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Voglia di realizzarmi repressa


Oceano123

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Oceano123

Salve a tutti.

Sono un ragazzo di 21 anni, irrequieto e con una voglia di realizzarmi che mi fa vivere le giornate in completa ansia. Del troppo tempo che spreco nel mio paese e della zona di comfort ormai solidificata che mi ci trattiene.

Ammetto di guardare il bicchiere sempre mezzo vuoto, parlando di seduzione, ho avuto rapporti sessuali con molte ragazze a Londra, New york e in Italia seppur meno. Se una dovesse "palarmi" mi autoconsidero un cesso non pensando minimamente a magari altre che ci sono state in passato. Mi autoconvinco di essere un afc totale e per un periodo cerco su internet con frasi del tipo "come conquistare una ragazza". Questo c'entra in parte..

Come ho già detto sopra dai 19 ai 21 anni (fine dicembre) sono stato all'estero. Ho lavorato a New York e Londra. Mi sentivo indubbiamente più vivo ma alla fine sono tornato da Londra con la voglia di realizzarmi, di concludere, di guadagnare, di essere indipendente, di essere appagato. Vedo gente famosa e penso "perchè loro si e io no?!" e mi incazzo, divento triste, irrequieto. 

Ma non cambia nulla.

 

Lascio andare me stesso in mano al vento, una volta vedo un attore e penso VOGLIO DIVENTARE ATTORE, poi musicista, poi youtuber, poi università e via dicendo. Non sono centrato. Non so quello che cazzo voglio. Ma ho 21 anni... cazzo! Non voglio perdere altro tempo. Ho avuto passioni fin da piccolo per la musica, batteria e pianoforte. Da poco sto facendo musica al computer, ma sento che è tardi... che c'è competizione e che non potrò mai guadagnarci e sentirmi realizzato. 

Tampono il tutto con i videogiochi e con le canne " per non sentire ", esco con gli amici, mi faccio qualche limonata ma non riesco manco più a portarmene una a letto, non ci penso neanche tanto a dirla tutta. Ho altro da sistemare. 

Per inizio Maggio andrò in Spagna a fare un'altra esperienza da barista/schiavo. Sempre meglio di qua.

 

Ma la situazione sta degenerando, ho così tanta voglia di vivere e di dimostrarmi che valgo. Di dimostrarlo agli altri. Di dimostrare che dal nulla, si può arrivare a traguardi IMPORTANTI. 

Mi sono fasciato la testa con il fatto che valgo comunque, meditazioni indù, yoga, respiri e via dicendo. DEVO AGIRE. Ma non so dove canalizzare la mia energia...

 

Parlando della situazione famigliare, i miei mi appoggiano chiedono solo grinta e decisione nel prendere una decisione. Ma si sentono sempre un figlio che la cambia di continuo finendo per perdere fiducia.

 

Una vostra considerazione può essere preziosa per me.

Grazie

Modificato da Oceano123
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gelsomino
1 ora fa, Oceano123 ha scritto:

 

 

Lascio andare me stesso in mano al vento, una volta vedo un attore e penso VOGLIO DIVENTARE ATTORE, poi musicista, poi youtuber, poi università e via dicendo. Non sono centrato. Non so quello che cazzo voglio. Ma ho 21 anni... cazzo! Non voglio perdere altro tempo. Ho avuto passioni fin da piccolo per la musica, batteria e pianoforte. Da poco sto facendo musica al computer, ma sento che è tardi... che c'è competizione e che non potrò mai guadagnarci e sentirmi realizzato. 

 

Premetto che sono un po impegnato adesso su una cosa che mi prende energia emotiva e sono anche stanco e quindi non potrò essere focalizzato sulla mai considerazione 

che ho fatto sul tuo post che è molto interessante,il tuo post.

Hai in mano la situazione al cinquanta per cento, da come scrivi ci arriveresti anche da solo alla situazione, ma ti regalo un po' di tempo, ti dico io qualcosa in piu'!

