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Tornare in Italia?


vol-à-voile

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gelsomino
1 ora fa, comeback ha scritto:

io ero nettamente più indietro di lui a quell'età 

sono stati scenari diversi, la cosidetta adattabilità Darwiniana, sopravvive chi si adatta....

una sorta di principio di Pareto sociologico, quell'ottanta percentile di quello che eri, ti ha permesso di arrivare fino a dove sei ora,

a lui non è servita, perchè ha vissuto uno scenario diverso dal tuo...

postscriptum, son contento di aver suscitato emozione , questa bagarre interna a volavoilè si presta a questo..

non dovuto fare nessunissimo sforzo per empatizzare , perchè in questi tempi barbari e cinici,

mi ha fatto sentire ,mi ha fatto vedere le mie radici di essere umano , che anche se sono sotterrate, invisibili agliocchi,

sotterrate da tutta questa merda che vuole sovrainformarci , manipolarci,

con le loro chicchiere interessate, con il loro "benealtrismo".

Le paure di cui si parla in questo post, sono 

una porta circondata dal fuoco , da cui è difficile uscire....

pps... @OdetoJoy

"quello che ti si proietta qualche volta,

la mattina quando ti svegli, col sole negli occhi, quella consapevolezza di quello che sei davvero, o almeno che piu' si avvicina al vero"

...è una sensazione particolare, come quando devi fare qualcosa d'importante, e tuo malgrado  ti metti a dormire,

e sta per andare tutto a puttane, poi ti arriva una telefonata che ti sveglia e ti salva, una telefonata che non sai nememno tu,

perchè ti è stata fatta, nemmeno chi l'ha fatta sa perchè in quel momento t ha chiamato,

son cinque secondi, in quei cinque secondi realizzi delle cose....difficile da spiegare...

ppps... @vol-à-voile   quel tuo senso d'incertezza che provi riguardo a questa cosa,

è una delle cose piu' umane che ho visto in queste giornate,

qualsiasi cosa tu decida, nessuno dovrebbe giudicare la tua scelta, ma non andrà cosi'. perchè non è un mondo per UOMINI questo!

saluti

 

 

 

 

 

 

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comeback
19 ore fa, gelsomino ha scritto:

sono stati scenari diversi, la cosidetta adattabilità Darwiniana, sopravvive chi si adatta....

una sorta di principio di Pareto sociologico, quell'ottanta percentile di quello che eri, ti ha permesso di arrivare fino a dove sei ora,

a lui non è servita, perchè ha vissuto uno scenario diverso dal tuo...

 

 

Alla fine conta poco caro @gelsomino , nella vita verrai giudicato (a partire da te stesso prima di dormire) per una sola cosa: i risultati

Il resto sono chiacchiere da bar o da forum, medaglie d'oro che ti metti al petto mentre passeggi in ciabatte a casa ma che ti assicuro nessuno ti guarda o una bella storia al limite del commovente da raccontare.

Tu hai scomodato un argomento emblematico nella vita dell'uomo, il tempo.

Il tempo è quasi tutto nella vita di un uomo, tutto ciò che è conosciuto all'uomo in termini reali, emozionali, sociali è legato al tempo. Meno ne perdi, meglio è, meno volte inciampi nella vita, meglio è, in quanto avrai più tempo per costruire e non per ricostruire togliendo dapprima le macerie. Prima porti a casa la lezione, se devi prendere qualche schiaffone, e prima la fai tua, maggiori sono le possibilità di fare di un errore una vittoria. Va bene perdere ma non va bene perdere sempre. 

L' adattabilità darwiniana non può prescindere nemmeno dall'intelligenza. Quanto più diventi strategicamente intelligente, tanto più porti a casa dei risultati e i risultati caro amico sono tutto.

Tradotto il monologo nella mia vita, se avessi trovato strade più semplici, le complicazioni non sarei andato a cercarmele. Non esiste però dietrologia nella vita.

Modificato da comeback
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gelsomino
4 ore fa, comeback ha scritto:

, nella vita verrai giudicato (a partire da te stesso prima di dormire) per una sola cosa: i risultati

Il resto sono chiacchiere da bar o da forum, medaglie d'oro che ti metti al petto mentre passeggi in ciabatte a casa ma che ti assicuro nessuno ti guarda o una bella storia al limite del commovente da raccontare.

, le complicazioni non sarei andato a cercarmele. Non esiste però dietrologia nella vita.

nella vita, ed in questa vita sopratutto, vita fatta di mezzi uomini,

mezze scimmie, puttane ,cornuti, ipocriti e quantaltro,

verrai giudicato quasi per tutto, e quasi da tutti,

quelli che hanno un briciolo  di tempo, anche se non annacqui le piante una volta a settimana.

Il discorso è abbastanza ampio come al solito, e sono anche in ciabatte e sto per andare a riprender el libro consigliato da @IO.SI.TU.NO ,shantaram,

che dovrebbe significare angelo qwualcosa in indu', bohhhh,

il giudicare è un modo di raccontare la vita, di raccontarsi la vita,

ed ognuno sceglie il proprio modo di raccontare la vita, e parecchi scelgono il giudicare,

e non riescono nemmeno a concepire l'idea di risultato, concepire l'idea di un'altra vita che non sia la propria,

difettano di empatia, o non hanno proprio voglia di empatizzare, che come ho scritto altre volte è, per me,

un qualcosa di "laborioso", ma e' facile definire un incivile che non la raccoglie la merda del suo cane .

Le medaglie , le chiacchiere, le bandiere azzurre con le stelle sopra quelle con le strisce,

un vortice di cose che ti gira attorno anche quando tu stai fermo e non potrai piu' muoverti per sempre,

e non so quanto possa essere importante per chi non potra' muoversi per sempre,

tutto quello sopracitato, nessuno me ne ha mai parlato o lasciato ad intendere....

