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Ieri, Oggi e Domani.


Hanamichi

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Cominciamo dal lontano 1949: anno in cui è nato mio Padre.

L'Italia usciva profondamente distrutta da due Guerre Mondiali.

Il tasso di natalità era molto alto: si parla di nuclei familiari composti anche da 10 membri perché i figli erano visti al pari di strumenti da lavoro per coltivare la terra.

Coloro che avevano la possibilità di studiare, terminavano verso i 14 anni prima di inserirsi nel mondo del lavoro.

A una parte relativamente piccola (generalmente maschile) era offerto di continuare gli studi e solo una minima percentuale di essi (estremamente facoltosa) poteva permettersi di fare l'Università.

Tutto questo inserito chiaramente in un contesto di profonda competizione per la sopravvivenza ma anche di profonda unità all’interno del nucleo familiare e senso del dovere da parte della donna verso il coniuge (in primis) e verso i figli.

Parlo di “senso del dovere” ma sarebbe più giusto definirlo come “condizionamento psicologico”.

Alla donna infatti non era concesso avere una vita sessuale propria: doveva vestire in maniera composta, andare a messa tutte le domeniche e se restava incinta, non esisteva alcuna soluzione tranne quella di sposare l’uomo che l’aveva ingravidata.

Un decennio dopo, l’ambiente sociale si presentava profondamente contradditorio: da un lato aumentano la ricchezza e il potere di acquisto grazie al piano di ricostruzione Marshall mentre dall’altro cresce la disparità sociale tra uomo e donna.

Per un uomo tradire la propria moglie non era condannato come per una donna tradire il proprio marito. Il maschilismo era profondamente radicato nelle famiglie e promosso dalla Chiesa cattolica, che vedeva nella donna una sorta di strumento di cui l’uomo poteva disporre a proprio piacimento.

Con gli anni 70 ci furono le prime avvisaglie di un cambiamento sociale. Lo sviluppo industriale ed economico nel decennio precedente aveva dato il via a una serie di servizi di intrattenimento quali: locali notturni, discoteche, cinema, luna park. Servizi accessibili ad un gruppo sempre maggiore di persone.

Aumentano anche il numero di donne che studiano e si informano. Nasce quindi una sorta di legame solidale, un sindacato che lotta per i diritti in difesa delle donne e che trova rappresentazione politica nel partito radicale di Emma Bonino.

Sempre negli anni 70, arriveranno due leggi che renderanno la donna padrona di se stessa e del proprio corpo: “La legge sul divorzio del 1970” dove separarsi diventa una realtà in grado di sconvolgere un legame fino ad allora considerato come il più sacro e indissolubile e la “La legge sull'aborto del 1978” che sancisce la possibilità per una donna di esercitare il diritto personale all'interruzione di gravidanza.

Un'altra invenzione destinata a rendere la donna sempre più libera è la minigonna.

Apparentemente innocua, la minigonna ha permesso alla donna di poter mostrare le gambe e successivamente le natiche, senza risultare offensiva perché giustificata dal trend di moda.

Se prima la donna doveva sottostare a regole fisse dettate dal codice di condotta morale, adesso è la morale ad essere influenzata dal codice di condotta femminile.

Nonostante le rivoluzioni sessuali avessero identificato nell’uomo l’origine di tutti i mali e le donne marciassero al ritmo di slogan come: “Tremate! Tremate! Le streghe son tornate! – Il vostro sperma c’inquina! – A letto con il nemico” in casa a comandare è sempre l'uomo.

Il motivo è semplice, in quegli anni non vi era bisogno del secondo stipendio e per una donna era molto più facile ed istintivo dedicarsi ad attività tipicamente femminili come portare a scuola i figli, cucinare, pulire casa, rammendare, fare il bucato.

Gli unici lavori a cui una donna poteva aspirare erano la maestra di scuola elementare oppure l’infermiera.

Mentre gli anni 70 sono scaratterizzati dalle lotte per l'emancipazione femminile (chiaramente anti-clericali e anti-tradizionaliste), gli anni 80 sono gli anni degli Yuppies (acronimo di Young Urban Professionist).

Giovani neolaureati (maschi o femmine) che, cavalcando l'ondata di liberismo economico Reaganiano, avevano in mente solo una cosa: fare soldi e farli in fretta.

Alcuni film diventano lo specchio dei cliché simbolo anni 80, presentando un nuovo prototipo di femmina: “La Donna Manager”.

Solo per citarne alcune tra le più famose:

Joan Collins interpreta Alexis Colby nella soap opera “Dinasty”. Il suo motto: “Finalmente ho tutto quello che ho sempre desiderato. Denaro, posizione, potere. Praticamente sono la donna più potente d'America. E ho fatto tutto io, da sola.”