Sei vittima anche tu della cultura occidentale , ma hai le risorse emotive per capire quali non sono le strade giuste per uscire dall'empasse.

Questo tuo viaggiare per il mondo, lavorando , incrociandoti con altre esperienze, ti ha fornito nuovi occhi per vedere le cose.

La faccio breve, perchè vengo da una serata ababstanza pesante e cosi' ti dico, che la cosa di "lasciar andare" è giusta, ma non devi lasciar andare te stesso,

quel te stesso azzavorrato alle cose, agli altri, alle "cose degli altri", che va giu', e va giu', e non sai qual'e' la luce verso quale tendere la mano ed aggrapappartici per 

poterne venir fuori....

Ecco il mio consiglio è LASCIA ANDARE LE COSE.... sgombra il tuo giardino di dietro , e piantaci piante nuove, o accarezza l'erba che adesso puo' respirare...

Liberarsi dalla schiavitu' è giusto... voler dimostrare agli altri è sbagliato, perche' alal fine l'ansia che t ene viene e' solo 

un tuo problema ,ma se vuoi potrai scriverlo sulal tua lapide e chi passerà di li' fose potrebbe, chissa', buttarci un occhiata.

E0 come quell'esperimento delal schimmietta che vuole tirare le biglie fuori dalla bottiglia, ma la mano non esce finche rimane chiuso a pugno....

lasciale stare le biglie colorate, regalale agli altri bambini,.... tutte per loro, anzi no....

regalale ai loro genitori, che ne facciano quello che vogliono, responsabilita' loro poi.... 

ps.. per quanto riguarda il campo artistico , la cosa che potresti fare per sfruttare quello che sono le tue risorse attuali e partecipare ai talent, menttre fai drink, mandi le domande

per partecipare ai talent e speri di fregar ei giudici, speri di non sbagliare nulla o veramente poco per fregare la PRODUZIONE.

E come sai raccontare le storielle ce la potresti anche fare , se non strafai, se capisci quando e il momento di fermarti con lo storytelling.....

.... quello potrebeb fermare la tua continua messa sotto esame personale , perche' sarebebro altri a decretare il tuo "futuro"...

ecco finito e ci metto pure il video...

 

 

 

 

 

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Nyne

Una volta, quando avevo più o meno la tua stessa età e vivevo soggiogata dall'instabilità che tu descrivi, lessi una frase di un vecchio folle vissuto nell'Ottocento che, in un modo che allora mi era ancora oscuro, ebbe su di me un fortissimo impatto. La frase in questione recitava: 'Diventa ciò che sei'.

Ognuno di noi nella vita segue i modelli da cui è circondato ed è del tutto naturale che sia così, perché si cresce per schemi imitativi. I bambini imparano a parlare e a camminare perché vedono e imitano. Ad un certo punto però è necessario staccarsi, esplorare se stessi e diventare ciò che si è. E la condizione fondamentale per farlo è conoscersi.

'Conosci te stesso' era anche la massima iscritta nel tempio di Apollo, sede del celebre oracolo di Delfi. Gli antichi vi si recavano per porre domande agli dèi e ricevere direttive su come condurre la propria vita. E lì, proprio all'ingresso del tempio, ricevevano la più forte delle esortazioni: conosci te stesso e scopri cosa esige la tua natura più profonda. Riconosci la tua finitezza e non presumere di essere più di quello che sei.

La finitezza non è un limite, ma un inno alla libertà. La libertà di essere ciò che si è davvero, a prescindere dalle condizioni esterne.

Entrare a contatto con sé stessi nel senso più profondo è prerogativa imprescindibile per raggiungere il benessere, ma è come scoperchiare il vaso di pandora. Significa distruggere schemi e aspettative che, anche se fonte di frustrazione, donano un senso di sicurezza. Significa accettare che non esiste un punto d'arrivo definitivo, ma che quello che sei è in continuo mutamento. Per questa ragione, non cercare una visione unilaterale della tua vita, ma non lasciarti neanche trasportare dal vento. Datti delle linee guida, ma impara anche ad essere elastico nei confronti di ciò che ti capita. 

