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Suicidio


Edo

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BlackSwan
23 ore fa, leavingmyheart ha scritto:

 

 

Complimenti per il livello di argomentazione, in effetti di fronte alla tragedia di persone che si tolgono la vita il disservizio del treno è un tema rilevante...

Non c'è nessuna origine "culturale" da ricercare, è un problema perché nella civiltà non ci piace vedere le persone uccidersi, e col cazzo che hanno "diritto" di farlo, è un dovere sociale impedirglielo in ogni modo, perché c'è un'ampia fetta di soggetti che si possono salvare. L'esistenza degli irrecuperabili (ossia soggetti troppo compromessi che non riescono più a risollevarsi)) non rileva, se ci fosse anche un 1% riconvertibile al piacere di vivere bisogna dargli quella chance.

 

Non so bene che background ti abbia ridotto in queste condizioni, a tal punto da preoccuparti più del fatto che il suicidio non interferisca con la vita altrui che del suicidio stesso, e la cosa non la trovo comunque interessante.

Oppure hai scritto questo post vomitevole con la bottiglia di whisky nell'altra mano, in tal caso sei giustificato. 

GRAZIE. Speravo di trovare risposte come queste, però prima mi son dovuto fiondare a rispondere

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Outsider

Utenti triggerati  al solo leggere la parola suicidio.

Adoro.

Reazioni peggiori le ho viste solo quando possessori di cavalli discutevano il consumo di carne equina.

Mio sadismo a parte, rimango un po’ basito: non pensavo che il suicidio fosse un argomento cosi scomodo da discutere.

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Sono opinioni, non credo di aver mai considerato espressamente merda i vostri interventi né tantomeno quelli di altri utenti bislacchi capitati qui per caso

Ho detto fin dall'inizio che l'argomento avrebbe toccato corde vicine a molti di voi perché è semplicemente un dato statistico e su 30.000 utenti è normale statisticamente parlando trovare degli esempi in questo campo

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Ambasciatore
29 minuti fa, Outsider ha scritto:

Utenti triggerati  al solo leggere la parola suicidio.

Adoro.

Reazioni peggiori le ho viste solo quando possessori di cavalli discutevano il consumo di carne equina.

Mio sadismo a parte, rimango un po’ basito: non pensavo che il suicidio fosse un argomento cosi scomodo da discutere.

Secondo me non è l'argomento suicidio ad essere scomodo. E' l'argomento morte, ed in particolare un approccio cinico alla morte, ad essere scomodo. Un pò per vissuto personale, un pò per ragioni morali, un pò per particolari sensibilità, un pò per buonismo etc etc

Tuttavia non nego che il post iniziale e la questione del ritardo del treno mi ha fatto sorridere.

Per intenderci, nemmeno io soffro quando sento che qualcuno s'è suicidato, ma ancora meno mi frega dei 100 minuti di ritardo del treno causato dal suicidio. Probabilmente non mi toccherebbe nemmeno se quel treno saltasse per aria, a meno che non ci fosse su qualcuno a cui tengo.

Ma che ci sia qualcuno che di fronte a un suicidio si preoccupi dei ritardi dei treni a me pare veramente bislacco 😂 a meno che naturalmente, quel treno non sia il mio treno.

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Tod
14 ore fa, EdoardoG ha scritto:

Dici? Mi sembra che in Norvegia la vita sia abbastanza agiata eppure hanno una percentuale di suicidi enorme rispetto alla popolazione

Sfatiamo i falsi miti per cortesia.

La Norvegia è al 102° posto come tasso di suicidi. (Ultimi dati Ufficiali 2015 targati World Health Organisation), 62° se guardi i dati non ufficiali più recenti del 2018.

Per intenderci dopo Olanda, Slovacchia, Canada, Australia, Repubblica Ceca, Svizzera, Irlanda, Austria, Croazia, Serbia, Francia, Svezia, Finlandia, Argentina, Estonia, Slovenia, Corea del Nord, Uruguay, Giappone, Ungheria, India, Belgio, Lettonia, Ucraina, Russia, Polonia, Bielorussia, Corea del Sud, Lituania etc.

E questo nonostante per metà anno vivano nel buio più totale dalle due del pomeriggio. Senza inquinamento luminoso.

Detto questo, spezzo anche una lancia a tuo favore consigliando a tutti il film norvegese Den Brysomme Mannen.

Modificato da Tod
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Outsider
38 minuti fa, Ambasciatore ha scritto:

Secondo me non è l'argomento suicidio ad essere scomodo. E' l'argomento morte, ed in particolare un approccio cinico alla morte, ad essere scomodo. Un pò per vissuto personale, un pò per ragioni morali, un pò per particolari sensibilità, un pò per buonismo etc etc

Tuttavia non nego che il post iniziale e la questione del ritardo del treno mi ha fatto sorridere.

