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Suicidio


Edo

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Giraluna
1 ora fa, Karls ha scritto:

spesso la gente quando viene messa di fronte ai propri limiti preferisce scaricare la colpa su altri.

Eh già ... un po quello che sostengo quando consiglio di interrogarsi circa il fatto se credere o meno al pensiero comune. Nel qual caso se credere a tutti quelli che puntano il dito e dicono che era debole, infame, pezzo di merda ecc perché facendo così o cosa ha comportato questo/compromesso l altro ecc. Ci sta che si pensi in linea col pensiero di Edo, che in altre. Che cazz ... ovvio, dai. Tuttavia scavare sempre più affondo rispetto alla sola scelta di pensare così e cosa dovrebbe diventarlo al suo pari (intendo una cosa ovvia). L importante è secondo me porsi una domanda sola prima di scrivere qualsiasi post: ma quello che sto andando a scrivere è davvero il mio pensiero, frutto di fatti, dunque esperienza e risultati che mi hanno portato a confermare che resterà tale la mia opinione oppure è un sottoprodotto modificato qua e la del pensiero comune?

Se vogliamo anche quest altra domanda aiuta a capirsi meglio: posso dichiarare a me stesso che ciò che vado a scrivere sia totalmente immune dal pensiero comune, non abbia subito troppo l influenza comune tanto da rendermi conto di tutte le variabili in gioco e non scriva perché sto pensando unicamente in un solo senso perché appunto il pensiero comune ti porta a fare direttamente questo? 

Sarà che sarò sotto terapia, ma sto imparando a non basarmi solo ed unicamente sul quesito posto dall autore/autrice. È sanissimo riflettere sulle modalità di questo o quell argomento. Chi pone domande cerca risposte circa una strada di pensiero da seguire o per capire se la propria, che lo ha spinto ad aprire il thread sia corretta. È al contempo significativo dall andazzo del thread trarre anche degli insegnamenti per se stessi approfondendo o dibattendo anche su più linee lo stesso argomento. Ad esempio leggendo tutti gli ultimi interventi ho notato che ho tratto frasi importanti per me sia in quelli che non sono minimamente d accordo con Edo che in quelli più in linea con lei.

Fico, no?

Non è una regola seguire pedissequamente il primo quesito dell autore: dipende sempre da come si interviene o chi interviene. Non è una regola che debba seguire solo chi la pensa come me: posso trarre degli spunti anche da chi la pensa all opposto o totalmente diversa da me.

Più in generale: non è una regola che sia una regola.

Si torna sempre li: siamo davvero liberi in ciò che scriviamo, dove lo scriviamo e a chi oppure sotto sotto siamo stati triggerati dal pensiero comune di fuori o dall andazzo maggioritario qui dentro?

Se lo fossimo stati, sono davvero libero di fregarmene di come la gente vuole farmi credere di essere oppure sotto sotto è solo un sistema di auto convinzione ripetersi di esserne immuni?

Che figata ste domande. Mi piacciono in sacco. 

Buon sabato a tutti. 

Modificato da Giraluna
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10 minuti fa, Giraluna ha scritto:

Non è una regola seguire pedissequamente il primo quesito dell autore: dipende sempre da come si interviene o chi interviene. Non è una regola che debba seguire solo chi la pensa come me: posso trarre degli spunti anche da chi la pensa all opposto o totalmente diversa da me.

Più in generale: non è una regola che sia una regola.

Si torna sempre li: siamo davvero liberi in ciò che scriviamo, dove lo scriviamo e a chi oppure sotto sotto siamo stati triggerati dal pensiero comune di fuori o dall andazzo maggioritario qui dentro?

Se lo fossimo stati, sono davvero libero di fregarmene di come la gente vuole farmi credere di essere oppure sotto sotto è solo un sistema di auto convinzione ripetersi di esserne immuni?


Le persone sono cio' che fanno. 

Raramente sono cio' che pensano. 

Detto questo, l'argomento e' assai complesso: mi verrebbe da tenere presente che tutto dipende fortemente dal fatto che si e' credenti o meno. 

Credi che ci sia vita dopo la morte? (e' gia' un ossimoro questa domanda, figurati la risposta)

Nel caso in cui siamo di fronte alle classiche persone che credono di essere atei, ma non hanno la minima idea delle cazzate che dicono e perche' le dicono, ma le dicono perche' tutto fa cool e "gli atei sono intelligenti e i credenti creduloni" allora e' evidente che domande come quelle all'inizio del thread vengano fatte: sono domande il cui background sulle quali poggiano e' palesemente vuoto, privo di personalita'. 