Lo smarrimento che provi in questo momento rappresenta un'opportunità inestimabile, perché ti garantisce il diritto di sperimentare mille vite in una sola. E se riuscirai a farlo mantenendo una certa onestà con te stesso, imparerai a conoscere i tuoi reali desideri. Diventa consapevole dei tuoi limiti non come condizioni di blocco o divieti, ma come confini in grado di indirizzarti verso quello che sei, e non quello che ti viene imposto.

Ti dirò una cosa che dissero una volta a me, e che fu l'unica col senno del poi ad avere valore tra il mare di consigli pratici che lasciano il tempo che trovano: qualunque cosa tu faccia, falla. Non rimanere immobile. Anche se adesso non sai dove ti porterà, se continui a muoverti prima o poi capirai dove vuoi realmente andare. E, nel frattempo, la consapevolezza acquisita durante il tragitto ti aiuterà quando sarà il momento di fare delle scelte, perché prima o poi si arriva sempre ad un bivio. 

Quando ti smarrisci nel deserto, individua la stella polare e cerca di mantenerla sempre nel tuo campo visivo. La tua stella polare devi essere tu.

Sarà solo col senno del poi che capirai che questo apparente vagare in realtà aveva una meta precisa, che ancora non sei in grado di comprendere. Diventare ciò che sei.

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Oceano123
Inviato (modificato)
Il 20/4/2018 alle 14:24 , Nyne ha scritto:

Una volta, quando avevo più o meno la tua stessa età e vivevo soggiogata dall'instabilità che tu descrivi, lessi una frase di un vecchio folle vissuto nell'Ottocento che, in un modo che allora mi era ancora oscuro, ebbe su di me un fortissimo impatto. La frase in questione recitava: 'Diventa ciò che sei'.

Ognuno di noi nella vita segue i modelli da cui è circondato ed è del tutto naturale che sia così, perché si cresce per schemi imitativi. I bambini imparano a parlare e a camminare perché vedono e imitano. Ad un certo punto però è necessario staccarsi, esplorare se stessi e diventare ciò che si è. E la condizione fondamentale per farlo è conoscersi.

'Conosci te stesso' era anche la massima iscritta nel tempio di Apollo, sede del celebre oracolo di Delfi. Gli antichi vi si recavano per porre domande agli dèi e ricevere direttive su come condurre la propria vita. E lì, proprio all'ingresso del tempio, ricevevano la più forte delle esortazioni: conosci te stesso e scopri cosa esige la tua natura più profonda. Riconosci la tua finitezza e non presumere di essere più di quello che sei.

La finitezza non è un limite, ma un inno alla libertà. La libertà di essere ciò che si è davvero, a prescindere dalle condizioni esterne.

Entrare a contatto con sé stessi nel senso più profondo è prerogativa imprescindibile per raggiungere il benessere, ma è come scoperchiare il vaso di pandora. Significa distruggere schemi e aspettative che, anche se fonte di frustrazione, donano un senso di sicurezza. Significa accettare che non esiste un punto d'arrivo definitivo, ma che quello che sei è in continuo mutamento. Per questa ragione, non cercare una visione unilaterale della tua vita, ma non lasciarti neanche trasportare dal vento. Datti delle linee guida, ma impara anche ad essere elastico nei confronti di ciò che ti capita. 

Lo smarrimento che provi in questo momento rappresenta un'opportunità inestimabile, perché ti garantisce il diritto di sperimentare mille vite in una sola. E se riuscirai a farlo mantenendo una certa onestà con te stesso, imparerai a conoscere i tuoi reali desideri. Diventa consapevole dei tuoi limiti non come condizioni di blocco o divieti, ma come confini in grado di indirizzarti verso quello che sei, e non quello che ti viene imposto.

