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Autopercezione durante il percorso


the mentalist

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the mentalist

Chi si trova a scrivere qui, in un modo o nell'altro, si è incamminato verso un percorso di miglioramento personale che può interessare i vari ambiti della vita. Ora, tralasciando quale che sia questo ambito (lavorativo, salute fisica, donne...) il percorso può essere più o meno tortuoso, fatto di salite e discese, momenti di sconforto e di euforia. D'altronde la vita è proprio questa, chi non si accontenta è in perenne mutamento, cerca cosi di ampliare la propria comfort zone e di realizzare la visione che ha di se stesso. Venendo a ciò che mi riguarda, vorrei riportare una mia sensazione interiore che mi accompagna da un po di tempo e che non mi permette di vivere con  appagamento ciò che attraverso nel quotidiano. Sembra alquanto scontato capirne il motivo, deduco si tratti di insicurezza (non penso di avere bassa stima di me, ma insicurezze varie). Non mi sento abbastanza finchè non raggiungo il risultato prefissato, se lo raggiungo. Durante il percorso ho la smania e la malsana sensazione di non essere abbastanza, paragonandomi ad altri più avanti di me in quello specifico ambito. RIporto degli esempi per chiarezza: mi sono iscritto in palestra recentemente, ho un fisico asciutto, dovrei quindi prendere diversa massa magra e muscoli per quanto mi riguarda. Nel frattempo però non godo del percorso iniziato, del passo fatto verso il miglioramento, no, mi paragono invece a chi ha gia un fisico invidiabile. Con le donne, uguale, anche quando ho dei risultati, non eclatanti, tendo sempre a guardare chi va ancora meglio, alzare l'asticella e sentirsi così inferiore. Capite bene che cosi non si vive con leggerezza, d'altro canto a volte questa sensazione mi paralizza a livello mentale, facendomi apprezzare meno ciò che ho conseguito. Nella pratica non mi sembra di girarmi i pollici: studio, lavoro e ho vari interessi oltre a vari social cirlce. Paradossalmente, quando ero più sfigatello ,avendo inoltre meno risultato nei vari settori sopracitati, ero più in pace con me stesso. é tutta una questione mentale io credo,di focus, vorrei vivere bene il processo che porta all'obiettivo come fanno tutti, non martellarmi le palle e sentirmi in deficit in ogni ambito in cui mi metto in gioco . Avete da riportare qualche suggerimento, esperienza simile o quant'altro?? Grazie per aver letto il papiro.

Un saluto 

T.M.

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Oneiroi

Da quel che scrivi, si tratti senza dubbio di una forma di insicurezza scatenata dal tuo cambio di forma mentis.

Come tu stesso scrivi, quando eri più "sfigatello" (ovvero bloccato, rassegnato, senza prospettive o con aspettative diverse) non vivevi l'ansia da prestazione, non ponendoti alcun traguardo di rilievo da raggiungere. La nascita di uno scopo, di un obbiettivo, ha compiuto un cambio interiore in te che però non è ancora radicato: la tua indole è quella dello sfigatello ancorato al suo inappagante status quo, privo però di fattori ansiogeni. Lo strumento più forte che abbiamo per disincentivarci è quello di confrontarsi con il risultato già conseguito o con chi lo ha già ottenuto, magari facilmente, piuttosto che con quanto ci siamo lasciati alle spalle nel percorso: in un caso come il tuo, può essere vista come una forma di autodifesa contro l'insuccesso e la delusione.

L'unico consiglio che mi sento di darti è quello di lasciare traccia tangibile del percorso così che tu possa utilizzarla quale metro di paragone del miglioramento. Stai imparando a suonare uno strumento, una nuova lingua, la recitazione? Registrati oggi, tra un mese, tra sei mesi in modo che tu possa rivederti periodicamente. Stai facendo un percorso massa in palestra? Scattati foto periodiche e sfogliale spesso. Stai facendo studi o letture di qualche genere, per tuo puro arricchimento personale? Tira in ballo l'argomento nelle tue conversazioni e in diversi circoli sociali, o nel sarge, e nota quanto più riesci ad argomentare e a sostenere il dialogo, col passare del tempo, osservando anche quanto interesse riesci a suscitare.

