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Bloccato in un rapporto Kiss - Kiss


IlVento

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FG5150
8 minuti fa, Nuovo_utente ha scritto:

Da questo tuo nuovo messaggio si capisce un po meglio la situazione.

Sembra che ci sia tanta paura di soffrire...così tanta da precluderti tutto.

Ti do una anticipazione...soffrirai cmq, pure se ti metti nei panni dell'amichetto...perché tradirai la persona più importante: te stesso.

 

Giocati le tue carte e dai sfogo ai tuoi istinti. Non reprimerli per la semplice paura di un rifiuto. Evitando...non farai altro che allungare e diluire questa lenta agonia. E poi i rimpianti dove li metti?

Chiamala, esci con lei. Sii coerente con te stesso e quello che provi. Se ti va di toccarla e stuzzicarla...semplicemente fallo! Se ti va di abbracciarla (non da amico)...fallo! Prima che sia troppo tardi. Tra due mesi te ne vai...e quindi? Già immagino le paranoie..."che faccio con una che poi non rivedrò? E poi? Lei qui io chissà dove?"

 

Vai fino in fondo...punto! Quel che viene fuori si vedrà. Guardati in mezzo alle gambe e dai un senso a quelle sue cose che pendolano.

 

Se ti devo dire la verità non ho paura di un rifiuto, anche perché non la vedo come una possibilità.

Siamo trombamici, se le chiedo di venire a casa mia è per quello e lei lo sa.

Mi dispiace di usarla e mi dispiace di vedere come un rapporto a cui tenevo sia "degenerato" fino a questo punto.

Però hai ragione, dovrei seguire quello che mi va di fare, non partendo da un'idea ("me la devo scopa a tutti i costi") ma semplicemente passando del tempo con lei facendo quello che mi va di fare e vedere come va

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capelli bagnati
34 minuti fa, Gainsbourg ha scritto:

@capelli bagnati seguo sempre i tuoi interventi con interesse. Si capisce che sei uno che sta facendo il suo percorso... so benissimo che le cose che uno impara le imparara per esperienze di vita, però visto che questo è un forum su internet, visto che c'è uno schermo che ci separa tutti, se ti va di suggerirmi un libro o altro che reputi comunque "formativo", te ne sarei grato  

Gainsbourg, ti suggerirei volentieri un libro. E ce ne sono davvero tanti di carini. Il problema è che non so chi sei, per cosa stai lottando, quali sono i tuoi obiettivi, su cosa stai piangendo la notte.

Adesso io sto leggendo "Mente zen, mente di principiante. Conversazioni sulla meditazione e la pratica zen". E' molto carino. Ma non lo consiglierei a un neofita. E' molto complesso da comprendere.

Per cui, non saprei davvero cosa dirti.

21 minuti fa, FG5150 ha scritto:

@Nuovo_utente e @capelli bagnati innanzitutto grazie ancora per le vostre risposte. 

Mi piacerebbe rispondervi dettagliatamente ma il tempo stringe e io sono un indeciso del cazzo, quella mi ha già provato a chiamare più di un'ora fa e non l'ho ancora ricontattata perché non so cosa fare.

Faccio solo un appunto a @Nuovo_utente, la situazione fra me e lei è leggermente diversa da come la pensi: io e la tipa in questione siamo partiti da un lungo rapporto di amicizia che, per motivi che non vi sto a spiegare, inizialmente non volevo sfociasse in un rapporto fisico.
Mi sono trasferito in questa città 4 anni fa e per l'ultimo anno e mezzo lei ha rappresentato gran parte delle mie interazioni sociali qui. Fra poco più di 2 mesi andrò via di qui e sinceramente non ho la forza ne la voglia di investire il mio tempo in qualche attività nuova o nel conoscere nuove persone. Devo molto a lei, per cui l'ipotesi numero 3 sarebbe un semplice gesto di altruismo nei suoi confronti per non lasciare in definitiva un brutto ricordo di me.