Non vorrei che EdoardoG la prendesse come una offesa. Come gia' detto altrove, l'ignoranza e' spesso un bene. 

Nota: io sono agnostico, ateo razionalista a tratti. 

Ma sai quanta gente ho conosciuto darsi tali epiteti e non sapere un cazzo di niente di quello che dicevano?

Il punto e' che le persone tendono ad uniformarsi e a scappare dai propri errori tanto quanto sono dei perdenti. 

La caratteristica di ripartire dai propri errori, dell'assumersi le proprie responsabilita' e' prerogativa dei leader, dei vincenti. 

Mi rendo conto che qua dentro parlare di leader/vincenti genera confusione, giacche' con tale termine si vuole indicare il famoso maschio alpha che rimorchia a destra e a manca. 

C'e' un errore di fondo in verita'. 

Ho visto tantissimi cosiddetti "maschi alpha", ovverosia uomini di successo con le donne, essere dei veri pappamolle e piangere, letteralmente lacrimando, anche per sciocchezze di poco conto. 

Non sto condannando gli uomini che piangono, attenzione. Tutti noi abbiamo momenti difficili. 
Ma la forza di affrontare le situazioni nella vita relativamente semplici o complesse ci mette di fronte a prove cui solo i coraggiosi e intraprendenti si lanciano con energia e spirito combattivo.

Altri, invece, frignano come femminucce (e scusami per il termine). 

Il suicidio, dunque? E' un supremo atto di coraggio che va oltre il buon senso e diventa incoscienza. Verso se' stessi e il mondo attuale. 
Ma un suicida non e' mai una persona debole. E' l'esatto contrario. 

Esistono societa' dove il suicida veniva lodato e omaggiato per il suo gesto di coraggio e onore. 

Sia chiaro, un coraggio incosciente. Perche' razionalmente conviene sempre vivere. Perche' la vita e' troppo importante, la vita e' tutto quello che sei. E senza, sei il nulla.

 

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6 ore fa, Karls ha scritto:

Perche' non hai la minima idea di cosa sia la vita e cosa significhi vivere

Da cosa questo? Mi faresti la cortesia di spiegarmi tu cosa sia la vita e cosa significhi vivere?

6 ore fa, Karls ha scritto:

Dunque per te, inoltre, un suicidio e' meno pesante di un ingombro stradale.

Un suicidio che causa un ingombro stradale è un ingombro stradale

 

7 ore fa, Karls ha scritto:

tu vorresti suicidarti? Se si', perche'? Se no, perche'?

No perché semplicemente nessuno se ne frega di te da vivo figuriamoci da morto, a me piace la mia vita e mi è stato insegnato che qualora non mi piaccia è mio dovere porvi rimedio e rimboccarmi le maniche per farla funzionare, sennò come ultima spiaggia prendo e me ne vado. Ma il suicida odia la sua vita in sé e ovunque vada sarà infelice solo che ha fatto male i calcoli perché nessuno se ne frega di lui da vivo, beh tantomeno da morto

 

7 ore fa, Karls ha scritto:

Quanto ritieni sia differente colui che si suicida da colui che sceglie di vivere e cosa ritieni che ti differenzi, nel caso appartenessi ad una delle due categorie, dall'altra?

 

Il 26/7/2018 alle 16:24 , EdoardoG ha scritto:

Dal canto mio ho conosciuto un paio di persone che in passato hanno tentato il suicidio per motivi legati al rapporto con i genitori e un ragazzo che conoscevo l'ha fatta finita perché i genitori erano fortemente omofobi nei suoi confronti 

 

I rapporti causa-effetto sono davvero questi? Oppure i rapporti con i genitori hanno indotto queste persone a iniziare a ruotare in una spirale che li ha lentamente condotti ad una scelta? E perche' hanno preso tale scelta? 

 

Nessuna differenza tra i due perché di entrambi il mondo se ne frega, uno vive perché è programmato per farlo e perché la sua bloodline ha fatto in modo che oggi sia qui, l'altro si toglie la vita perché ha la possibilità di farlo materialmente ma non è più o meno degno di chi vive, ha semplicemente sputato in faccia ai sacrifici che hanno fatto i suoi antenati ma evidentemente anche il suicidio è un modo per fare piazza pulita in senso darwiniano

 

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4 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

Da cosa questo? Mi faresti la cortesia di spiegarmi tu cosa sia la vita e cosa significhi vivere?

7 ore fa, Karls ha scritto:

In realta' la risposta te la ho quasi data. E' in gran parte contenuta nella domanda che ti ho posto. 
Il problema e' che non hai proprio la base necessaria per comprenderne il significato. Altrimenti non avresti mai posto una simile domanda con simili, sterili argomentazioni.