Per intenderci, nemmeno io soffro quando sento che qualcuno s'è suicidato, ma ancora meno mi frega dei 100 minuti di ritardo del treno causato dal suicidio. Probabilmente non mi toccherebbe nemmeno se quel treno saltasse per aria, a meno che non ci fosse su qualcuno a cui tengo.

Ma che ci sia qualcuno che di fronte a un suicidio si preoccupi dei ritardi dei treni a me pare veramente bislacco 😂 a meno che naturalmente, quel treno non sia il mio treno.

Sicuramente tutti gli argomenti che ruotano intorno a morte/salute sono un po’ indigesti, questo l’ho visto anche nella mia esperienza personale.

Secondo me il discorso del treno era più che altro un esempio, ci sono persone che in effetti scelgono di togliersi la vita in modi che più o meno marcatamente coinvolgono gli altri e qui si apre un filone di conversazione enorme, a partire dal l’interpretazione che ognuno dà al suicidio e quindi al modo in cui “emblematicamente” sceglie di lasciarci..

ai mezzi che ha a disposizione, ecc ecc..

Ti dirò comunque che a me è capitato di perdere un pomeriggio perché qualcuno si era buttato sotto il treno che aspettavo (forse era lo stesso di @DreamSpirit 😂) e in effetti gli ho tirato alcune maledizioni postume.

 

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Il 26/7/2018 alle 16:24 , EdoardoG ha scritto:

Spesso si sente dire che il suicidio è un problema che riguarda tutti noi come società e come tale ce ne dobbiamo occupare e sensibilizzarci in merito ma io sinceramente non capisco perché.

Perche' non hai la minima idea di cosa sia la vita e cosa significhi vivere.

 

Il 26/7/2018 alle 16:24 , EdoardoG ha scritto:

Mi sto riferendo esclusivamente a quelle persone che decidono di farla finita senza coinvolgere altri (quindi qui escludo i fanatici che si fanno esplodere per colpire altri oppure che ammazzano altri e poi si suicidano). Secondo me ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di porre fine alla sua vita specialmente se non disturba le quotidiane azioni del prossimo (per es non capisco perché se uno vuole togliersi la vita debba scegliere di interrompere un pubblico servizio buttandosi sotto un treno quando può benissimo farlo a casa sua senza rompere le scatole a nessuno)

 

A parte i casi in cui parliamo di individui la cui morte non desta emozioni a nessuno, mi sembra che tu stia considerando la cosa tristemente solo dal lato materiale. 

Perche' mai una persona che si suicida dovrebbe preoccuparsi di mantenere scorrevole il traffico? 

Dunque per te, inoltre, un suicidio e' meno pesante di un ingombro stradale. E' interessante come tu ritenga una perdita di tempo (il traffico) piu' fastidiosa di qualcuno che ti ha appena dimostrato quanto il tempo sia relativo. 

Sei sicura di avere riflettuto bene su cosa sia il suicidio? Secondo me ti stai ponendo la domanda sbagliata. 

 

Il 26/7/2018 alle 16:24 , EdoardoG ha scritto:

Gli interrogativi che mi balzano in testa riguardano l'essenza del suicidio e la percezione che ne abbiamo: perché è considerato un problema da affrontare? L'unica spiegazione logica secondo me è per il fatto che il suicidio toglie vite potenzialmente fertili e quindi toglie chance riproduttive alla nostra specie


La tua spiegazione non mi sembra molto logica. 
D'altronde, ad essere sinceri, che un tuo competitor scompaia dalla scena dovrebbe soltanto essere un tuo vantaggio. Cosi' come per gli eterosessuali l'esistenza di comunita' gay maschili dovrebbe dal punto di vista logico rappresentare un elemento importante giacche' toglie dalla piazza parecchi rivali. 

In realta', se dovessimo affrontare la questione dal punto di vista logico, e' l'esatto contrario di cio' che intendi e non c'entra nulla con cio' che intendi. 

Se invece vogliamo capire come mai il suicidio sia cosi' temuto, ancora una volta, ti invito a riformulare la tua domanda perche' non ha neanche senso cosi' come e' scritta. 

Ma ti faccio una domanda semplice: tu vorresti suicidarti? Se si', perche'? Se no, perche'?

Quanto ritieni sia differente colui che si suicida da colui che sceglie di vivere e cosa ritieni che ti differenzi, nel caso appartenessi ad una delle due categorie, dall'altra?

 

Il 26/7/2018 alle 16:24 , EdoardoG ha scritto:

Dal canto mio ho conosciuto un paio di persone che in passato hanno tentato il suicidio per motivi legati al rapporto con i genitori e un ragazzo che conoscevo l'ha fatta finita perché i genitori erano fortemente omofobi nei suoi confronti 

 

I rapporti causa-effetto sono davvero questi? Oppure i rapporti con i genitori hanno indotto queste persone a iniziare a ruotare in una spirale che li ha lentamente condotti ad una scelta? E perche' hanno preso tale scelta? 

