1. lo studio ed il lavoro sono vita. La vita non comincia dopo lo studio ed il lavoro.
Studio e lavoro devono essere fonti di gratificazioni se non lo sono cambia lavoro o studia altro.

Non puoi pensare di dedicare 10 ore della tua vita a fare qualcosa che non ti piace e poi essere proiettato sugli hobby o sui weekend.

2. Mai, mai, mai, ripeto mai, lavorare per chi non ti paga.

Se tu fai del lavoro per qualcuno devi essere pagato.

Se non vieni pagato, vuol dire che quello che fai non è importante per cui puoi tranquillamente bucare le scadenze, o non presentarti in ufficio ed andare a fare altro.

Il rapporto di lavoro è un rapporto mercantile: io faccio qualcosa per te in cambio di soldi.
Se manca il grano non è lavoro è beneficienza e la beneficienza io vado a farla alla Caritas...

Diverso è se devi imparare.
Io per imparare pago, ma tu mi insegni.

Occorre tenere le cose separate altrimenti è sfruttamento del lavoro.

3. Mai, mai, mai lavorare per la Pubblica Amministrazione a meno che non siano cose da poco.

La P.A. non paga i professionisti e le aziende serie perché i soldi sono riservati alle società criminali.
Per la P.A. o lavori gratis e ti mettono una targa sul palazzo oppure lasci perdere.

Fatti un favore.

Pensa, semplifica e trova quello che ti piace veramente.

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DreamSpirit

Impazzirai, sicuramente 

Già è un lavoro folle, si vede che non ti piace, dunque non riuscirai mai a sopportare tutta la merda che verrà, se non la trovi una cosa gratificante in sé 

Per quanto è difficile, fossi in te cercherei altre strade

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Jumpy
3 hours ago, Akira93 said:

Gli orari che hai descritto 8-19/20 spesso li faccio durante la sessione di esami, si lavoro dopo cena, quindi capisci se gia faccio cosi e non mi pagano ne esco matto.

Infatti i ritmi son più o meno quelli. Sotto scadenza lavori più o meno come quando in qualsiasi facoltà pesante, studi quando sei sotto esame.

4 hours ago, Akira93 said:

Le lauree quinquennali credo ormai non servono a un cazzo, e i settori da te nominati sono talmente vasti che sapere un po' di tutto non so fino a che punto serve, sta di fatto che dopo i 5 anni di studio serve una ulteriore specializzazione ma di vista pratico. 

La laurea ti serve ad accedere a tutta una serie di possibilità... come appunto ho scritto prima.

E' come quando ti prendi la patente. Sta a te poi guidare la Panda, la BMW o vedere che diventi così tanto bravo da poter correre in F1.

4 hours ago, Akira93 said:

Aggiungici anche che le leggi italiane non regolamentano i campi di intervento di geometri, ingegneri e architetti, ti ritrovi a fare una corsa tutti vs tutti per lo stesso lavoro. All'estero il geometra non può fare le stesse cose dell'architetto;  mentre in ItaGLia la legge permette a qualsiasi ingegnere di approvare con la firma i progetti, anche ingegneri informatici.

Era così molti anni fa. I geometri (come i periti non laureati) son stati sempre categoria a parte rispetto a ing. e arch. . E tra ing. c'è la distinzione tra i vari rami più o meno dalla riforma universitaria.

C'è sovrapposizione, ancora adesso, tra ing. e arch. che, nel mondo del lavoro, specializzandosi,  potrebbero fare le stesse cose.

Gli ing. informatici che firmano per gli edifici, caso classico, si son laureati minimo 15-20 anni fa quando l'università funzionava in modo diverso e l'accesso all'ordine permetteva "automaticamente" accedere a tutti gli altri rami dell'ing.

Il pubblico paga,fin'ora mi ha sempre pagato almeno ... ma in ritardo, di alcuni mesi, ma anche di alcuni anni :P

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Comunque sì, io vedo sempre di più il mondo andare verso l'ondata di lavoro sette giorni su sette 12-16 ore al giorno.

Forse è dura, ma se la concorrenza aumenta l'unica su cui fare leva è quella.

Per questo dovrebbe essere importante dedicarsi ad un business che con un lavoro ossessivo iniziale, ti permetta poi di guadagnare in modo slegato dal tempo.

Esempio: corsi online, ma ci sono altri modi suppongo.

Modificato da Kagan
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Neiral Blackarm

sembra quasi un crimine volere un lavoro da 8 ore pagato decentemente cosi da poter dedicare le ore restanti della giornata a sport, hobby e i cazzi propri

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  • 2 mesi dopo...
Ogghy

Ti riporto in brve la mia esperienza.