Venendo alle prime due opzioni invece, mi sono reso conto che sono entrambi modi per riappropriarmi in parte di me stesso: 
Da una parte il desiderio egoistico e carnale, unito alla consapevolezza che con lei potrei sfogare molti istinti che ho represso inutilmente. E non basterebbe dire "te ne trovi un'altra": in 2 mesi qui non ne troverei un'altra, ho da lavorare tantissimo prima di trasferirmi e devo concentrarmi su dei progetti su cui sto buttando (letteralmente) il sangue, ma soprattutto perché io desidero lei, desidero la sua carne che non mi sono preso abbastanza finora per non si sa quale cazzo di ragione la mia mente malata e paranoica ha anteposto al mio benessere.
Dall'altra il desiderio di riappropriarmi di una mia dignità e indipendenza: "Non ho bisogno di te, mi basto da solo".

Sono entrambi importanti allo stesso modo e non riesco a prendere una fottuta decisione, e forse il fatto che non riesco a decidere mi porterà verso l'opzione 3.

Vedo la cattiveria nelle tue parole.

Mi piace.

Finalmente stai lavando via il perbenismo del cazzo che leggevo nelle tue parole.

Andiamo al secondo livello. Shall we?

Andiamo... ancora più giù...

...in profondità.

Dici di non avere bisogno di lei...

...di tenere alla tua indipendenza...

...indipendenza...

...è bella questa parola, vero?

Ti fa sentire così tremendamente realizzato.

Sono indipendente.

Mi ricorda l'autarchia nel fascismo.

Sappiamo bene com'è andata.

L'indipendenza è una parola che va molto di moda in questo periodo perché vende.

Perché ti posso vendere i prodotti per essere indipendente.

La rapida guida per scappare di casa e finalmente essere un vero uomo.

La rapida guida per scappare di casa e insegnarti a cucinare da solo.

La rapida guida in 4 step per prendere possesso della tua INDIPENDENZA FINANZIARIA.

Non la vuoi forse l'indipendenza finanziaria??

Oddio... non vorrai forse... ESSERE SCHIAVO DEL SISTEMA?

Oddio... sei un inetto... sei uno schiavo del sistema.

Un sottone del cazzo. Sotto la gonnella della mamma.

Ma... non ti senti un fallito?

Un fallito... che non sei indipendente?

Vieni da me! In soli 4 rapidi passi e a 27€ al mese ti svelerò ogni segreto per non essere più il sottone di merda che tanto temi.

E avrai... l'INDIPENDENZA.

Finanziaria, sentimentale... tutto un mucchio di stronzate.

Poi, per carità, ci sono anche corsi validi che usano questa formula. Perché beh.. vende.

Ma abbiamo i nostri bisogni.

Abbiamo le nostre necessità.

Ed è assolutamente normale che sia così.

Come non aveva senso l'autarchia nel fascismo, non ha senso neanche per noi.

Sembra bello avere un paese che campa con quello che produce, ma è una cazzata.

Devi saper fare poche cose, ma essere il migliore a farle da Dio.

Il resto... esternalizza.

Dipendi di brutto dagli altri per le cose che non sai fare o che sai fare malino.

Adesso va di moda le skills T-shaped.

T-shaped-internet-marketer.png.28828cf052910d98546d279f8ce74be4.png

Ovvero, avere una conoscenza orizzontale su tanti ambiti in modo da sapere prendere decisioni con un certo margine di errore e sapersi arrangiare.

E avere una capacità verticale, informata, superiore alla media, di un'area molto specifica.

Questo è realistico, è funzionale.

Non sei indipendente. Ti sai arrangiare quando va tutto di merda e il grafico ti manda affanculo e quello che ti fa la SEO è sparito in America.

Non vuol dire che sei indipendente.

Vuol dire che sai sopravvivere quando cercano di spararti in un occhio.

E' diverso.

Lo stesso vale con le donne.

Riuscire a tenere duro anche se non vedi l'ombra di una vagina per mesi.

Stringere i denti, fare il proprio lavoro e sputare sangue sapendo che poi ne avrai i risultati.

