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Domanda alle forummine. Compagno ufficiale vs amante


gold86

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Nuovo_utente
33 minuti fa, gold86 ha scritto:

Non se la vivono proprio benissimo...

Nonostante ciò, prima della dichiarazione e della resa, che sanno già avverrà, investiranno tutto ciò che possono nel tentativo di rianimare un rapporto che dura da molto e che magari ha comportato scelte importanti.

La tematica di base, in ogni caso, è quella di "abbandonare lo scoglio" dopo tanti anni...

 Non una questione di cazzo e figa altrui.

 

Che non se la vivono benissimo...lo so per via diretta e per via indiretta.

Per via diretta perché...(tu credo conosci la mia “storia”), come dici tu, sto cercando con tutto me stesso di rianimare la mia relazione. Un giorno vedo la luce, l’altro mi dico “ma che cazzo sto facendo? È tutto inutile...”. Però continuo ad agitarmi, rimanendo di fatto in quel pantano da ormai un anno e mezzo. La vita scorre e io nel frattempo ho cambiato residenza all’inferno senza sapere come uscirne. O meglio, lo so, so che mi costerebbe tantissimo ma spero e rispero che si posso sbloccare e risolvere e continuo a rimanere su quello scoglio...nonostante ormai le mareggiate e le onde in faccia non le conti più.

 

Per via indiretta, perché la famosa “collega” che sta in una situazione a me speculare (forse un po’ più avanti...visto qualche mese fa mi aveva detto che aveva mollato il tipo storico)...qualche settimana fa dal nulla mi invia una citazione mezza psicologica fisiologica sul tagliare i ponti, cambiare vita, rinascere. Cose giustissime, ma a leggerle mi è salita non poca angoscia...e insomma...credo che anche lei avverta qualcosa simile a me. Non sa da che parte stare e che pesci pigliare.

 

Ma tornando alla tematica dell’ “abbandonare lo scoglio”. 

- quando farlo?

- quando è il momento giusto? Poi dopo non si torna più indietro! È questa la verità! È l’irreversibilità della cosa che a me personalmente carica di ansia.

 

Infine c’è un fattore culturale di fondo. Anche se non sono mai stato un santo, nelle Relazioni (con la lettera maiuscola) che ho avuto ho sempre dato, non il massimo, ma di più! Per grazia di Dio nella mia famiglia, ovunque mi giro, non ci sono divorzi e separazioni. Quello che c’è andato più vicino è mio cugino. Ha avuto un momento di crisi...ha avuto un’altra donna sposata, poi la cosa è stat scoperta da entrambi i partner. È rimasto un po’ così con la moglie...poi ha ceduto alla pressione della famiglia, “è tornato a casa”, per amore dei figli. Quanto sia felice ad oggi...proprio non lo so. Tempo fa ci parlai bene...mi ha ribadito che per amore dei figli si è infilato tutto su per il culo. Ne parlava come una cosa dovuta...ma non sentita. 

Detto cio, per me, rompere una relazione prossima al matrimonio o comunque proiettata in quel senso...diventa una cosa difficile. Perché le cose si aggiustano, le cose si riparano, non si butta tutto all’aria, e hai la tua età, e quando ti metti la testa apposto, e quando ti compri la macchina spaziosa anziché la moto da 120 cavalli, ecc

 

Concludendo credo che ognuno abbia un proprio livello di sopportazione. E resta, rimane lì dove è, in attesa che il tempo migliori le cose o ti chiarisca i dubbi.

Ma prima o poi...la pentola scoppia. E lì o impazzisci o butti tutto all’aria e resetti.

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gold86

@Nuovo_utente, ciò che hai appena scritto è ciò che ho sentito dire da tutte le campane che ho sentito, anche quella che mi riguardava più da vicino.

Per quanto mi riguarda ho chiuso tutto da qualche tempo con blocchi vari e vaffanculo cercando di non pensarci.

Alla fine arrivi a questo.

Ma il disagio ce l'ho... 

