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Bisogna vendersi continuamente o non esistiamo?


Akira93

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Siamo tutti d'accordo che la seduzione, cosi come altri aspetti della vita sia gran parte comunicazione, vendersi come ottimo partner, ottimo lavoratore, ecc...

Tuttavia io negli ultimi  due anni diciamo, sia sui social sia dal vivo, ho parlato meno di me, stavo attraversando un brutto periodo e sinceramente di riversare il mio malessere sul prossimo non mi andava, di conseguenza il famoso ''marketing di me stesso'', è stato tralasciato, come conseguenza molti rapporti si sono allentati.

Sia con gli amici del paese sia quelli dell'università, hanno iniziato sempre meno ad interessarsi a me e quello che faccio, mentre io quando li incontro chiedo sempre di loro e cerco di proporre qualcosa da fare.

Cioè è come se io per molti fossi scomparso, e se da un lato sono contento perchè sto piu in pace e con molta meno gente che mi rompe i coglioni per stronzate, dall'altra se voglio comunicare e dire la mia devo riniziare il lavoro da capo, perchè la gente è come se non mi ascoltasse proprio. Non mi prende in considerazione, anche se dico una cosa che è palesemente corretta in quel discorso. 

A me ha parecchio spaventato perchè da un lato mi fa capire come le persone, dimenticano veramente alla velocità della luce, poichè tutte incentrate su se stesse, dall'altra per me è faticoso stare li e dover comunicare quanto sono figo perchè ho fatto questo e quello. Perchè se non parli tu, parla un altro, è diventata una sorta di gara a chi la racconta meglio. 

A me, come credo a tutti, capitano spesso giornate normali immerse nella routine, perchè magari si lavora/si studia, quindi non è che ho da raccontare quali avventure, invece altre persone ricamano anche sul semplice andare a prendere il latte, chissà quale fatto, vedo le ragazze considerano di piu chi si vende meglio anche se vende fuffa. 

Io sono sempre stato della filosofia fai le cose bene, e la gente ti stima, invece non basta. 

Volevo chiedere se anche voi siete incappati in queste tipo di situazioni e che tattiche avete adottato. Perchè a quanto pare io non riesco proprio comunicare al meglio.

 

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Mich!

Si, vendersi, oggi giorno, è fondamentale.

Devi sempre essere al top o, per meglio dire, devi sempre dare quest'immagine di te.

Fai ciò da cui scaturisce il tuo bene.

Non stare lì a cercare la comunicazione convincente o postare foto per accaparrare like.

Fai ciò che ti piace senza valutare le reazioni altrui.

ps Molti iniziano a "seguirti" o "stimarti"se tu fai il primo passo e sei costante con loro.

Si può ovviamente recuperare, basta continuare ad essere interessato a loro e porre enfasi sulle tue situazioni.

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MThug
Il 28/2/2018 alle 11:40 , Akira93 ha scritto:

Perchè se non parli tu, parla un altro, è diventata una sorta di gara a chi la racconta meglio. 

A me, come credo a tutti, capitano spesso giornate normali immerse nella routine, perchè magari si lavora/si studia, quindi non è che ho da raccontare quali avventure, invece altre persone ricamano anche sul semplice andare a prendere il latte, chissà quale fatto, vedo le ragazze considerano di piu chi si vende meglio anche se vende fuffa. 

Ho sempre sofferto di questa cosa, non sono un chiacchierone di mio, in un certo senso vengo sopraffatto dall'amico che invece potrebbe raccontare della sua ultima cagata (letteralmente) come la cosa più divertente/affascinante del mondo. L'unica cosa che mi viene in mente è che non ci siamo abituati fin da giovani a parlare tanto di qualunque cosa, con il risultato di essere diventati più introspettivi (non avendo espresso le nostre opinioni in passato, non abbiamo feedback sull'efficacia della nostra comunicazione, e arrivati a quest'età preferiamo di esporci). Questo "problema" è risolvibile, anche se di problema non si tratterebbe, è solo una nostra caratteristica che mal si concilia con la società.

Poi, non ho una vita emozionante, non vado in vacanza alle maldive, ho le mie passioni come tutti. Non mi piace vantarmi dei miei risultati e le persone che lo fanno mi provocano sofferenza. Ma come dici te, devi venderti, il mondo è solo competizione, devi sempre essere sul pezzo, non puoi permetterti di mostrare debolezze, non c'è spazio per tutti. Cavolo ho descritto una realtà terribile, ma terribile è il fatto che sia vero.