Arrivare fino in fondo alla corsa anche se stai al limite delle tue capacità mentali e pensi al suicidio ogni cazzo di giorno.

Perché mettere fine al dolore sarebbe più facile.

Quello vuol di essere essere "indipendenti".

Non vuol dire non dipendere da nessuno.

Vuol dire che quando arriva la merda apri la bocca perché se la devi mangiare, almeno facciamo in fretta.

Nell'Arte di Sopravvivere, sempre del buon Stephen, c'è una bella domanda.

Cita

Non c'è studente di medicina che non si trovi prima o poi di fronte a questo interrogativo: qual è il massimo grado di choc traumatico che può sopportare un paziente? Professori diversi danno risposte diverse, che fondamentalmente si riducono a un'altra domanda: fino a che punto il paziente vuole sopravvivere?

Chieditelo FG5150...

...fino a che punto il paziente vuole sopravvivere?

E' questa la domanda.

Più in là riesci a spostare l'asticella.

Più soldi fai.

Più la figa che ti scopi è di qualità.

Più ottieni risultati.

...fino a che punto vuoi sopravvivere?

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FG5150

@capelli bagnati

Sono completamente d'accordo con la tua idea di indipendenza in questa società, che in fondo si traduce solo nell'essere schiavo di quello che il sistema vuole da te: il sistema vuole che tu sia indipendente, che tu sia sempre in controllo dei tuoi istinti, che tu produca con la scusa della tua crescita e di quella degli altri, e anzi sono molto contento che tu abbia usato la metafora dell'autarchia. E' per questo che adoro il punk, il vero punk, quello di Bradley Nowell (che nemmeno lo suonava, il punk), uno che viveva in una bettola, che ha "sprecato" il suo talento per dedicarsi a quello che voleva fare veramente e che nelle sue canzoni cantava della sua dipendenza da alcune donne e dall'eroina, cose che in fondo lo facevano star bene più di quanto lo avrebbe fatto fare soldi a palate con la sua musica, in un momento in cui la costa ovest degli USA lo ergeva come un Dio.

Sono un po' confuso però, per gran parte del tuo commento ero convinto che volessi convincermi a mangiare la SUA merda, prendendomi di forza quello che voglio (lei) e quello che voglio da lei (il suo corpo) sopportando anche l'estremo dolore che ne sarebbe conseguito, anzi immergendomici.

Sul finale però mi è parso che volessi dirmi che ho la possibilità di aspirare a ben altro, se solo osassi rischiare. 

Riusciresti a chiarirmi questo punto?

 

PS: Anche io sarei interessato a farmi consigliare un libro da te. Ormai qualcosina di me dovresti averla capita.

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Gainsbourg
10 minutes ago, capelli bagnati said:

Gainsbourg, ti suggerirei volentieri un libro. E ce ne sono davvero tanti di carini. Il problema è che non so chi sei, per cosa stai lottando, quali sono i tuoi obiettivi, su cosa stai piangendo la notte.

Adesso io sto leggendo "Mente zen, mente di principiante. Conversazioni sulla meditazione e la pratica zen". E' molto carino. Ma non lo consiglierei a un neofita. E' molto complesso da comprendere.

Per cui, non saprei davvero cosa dirti.

 

Mi piace la tua capacità di insight, ovvero riuscire a cogliere una connessione col tuo interlocutore, immediata ed efficace. Capacità di empatizzare profondamente pur rimanendo congruenti col proprio sistema e le proprie conoscenze.

La mia "sfida" attuale è sviluppare questa abilità, mi dicono sempre che sono una persona sensibile, ho l'impressione a volte di essere schiavo di questa sensibilità e di finire per vedere nell'altro (specialmente nelle donne) altro che non il riflesso di ciò che voglio vedere. Vorrei essere meno pieno di me e imparare ad amare il mondo e gli altri per quello che sono. Forse ho già iniziato a farlo.

Non so se mi spiego, non so se hai capito. Ma penso di si.