Ti dirò una cosa che dissero una volta a me, e che fu l'unica col senno del poi ad avere valore tra il mare di consigli pratici che lasciano il tempo che trovano: qualunque cosa tu faccia, falla. Non rimanere immobile. Anche se adesso non sai dove ti porterà, se continui a muoverti prima o poi capirai dove vuoi realmente andare. E, nel frattempo, la consapevolezza acquisita durante il tragitto ti aiuterà quando sarà il momento di fare delle scelte, perché prima o poi si arriva sempre ad un bivio. 

Quando ti smarrisci nel deserto, individua la stella polare e cerca di mantenerla sempre nel tuo campo visivo. La tua stella polare devi essere tu.

Sarà solo col senno del poi che capirai che questo apparente vagare in realtà aveva una meta precisa, che ancora non sei in grado di comprendere. Diventare ciò che sei.

Diventare ciò che sono è un cammino. Considero le mie domande, e la situazione attuale come un Dono da un certo punto di vista. Ma mi trovo solo contro il mondo. I miei amici qui in Italia, sono diventati piatti. Sempre le stesse cose, non hanno voglia di vivere, sempre a scommettere, fumare e non fare nulla se non un calcetto sporadico. Prima con loro c'era intesa, uscivamo sempre, ballare, ragazze ecc. Ora niente più...

 

Mi sento un cane in gabbia. A volte penso che avere un amico come me, vivo o anche una fidanzata (viva) mi sarebbe d'aiuto. I guru dicono che ce la devo fare da solo ecc ecc ecc. Io questa la chiamo ipocrisia. Da solo è difficile, noto persone che si supportano a vicenda in un gruppo e vanno avanti più o meno felici, vanno d'accordo e non sono sole come me. La mia età è un'età fertile dove devo farmi avanti e propormi e la sento sfumare via nonostante le mie esperienze. 

 

Sono d'accordo con quello che dici come quello che dice @gelsomino. Ma si rimane sempre sull'astratto, io so quello che è giusto ma non so come muovermi.

 

Per quanto riguarda la Spagna dovrei partire la settimana prossima, lo vedo come un DOVERE per fuggire dalla situazione attuale e finalmente di provare nuove emozioni. La vedo comunque sia un DOVERE, perchè le stesse emozioni che desidero è possibile provarle anche qui in Italia. Ma il contesto sembra che me lo impedisca.

 

La risposta sembra o magari è sconnessa. Ma è ciò che mi sento di scrivere

Modificato da Oceano123
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Nyne
Il 21/4/2018 alle 20:56 , Oceano123 ha scritto:

Mi sento un cane in gabbia. A volte penso che avere un amico come me, vivo o anche una fidanzata (viva) mi sarebbe d'aiuto. I guru dicono che ce la devo fare da solo ecc ecc ecc. Io questa la chiamo ipocrisia. Da solo è difficile, noto persone che si supportano a vicenda in un gruppo e vanno avanti più o meno felici, vanno d'accordo e non sono sole come me. La mia età è un'età fertile dove devo farmi avanti e propormi e la sento sfumare via nonostante le mie esperienze. 

Sono d'accordo con quello che dici come quello che dice @gelsomino. Ma si rimane sempre sull'astratto, io so quello che è giusto ma non so come muovermi.

Per quanto riguarda la Spagna dovrei partire la settimana prossima, lo vedo come un DOVERE per fuggire dalla situazione attuale e finalmente di provare nuove emozioni. La vedo comunque sia un DOVERE, perchè le stesse emozioni che desidero è possibile provarle anche qui in Italia. Ma il contesto sembra che me lo impedisca.

La risposta sembra o magari è sconnessa. Ma è ciò che mi sento di scrivere

Ti racconto una storia: concreta e non astratta.

Quando ero un po' più pischella, non sapevo cosa fare della mia vita. Un giorno volevo fare la programmatrice, il giorno dopo il medico e quello dopo ancora la ballerina -ti ricorda qualcosa? E dire che di interessi ne avevo tanti: come te suonavo il pianoforte e avevo mille passioni a cui dedicarmi. Di fatto però passavo i giorni seduta su una panchina con i soliti amici di sempre, che tanto servivano solo a far poltrire il culo insieme. Volevo fare tutto e, alla fine, non facevo niente. Sentivo il peso del tempo che passava.