Ho fatto la triennale di architettura in inglese al politecnico.  Un inferno tra nottati insonni e progetti campati in aria che nella vita reale non farai mai; mentre i miei amici in altre facoltà studiavano ma senza fare ore piccole e dando gli esami ogni mese..

2 stage curriculari in cui mi hanno ben spremuto e formato poco. Prospettive future pari a zero.

1 stage extracurriculare che mi ha formato ma malpagato perché purtroppo il lavoro in studio scarseggiava. In studio mi hanno preso a cuore e mi han consigliato di cercare lavoro all'estero (cosa che ho sempre voluto fare).

Ho finito la triennale e sono andata all'estero, a lavorare per un'azienda d'interni con una buona paga, una formazione lavorativa e personale incredibile e grandi prospettive in ambito lavorativo. Ovviamente ci sono stati anche i sacrifici: 8 giorni di ferie all'anno, niente feste (Pasqua, carnevale, 25 aprile, etc etc non esistono), ritmi intensi e scadenze brevi. Ma ne é valsa la pena.

 

Le eperienze traverse dei miei compagni di studio sono state molto simili, con vari tirocini malpagati e inutili. Tutti, o quasi, sono andati all'estero.

Io ora mi chiedo chi te lo fa fare, oltre ad essere malpagato, di avere a tuo carico tutte le spese della partita iva e niente stabilità, ferie, malattie etc? Io ho provato a vedere i costi ma per me sono insostenibili: circa 8 mila per aprirla, pagare il commercialista e versare i contributi, ed il tuo guadagno poi é del 50%... quindi se fai 40k l'anno ne intaschi 20k.

Pensaci bene.

Modificato da Ogghy
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2 ore fa, Ogghy ha scritto:

Ti riporto in brve la mia esperienza.

Ho fatto la triennale di architettura in inglese al politecnico.  Un inferno tra nottati insonni e progetti campati in aria che nella vita reale non farai mai; mentre i miei amici in altre facoltà studiavano ma senza fare ore piccole e dando gli esami ogni mese..

2 stage curriculari in cui mi hanno ben spremuto e formato poco. Prospettive future pari a zero.

1 stage extracurriculare che mi ha formato ma malpagato perché purtroppo il lavoro in studio scarseggiava. In studio mi hanno preso a cuore e mi han consigliato di cercare lavoro all'estero (cosa che ho sempre voluto fare).

Ho finito la triennale e sono andata all'estero, a lavorare per un'azienda d'interni con una buona paga, una formazione lavorativa e personale incredibile e grandi prospettive in ambito lavorativo. Ovviamente ci sono stati anche i sacrifici: 8 giorni di ferie all'anno, niente feste (Pasqua, carnevale, 25 aprile, etc etc non esistono), ritmi intensi e scadenze brevi. Ma ne é valsa la pena.

 

Le eperienze traverse dei miei compagni di studio sono state molto simili, con vari tirocini malpagati e inutili. Tutti, o quasi, sono andati all'estero.

Io ora mi chiedo chi te lo fa fare, oltre ad essere malpagato, di avere a tuo carico tutte le spese della partita iva e niente stabilità, ferie, malattie etc? Io ho provato a vedere i costi ma per me sono insostenibili: circa 8 mila per aprirla, pagare il commercialista e versare i contributi, ed il tuo guadagno poi é del 50%... quindi se fai 40k l'anno ne intaschi 20k.

Pensaci bene.

Grazie mille per aver condiviso la tua esperienza, io sto finendo la quinquennale, e i ritmi sono come quelli che hai fatto tu.

Ora sto facendo un tirocinio non retribuito, dove capisco che spesso quello che ho imparato all'uni è anche molto piu avanti della realtà italiana. E vedo che il mio capo si gestisce come gli pare a lui, ma è vero che sta nel settore da 30 anni, ormai si è fatto un nome a livello locale nel mio paesino.

Sto pensando anche io di provare all'estero, ma questo si parla appena mi laureo.

Gli 8 giorni di ferie all'anno sono pesanti ma quasi tutti i lavori sono cosi. Intanto vedrò magari una futura specializzazione in un sottosettore di questo ambito, e mettermi a fare il dipendente per qualche studio/azienda grande. 

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Giusto l'altro giorno ho sentito un mio amico dopo secoli, anche lui ha fatto architettura e si è trasferito ad Amsterdam a fare comunque design per un azienda (una cosa collegata penso al suo percorso).

Non ho indagato molto, ne' lui mi ha dato molte informazioni ma mi fa giusto un "naaa basta architettura" 

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