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La finestra sul porcile


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The Japanese say you have three faces. The first face, you show to the world. The second face, you show to your close friends. The third face, you never show anyone. It is the truest reflection of who you are.

 

Questo thread è il tentativo di dare il mio punto di vista e capire la sfaccettata moltitudine del pensiero altrui su un tema e su una situazione che qui e altrove mi capita di leggere/ascoltare ormai sempre più spesso. Data l'oraspero di riuscire a dare ai miei pensieri una consecutio logica quantomeno accettabile, chiedo venia anticipatamente qualora non riuscissi. 

Premetto che attualmente la mia visione del cosiddetto rapporto classico è in un periodo di decadimento pressoché totale. Non concepisco minimamente l'idea e il concetto di esclusività reciproca, né dell'accezione classica che viene data al termine fedeltà in una relazione. Da questo punto di vista anche il mio concetto di "dovere" si sta incrinando sempre di più, ma qui inizierei a divagare.

Con le suddette premesse, è inevitabile che la mia attenzione da un punto di vista se vogliamo egoistico si rifletta sempre più su me stesso in quanto individuo, sui miei bisogni, sul mio benessere, sulle mie insicurezze, sulle mie paure.

Detto questo, leggo e sento continuamente di tradimenti, tresche, incontri clandestini, adulteri virtuali, reali, animali ecc. E fin qui, tutto normale. Da tempo oramai lo stupore ha ceduto il posto all'abitudine.

C'è un particolare però che ultimamente mi colpisce sempre di più in queste vicende, un fil rouge tramite il quale si squarcia il velo e che ci proietta direttamente sulla nuova realtà che ci si disvela davanti. Un aspetto sul quale vedo forse troppo poco spesso puntare il riflettore, e su cui chiunque si sia trovato o che si troverà nella medesima situazione dovrebbe per quanto mi riguarda fermarsi per riflettere un attimino su se stesso. Spero che questo thread possa aiutare qualcuno in tal senso. 

Il particolare lo disvelo in forma di domanda, in modo da poter venire al succo del thread. E la domanda è la seguente:

Perchè accedete all'account o al telefono della persona con cui credete di avere un rapporto di esclusività?

Lentamente, con il passare degli anni, i cellulari sono arrivati a ricoprire ormai totalmente il ruolo di stanza dei segreti personale. Il riflesso inconscio e le conseguenze della nostra terza faccia, per ricollegarmi alla frase con cui ho voluto aprire la discussione. Ognuno di noi ha una propria stanza chiusa a chiave, in cui custodisce i propri cadaveri, le proprie carcasse. Ogni volta che inseriamo la chiave, ogni volta che il partner è sotto la doccia e noi, già consci del nostro errore imminente (perchè la frase che accompagna il 90% di queste situazioni è so di aver sbagliato ma), accediamo a quella stanza, verremo investiti da un inesorabile fetore di putrefazione. Perchè accediamo a un qualcosa che conferma i nostri già nutriti timori, fondati sulla distorta percezione che abbiamo della seconda faccia dovuta all'improvvisa conoscenza della terza della persona che abbiamo davanti, con cui crediamo di avere un rapporto esclusivo, della quale crediamo di custodire gelosamente la parte e i segreti più intimi. Non è così. Non è mai così.

Torno con la mente agli anni in cui ero al tempo felicemente impegnato in un rapporto di esclusività, che complici altri eventi posteriori non si è più replicato. Ricordo con nitidezza i momenti in cuiassalito dalla brama esclusiva del custode, tendevo a guardare con sospetto altri maschietti, in cui l'occhio mi cadeva inesorabilmente sul nome di quella chat aperta su Whatsapp, su quel potenziale abisso rappresentato dal suo cellulare. Non ero completamente a digiuno riguardo certe nozioni. Per cui guardavo, e riflettevo. Riflettevo sul perchè l'occhio mi cadesse su quella chat, su quel programma, su quel telefono. Invece che su di lei. Dopo aver riflettuto, capivo, mi rasserenavo, e riportavo il riflettore dove avrebbe dovuto e dove dovrebbe sempre essere: su di me.

La gelosia genera mostri. E la gelosia scaturisce sempre dall'insicurezza. L'insicurezza ci porta a ritenerci inadeguati. Il sassolino diventa masso, il masso diventa valanga. 

Ogni volta in cui anche soltanto l'idea di guardare nell'intimo, nell'abisso, negli occhi di quella terza faccia sfiora il vostro pensiero, è il momento di fare un passo indietro, prima di farne uno di troppo in avanti che vi porti a perdervi in un precipizio. Prendetevi un attimo per riflettere, e scavate un pò. Non nel cellulare. Dentro di voi.
Da dove nasce quel bisogno? Da dove nasce il bisogno di trovare conferme alle proprie paure? Da dove nasce il bisogno di trovare la conferma che chi abbiamo davanti a noi non è chi crediamo che sia? Siamo terrorizzati dalla perdita del ruolo di custodi di quell'intimità che credevamo sacra ed esclusiva, dalla scoperta che il nostro essere così speciali non fosse poi così speciale, dalla disintegrazione della nostra unicità, del calore, dell'attaccamento che abbiamo sviluppato verso quella seconda faccia, quella che rendeva così speciale ai nostri occhi la persona che amiamo. Di colpo, tutto si disgretola, si scioglie come neve al sole. L'idea, l'unicità. Tutto. E il mondo crolla. 

Riflettevo. E col tempo ho iniziato a capire. 

La nostra unicità sarà sempre viva.

Quel che ci mancherà sempre saranno il controllo e la conoscenza. Il controllo sulle e delle vite altrui. La conoscenza di quella terza faccia, del suo vissuto. E nessuna delle due è bene che sia di nostra competenza. 

Ciò che ci può competere, se proprio questo termine vogliamo usare, è quanto con la nostra unicità riusciamo a far sentire viva la persona che abbiamo davanti nel tempo che ci è dato di trascorrerci insieme tutti quei preziosi momenti che compongono la nostra esperienza. Quanto con la nostrà unicità possiamo farla sentire Speciale. Quanto con quell'unicità possiamo lenire seppur temporaneamente tutte le cicatrici che quella terza faccia si porta dietro, e con cui convive faticosamente ogni giorno. Sta a noi se decidere se impiegarlo a farla stare Bene, o a rincorrere i nostri fantasmi,  le nostre ombre, le nostre paure. 

Lo schermo del pc, il cellulare che si spengono. 

Una bacio sulle labbra,  una delicata carezza,  un vivido sorriso.

Ignoracomprendi. Ama.

 

Curioso di sapere le vostre opinioni sull'argomento.

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