4 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

Un suicidio che causa un ingombro stradale è un ingombro stradale

 

Io ti ho posto una osservazione. E la tua risposta non e' pertinente (e un suicidio che causa un ingombro stradale non puo' essere un ingombro stradale. Come possono due cose diverse, tra l'altro in rapporto causa-effetto da come le poni, essere la stessa cosa?)

La rifaccio.
Per te e' piu' fastidioso un ingombro stradale (che e' nient'altro che una perdita di tempo) oppure una dimostrazione di quanto il tempo non sia poi cosi' importante? (il suicidio)
 

4 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

No perché semplicemente nessuno se ne frega di te da vivo figuriamoci da morto, a me piace la mia vita e mi è stato insegnato che qualora non mi piaccia è mio dovere porvi rimedio e rimboccarmi le maniche per farla funzionare, sennò come ultima spiaggia prendo e me ne vado. Ma il suicida odia la sua vita in sé e ovunque vada sarà infelice solo che ha fatto male i calcoli perché nessuno se ne frega di lui da vivo, beh tantomeno da morto

 

Come gia' qualcuno ti ha fatto notare, il principale problema che ti ha spinto a fare una domanda cosi' vacua e frivola e' nel fatto che non hai (ancora) sviluppato un pensiero autonomo. 

Ma quindi la tua vita si basa interamente su quello che ti hanno insegnato? E tu hai ingurgitato tutti questi insegnamenti come fanno i credenti a messa quando il prete gli da' l'ostia in bocca? 
Senza fiatare? Insomma, sei in piena sintonia con tutto cio' che ti hanno insegnato? 
 

4 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

Nessuna differenza tra i due perché di entrambi il mondo se ne frega, uno vive perché è programmato per farlo e perché la sua bloodline ha fatto in modo che oggi sia qui, l'altro si toglie la vita perché ha la possibilità di farlo materialmente ma non è più o meno degno di chi vive, ha semplicemente sputato in faccia ai sacrifici che hanno fatto i suoi antenati ma evidentemente anche il suicidio è un modo per fare piazza pulita in senso darwiniano


Ma perche' rimarchi continuamente che il mondo se ne frega? Magari i parenti non se ne fregano affatto. Che ne sai? 

Come mai tutte queste affermazioni gratuite? 

Come ti ho gia' spiegato, inoltre, non c'e' molta relazione tra suicidio ed evoluzione/selezione sessuale, anzi. 

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Cita

Non dobbiamo promettere ciò che non dovremmo, per non essere chiamati a svolgere ciò che non possiamo.
(Abraham Lincoln)

E' interessante la frase nella tua firma. 

Hai mai riflettuto a fondo sul suo significato?

 

31 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

No perché semplicemente nessuno se ne frega di te da vivo figuriamoci da morto, a me piace la mia vita e mi è stato insegnato che qualora non mi piaccia è mio dovere porvi rimedio e rimboccarmi le maniche per farla funzionare, sennò come ultima spiaggia prendo e me ne vado. Ma il suicida odia la sua vita in sé e ovunque vada sarà infelice solo che ha fatto male i calcoli perché nessuno se ne frega di lui da vivo, beh tantomeno da morto


Saresti in grado di spiegare ad una persona che vuole togliersi la vita che e' meglio vivere che morire? 

Sulla base di cosa lo faresti? Perche' ... "A me piace la mia vita" (cit)?

Come la tua frase in firma suggerisce, dovresti desistere dal pensare di potere sapere cose che non puoi sapere, semplicemente perche' la tua vita non e' la vita degli altri (e si capisce da come scrivi che finora hai vissuto nella bambagia, anche se ritieni che due/tre episodi famigliari possano essere un buon spunto per affermare che hai avuto una "vita difficile").

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Giraluna

@EdoardoG 

51 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

è mio dovere porvi rimedio e rimboccarmi le maniche per farla funzionare, sennò come ultima spiaggia prendo e me ne vado. 

Questa affermazione mi ha fatto scattare un approfondimento: secondo te chiunque si suicida non ha fatto esattamente come da te scritto, ossia usare altri strumenti prima di farla finita?