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@Nuovo_utente @gold86 ho letto e seguo la discussione con molto interesse pur non avendo esperienza in merito se non indirettamente. Ciò che ho visto io è che le donne infelici che vorrebbero dell'altro si lamentano continuamente di ciò che hanno (compagno ufficiale) ma, pur messe davanti alle possibili soluzioni, preferiscono la tristezza certa e il tirare a campare con scuse illogiche piuttosto che prendere in mano la propria vita, pur avendone i mezzi, specifico

E però continuano a lamentarsi

Vi chiedo, è solo paura di abbandonare lo scoglio, che per quanto scomodo è conosciuto, o c'è qualcosa di più? Non capisco il continuare a lamentarsi (nella fattispecie specifica mia mamma con me, giusto per non parlare in linea teorica) quando sono state paventate tutte le possibili soluzioni pratiche e praticabili

Forse mi sfugge qualcosa a cui forse voi potete dare una risposta. Di esempi più o meno vicini a me ne ho molti e in quasi tutti il copione si ripete: lamentarsi con altre --> trovare soluzioni perfettamente funzionanti e attuabili --> non metterle in pratica ma continuare a lamentarsi della situazione ritenuta insopportabile

Per me non è logico: mi hanno sempre detto che se una cosa non mi va e posso cambiarla mi devo attivare in questo senso sennò è inutile lamentarsi e meglio tenere la bocca chiusa (mal che si vuole non duole) perché è come chi grida al lupo anche se non c'é

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Nuovo_utente
6 minuti fa, gold86 ha scritto:

@Nuovo_utente, ciò che hai appena scritto è ciò che ho sentito dire da tutte le campane che ho sentito, anche quella che mi riguardava più da vicino.

Per quanto mi riguarda ho chiuso tutto da qualche tempo con blocchi vari e vaffanculo cercando di non pensarci.

Alla fine arrivi a questo.

Ma il disagio ce l'ho... 

In che senso la campana a te più vicina?

Purtroppo non ho mai letto la tua storia.

Tu con una fidanzata che alla fine non sei riuscito a smuovere??

 

Comunque i blocchi e i vaffanculo di cui parli....l’ho fatto una volta, salvo poi tornare sui miei passi. Qualche mese fa...ho lasciato la mia ragazza (dato che lei di uscire dalla sua comfort zone proprio non ne vuole sapere) e ho bloccato anche la collega dicendole di non cercarmi più visto che il suo comportamento altalenante mi stava soltanto aggiungendo confusione al marasma che c’è nella mia testa. Salvo poi cedere ai pianti della mia ragazza e alle sue promesse che ho il sentore che resteranno tali...

Ho poi riallacciato di nuovo con la collega, che fottendosene della mia richiesta, ha trovato sempre scuse e modalità per cercarmi. E niente...gira e rigira sono sempre nel famoso pantano. 

 

Chiamarlo disagio come fai tu...ormai è quasi riduttivo. 

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Nuovo_utente
3 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

@Nuovo_utente @gold86 ho letto e seguo la discussione con molto interesse pur non avendo esperienza in merito se non indirettamente. Ciò che ho visto io è che le donne infelici che vorrebbero dell'altro si lamentano continuamente di ciò che hanno (compagno ufficiale) ma, pur messe davanti alle possibili soluzioni, preferiscono la tristezza certa e il tirare a campare con scuse illogiche piuttosto che prendere in mano la propria vita, pur avendone i mezzi, specifico

E però continuano a lamentarsi

Vi chiedo, è solo paura di abbandonare lo scoglio, che per quanto scomodo è conosciuto, o c'è qualcosa di più? Non capisco il continuare a lamentarsi (nella fattispecie specifica mia mamma con me, giusto per non parlare in linea teorica) quando sono state paventate tutte le possibili soluzioni pratiche e praticabili

Forse mi sfugge qualcosa a cui forse voi potete dare una risposta. Di esempi più o meno vicini a me ne ho molti e in quasi tutti il copione si ripete: lamentarsi con altre --> trovare soluzioni perfettamente funzionanti e attuabili --> non metterle in pratica ma continuare a lamentarsi della situazione ritenuta insopportabile

Per me non è logico: mi hanno sempre detto che se una cosa non mi va e posso cambiarla mi devo attivare in questo senso sennò è inutile lamentarsi e meglio tenere la bocca chiusa (mal che si vuole non duole) perché è come chi grida al lupo anche se non c'é

Cara Edo,

 

ci sono donne ma anche uomini come dici te, che continuano a lagnarsi senza far nulla.

