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Zona di Comfort


AntonW

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Gyro
Adesso, AntonW ha scritto:

avventura all'estero di che tipo?

Esperienze lavorative nuove o similia, nuove esperienze = nuove motivazioni = fine zona comfort.

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auar
5 minuti fa, Gyro ha scritto:

Ma una routine trascinata per troppo tempo non si trasforma inevitabilmente in una zona comfort?

o in una zona grigia chiamata depressione....

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Gyro

Io credo che se una cosa dobbiamo proprio apprendere da Antonio Conte, è la sua mentalità vincente da applicare a ogni settore della vita.

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AntonW
11 minutes ago, PapuPetagna said:

Quello che hai descritto però non è una zona di comfort, è una routine settimanale dettata dai tuoi interessi e non c’è nulla di male o di patologico nell’averla. Uscire dalla zona di comfort non significa sostituire la palestra con il corso di salsa. Bisognerebbe capire ad esempio come vivi tutte queste cose, se socializzi, se te ne stai per i fatti tuoi..fermo restando che fare amicizia a teatro credo sia difficile per chiunque; oppure hai avuto occasioni però le ragazze erano brutte o con elementi caratteriali che non ti piacevano?

Si certamente, sono uno che socializzo che ha una battuta, un sorriso, uno sguardo per tutti.

Faccio due chiacchiere con tutti, uomini o donne che siano, senza nessun problema. Quello che non riesco a fare è andare oltre, trasformare questa conoscenza iniziale superficiale in qualcosa di più.

per quello che riguarda l'aspetto estetico, io ho dei limiti solo riguardo al peso. Nel senso che una donna obesa non mi attira proprio.
anche perché io non sono particolarmente bello ma mi sembra che di grande bellezza, diciamo sopra il 7, in giro ce ne sia veramente poca.

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AntonW
13 minutes ago, Gyro said:

Esperienze lavorative nuove o similia, nuove esperienze = nuove motivazioni = fine zona comfort.

ci ho pensato, è un progetto che ho.

tuttavia per smontare tutto e partire mi servono almeno 4/5 anni quindi non è un progetto a breve termine...

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ganimede
45 minuti fa, AntonW ha scritto:

certamente ogni persona ha percezioni differenti.

non mi sento di dire che sono una persona pigra, sono una persona che non si impegna in qualcosa in cui non vede i risultati.

ti faccio un esempio con l'attività fisica per farti capire.

quando ero più giovane, avevo trovato una palestra dove riuscivo a fare un allenamento che mi piaceva e portava risultati.
mi allenavo spesso ed i risultati si vedevano.

poi quella palestra ha chiuso e io mi sono messo alla ricerca di un altro centro.

per anni non ho fatto attività fisica efficace e come dici tu, mi sono impigrito.

poi un anno fa ha aperto un centro dove fanno crossfit ed nuovamente ho trovato qualcosa che mi piace e che produce risultati.

di nuovo ho ripreso ad allenarmi, seriamente, intensamente e senza perdere mai una lezione.

tornando ai nostri discorsi, non mi blocca ne lo ha mai fatto, la mancanza di motivazione, quello che mi blocca è che non riesco a capire
dove andare, cosa e come fare per avere risultati.

non so se riesco a farmi capire...

ok, in pratica non ti va di fare fatica per rischiare di ottenere nulla...allora non credo si tratti di zona di comfort..semplicemente vedi il percorso necessario per arrivare ad ottenere l' obiettivo come faticoso ed incerto non sapendo come muoverti...allora la soluzione potrebbe essere quella, come stai facendo di cercare consigli da chi ha seguito quel percorso ed otten uto risultati.. e mi pare che i consigli ti siano arrivati..se poi , anche sapendo come muoverti, la cosa ti risulta lo stesso talmente disagevole da farti passare la voglia di inziare il cammino allora fosre è meglio che lasci pedere  perchè rischia di diventare un calvario perdipiù con alte possibilità di fallimento perchè ,a che se sai come m muoverti, ci vuole passione per riuscire nelle cose , se miri solo al risultato ma il cammino per goungervi ti è insopportabile rischi di non arrivare mai

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Lukaaas
17 ore fa, ganimede ha scritto:

credo tu abbia dato la definzione perfetta di zona comfort che cercava andrew...aver paura di cambiare una situazione che non ci va, perchè ci spaventa lo sforzo psicologico necessario per farlo e la paura di stravolgere la vita e perdere punti di riferimento per quanto miseri e traballanti che siano...come sei arrivato a non vare più nessuna paura od ansia nell' affrontare  e prendere di petto cambiamenti significativi nella vita ?