Questo non è altro che il procedimento di autopersuasione contrario a quello che la tua "natura" opera spontaneamente: a te spetta il compito di spostare forzatamente il confronto su te stesso, sul percorso e sul miglioramento ottenuto piuttosto che su un obbiettivo fatto e finito.

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the mentalist

Trovo che nelle tue parole ci sia molta verità. A livello razionale penso di averlo già compreso, la parte più dura è quella  a livello inconscio. A volte ho desistito dai miei obiettivi proprio per queste trappole mentali autoimposte. 

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Carnacki

Guarda io da anni ho deciso, a seguito di una mia crisi molto forte, di tagliare i ponti con il me stesso passato, quello che si faceva friendzonare spesso, che usciva con la solita comitiva e tornava a casa di malumore, etc.

Ora quantomeno una laurea l'ho presa, h o una ragazza con cui sto bene e pochi amici fidati, ma ancora sento di volere di più dalla mia vita, e al contempo ho ancora momenti di scoramento, in cui mi sento sfigato e demotivato.

È un percorso continuo, che va a contrastare anni e anni di castelli che ci siamo creati in testa o che gli altri hanno creato per noi...piano piano sto mettendo a posto i pezzi del puzzle, datti tempo anche tu e accetta di avere ricadute e di soffrire. Il miglioramento non è quasi mai lineare

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49 minuti fa, Improve Your Skill ha scritto:

Guarda io da anni ho deciso, a seguito di una mia crisi molto forte, di tagliare i ponti con il me stesso passato, quello che si faceva friendzonare spesso, che usciva con la solita comitiva e tornava a casa di malumore, etc.

Ora quantomeno una laurea l'ho presa, h o una ragazza con cui sto bene e pochi amici fidati, ma ancora sento di volere di più dalla mia vita, e al contempo ho ancora momenti di scoramento, in cui mi sento sfigato e demotivato.

È un percorso continuo, che va a contrastare anni e anni di castelli che ci siamo creati in testa o che gli altri hanno creato per noi...piano piano sto mettendo a posto i pezzi del puzzle, datti tempo anche tu e accetta di avere ricadute e di soffrire. Il miglioramento non è quasi mai lineare

Concordo con quanto dici.

Personalmente ho cercato dapprima di razionalizzare che cosa volevo migliorare in me.

L’ostacolo più grande è ancora quello di aver paura (vergogna?) ad approcciare una ragazza che non conosco. Che sia in un locale da sola, con amici in comune o sui social.

E le uniche volte che l’ho fatto (armato di una dose di coraggio che credevo di non avere)ho avuto successo sempre! questo ha contribuito ad aumentare la mia autostima, ma al tempo stesso so che non ho completamente superato il mio “blocco”. quindi credo sia normale procedere per step, perché è la vita che ti presenta sempre nuovi ostacoli, nuovi stimoli da superare quando riesci a superarne uno che credevi fosse il tuo unico blocco.

Personalmente il forum mi ha aiutato ad individuare quali fossero i miei possibili blocchi e ad ordinarli in termini di priorità da superare (so di essere ancora all’inizio).

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Crescendo63
14 hours ago, the mentalist said:

Non mi sento abbastanza finchè non raggiungo il risultato prefissato, se lo raggiungo. Durante il percorso ho la smania e la malsana sensazione di non essere abbastanza, paragonandomi ad altri più avanti di me in quello specifico ambito.

IMHO, hai un'autostima fragile, e forse anche un'identità debole.

 

Sotto sotto non ti senti abbastanza, non credi di avere davvero valore, e ti sembri che gli altri, quelli al top, invece ce l'abbiano.

Sembri avere una convinzione del tipo "Quando arriverò a X, allora sarò ok". Così ammiri il fisico perfetto, ti senti inferiore a lui, e ti impegni per raggiungerlo. Però non trai soddisfazione dal percorso per arrivarci, perché insegui un "falso bersaglio".