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FG5150

Comunque alla fine l'ho chiamata e ho scelto l'opzione vediamoci, anche se non ho ancora deciso come mi comporterò. Deciderò la sera stessa seguendo il mood della serata.

E' incredibile come abbia il potere di calmarmi più di un antidepressivo in pochi minuti di conversazione telefonica.

Porca puttana.

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capelli bagnati
14 minuti fa, FG5150 ha scritto:

@capelli bagnati

Sono completamente d'accordo con la tua idea di indipendenza in questa società, che in fondo si traduce solo nell'essere schiavo di quello che il sistema vuole da te: il sistema vuole che tu sia indipendente, che tu sia sempre in controllo dei tuoi istinti, che tu produca con la scusa della tua crescita e di quella degli altri, e anzi sono molto contento che tu abbia usato la metafora dell'autarchia. E' per questo che adoro il punk, il vero punk, quello di Bradley Nowell (che nemmeno lo suonava, il punk), uno che viveva in una bettola, che ha "sprecato" il suo talento per dedicarsi a quello che voleva fare veramente e che nelle sue canzoni cantava della sua dipendenza da alcune donne e dall'eroina, cose che in fondo lo facevano star bene più di quanto lo avrebbe fatto fare soldi a palate con la sua musica, in un momento in cui la costa ovest degli USA lo ergeva come un Dio.

Sono un po' confuso però, per gran parte del tuo commento ero convinto che volessi convincermi a mangiare la SUA merda, prendendomi di forza quello che voglio (lei) e quello che voglio da lei (il suo corpo) sopportando anche l'estremo dolore che ne sarebbe conseguito, anzi immergendomici.

Sul finale però mi è parso che volessi dirmi che ho la possibilità di aspirare a ben altro, se solo osassi rischiare. 

Riusciresti a chiarirmi questo punto?

 

PS: Anche io sarei interessato a farmi consigliare un libro da te. Ormai qualcosina di me dovresti averla capita.

In realtà quello lo vedo come un modo per comunque essere sotto il sistema.

La ribellione non è mandare a fare in culo il sistema.

Quello è vivere in reazione costante perché essere come dice di essere il sistema fa schifo.

E quindi mi sento diverso, speciale. Mamma guardami, sono speciale. Ti prego fammi le coccole, mi sento solo.

La ribellione è scegliere consapevolmente di adeguarsi alle regole del sistema.

Essere Hitman.

Vestito perfetto. Giacca, cravatta, guanti, camicia.

Non segui le regole del sistema perché senti la necessità di seguirle.

Segui le regole perché sei un infiltrato. Pronto a violarle e a uccidere quando è necessario.

Senza sentire il minimo senso di colpa.

Senza la minima esitazione perché stai chiedendoti se è giusto quello che stai facendo oppure no.

E' solo quando abbandoni ogni cazzo di morale che allora sei libero. Ma devi abbandonare anche l'opposto. La ricerca ossessiva del far vedere che sei senza morale.

Ti comporti come una persona qualsiasi. Come una brava persona.

Giacca, cravatta, camicia. Sorridi. Dai i soldi ai poveri. Fai beneficienza. Fai vedere che sei una brava persona.

Solo così ti faranno entrare nei loro cervelli.

Questa è ribellione. Quella vera.

Bucare il sistema comportandoti come uno di loro.

Replicarne il comportamento fino ad essere completamente indistinguibile.

E poi colpire.

Quando ormai è troppo tardi.

Quando ormai ti hanno dato totalmente la loro fiducia.

Quando ormai pensano che... no... non lo puoi fare... non lo fai.

No... ormai sei suo... no?

...o... cazzo... no... o no? NO? OOOO...

Troppo tardi.

Comunque, il mio testo non aveva l'obiettivo di dirti cosa fare.

In fondo, se io ti dicessi cosa fare... saresti forse libero?

Potrei dirti cosa farei io. Che sarebbe diverso da dirti cosa è giusto fare. Non c'è nulla che è giusto fare. Anche se la mandassi a fanculo, impareresti cosa vuol dire adoperare quel comportamento.