La domanda mi è sorta perché stavo pensando alla signora che s impicco sull altalena del parco che ho di fronte casa. Una mattina estiva. La trovò un passante che stava tornando a casa dall uscita col cane. Era sposata, con figli. Stai riflettendo sulle modalità come scrivesti ieri. Questa signora ha utilizzato l impiccagione, nota per essere una pratica che porta ad una morte più lenta (se non sbaglio, due minuti tra soffocamento e perdita dei sensi) e come luogo un parco pubblico durante un periodo in cui i pupi sono a casa, dunque più probabilità di essere vista da uno di loro. Secondo me qualcosa prima di arrivare a quel gesto l avrà fatto. Allo stesso tempo penso che gli strumenti messi a disposizione per evitare gesti del genere siano una delle cause per cui viene definito un problema sociale. 

Riflettiamo: spesso qui dentro si legge di utenti che passano da più di uno psicologo. Io stessa sono al terzo (ed ultimo). Le strutture private costano ed il servizio pubblico richiede tempistiche spesso inaccettabili. 

Se fosse stato definito un problema sociale proprio perché la società sta riconoscendo le falle nel sistema ma appunto cerca di tergiversarci sopra asserendo che sia un problema di tutti e da risolvere urgentemente per lavarsi la coscienza?

@Karls che significa ateo tradizionalista a tratti?

Modificato da Giraluna
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11 minuti fa, Giraluna ha scritto:

che significa ateo tradizionalista a tratti?

Scusa, intendevo agnostico razionalista. 

Di fondo sono ateo/agnostico razionalista, nel senso che, seppur non ho prove, ritengo (sospetto) che non esista un dio creatore nel senso inteso dalle varie religioni, ma non ho prove ne' strumenti per dimostrarlo e quindi il mio e' solo un parere.

Sono piu' spinoziano da questo punto di vista. Se esiste un dio, questo e' l'universo stesso. Concetto ripreso anche da Einstein. Con la differenza che lui ci credeva, io la ritengo solo una possibilita'. 

Agnostico razionalista e' colui che di base non crede. Ritiene vero solo cio' che puo' essere provato (scientificamente). Ma e' cosciente che una ragione divina puo' trascendere quella umana (quindi fino a prova contraria non puo' avere strumenti per capire una tale questione e sospende il giudizio).

Un concetto simile fu espresso da Bertrand Russell (l'intervista dove lo spiega la trovi su YouTube).

Modificato da Karls
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Giraluna

Grazie della risposta @Karls

Sono agnostica pure io. Non sapevo che ci fosse anche la dicitura razionalista. Significa che ce ne sono di altre tipologie, immagino. 

Approfondirò la questione. 

Modificato da Giraluna
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5 ore fa, Giraluna ha scritto:

@EdoardoG 

Questa affermazione mi ha fatto scattare un approfondimento: secondo te chiunque si suicida non ha fatto esattamente come da te scritto, ossia usare altri strumenti prima di farla finita?

La domanda mi è sorta perché stavo pensando alla signora che s impicco sull altalena del parco che ho di fronte casa. Una mattina estiva. La trovò un passante che stava tornando a casa dall uscita col cane. Era sposata, con figli. Stai riflettendo sulle modalità come scrivesti ieri. Questa signora ha utilizzato l impiccagione, nota per essere una pratica che porta ad una morte più lenta (se non sbaglio, due minuti tra soffocamento e perdita dei sensi) e come luogo un parco pubblico durante un periodo in cui i pupi sono a casa, dunque più probabilità di essere vista da uno di loro. Secondo me qualcosa prima di arrivare a quel gesto l avrà fatto. Allo stesso tempo penso che gli strumenti messi a disposizione per evitare gesti del genere siano una delle cause per cui viene definito un problema sociale. 

Riflettiamo: spesso qui dentro si legge di utenti che passano da più di uno psicologo. Io stessa sono al terzo (ed ultimo). Le strutture private costano ed il servizio pubblico richiede tempistiche spesso inaccettabili. 

Se fosse stato definito un problema sociale proprio perché la società sta riconoscendo le falle nel sistema ma appunto cerca di tergiversarci sopra asserendo che sia un problema di tutti e da risolvere urgentemente per lavarsi la coscienza?

@Karls che significa ateo tradizionalista a tratti?

E'definito come  un problema sociale ma lo fanno passare dietro le quinte come un problema del singolo ad adattarsi alla società, secondo me. Come se questa fosse l'unica, più perfetta e sana società possibile.

Essere felici e soddisfatti è una dura lotta per tutti, qualcuno ce l'ha più dura altri meno ma non è scontato per nessuno, però è molto più facile dare la "colpa" alla difficoltà di adattamento di ognuno ad una società malata come la nostra piuttosto che ammettere che c'è un problema di fondo nel sistema.

Penso all'educazione scolastica, a quanto sia fuorviante per un bambino sano e per le sue vere radici, tanto per cominciare.

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