Infatti quella convinzione è una illusione: se mi sento inferiore e sbagliato, qualsiasi obiettivo io raggiunga continuerò a sentirmi "non abbastanza".

 

Perché il vero problema non è nelle tua qualità o capacità, ma in un senso profondo e inconscio di disvalore. Che si risolve solo andando a lavorare nel profondo, portando alla luce quella ferita e guarendola.

 

Quote

Nella pratica non mi sembra di girarmi i pollici: studio, lavoro e ho vari interessi oltre a vari social cirlce.

Fai molto bene a impegnarti e produrre risultati... ma dubito che questo basti a risolvere la tua insicurezza fondamentale.

Non bastano i fatti concreti, perché IMO il problema non è nei fatti, ma nelle tua convinzioni profonde.

 

 

Quote

é tutta una questione mentale io credo,di focus, vorrei vivere bene il processo che porta all'obiettivo

No, non credo proprio sia solo una questione mentale.

Per vivere bene il processo, è necessario che apprezziamo il processo in sé. Per esempio, se io faccio sesso non perché mi piace in sé, ma solo per dimostrare a me stesso che sono un vero maschio virile, non godrò del sesso che faccio. Perché non lo sto vivendo davvero, sono lì col corpo ma il mio essere è altrove.

 

A me sembra che tu vivi certi attività od esperienze nella speranza che ti portino a sentirti bene con te stesso, a sentirti ok. Quindi non le vivi per l'esperienza in sè, come "fine", ma solo come "mezzo".

E' un po' come essere amico di uno solo perché ha i soldi e speri di averne vantaggi: non è davvero amicizia, e non te la godi.

 

So che quello che ho scritto è scomodo e inquietante... :-)

Però secondo me, in certe situazioni è necessario riconoscere di avere problemi più profondi del "fare", che sono invece nella sfera dell' "essere".

Per cominciare ad affrontare questa dimensione, potresti confrontarti con il tema dell'accettare come sei. Perché, alla fine, stiamo bene con noi stessi solo quando ci accettiamo, a prescindere dalle nostre capacità (che saranno sempre limitate in qualche modo).

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Carnacki
10 minuti fa, Crescendo63 ha scritto:

IMHO, hai un'autostima fragile, e forse anche un'identità debole.

 

Sotto sotto non ti senti abbastanza, non credi di avere davvero valore, e ti sembri che gli altri, quelli al top, invece ce l'abbiano.

Sembri avere una convinzione del tipo "Quando arriverò a X, allora sarò ok". Così ammiri il fisico perfetto, ti senti inferiore a lui, e ti impegni per raggiungerlo. Però non trai soddisfazione dal percorso per arrivarci, perché insegui un "falso bersaglio".

Infatti quella convinzione è una illusione: se mi sento inferiore e sbagliato, qualsiasi obiettivo io raggiunga continuerò a sentirmi "non abbastanza".

 

Perché il vero problema non è nelle tua qualità o capacità, ma in un senso profondo e inconscio di disvalore. Che si risolve solo andando a lavorare nel profondo, portando alla luce quella ferita e guarendola.

 

Fai molto bene a impegnarti e produrre risultati... ma dubito che questo basti a risolvere la tua insicurezza fondamentale.

Non bastano i fatti concreti, perché IMO il problema non è nei fatti, ma nelle tua convinzioni profonde.

 

 

No, non credo proprio sia solo una questione mentale.

Per vivere bene il processo, è necessario che apprezziamo il processo in sé. Per esempio, se io faccio sesso non perché mi piace in sé, ma solo per dimostrare a me stesso che sono un vero maschio virile, non godrò del sesso che faccio. Perché non lo sto vivendo davvero, sono lì col corpo ma il mio essere è altrove.

 

A me sembra che tu vivi certi attività od esperienze nella speranza che ti portino a sentirti bene con te stesso, a sentirti ok. Quindi non le vivi per l'esperienza in sè, come "fine", ma solo come "mezzo".