 

Il 26/7/2018 alle 16:24 , EdoardoG ha scritto:

Però io vorrei soffermarmi in particolare sui suicidi di persone che hanno tutto e stanno discretamente bene, secondo me sono dei deboli e il suicidio è la conseguenza finale della loro depressione ma è un mio personalissimo parere 

 

Chi sei tu per dire che quelle persone stessero bene? 
Ritieni che chi soffra, o abbia sofferto di depressione, sia un debole? Ma sai di cosa stai parlando almeno? 

Davvero non riesci a cogliere la similitudine tra un Robin Williams e una delle persone che hanno tentato il suicidio che hai conosciuto?

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gelsomino
2 ore fa, BlackSwan ha scritto:

Per quelle pochissime persone che sono sopravvissute, hanno detto che nel momento esatto che si sono lasciate andare nel vuoto, hanno capito di aver fatto la scelta sbagliata.

Ed ecco, poi è finito il tempo destinato al servizio e si è passato ad altro, e tutti felici, l'aspirante suicida è rinsavito, la vita è bella, tutto s'aggiusta 

e tutti vissero felici e contenti, sembra quel film di CAPRA.

Nessuno che abbia chiesto al "sacrilego" ....e quale avrebbe potuto essere la scelta giusta ?!? NESSUNO, perchè si da per scontato che la scelta

giusta è quella di non suicidarsi.

Mi sto seguendo questo post, e seguo un mio step del percorso di crescita personale e li ho legati insieme e ci sono degli spunti interessanti,

devo menzionare @purple pill , perchè nel suo ultimo post in questo 3d ,ecco mi ha "dondolato" con le sue parole,

ecco, faccio una similitudine , come esiste il tanto sbandierato internet delle cose penso anche esista una scrittura delle cose,

e penso che lui di qualche cosa sul suicidio , l'ombra sul muro sia riuscita ad imprimerla ad eternum, perchè io di qualche suicidio

qualcosa so e le ho "risentite" leggendolo.

Personalmente non ho mai pensato di "farmi fuori" appartenendo a quella razza di gente che se deve morire 

devono proprio farla fuori o aspettare "il fine vita programmato del prodotto", se proprio dovessi farlo, sceglierei 

una indolore overdose di morfina, wow , di classe,e cosi' non fermerei neanche questi cazzo di treno, anche se senza 

suicidi son sempre in ritardo lo stesso, una scusa in piu'.

Appartenendo a quella razza di gente , ammetterei il suicidio di quelli che per il troppo dolore fisico o disabilità "importanti" decidano per esso,

perchè questo cervello che vuole vivere e non può attuare le cose , questa nostra cazzo di dannazione eterna,

quella dolcezza che può solo manifestarsi attraverso un sorriso, quei sorrisi che sembrano quelli dei bimbi che dormono, e 

non riescono ancora a dire mamma, sorrisi inspiegabili, che pero' ci fanno provare umanità.

Ci sono delle scatole nere, con la nostra faccia sopra, dentro c'e' un ginepraio di "cose", è tra queste ce ne qualcuna che ci provoca dolore ,

che è troppo forte, e quel dolore ci porta ad un centimetro dal ponte, e noi proviamo ad aprire la scatola 

ma dentro c'e' troppa roba, difficile capire, qual'e' l'ingranaggio che non gira  o gira male o s'è fermato

e si butta via la scatola, cercando di allontanarla da noi o che la merda del pattume dove la buttiamo possa distruggere quel tarlo che non riusciamo ad individuare ma che allo stesso tempo

ci mangia da dentro ma   quella scatola siamo noi, o potremmo essere noi....

Mi fermo qua , non aggiungo nulla che possa far vibrare ,anche a costo di correre il rischio di renderlo di un buonismo daccatto disdicevole, il mio scritto , si oggi voglio sentirmi un pò

PURPLE PILL  anch'io, oggi si. 

 

 

 

 

 

 

 

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Giraluna

Mi sono ricordata di un episodio appartenente alla mia prima adolescenza. 

Cacchio ... la mente umana viaggia così dal nulla che è una cosa affascinante. 

Terza media. Educazione tecnica. Pomeriggio. Na faticaccia il tempo lungo. Du palle. 

Interrogazione 😢😨😲😱

Non mia. Mi stavo a fare i grattini con una compagna per ammazzare il tempo. Avevamo il banco attaccato alla cattedra perché dovevamo essere tenute sott occhio. Lol. Che ricordi. 

Interrogava sempre tre alla volta. Uno di loro non stava andando tanto bene. La prof inizio a farlo notare. Al solito partirono le ramanzine: e studia di qua e studia di la e bla bla bla ... senza badare a chi le stesse rivolgendo.   