La risposta, in parte, già è stata data da altri utenti. Partendo dal non stare bene con sè stessi, da una profonda insoddisfazione per come ero, per come ero diventato. Si parte da cambiamenti piccoli, che comunque per come stavo all'epoca erano per me comunque grandi, per poi "allungare il passo". 

Premessa importante: io l'ho fatto per stare meglio per me stesso, non per compiacere il mondo esterno. Non sono gli altri a definirmi, ad essere lo specchio di come sono; semmai è l'esatto contrario: il mio  modo di essere deve riflettersi sugli altri, lasciare qualcosa verso colui con cui ti relazioni, con cui decidi di aprirti. Il mondo esterno mi ha fornito dei modelli, degli spunti, delle idee e comportamenti che ho giudicato positivi e che ho cercato di fare mie, di farle diventare parte del mio normale comportamento, del mio modo di essere. E questo atteggiamento mi è rimasto: pur avendo raggiunto tanti traguardi che mai mi sarei sognati solo fino a pochi anni fa, sono sempre insoddisfatto, mi pongo sempre nuovi obiettivi e di conseguenza nuovi aspetti del mio modo di essere su cui poter lavorare. Ho tanta voglia di recuperare il tempo perso: forse è questa la mia molla, forse un giorno mi "calmerò".

Cerca di essere molto umile, sopratutto all'inizio, e ricordati che molti cambiamenti non impediscono un ritornare sui propri passi.

Modificato da Lukaaas
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AntonW
3 hours ago, ganimede said:

ok, in pratica non ti va di fare fatica per rischiare di ottenere nulla...allora non credo si tratti di zona di comfort..semplicemente vedi il percorso necessario per arrivare ad ottenere l' obiettivo come faticoso ed incerto non sapendo come muoverti...allora la soluzione potrebbe essere quella, come stai facendo di cercare consigli da chi ha seguito quel percorso ed otten uto risultati.. e mi pare che i consigli ti siano arrivati..se poi , anche sapendo come muoverti, la cosa ti risulta lo stesso talmente disagevole da farti passare la voglia di inziare il cammino allora fosre è meglio che lasci pedere  perchè rischia di diventare un calvario perdipiù con alte possibilità di fallimento perchè ,a che se sai come m muoverti, ci vuole passione per riuscire nelle cose , se miri solo al risultato ma il cammino per goungervi ti è insopportabile rischi di non arrivare mai

più che altro, visto che di tentativi ne ho fatti tanti in tante direzioni mi piacerebbe trovare delle indicazioni pratiche da seguire giorno per giorno e passo per passo.

voglio dire, se devo scalare una montagna, trovo qualcuno che mi insegna come si fa, passo per passo, io lo ascolto, faccio quello che mi dice, ottengo i primi risultati, continuo
ad allenarmi, ottengo più risultati e infine arrivo a scalare la mia montagna.

qua, credimi, non è voglia di non fare, ma non capire cosa, come e quando fare.

partendo da domani e da cose pratiche.

per esempio domani è san valentino e c'è il corso di fotografia e la mia classe è composta da me, un ragazzo gay e 7 donne di età compresa tra i 20 ed i 50 anni.

ora, per festeggiare san valentino avrei pensato di portare a tutti, docente compreso, un piccolo sacchetto di cioccolatini.

ma è giusto? è sbagliato? come faccio a saperlo?

seguendo la mia testa sto bene e vivo bene, ma possibile debba vivere da solo la mia intera esistenza, e la mia persona sia così brutta da non incontrare mai i gusti di nessuno.

è una cosa che accetto, ma continuo ancora ad essere curioso di capire se posso migliorare.

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AntonW
2 hours ago, Lukaaas said:

io l'ho fatto per stare meglio per me stesso, non per compiacere il mondo esterno. Non sono gli altri a definirmi, ad essere lo specchio di come sono; semmai è l'esatto contrario...

che è esattamente quello che ho fatto io.

ho eliminato le cose, le attività e le persone che non mi facevano stare bene e mi sono concentrato sull'essere felice e stare bene con me stesso.

il prezzo da pagare, nel mio caso, è stato quello della solitudine sentimentale.

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