E' un po' come essere amico di uno solo perché ha i soldi e speri di averne vantaggi: non è davvero amicizia, e non te la godi.

 

So che quello che ho scritto è scomodo e inquietante... :-)

Però secondo me, in certe situazioni è necessario riconoscere di avere problemi più profondi del "fare", che sono invece nella sfera dell' "essere".

Per cominciare ad affrontare questa dimensione, potresti confrontarti con il tema dell'accettare come sei. Perché, alla fine, stiamo bene con noi stessi solo quando ci accettiamo, a prescindere dalle nostre capacità (che saranno sempre limitate in qualche modo).

Vado un attimo OT forse, ma per me i tuoi interventi sono quasi sempre molto interessanti, e inoltre pur portando acqua al tuo mulino (il blog) lo fai in modo chiaro ma al contempo non invasivo.

Aggiungo che mi capita di leggerlo e anche se alcune cose già le "so", mi risulta stimolante e mi aiuta a ricentrarmi su me stesso nei momenti di scoramento

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the mentalist
Inviato (modificato)
Spoiler

 

Sono d'accordo con ciò dici, già da un pò ho capito che non riguarda la sfera del fare pratico. Dipende da convinzioni più profonde, interne, con mentale intendevo dire questo. Secondo me devo seguire un doppio percorso, non tralasciare la parte dell'azione ma imparare inoltre a volermi più bene. Più facile a dirsi che a farsi. Messa così sembro disperato, diciamo che di strada c'è ne da fare, però so che possiedo le capacità. 

P.S.= Secondo voi questa mia natura da dove deriva??

Modificato da the mentalist
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Crescendo63
2 hours ago, the mentalist said:
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Dipende da convinzioni più profonde, interne, con mentale intendevo dire questo.

Ok, io con "mentale" intendo "pensieri coscienti", mentre certi problemi esistono a livelli più profondi, inconsci e/o emozionali.

 

Quote

Secondo me devo seguire un doppio percorso, non tralasciare la parte dell'azione ma imparare inoltre a volermi più bene.

Concordo sul seguire entrambe le direzioni. Il fare ed anche l'essere. Si rafforzano a vicenda.

 

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Più facile a dirsi che a farsi.

In effetti questa dimensione del volersi bene e dell'accettarsi non ce la insegna praticamente nessuno; non nella vita comune, comunque. Peccato perché è la base del vivere bene e sereni.

Però si può sempre imparare, l'importante è iniziare :-)

Un ottimo concetto da cui partire è quello di cercare di trattare te stesso come tratteresti il tuo migliore amico.

 

Quote

Messa così sembro disperato, diciamo che di strada c'è ne da fare, però so che possiedo le capacità. 

No, secondo me non sei disperato, ma solo confuso e problematico come l'80-90% delle persone! :-D

Ed hai il vantaggio che essendone consapevole, puoi affrontare il problema (invece di nasconderlo o negarlo, come fanno i più).

 

Quote

P.S.= Secondo voi questa mia natura da dove deriva??

Solitamente queste difficoltà di autostima e identità sono radicate in esperienze dell'infanzia. Mentre cresciamo ci dicono chi siamo e quanto valiamo, e noi assorbiamo tutto. Anche i genitori con le migliori intenzioni a volte sbagliano o ci trasmettono messaggi disfunzionali.

P.es., un genitore che vorrebbe il massimo per il figlio, potrebbe spronarlo continuamente a fare meglio, al punto che al figlio sembra che qualsiasi cosa faccia non vada mai abbastanza bene. Ottime intenzioni ---> pessimi risultati ;-)

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Crescendo63
2 hours ago, Improve Your Skill said:

mi aiuta a ricentrarmi su me stesso nei momenti di scoramento

Ah, ricentrarsi! Gran cosa. Ritrovarsi, sentirsi bene nella propria pelle, tornare "a casa". :-)))

 

Delle volte ho bisogno di dormire 16 ore di fila per riuscirci...! :-D

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