Sull'avere di più... beh. Si.

Se arrivi al punto di essere in grado di sopportare montagne di dolore... allora si che puoi fare tutto.

E tutto questo ti sembrerà semplicemente ridicolo. Un non problema.

Le donne sono semplici. Terribilmente semplici. Non sono e non dovrebbero neanche essere la vostra preoccupazione.

E' quando muovi i milioni e se sbagli lasci a casa decine o centinaia di persone... che la cosa comincia a farsi divertente.

Per il libro... te l'ho già consigliato.

Scheletri, Stephen King.

Puoi comprarlo come ebook.

Tempo un'ora la storia di "Arte di Sopravvivere" l'hai letta.

Per farti passare il vomito ci vorrà un po' di più.

Ma ne varrà la pena.

20 minuti fa, FG5150 ha scritto:

Comunque alla fine l'ho chiamata e ho scelto l'opzione vediamoci, anche se non ho ancora deciso come mi comporterò. Deciderò la sera stessa seguendo il mood della serata.

E' incredibile come abbia il potere di calmarmi più di un antidepressivo in pochi minuti di conversazione telefonica.

Porca puttana.

Prova a risentire quella sensazione di calma e tranquillità che ti dona... riesci ad individuare cos'è, nello specifico, che fa.. per darti questa sensazione?

39 minuti fa, Gainsbourg ha scritto:

Mi piace la tua capacità di insight, ovvero riuscire a cogliere una connessione col tuo interlocutore, immediata ed efficace. Capacità di empatizzare profondamente pur rimanendo congruenti col proprio sistema e le proprie conoscenze.

La mia "sfida" attuale è sviluppare questa abilità, mi dicono sempre che sono una persona sensibile, ho l'impressione a volte di essere schiavo di questa sensibilità e di finire per vedere nell'altro (specialmente nelle donne) altro che non il riflesso di ciò che voglio vedere. Vorrei essere meno pieno di me e imparare ad amare il mondo e gli altri per quello che sono. Forse ho già iniziato a farlo.

Non so se mi spiego, non so se hai capito. Ma penso di si.

Se volessi passarti queste conoscenze, non mi basterebbe una settimana intensiva di training. E' un tema molto complesso.

Se riesci però a dirmi cosa proietti sulle donne, posso aiutarti a toglierlo.

Sull'essere pieno di te... beh.

Se pensi all'idea di essere un fallito. Che la tua vita è una mediocrità vergognosa. Che dovresti vergognarti di mostrare il tuo viso a tua madre da quanto fai schifo...

...ti fa stare male come idea?

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Gainsbourg
9 minutes ago, capelli bagnati said:

Se volessi passarti queste conoscenze, non mi basterebbe una settimana intensiva di training. E' un tema molto complesso.

Se riesci però a dirmi cosa proietti sulle donne, posso aiutarti a toglierlo.

Sull'essere pieno di te... beh.

Se pensi all'idea di essere un fallito. Che la tua vita è una mediocrità vergognosa. Che dovresti vergognarti di mostrare il tuo viso a tua madre da quanto fai schifo...

...ti fa stare male come idea?

Però è questo che fondamentalmente mi interessa. Connessione. Col mondo, con gli altri, in definitiva essere leggero anche con me stesso. 

Quando dico che sono pieno di me, non intendo un pallone gonfiato nè una persona particolarmente egoista. 

Solo che a volte vivo una sorta di solipsimo. Non so se hai presente 2001 Odissea nello spazio. L'universo intero altro non è che l'emanazione dell'uomo. 

E invece io ho bisogno di stare più terra terra, e per fare questo sento un bisogno impellente di entrare in una connessione più vera ed empatica con gli altri.

Le donne, o per me sono completamente prive di interesse, o diventano un'ossessione. 

 

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FG5150
1 ora fa, capelli bagnati ha scritto:

In realtà quello lo vedo come un modo per comunque essere sotto il sistema.