Siamo praticamente coetanei (27 anni), la mia vita è stata un alternarsi di periodi in cui avevo buone skill sociali e periodi in cui ho avuto più tendenze da eremita. Oggi sto tendendo leggermente all'eremitismo. Il compromesso a cui mi auguro di arrivare è lontano.

Il 28/2/2018 alle 11:40 , Akira93 ha scritto:

Io sono sempre stato della filosofia fai le cose bene, e la gente ti stima, invece non basta. 

Ti capisco, purtroppo non è così.

Il mondo è mors tua vita mea. Con la gentilezza ti ci puoi soffiare il naso (o pulire qualcos'altro).

La comunicazione comunque riflette molto lo stato interno. Se sei soddisfatto di te stesso, se senti che sei dentro un progetto e hai intrapreso una direzione allora anche la comunicazione esterna ne beneficerà. Se sei depresso, hai problemi in famiglia, stai sbattendo la testa contro qualcosa, devi essere bravo a mascherare il tuo malessere interiore, fare buon viso a cattivo gioco (non alla portata di tutti).

 

ps: Oggi sono un po' preso male, è nuvoloso piove e sono meteoropatico (cercato su wikipedia come si scrive XD)

 

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gelsomino
10 ore fa, MThug ha scritto:

 

Il mondo è mors tua vita mea. Con la gentilezza ti ci puoi soffiare il naso (o pulire qualcos'altro).

 

 

Il mondo è grande, sette miliardi e mezzo di persone ....quella che dici tu e la jungla...

..e poi ... la gentilezza non esclude l'esere un animale....

quasi tutti i peggior "farabutti" che conosco hanno dei modi gentili da far impallidire un lord inglese...

 

 

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MThug
15 ore fa, gelsomino ha scritto:

quasi tutti i peggior "farabutti" che conosco hanno dei modi gentili da far impallidire un lord inglese...

Non so, vedo spesso che la gentilezza (essere cordiali con gli altri, essere disposti a cedere un po' del proprio spazio per darlo a chi non ne ha, preoccuparsi che tutti abbiano la propria parte,...) non porta gli stessi risultati e considerazione di un comportamento più egoista. È quasi una debolezza.

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gelsomino
1 minuto fa, MThug ha scritto:

Non so, vedo spesso che la gentilezza (essere cordiali con gli altri, essere disposti a cedere un po' del proprio spazio per darlo a chi non ne ha, preoccuparsi che tutti abbiano la propria parte,...) non porta gli stessi risultati e considerazione di un comportamento più egoista. È quasi una debolezza.

Ahhh capito...quello si.... io parlavo di gentilezza come quella che hanno le piante carnivore... che si fingono fiori innocenti per attirare prede....

..... 

 

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mariolino
22 ore fa, MThug ha scritto:

Non so, vedo spesso che la gentilezza (essere cordiali con gli altri, essere disposti a cedere un po' del proprio spazio per darlo a chi non ne ha, preoccuparsi che tutti abbiano la propria parte,...) non porta gli stessi risultati e considerazione di un comportamento più egoista. È quasi una debolezza.

Parere personale magari mi sbaglio:

e se la stessa gentilezza non fosse altro che egoismo? Cedere il posto all'anziano in autobus non è esso stesso un tentativo di guadagnare una buona visione di sè di fronte alle persone presenti in quel momento ("Che bravo! Ha ceduto il posto!") o comunque di non cadere nel biasimo/giudizio altrui ("Che maleducato! Non ha ceduto il posto ad una persona bisognosa!")?

Per natura siamo egoisti e qualsiasi cosa facciamo ha uno scopo preciso (il cervello è un computer!), anche solo di gratificazione interiore (cedere il posto, dare un euro ad un mendicante, etc...).

Ciò che dici tu, lo inquadro più come un atto di sottomissione fatta da gente passiva che allora sì che si fa mettere i piedi in testa (es. lasciar invadere il proprio spazio per quiesto vivere sperando che l'altro si fermi da solo, cedo un poì del mio spazio per guadagnarmi la simpatia/benevolenza altrui....). Anche qui c'è un intento egoistico (fare qualcosa per guadagnare qualcos'altro), ma l'atteggiamento è palesemente disfunzionale.

Posto che (quasi) ogni atto è calcolato, semmai il problema principale è l'atteggiamento, il modo in cui attui la gentilezza e il modo in cui gli altri la percepiscono.

 

http://www.treccani.it/enciclopedia/altruismo_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)/

Modificato da mariolino
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MThug
2 ore fa, mariolino ha scritto:

 

Capisco il tuo punto di vista.