Melanie Griffith è Tess McGill nel film culto “Una donna in carriera”: storia di una segretaria che partendo da zero con un’idea vincente riesce a farsi strada nel campo della vendita di spazi pubblicitari. Celebre la frase mentre flirta con Harrison Ford: “Ho un cervello per gli affari e un corpo per il peccato”.

Julia Roberts è Vivian Ward: una prostituta che esercita a Beverly Hills, più precisamente sulla Hollywood Boulevard, nota per la Hollywood Walk of Fame (la strada delle Stelle). La sua vita cambia quando incontra Edward Lewis, ricco miliardario esperto in fusioni e acquisizioni. La sua filosofia di Vita: “Io sui soldi non scherzo.”

Mentre la televisione proietta un’immagine di un’America senza limiti dove tutti possono arricchirsi giocando in borsa, in Italia sono gli anni di Tangentopoli e delle stragi di Mafia ma anche di Cicciolina, Moana Pozzi, Colpo Grosso, Drive – In e Non è la Rai.

Il mercato del sesso sembra perciò destinato a una rinascita: la legge Merlin del 1958 rendeva illegale la Prostituzione ma di fatto non vietava a nessuna donna di intraprendere la carriera di porno – star o valletta.

Un po’ come dire: “Non puoi farlo perché ti piace, altrimenti sei una Troia. Non puoi farlo per strada, altrimenti sei una Puttana. Ma puoi farlo davanti ad una macchina da presa perché è Glamour”.

L’ascesa del mercato del sesso subisce un’ulteriore impennata grazie ai cinema a Luci Rosse, all'introduzione del videoregistratore per l’intrattenimento domestico e ai negozi specializzati in prodotti destinati al solo pubblico adulto (Sexy Shop).

Si inizia a parlare di preservativi per prevenire malattie sessualmente trasmissibili come l’AIDS: un virus che sembra colpire prettamente gli omosessuali e che fatica ad essere riconosciuto soprattutto dalla Chiesa, la quale attraverso la politica di corrente DC tiene sotto controllo l’informazione.

Clamoroso il caso di Lupo Alberto: “Come ti frego il Virus”. Un opuscolo a fumetti firmato nel 1991 dalla Commissione nazionale per la lotta contro l'Aids, dall’allora ministro della Sanità e naturalmente da Silver (autore del personaggio di Lupo Alberto) ma che il ministro dell’Istruzione di allora Rosa Russo Jervolino arrivò a proibirne la distribuzione all'interno delle scuole poiché informava gli studenti sulla modalità di uso del preservativo. La stessa parola “Preservativo” viene censurata in televisione.

Ma il sesso ormai ha definitivamente cambiato faccia, si è evoluto: non è più una forma di ribellione contro il sistema quanto piuttosto un modo per la donna di esprimere il suo potere.

Se la Donna guadagna può tranquillamente essere padrona del proprio tempo e tornare a casa più tardi del marito. Tocca quindi all’uomo provvedere alla casa quando la moglie è fuori, andare a prendere i figli, preparare la cena, imparare come funziona una lavatrice e come si stira.

L’uomo di casa passa da “Pater-familias” a “Mammo”.

Negli anni 90 il sesso prematrimoniale diventa consuetudine,  parlare di preservativi non è più tabù, (storica la pubblicità "Di chi è questo?" in cui un burbero professore di lettere, simbolo del radicato integralismo cattolico, viene zittito dalla sua classe di studenti con una rivolta che assomiglia al finale di Spartacus), aumentano il numero di coppie che convivono con figli senza essere sposate, spopolano i Night Club, le discoteche per teenagers aperte la domenica pomeriggio e i locali per scambisti durante la settimana.

Nel 1995 nasce Internet come Word Wide Web (www): ci vorranno ancora 7 anni prima che facciano la loro comparsa i provider di posta elettronica che conosciamo oggi ma già dal 1998 su alcuni siti è possibile chattare, pubblicare immagini e tenere un proprio diario di foto e notizie (MSN messenger fa la sua comparsa in quell’anno diventando poi il punto di riferimento social per tutto il primo decennio del 2000).

La comunicazione diventa sempre più virtuale e sempre meno reale: gli SMS, le mail e le chat diventano un habitué per chi verso la fine degli anni 90 e l'inizio del 2000 ha tra i 14 e 19 anni.

Compatibilmente alla velocità di accesso: è possibile scaricare immagini porno.

La connessione a banda larga è ancora un'utopia: Youporn irrealizzabile ma alcuni siti offrono spezzoni a qualità minima e foto hard con cui è possibile passare la propria adolescenza oppure tradire la moglie.

Il 2000 è l'anno in cui Virtuale e Reale si fondono definitivamente: chiunque può essere famoso a dispetto della propria condizione sociale e delle proprie qualità. L’importante è che la sua immagine venda.