 

La cosa brutta nel mio caso è essere diventato un lagnoso. Mi hanno veramente sempre fatto schifo e quasi pena le persone che si lamentavano senza fare nulla. E poi un giorno ti ritrovi tu stesso ad essere così...strana la vita eh.

Sono sempre stato uno molto deciso. Se chiudevo con una...era finita. Mai più risentita una ex. Adesso sembro un adolescente...blocco poi sblocco. Mi sputerei in faccia se potessi. Sono sempre stato un treno...sapevo dove volevo arrivare, mi facevo un culo così e ci arrivavo. Il classico primo della classe, dell’asilo in poi. Quello ammirato dagli altri...che ti arrivano a dire “cazzo, io vorrei essere come te!”. A scuola, con le ragazze...il mito per gli amici.

 

Poi arrivi ai 30, pressioni sociali, un paio di scelte che non si sono rivelate (almeno per il momento) giuste...una ragazza che dovrebbe farti da spalla e che invece si defila perché deve restare comoda...e tutto il castello crolla. Dubbi, incertezze, una terza persona (più incasinata di me) che si infila nella tua mente...e la frittata è fatta. 

 

Penso sempre che non siano gli eventi in sè a influenzare la tua vita, ma come tu reagisci ad essi. Ed infatti ripercorrendo le tappe che mi hanno portato nel famoso pantano...ho fatto un paio di errori. O quantomeno ho cercato di portarmi appresso “il vecchio” in una “nuova vita” che si stava aprendo. E così mi sono ritrovato splittato in due...una situazione nuova (nuovo lavoro, nuova città, nuove esperienze) e una vecchia (la mia ragazza). Purtroppo quando si cerca di salvare capra e cavoli si rischia solo di dissociarsi completamente. Stai con il piede in due realtà...una che ti tira in un senso e una che ti tira nell’altro e non sapendo da che parte stare fai un po’ qua e un po’ la. 

 

La verità è che bisogna ad un certo punto scegliere dove stare e accettare che sia una scelta che l’altra comportano delle perdite. Non si può salvare tutto. A volte per salvarti devi perdere qualcosa per quanto doloroso possa essere. 

 

Il problema è che molte persone questo dolore non lo sanno affrontare, non vogliono perdere una persona, una relazione...e continuano a restarci. Ovviamente lamentarsi è la valvola di sfogo. L’unico modo per sopravvivere in queste situazioni. Se metti lo scotch sulla bocca a queste persone che si lamentano, prima o poi senti il botto...implodono. 

Io per esempio sto sfracassando i coglioni a mia madre con la quale per fortuna ho un ottimo rapporto. Ogni giorno sono lì a lamentarmi...e tutte le discussioni finiscono con “vabbè...vediamo come vanno le cose...vediamo come evolve questo o quello...vediamo un po’”.

E invece dovrei solo dire...tra le due cose voglio questo o voglio quello e tagliare tutto il resto. Comunque, con i miei tempi biblici, ci sto arrivando. Già il fatto di aver capito che la soluzione non è aspettare l’evoluzione delle cose, ma prendere una decisione e portarla avanti...costi quel che costi...