Noto che lui inizia ad oscurarsi in viso. Ammette poi candidamente davanti alla classe che sta pensando al suicidio perché non ce la fa più. 

La prof sbianca e sbotta: Giacomo ma cosa stai dicendo?! 

In realtà lo chiamo per cognome. 

Lui era serio. Ovviamente nessuno di noi lo appoggiò e cercammo di farlo ragionare, soprattutto sfogare. All assemblea prof/genitori venne sollevato il problema: la madre era oppressiva/ossessiva circa il fatto che il figlio portasse a casa voti superrimi e venne a scoprire proprio lì che il figlio medito il suicidio. Quando mia madre torno a casa mi raccontò un po come andò poi a fine assemblea. Parlò con lei che scoppiò a piangere. Mia madre le disse che se avesse continuato così l avrebbe perso. 

Da quel giorno le cose cambiarono per i due. 

Ogni tanto la prof chiedeva a Giacomo come stesse. Sapete ... così, perché non si sa mai. 

Bene, bene prof. Non si preoccupi.

Capivi, guardandolo in volto, che non c era più da preoccuparsi.  L ho giusto incontrato poco tempo fa. Era con la sua ragazza. Quando lo riconobbi ripensai al fatto che era quello che in classe leggeva e scriveva più lentamente rispetto agli altri e che penso al suicidio. Ora è carabiniere. Chissà, forse la sua sensibilità lo spinse a scegliere questa carriera correlata al senso di giustizia di quel periodo. Infondo, se ci pensiamo, voleva solo giustizia, che gli fosse riconosciuto anche quel sufficiente proprio perché leggeva e scriveva più lentamente. Se oggi è chi è lo si deve a quel giorno in cui tutta la classe lo fece sentire importante. È stato coraggioso di fronte a tutti noi ammettendo il suo disagio. Infatti oggi è un bellissimo carabiniere a difesa degli indifesi. 

Erano altri anni. Si portavano i jeans a zampa di elefante. La vita era altra, con un altro senso. Eppure esistono condizioni che rimangono immutate nonostante lo scorrere del tempo. Sia allora come oggi c è da chiedersi quale vita valga la pena di essere vissuta: se questa o quella che forse c è da qualche altra parte. 

Mah. 

Nel dubbio so che se ho problemi in questa posso eventualmente  chiamare la stazione dei carabinieri e chiedere di Giacomo. 

Una figata, no?

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1 ora fa, Giraluna ha scritto:

Interrogava sempre tre alla volta. Uno di loro non stava andando tanto bene. La prof inizio a farlo notare. Al solito partirono le ramanzine: e studia di qua e studia di la e bla bla bla ... senza badare a chi le stesse rivolgendo.   

La prof in ogni caso e' una mediocre. Un vero insegnante non umilia mai i propri alunni dicendo apertamente davanti a tutti che sta andando male. 

Purtroppo la scuola e' piena di sfigati che, spinti a prendere la laurea dalle famiglie/per apparire superiori, finiscono, per la propria incompetenza, a fare gli insegnanti. 

Invece l'insegnante e' un mestiere che non tutti dovrebbero fare.

 

1 ora fa, Giraluna ha scritto:

Noto che lui inizia ad oscurarsi in viso. Ammette poi candidamente davanti alla classe che sta pensando al suicidio perché non ce la fa più. 

La prof sbianca e sbotta: Giacomo ma cosa stai dicendo?! 

In realtà lo chiamo per cognome. 

Lui era serio. Ovviamente nessuno di noi lo appoggiò e cercammo di farlo ragionare, soprattutto sfogare. All assemblea prof/genitori venne sollevato il problema: la madre era oppressiva/ossessiva circa il fatto che il figlio portasse a casa voti superrimi e venne a scoprire proprio lì che il figlio medito il suicidio. Quando mia madre torno a casa mi raccontò un po come andò poi a fine assemblea. Parlò con lei che scoppiò a piangere. Mia madre le disse che se avesse continuato così l avrebbe perso. 

Da quel giorno le cose cambiarono per i due. 


E' una situazione davvero unica quella che descrivi.

Non e' vero, e' quasi sempre falso che nonostante i genitori vengano avvisati che stanno facendo del male, allora essi cambiano.

La stragrande maggioranza dei genitori incapaci e incuranti dei loro figli continua a sbattersene le palle, anche dopo una, dieci, cento o mille avvisaglie varie. 
Perche' spesso la gente quando viene messa di fronte ai propri limiti preferisce scaricare la colpa su altri. E spesso i genitori scaricano le loro colpe sui figli. 

Contento per questo ragazzo che la madre abbia avuto un attimo di illuminazione, ma davvero. E' l'eccezione che conferma la regola. 
 

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