La ribellione non è mandare a fare in culo il sistema.

Quello è vivere in reazione costante perché essere come dice di essere il sistema fa schifo.

Mi sento di dissentire, il punk viene spesso equivocato perché si da troppa importanza all'estetica che è nata in certi ambienti. In realtà esistono innumerevoli movimenti punk, molto di essi sono composti da gente che non si riconosce nell'etica del "rebel with no cause".

Le persone di cui parli tu, quelli che chiami Hitman, non fanno per me. Troppe ambizioni, troppi sforzi, troppa pianificazione, troppe responsabilità, troppo stress. Non è un tipo di vita che fa per me.

Non ho nemmeno tutto questo interesse nel fottere il sistema, semmai mi piacerebbe sfuggirgli, isolarmi in una microscopica fetta di mondo e non pensare a nulla.

1 ora fa, capelli bagnati ha scritto:

Per il libro... te l'ho già consigliato.

Scheletri, Stephen King.

Nel turbine emotivo della mattinata mi ero perso il consiglio. Cercherò di recuperarlo, grazie 🙂

1 ora fa, capelli bagnati ha scritto:

Prova a risentire quella sensazione di calma e tranquillità che ti dona... riesci ad individuare cos'è, nello specifico, che fa.. per darti questa sensazione?

Credo sia il poter condividere con qualcuno uno stato d'animo. Non mi era mai capitato nella mia vita di incontrare qualcuno che avesse il mio stesso quantitativo di problemi e turbe esistenziali da potermici riconoscere e allo stesso tempo riuscire a far breccia nelle difese che si è costruita nel tempo.

C'è una vibrazione oserei dire quasi negativa quando parliamo insieme ma che allo stesso mi fa sentire tranquillo, un momento in cui entrambi siamo vulnerabili, una consapevolezza che molti, lo riconosco, chiamerebbero comfort zone.

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Gainsbourg
4 minutes ago, FG5150 said:

🙂Credo sia il poter condividere con qualcuno uno stato d'animo. Non mi era mai capitato nella mia vita di incontrare qualcuno che avesse il mio stesso quantitativo di problemi e turbe esistenziali da potermici riconoscere e allo stesso tempo riuscire a far breccia nelle difese che si è costruita nel tempo.

C'è una vibrazione oserei dire quasi negativa quando parliamo insieme ma che allo stesso mi fa sentire tranquillo, un momento in cui entrambi siamo vulnerabili, una consapevolezza che molti, lo riconosco, chiamerebbero comfort zone.

Ti do un consiglio non richiesto ma che deriva da vita vissuta. Se le vuoi veramente bene, lasciala andare. Una relazione che si basa su questo farà molto, molto male a tutti e due..

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capelli bagnati
4 minuti fa, Gainsbourg ha scritto:

Però è questo che fondamentalmente mi interessa. Connessione. Col mondo, con gli altri, in definitiva essere leggero anche con me stesso. 

Quando dico che sono pieno di me, non intendo un pallone gonfiato nè una persona particolarmente egoista. 

Solo che a volte vivo una sorta di solipsimo. Non so se hai presente 2001 Odissea nello spazio. L'universo intero altro non è che l'emanazione dell'uomo. 

E invece io ho bisogno di stare più terra terra, e per fare questo sento un bisogno impellente di entrare in una connessione più vera ed empatica con gli altri.

Le donne, o per me sono completamente prive di interesse, o diventano un'ossessione. 

Gainsbourg, questo sarebbe il momento migliore per dirti...

...ho la soluzione.

Sai quando guardi la donna della tua vita negli occhi. E senti quella connessione fortissima. Quella sensazione in cui ti senti totalmente completo e in pace con te stesso. Quell'istante in cui ti sembra che il mondo finalmente abbia senso. Quasi che non sei nato per il cazzo... ma per quell'unico momento perfetto e incredibile. Ecco... senti quella sensazione nel tuo petto. Ora prova ad espanderla...