E provo a spiegare, dimmi se sbaglio: te stai partendo dall'origine di tutte le azioni, si fanno determinate cose perché quelle stesse provocano in noi una risposta ormonale che ci fa stare bene, e noi come esseri biologici reagiamo a queste risposte ormonali cercando di ottenerne sempre di più. Non ce ne frega niente, a livello proprio cellulare, se quella azione provoca effetti positivi (essere gentili con gli altri) o negativi (prevaricazione sui deboli), basta che dia la sensazione giusta a me come essere vivente. L'ho detta in maniera abbastanza generica perché non ne so abbastanza, spero di non avere scritto minchiate.

 

 

Non saprei dire se il mio essere gentile, per come l'ho inteso prima, sia SOLO frutto di egoismo. Ma di sicuro c'è dell'egoismo, mi fa stare bene "fare la cosa giusta", è innegabile.

Dell'approvazione altrui non mi importa in questi casi, anzi provo una punta di imbarazzo quando mi si fanno dei complimenti. Invece la ricerco da un punto di vista fisico/estetico, lì voglio essere validato, perché da sempre non mi sento all'altezza (solo negli ultimi anni sta cambiando la percezione che ho di me), e ricevere complimenti sul fisico mi accresce l'autostima e nutre il mio ego.

 

 

Concordo, ogni atto (dal più piccolo al più grande) è calcolato, ha un fine: avere coscienza di questo fatto è già un buon punto di partenza, poi se conosci addirittura qual è questo fine (non quello che ti racconti) sei a un livello superiore.

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MThug

PS: quando intendo "fare la cosa giusta"... è la cosa giusta che sento in linea con i miei valori, non giusta perché me lo dice una regola sociale o di buona condotta.

PPS: sembra che mi voglia dipingere come un santo. Non lo sono

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mariolino
20 ore fa, MThug ha scritto:

Capisco il tuo punto di vista.

E provo a spiegare, dimmi se sbaglio: te stai partendo dall'origine di tutte le azioni, si fanno determinate cose perché quelle stesse provocano in noi una risposta ormonale che ci fa stare bene, e noi come esseri biologici reagiamo a queste risposte ormonali cercando di ottenerne sempre di più. Non ce ne frega niente, a livello proprio cellulare, se quella azione provoca effetti positivi (essere gentili con gli altri) o negativi (prevaricazione sui deboli), basta che dia la sensazione giusta a me come essere vivente. L'ho detta in maniera abbastanza generica perché non ne so abbastanza, spero di non avere scritto minchiate.

Ni: quando parlo di calcolo, intendo dire che facciamo una determinata azione dopo averne soppesato pro e contro a livello di subconscio. Il premio non è necessariamente una botta ormonale (tipo sesso, mi faccio una doccia, etc...), ma anche semplicemente un fare qualcosa se dietro c'è un altro tipo di guadagno (cedere il posto ad una persona per non incorrere nel biasimo delle persone, accettare un lavoro di 10 ore al giorno pur con una paga misera piuttosto che non averne uno e non guadagnare soldi). La bota ormonale è solo una parte (magari cospicua) dei perchè facciamo un tipo di azione, ma non l'unica. IMHO

 

Non saprei dire se il mio essere gentile, per come l'ho inteso prima, sia SOLO frutto di egoismo. Ma di sicuro c'è dell'egoismo, mi fa stare bene "fare la cosa giusta", è innegabile.

Dell'approvazione altrui non mi importa in questi casi, anzi provo una punta di imbarazzo quando mi si fanno dei complimenti. Invece la ricerco da un punto di vista fisico/estetico, lì voglio essere validato, perché da sempre non mi sento all'altezza (solo negli ultimi anni sta cambiando la percezione che ho di me), e ricevere complimenti sul fisico mi accresce l'autostima e nutre il mio ego.

Tu magari a livello conscio non ricerchi l'approvazione degli altri. Ma il tuo subconscio come ragiona? Tiene conto di questa possibilità di premio?

L'autostima è qualcosa di interiore, personale (autos) non delegabile a qualcosa di esterno (ego).

Consiglio questo thread.

 

Concordo, ogni atto (dal più piccolo al più grande) è calcolato, ha un fine: avere coscienza di questo fatto è già un buon punto di partenza, poi se conosci addirittura qual è questo fine (non quello che ti racconti) sei a un livello superiore.

Assolutamente d'accordo!

 

Modificato da mariolino
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