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Suicidio


Edo

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Ho cercato un po' nel forum e non c'è nulla che tratti dell'argomento in generale quindi ho pensato di aprire una discussione in merito 

Spesso si sente dire che il suicidio è un problema che riguarda tutti noi come società e come tale ce ne dobbiamo occupare e sensibilizzarci in merito ma io sinceramente non capisco perché. Mi sto riferendo esclusivamente a quelle persone che decidono di farla finita senza coinvolgere altri (quindi qui escludo i fanatici che si fanno esplodere per colpire altri oppure che ammazzano altri e poi si suicidano). Secondo me ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di porre fine alla sua vita specialmente se non disturba le quotidiane azioni del prossimo (per es non capisco perché se uno vuole togliersi la vita debba scegliere di interrompere un pubblico servizio buttandosi sotto un treno quando può benissimo farlo a casa sua senza rompere le scatole a nessuno)

So bene che sicuramente alcuni di voi avranno tentato il suicidio ma ovviamente se sono qui hanno desistito e al contempo ci saranno sicuramente persone che hanno esperienza del suicidio dei loro cari

Gli interrogativi che mi balzano in testa riguardano l'essenza del suicidio e la percezione che ne abbiamo: perché è considerato un problema da affrontare? L'unica spiegazione logica secondo me è per il fatto che il suicidio toglie vite potenzialmente fertili e quindi toglie chance riproduttive alla nostra specie, per es l'essere umano italiano che già non se la passa bene in quanto a numeri ma mi pare che quando i media ne parlano non accennano mai alla questione e quindi il mio interrogativo rimane 

Dal canto mio ho conosciuto un paio di persone che in passato hanno tentato il suicidio per motivi legati al rapporto con i genitori e un ragazzo che conoscevo l'ha fatta finita perché i genitori erano fortemente omofobi nei suoi confronti 

Però io vorrei soffermarmi in particolare sui suicidi di persone che hanno tutto e stanno discretamente bene, secondo me sono dei deboli e il suicidio è la conseguenza finale della loro depressione ma è un mio personalissimo parere 

Quello che ancora una volta non capisco è perché è un problema e quindi va affrontato. Per quanto mi riguarda non lo è affatto e se qualcuno palesasse l'idea di buttarsi sotto un ponte o sotto un treno, perché depresso, non mi sentirei di dirgli che sbaglia ma semmai cercherei in tutti i modi di fare in modo che con il suo gesto non intralci la vita degli altri (tra parentesi se non erro se uno si butta sotto un treno la circolazione ferroviaria in quella tratta si blocca e però il conto del disservizio viene spedito ai familiari del suicida, cosa che non mi sembra giusta perché nessuno sceglie di avere un parente così ma capisco e approvo la logica dello stato che non può rimetterci se uno sceglie di andarsene interrompendo un servizio pubblico)

Che ne pensate? Risucite a formirmi elementi per capire perché il suicidio è un problema sociale? 

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Dexter78

Ti dico la mia. Perché in un paese a forte connotazione religiosa cattolica la vita è considerata appartenente alla dimensione del sacro e non può essere profanata dalle mani dell'uomo ma solo dal volere di dio. 

Questa è una visione secolare molto radicata nei paesi di cultura cristiana europea. La questione sociale del suicidio diventa importante a partire dagli studi di Durkheim. Che ha mostrato come i tassi di anemia e la forza dei legami sociali contribuisce all'aumentare o al diminuire del fenomeno. 

Individualmente io ho rispetto estremo per chi pone fine alla sua vita. Sceglie forzatamente di andare incontro alla verità. Per questo in casi in cui qualcuno che conoscevo lo ha fatto penso sempre.. . "è in pace" e tutto ciò che non è andato o è stato sbagliato nella vita e parificato. La morte leva la colpa spesso e redime. Non si hanno più debiti. 

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8 minuti fa, Dexter78 ha scritto:

La questione sociale del suicidio diventa importante a partire dagli studi di Durkheim. Che ha mostrato come i tassi di anemia e la forza dei legami sociali contribuisce all'aumentare o al diminuire del fenomeno. 