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gold86
15 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

@Nuovo_utente @gold86 ho letto e seguo la discussione con molto interesse pur non avendo esperienza in merito se non indirettamente. Ciò che ho visto io è che le donne infelici che vorrebbero dell'altro si lamentano continuamente di ciò che hanno (compagno ufficiale) ma, pur messe davanti alle possibili soluzioni, preferiscono la tristezza certa e il tirare a campare con scuse illogiche piuttosto che prendere in mano la propria vita, pur avendone i mezzi, specifico

E però continuano a lamentarsi

Vi chiedo, è solo paura di abbandonare lo scoglio, che per quanto scomodo è conosciuto, o c'è qualcosa di più? Non capisco il continuare a lamentarsi (nella fattispecie specifica mia mamma con me, giusto per non parlare in linea teorica) quando sono state paventate tutte le possibili soluzioni pratiche e praticabili

Forse mi sfugge qualcosa a cui forse voi potete dare una risposta. Di esempi più o meno vicini a me ne ho molti e in quasi tutti il copione si ripete: lamentarsi con altre --> trovare soluzioni perfettamente funzionanti e attuabili --> non metterle in pratica ma continuare a lamentarsi della situazione ritenuta insopportabile

Per me non è logico: mi hanno sempre detto che se una cosa non mi va e posso cambiarla mi devo attivare in questo senso sennò è inutile lamentarsi e meglio tenere la bocca chiusa (mal che si vuole non duole) perché è come chi grida al lupo anche se non c'é

Provo a risponderti per quello che ne ho capito io.

Opinabilissimo, ovvio.

Lo scoglio è una certezza.

Magari le cose non vanno bene, ma se alla fine non ci sono episodi allarmanti (violenza, ecc.), tutto sommato è una situazione sopportabile.

Non felice, ma sopportabile.

Magari lo scoglio è pure una persona che ha delle qualità oggettive notevoli, che hanno un valore enorme e che senti - distintamente - provare dei sentimenti per te.

Questa è la situazione peggiore in cui ti puoi trovare.

Perchè, in sostanza, non hai a livello razionale una "scusa" per mollarlo.

Il "sei perfetto, ma non provo più nulla" se arriva, arriva molto dopo a livello di giustificazione della fine.

Prima però le provi davvero TUTTE.

Non so se tu abbia mai vissuto una LTR di una certa durata con un coinvolgimento notevole, ma ti assicuro che anche se tutto ciò può non sembrarti in qualche modo "logico", in realtà lo è perchè quando costruisci e vivi un legame con un'altra persona entrano in gioco dinamiche che per capirle non puoi fare altro che viverle...

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@Nuovo_utente grazie per la tua risposta

@gold86 grazie anche a te ma no, non ho mai vissuto una LTR lunga (per me LTR lunga è almeno qualche anno con coinvolgimento delle rispettive famiglie) ma sono quella che riceve le lamentele dei lamentosi statici, cioè che si lamentano pur non facendo nulla per migliorare la loro condizione, e tutto ciò non fa che tenermi alla larga da certe situazioni perché non voglio finire ingabbiata e triste pure io, meglio libera ed eventualmente triste paradossalmente

Quindi penso che, a meno di rivoluzioni, nemmeno voglio intraprendere certe strade

Con ciò non significa che io sia perfetta, ma proprio il contrario direi solo che, forse per indole o perché proprio già sono il refugium peccatorum altrui, con le mie mille lamentele non ammorbo gli altri soprattutto se so che esiste una soluzione e per pigrizia non la metto in pratica: in questi casi mi sentirei un po' ritardata a continuare a lamentarmene ma evidentemente è solo questione di carattere e gli altri, anche i miei stretti congiunti, non si pongono questi problemi

Ad ogni modo grazie per la tua analisi 🙂

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gold86
35 minuti fa, Nuovo_utente ha scritto:

In che senso la campana a te più vicina?

Purtroppo non ho mai letto la tua storia.

Tu con una fidanzata che alla fine non sei riuscito a smuovere??

 

Comunque i blocchi e i vaffanculo di cui parli....l’ho fatto una volta, salvo poi tornare sui miei passi. Qualche mese fa...ho lasciato la mia ragazza (dato che lei di uscire dalla sua comfort zone proprio non ne vuole sapere) e ho bloccato anche la collega dicendole di non cercarmi più visto che il suo comportamento altalenante mi stava soltanto aggiungendo confusione al marasma che c’è nella mia testa. Salvo poi cedere ai pianti della mia ragazza e alle sue promesse che ho il sentore che resteranno tali...