...quanto sarebbe bello poterla sentire su tutto il tuo corpo? Sempre? Per ogni giorno... della tua fottuta vita.

E' così che mi sento. Ogni incredibile giorno della mia magnifica vita.

E anche tu... solo per oggi... solo per le prossime 24 ore...

...solo che non sono qui per venderti nulla. Mi dispiace.

15 minuti fa, FG5150 ha scritto:

Mi sento di dissentire, il punk viene spesso equivocato perché si da troppa importanza all'estetica che è nata in certi ambienti. In realtà esistono innumerevoli movimenti punk, molto di essi sono composti da gente che non si riconosce nell'etica del "rebel with no cause".

Le persone di cui parli tu, quelli che chiami Hitman, non fanno per me. Troppe ambizioni, troppi sforzi, troppa pianificazione, troppe responsabilità, troppo stress. Non è un tipo di vita che fa per me.

Non ho nemmeno tutto questo interesse nel fottere il sistema, semmai mi piacerebbe sfuggirgli, isolarmi in una microscopica fetta di mondo e non pensare a nulla.

Nel turbine emotivo della mattinata mi ero perso il consiglio. Cercherò di recuperarlo, grazie 🙂

Credo sia il poter condividere con qualcuno uno stato d'animo. Non mi era mai capitato nella mia vita di incontrare qualcuno che avesse il mio stesso quantitativo di problemi e turbe esistenziali da potermici riconoscere e allo stesso tempo riuscire a far breccia nelle difese che si è costruita nel tempo.

C'è una vibrazione oserei dire quasi negativa quando parliamo insieme ma che allo stesso mi fa sentire tranquillo, un momento in cui entrambi siamo vulnerabili, una consapevolezza che molti, lo riconosco, chiamerebbero comfort zone.

Pensi che sia stressogeno perché pensi di dover andare contro dei tuoi precetti morali. Contro delle tue convinzioni. Contro tutto un tuo sistema di valori che rende tutto questo difficilissimo.

Quando elimini tutto e torni alla materia originale... le cose sono un po' diverse.

Diciamo che ti tocca essere Hitman.

Ti tocca dire alle altre persone che sei come loro.

Ti tocca abbracciarle e dire "ti amo". Provando totalmente quel sentimento in quel momento... per poi quasi dimenticarlo un istante dopo.

Ti liberi da così tante dighe mentali... che ti tocca vivere in modo fluido. E non più rigido e contratto.

E... ti tocca dire... che sei contratto. Che anche tu hai quei problemi. E si beh, capisco. Eh già, brutta la vita eh.

Eh si... terribile quando ti mettono le corna... omioddio hai perso il lavoro? Dev'essere bruttissimo... ah? La amavi? Dev'essere stato tremendo...

...e tu non senti niente. Non senti un cazzo di niente. Sei costantemente Hitman sotto copertura che reagisce in modo coerente alla realtà perché gli tocca viverci. Ma gli sembra una realtà da schizofrenici.

Venendo a quanto hai detto...

...è assolutamente normale.

Hai avuto accesso al suo cuore.

Senti di poterla ferire.

Senti di poterla toccare... per la sua parte più vera, originale, interiore.

Finalmente, hai trovato qualcuno con cui sei arrivato così in profondità.

Facendoti strada tra montagne di merda.

Tua... e sua.

Ma se togli la merda...

...non dovrai più farti strada tra tutto quello schifo.

Ne tu. Ne lei.

Farai molto più sesso di quanto non pensi.

E starai un sacco meglio.

Anzi no...

...la merda sua purtroppo spesso ti toccherà lasciarla lì.

Non si possono salvare le persone che non vogliono.

E non è neanche necessario.

Ma questo è irrilevante.

14 minuti fa, Gainsbourg ha scritto:

Ti do un consiglio non richiesto ma che deriva da vita vissuta. Se le vuoi veramente bene, lasciala andare. Una relazione che si basa su questo farà molto, molto male a tutti e due..

Cosa sono le relazioni... se non un modo di farsi male insieme piuttosto che da soli?

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