Grazie, approfondirò

8 minuti fa, Dexter78 ha scritto:

La morte leva la colpa spesso e redime. Non si hanno più debiti

Dalle mie parti invece se ti ammazzi e lasci debiti ai familiari o soprattutto se hai figli piccoli vieni considerato un codardo e ricordato male nei secoli dei secoli, non ho mai sentito provare pietà per un suicida se lascia i figli nella merda

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Tod

Se posso fare una considerazione sul tema che travalichi i punti da te affrontati, vorrei dare un punto di vista diverso citando un aneddoto che ricordo delle medie.

La maestra mi chiese se, nel caso avessi dovuto scegliere se suicidarmi per salvare la vita dei miei genitori - ok la maestra aveva qualche problema a fare certe domande a un dodicenne - l'avessi fatto o avessi lasciato morire i miei genitori. Io le risposi "preferirei che morissero i miei genitori piuttosto che morire io". Praticamente tutti gli altri risposero il contrario. In realtà il mio me di allora era molto legato ai suoi genitori. La mia motivazione fu che "sarebbe molto egoistico da parte mia scegliere di morire, perché io non proverei nulla mentre i miei genitori, loro sì, ne soffrirebbero a vita".

In generale la penso ancora così. Io sono per la libertà totale di una persona. Quindi se qualcuno decide di farla finita ha tutto il diritto di farlo. Debole? Forte? Non lo so. Non mi sono mai trovato a pensare una cosa simile quindi non saprei dire. Una persona debole riuscirebbe togliersi la vita? Boh. Però in effetti resta, a mio avviso e in determinati contesti, un gesto alquanto individualista.

Detto questo, per rispondere alla tua domanda, invece, credo che il suicidio possa essere considerato un problema sociale per due motivi: a) per via degli ideali religiosi che nel bene o nel male hanno segnato tutte le generazioni anteriori a un certo decennio.  b) perché viene letto come un segno di declino, di negatività, di depressione, di disfatta, attribuibile alle condizioni sociali in cui si trovava un dato individuo, e di conseguenza allargabili alle stesse condizioni sociali in cui vivono i suoi concittadini.

Se poi vogliamo porre la questione su un lato più umano e realistico, al X% è ipotizzabile che chi si suicida, di solito, lo faccia come "ultimo tentativo", come status liberatorio da una condizione di insostenibilità e sofferenza. Ci saranno certo le eccezioni, come sempre, ma dato questo, se abbiamo ancora umanità, sicuramente bisognerebbe affrontare la cosa. Il che non significa convincere qualcuno a non suicidarsi, perché quella è la conseguenza e non la causa e come detto ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma avere l'umanità di stare vicino a quella persona per capire che cosa la abbia portata lì e aiutarla, eventualmente, a risolvere dei problemi agli antipodi per cui potrebbe - uso sempre il condizionale - aver bisogno di aiuto senza essere in grado di richiederlo. Spesso avere qualcuno che ascolti, che ci porti ad avere punti di vista diversi o ad affrontare le proprie paure, quando non siamo in grado di farlo da soli, può davvero essere motivo di un forte cambiamento esistenziale.

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crociato

Cultura. Non necessariamente nella sua accezione positiva. Dopo di che, egoisticamente, penso che la gente non si preoccupi più di tanto del malessere altrui, quindi se uno soffre è meglio che continui a soffrire in silenzio piuttosto che creare a me disagio e sofferenza togliendosi la vita. Paradossi.

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Dexter78
22 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

Grazie, approfondirò

Dalle mie parti invece se ti ammazzi e lasci debiti ai familiari o soprattutto se hai figli piccoli vieni considerato un codardo e ricordato male nei secoli dei secoli, non ho mai sentito provare pietà per un suicida se lascia i figli nella merda

Perché ormai si vive in società che se ne fotto del dolore altrui. Se uno arriva al punto di togliersi la vita vuol dire che c'è solo buio. Ora io parlo di situazioni evolute nel tempo, seppure breve. La mia visione e antitetica alla morale imperante. 

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sfulcrum

Nella stragrande maggioranza dei tentati/mancati suicidi c'è sotto una malattia mentale e ci sono quasi sempre armi per trattarla.

Nei suicidi molto spesso si è arrivati tardi.