Alle superiori lasciai la scuola. Non sapevo di preciso cosa fare e di conseguenza qualunque cosa facessi mi sembrava inutile. Poi, un paio d'anni dopo, qualcuno mi diede lo stesso consiglio che io ho voluto dare a te nel mio post precedente. E in quel momento mi ricordo che pensai: 'Concetto molto edificante, ma cosa me ne faccio di un consiglio così astratto e generico? Io voglio una risposta concreta su cosa devo fare.' Volevo mi venisse indicata una direzione.

In quel periodo mi scontrai per la prima volta con il mondo del lavoro e decisi, seppur controvoglia, di diplomarmi. A quel punto non sapevo ancora cosa fare e così feci quello che facevano tutti: mi iscrissi all'università, all'unico corso che potesse destarmi il minime d'interesse necessario a spingermi ad andare avanti, ma che, come non mancavano tutti di farmi notare, non mi avrebbe concesso nessuno sbocco lavorativo. Io continuavo a non sapere da che parte andare e quindi iniziai lo stesso.

Poco tempo dopo trovai un lavoro. Facevo la cameriera in un locale. I turni erano di dodici massacranti ore al giorno in mezzo a gente di merda, tutti i giorni, per una paga misera. Il responsabile dei dipendenti, di fronte a un rifiuto in seguito alle sue avances, mi licenziò dopo poco tempo. Un cliente abituale, che lavorava nel mio stesso ambito, venuto a sapere del mio licenziamento mi propose nel suo locale. Mi diedero il posto. Non mi trovai tanto meglio, ma era pur sempre meglio che rimanere ferma. Dovevo anche studiare e la mia vita sociale era ridotta a zero. Andò avanti così per un bel po', ma quell'esperienza, che all'epoca ho vissuto con grandissima frustrazione, mi diede l'opportunità di creare un network di conoscenze che in quel periodo ancora non capivo quanto mi sarebbe tornato utile.

E' stato proprio grazie a quel lavoro e alle persone incontrate lì dentro che oggi, anni dopo, ho capito dove volevo andare. E' stato solo quando mi è capitata l'occasione, di certo non caduta dal cielo, che ho capito cosa volevo fare. Ti risparmio altre varie esperienze capitate nell'intermezzo e la parte del culo che è stato necessario farsi per poterla cogliere, quell'occasione. Perché quando ti aprono la porta della sala, nessuno ti regala il posto sul trono. 

Se non avessi affrontato ognuno di quelli step, non sarei arrivata dove sono ora. Io, però, questo non potevo saperlo.

Ti ho raccontato questa storia semplicemente per farti capire che nessuno può indicarti una direzione precisa su cosa fare. Quello che tu ora, concretamente, puoi fare è FARE. Le esperienze servono anche a questo, a capire cosa fa per te e cosa no. Anche se adesso può non avere un senso. Sei giovane e puoi ancora concederti il lusso di provare, sbagliare e ritentare tante volte. Con questo non intendo dire di andare completamente allo sbaraglio: datti delle linee guida, per quanto abbozzate, ma sii al tempo stesso elastico.

Mi permetto infine di offrirti un ultimo consiglio, che, mi pare, tu abbia già colto: se è pur vero che siamo esseri sociali e che abbiamo bisogno di entrare ognuno in qualche misura in sintonia con il prossimo, è altrettanto vero che finché non sarai armonizzato con te stesso l'ambiente circostante non sarà che un riflesso di questa instabilità mentale ed emotiva. Ergo, avvicinati alle persone con cui senti affinità, quando succederà, ma non cadere nella trappola di pensare che possano offrire un rimedio alla tua insoddisfazione.

Ti faccio i migliori auguri per la tua esperienza in Spagna,

Nyne.

Modificato da Nyne
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