A tal proposito, un nuovo format mediatico sarà la killer application per la tv del futuro: “Il Grande Fratello”. Nato come esperimento di social life in diretta: permetterà a chiunque di diventare protagonista e ottenere fama e successo. E’ solo l’inizio della rivoluzione Web 2.0.

Parlare dal vivo diventa sempre più obsoleto: adesso si comunica chattando con lo slang e le emoticon.

L’età media dei possessori di cellulari si abbassa notevolmente rispetto a 10 anni prima e se sei una ragazza e vuoi guadagnare facilmente basta che diventi Cam-girl.

A mano a mano che la connessione a banda larga si diffonde, realtà e immaginazione si fondono grazie a Internet.

Nel 2002 esce “The Sims” il primo videogioco in cui è possibile simulare la vita.

Nel 2006 è la volta di Second Life, dov’è possibile creare il proprio avatar in un mondo senza limiti.

Nel 2007, un giovane di nome Mark Zuckerberg registra il dominio “Facebook” mentre la Apple di Steve Jobs lancia il primo modello di I-phone, adesso chiunque può postare, commentare, pubblicare e valutare foto di chiunque in qualsiasi momento.

I cellulari adesso sono smart-phone e Internet è un social network: l’immagine e l’apparenza diventano le basi su cui costruire la propria vita. Il corpo diventa un mezzo con cui promuovere la propria immagine tramite i selfie. Diventa quindi necessario raccogliere sempre più consensi: costi quel che costi.

Le palestre letteralmente trasbordano di maschi palestrati con gli addominali definiti e depilati, parallelamente le ragazze ricorrono sempre più spesso e sempre prima alla chirurgia plastica e alle protesi al silicone. Su Youtube è possibile trovare un video in cui una ragazza, mediamente bella, viene approcciata 40 volte in 10 ore (fanno 84 volte ogni 24 ore, e 28224 volte in un anno); in un altro video, una ragazza di bellezza medio - alta, arriva ad una media di 100 approcci ogni 3 ore (per un totale di 800 approcci ogni 24 ore, e 268880 approcci all’anno). Il tutto chiaramente escludendo i vari commenti sui social e blog vari.

Il tempo medio speso sui social network da un utente di età compresa tra i 15 e i 25 anni è di 1200 minuti (20 ore) a settimana. Praticamente un giorno su sette viene “vissuto” su Internet.

Mentre scrivo è il 14 Agosto 2016: attualmente il numero di divorzi aumenta rapidamente a causa di una Crisi Globale che ha precarizzato il mercato del lavoro rendendo i rapporti sessuali sempre più occasionali e i tradimenti sempre più comuni. Si parla di 4300 matrimoni in meno rispetto al 2015 e di una durata media della vita coniugale attorno ai 16 anni prima di convogliare a separazione.

Dall’ultimo rapporto Istat, nel paniere dei consumi domestici sono entrati “Tatuaggio” e “Palestra” mentre sono in calo: Università, tasso di nascite e mutuo sulla prima casa.

Le ragazzine iniziano ad avere regolarmente rapporti sessuali in età adolescenziale, anche con donne, anche a pagamento. Su Internet ho trovato il numero di una escort di 19 anni che si fa chiamare Alessia: la tariffa è di 150 euro all’ora. 300 con la possibilità di venuta in bocca e lato B.

Lo stipendio medio di un Ingegnere laureato a 25 anni in Ingegneria Gestionale, con votazione 101 su 110 è di 1246 euro nei primi due anni di lavoro, crescendo mediamente di 200 euro ogni due anni. Questo significa che a 31 anni, la retribuzione netta in busta paga con contratto a tempo indeterminato è di 1850 euro netti su 13 mensilità. Facendo un po’ di economia è possibile risparmiare circa 300 euro al mese per le ferie e gli imprevisti.

Parlando invece di costo medio della vita: il canone mensile di affitto di una stanza a Milano è di 500 euro (in nero), un po’ meno a Torino dove con 390 euro è possibile affittare un monolocale di proprietà (arredato con mobili IKEA), a 5 km dal centro.

Per esperienza personale, posso dire che per fare la spesa un single spende mediamente 60 euro a settimana, capsulare un dente 1200 euro, devitalizzarlo 600, mentre il mantenimento di un auto alimentata a metano costa circa un centinaio di euro al mese (comprensivo di bollo e assicurazione auto).

Invitare una ragazza fuori per una pizza, viene sui 40 euro. Il costo lievita di altri 30 euro se si prosegue la serata in un discoteca e non è detto che poi l’investimento dia il risultato sperato.

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Ho letto tutto, analisi interessante ma non ho capito su cosa vuoi porre l'attenzione per suscitare una discussione

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