Modificato da sfulcrum
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leavingmyheart
6 ore fa, EdoardoG ha scritto:

Ho cercato un po' nel forum e non c'è nulla che tratti dell'argomento in generale quindi ho pensato di aprire una discussione in merito 

Spesso si sente dire che il suicidio è un problema che riguarda tutti noi come società e come tale ce ne dobbiamo occupare e sensibilizzarci in merito ma io sinceramente non capisco perché. Mi sto riferendo esclusivamente a quelle persone che decidono di farla finita senza coinvolgere altri (quindi qui escludo i fanatici che si fanno esplodere per colpire altri oppure che ammazzano altri e poi si suicidano). Secondo me ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di porre fine alla sua vita specialmente se non disturba le quotidiane azioni del prossimo (per es non capisco perché se uno vuole togliersi la vita debba scegliere di interrompere un pubblico servizio buttandosi sotto un treno quando può benissimo farlo a casa sua senza rompere le scatole a nessuno)

So bene che sicuramente alcuni di voi avranno tentato il suicidio ma ovviamente se sono qui hanno desistito e al contempo ci saranno sicuramente persone che hanno esperienza del suicidio dei loro cari

Gli interrogativi che mi balzano in testa riguardano l'essenza del suicidio e la percezione che ne abbiamo: perché è considerato un problema da affrontare? L'unica spiegazione logica secondo me è per il fatto che il suicidio toglie vite potenzialmente fertili e quindi toglie chance riproduttive alla nostra specie, per es l'essere umano italiano che già non se la passa bene in quanto a numeri ma mi pare che quando i media ne parlano non accennano mai alla questione e quindi il mio interrogativo rimane 

Dal canto mio ho conosciuto un paio di persone che in passato hanno tentato il suicidio per motivi legati al rapporto con i genitori e un ragazzo che conoscevo l'ha fatta finita perché i genitori erano fortemente omofobi nei suoi confronti 

Però io vorrei soffermarmi in particolare sui suicidi di persone che hanno tutto e stanno discretamente bene, secondo me sono dei deboli e il suicidio è la conseguenza finale della loro depressione ma è un mio personalissimo parere 

Quello che ancora una volta non capisco è perché è un problema e quindi va affrontato. Per quanto mi riguarda non lo è affatto e se qualcuno palesasse l'idea di buttarsi sotto un ponte o sotto un treno, perché depresso, non mi sentirei di dirgli che sbaglia ma semmai cercherei in tutti i modi di fare in modo che con il suo gesto non intralci la vita degli altri (tra parentesi se non erro se uno si butta sotto un treno la circolazione ferroviaria in quella tratta si blocca e però il conto del disservizio viene spedito ai familiari del suicida, cosa che non mi sembra giusta perché nessuno sceglie di avere un parente così ma capisco e approvo la logica dello stato che non può rimetterci se uno sceglie di andarsene interrompendo un servizio pubblico)

Che ne pensate? Risucite a formirmi elementi per capire perché il suicidio è un problema sociale? 

 

 

Complimenti per il livello di argomentazione, in effetti di fronte alla tragedia di persone che si tolgono la vita il disservizio del treno è un tema rilevante...

Non c'è nessuna origine "culturale" da ricercare, è un problema perché nella civiltà non ci piace vedere le persone uccidersi, e col cazzo che hanno "diritto" di farlo, è un dovere sociale impedirglielo in ogni modo, perché c'è un'ampia fetta di soggetti che si possono salvare. L'esistenza degli irrecuperabili (ossia soggetti troppo compromessi che non riescono più a risollevarsi)) non rileva, se ci fosse anche un 1% riconvertibile al piacere di vivere bisogna dargli quella chance.

 

Non so bene che background ti abbia ridotto in queste condizioni, a tal punto da preoccuparti più del fatto che il suicidio non interferisca con la vita altrui che del suicidio stesso, e la cosa non la trovo comunque interessante.

Oppure hai scritto questo post vomitevole con la bottiglia di whisky nell'altra mano, in tal caso sei giustificato. 

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Gainsbourg

siamo animali sociali, la nostra sopravvivenza e il nostro benessere passa attraverso gli altri.

Sapere che una persona vuole farla finita o lo fa, non è un buon segno, a prescindere se blocca o meno la metropolitana.

Se poi avviene a qualcuno che conosci, per me è proprio una tragedia.

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