Ho poi riallacciato di nuovo con la collega, che fottendosene della mia richiesta, ha trovato sempre scuse e modalità per cercarmi. E niente...gira e rigira sono sempre nel famoso pantano. 

 

Chiamarlo disagio come fai tu...ormai è quasi riduttivo. 

Questa storia non l'ho mai raccontata del tutto in effetti... 

Ha a che vedere con un abito bianco però, che alla fine è stato indossato... Lei era già promessa quando avevamo cominciato a vederci.

"non ho coraggio di stravolgere la mia vita"

"quello che pensano gli altri, purtroppo, conta più di quello che sento di volere io"

"non riesco ad ammettere a me stessa che mi stavo innamorando di te anche se fin dal principio sapevo che sarebbe successo".

La verità è che le credo, è bloccata anche sul fronte lavoro (in un ambiente che le fa schifo, in cui non si sente valorizzata e non le piace neppure ciò che fa) ed in quello sociale (si uniforma agli altri per essere accettata, per sua stessa ammissione non le era mai capitato di sentirsi "libera di essere se stessa").

È stato molto formativo.

Alla fine non c'era altra alternativa che chiudere.

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Mich!
1 ora fa, Nuovo_utente ha scritto:

ci sono donne ma anche uomini come dici te, che continuano a lagnarsi senza far nulla.

Si nascondono, molti, dietro al "spero torni come quando eravamo appena fidanzati".

Purtroppo molti non capiscono che il vero carattere delle persone esce sulla lunga distanza e non nel breve.

Un pantofolaio o una persona sciatta può indossare la maschera e sembrare una persona attiva e piena di interessi.

Ma prima o poi la maschera crolla.

Idem per chiunque stia in una relazione non soddisfacente.

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Nuovo_utente
1 ora fa, gold86 ha scritto:

Questa storia non l'ho mai raccontata del tutto in effetti... 

Ha a che vedere con un abito bianco però, che alla fine è stato indossato... Lei era già promessa quando avevamo cominciato a vederci.

"non ho coraggio di stravolgere la mia vita"

"quello che pensano gli altri, purtroppo, conta più di quello che sento di volere io"

"non riesco ad ammettere a me stessa che mi stavo innamorando di te anche se fin dal principio sapevo che sarebbe successo".

La verità è che le credo, è bloccata anche sul fronte lavoro (in un ambiente che le fa schifo, in cui non si sente valorizzata e non le piace neppure ciò che fa) ed in quello sociale (si uniforma agli altri per essere accettata, per sua stessa ammissione non le era mai capitato di sentirsi "libera di essere se stessa").

È stato molto formativo.

Alla fine non c'era altra alternativa che chiudere.

Ti capisco perfettamente...

E tu pensa beccare una persona del genere in un momento di confusione mentale personale e di crisi con la propria ragazza...

 

Persone così ti devastano secondo me. O sei in un periodo di serenità mentale e lì o le sfanculi di principio o le “usi” e le lasci al loro destino (brutto da dire...ma qualcuno lo fa...personalmente sono stronzo nell’interazione, ma non sono mai arrivato a comportarmi così).

 

Io ho provato più volte ad allontanarla e lei continua a ricordarmi della sua presenza. Probabilmente mi vede come il suo “salvatore”. Ha una situazione infelice e per qualche motivo pensa che dovrei risolvergliela io...salvo però poi ritrattare quando si apre la possibilità di vederci, uscire ecc ecc perché (come dicevi te) il giudizio altrui conta più di quello che ti fa stare (o potenzialmente ti potrebbe far stare) bene.

 

Sono persone in fase di ristrutturazione...e in quella fase hanno bisogno di noi. Un bisogno egoistico e talvolta sterile perché (come nel tuo caso) rimangono nella vita che avevano già. 

 

 

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