Non passa giorno che non ripensi,

a quello che ero, e a quello che erano altri, alle loro medaglie , ai loro insuccessi ed ai loro trionfi,

ed a tutto quello che rinnego ogni giorno,

pero' quasi  sempre pensando che molte cose siano accadute in relazione a , per citare un video fatto recentemente

da un pezzo grosso del forum ,in relazione alle circostanza, LE CIRCOSTANZE.

Ecco ognuno ha questo modo di raccontarsi la vita,

io ho il mio, quell'altro ha il suo, c'e' quello del faber quisque fortunae suae,

ecco io per esempio, sono uno di quelli che rielabora quasi sempre le sue cose, ma ci penso alle circostanze.

Ecco carissimo comeback, c'e' chi le chiama "COMPLICAZONI" , chi le chiama circonstanze,

c'e' chi dice che non sarebbe andato a cercarsi complicazioni e c'e' chi dice che le circostanze

hanno trovato lui... siamo qua... usero' il plurale maiestatis ora, a scanso di equivoci ora sto parlando di me,

sto parlando della mia storia al limite del commovente ora ;).

siamo qua un po' stropicciati dalle circostanze ma ci SIAMO... URRRA' URRA' URRA'

CON AFFETTO

ps.. da google Shantaram è un soprannome – che acquisisce il protagonista di questo romanzo autobiografico, che ci riporta direttamente al secolo scorso – che gli dà con grande intuizione la madre del suo migliore amico indiano – in lingua marathi vuol dire “Uomo della pace di Dio“ -

 

 

 

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vol-à-voile
Il 20/12/2018 alle 23:32 , comeback ha scritto:

Io andrei dove so di poter costruire, non andrei a riattaccare pezzi o ricucire il passato, la chiave della vita è seguire il prossimo step.

Hai detto una cosa che mi ha fatto riflettere parecchio, sai?
Ho fatto liste e controliste come suggeritomi da un altro utente in questo topic e ho anche apprezzato - come sempre - gli interventi di @gelsomino, ma questa piccola frase è quella che mi ha fermato mentalmente un po' di più.

Ho preso una decisione che potrebbe essere quella definitiva, ma non è associata al posto quanto al tipo di vita che vorrei a fare.
A Gennaio vedrò se sarà o meno fattibile e vi aggiornerò.

Grazie comunque per i vostri interventi ragazzi, veramente preziosi.

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gelsomino
Il 23/12/2018 alle 11:39 , vol-à-voile ha scritto:

ho anche apprezzato - come sempre - gli interventi di @gelsomino,

Grazie per l'attestazione di stima, possano queste feste farti decidere per il meglio.

 

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  • 2 mesi dopo...
decatron

cioè... cioè.... te lavori 8 mesi l'anno e 4 mesi stai a spasso pagato?!
QUATTRO MESI?

Io non c'ho mai , ma dico MAI capito nulla della vita. MAI.

Per quanto riguarda il discorso delle divise è vero, ma non solo a napoli, in generale nel Sud Italia le divise fanno figo, che si divisa da steward , da poliziotto, da infermiere, da quel che ti pare.
Il motivo è semplice.. è culturale. Giù è difficile avere un lavoro e chi ha la divisa "sta messo bene".

Poi vai fuori e realizzi che non conta un cazzo nel mondo più evoluto e civile, anzi ti snobbano pure.

Io se avessi la tua possibilità di vivere in una meravigliosa località come quella e per di più stare QUATTRO mesi senza lavorare retribuiti io sceglierei sempre e comunque di stare lì.

Vale per me che più passa il tempo e più mi rendo conto che è il caso di andarmene da questa nazione.

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vol-à-voile

Ciao @decatron grazie della risposta.
Effettivamente non è stato male grattarsi per 4 mesi, tuttavia mi è mancato (e tanto) il mio lavoro.
Ho speso questi 4 mesi facendo riabilitazione, fisioterapia e tanta palestra per recuperare da un infortunio, ma ho tanti colleghi che si sono fatti il giro di Asia o di Sud-America.
Io mi sono accontentato di un breve viaggio a Madrid con mia madre: dopo la morte di mia zia era abbastanza giù di tono ed allora ho deciso di regalarle un viaggio di 5 giorni. Devo ammettere che questa cosa oltre che far bene a lei, ha fatto bene anche a me perché avevo bisogno di salire su un aereo.

Non sto male, lo ammetto. E sarei pazzo a dire il contrario.
Tuttavia c'è un qualcosa che mi manca, c'è un tassello che l'Italia potrebbe darmi ma che al tempo stesso potrebbe togliermi.
Io sto tergiversando (e oramai sono mesi che siamo in questa situazione) e ho chiesto quindi di rinviare la decisione (e loro hanno accettato di buon grado) a dopo l'estate e tutto ciò è bene perché faccio comodo al mio attuale capo (sono diventato responsabile vendite qui e prima non lo era nessuno) e può far ancora meglio per l'ipotetico capo di Napoli perché mi vuole lì proprio perché sa della mia funzione e di come lavoro bene nel posto in cui mi trovo ora.

Per il resto vedremo, non mancherò di aggiornarvi.

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  • 2 settimane dopo...
vol-à-voile
Inviato (modificato)

Oggi ho risolto parte delle mie paturnie che mi hanno dilaniato mentalmente per gli ultimi 4 mesi: torno in Italia.

Inizialmente mi era stata anche offerta la possibilità di andare a Barcelona ma vedendo le condizioni lavorative, contrattuali e di vita (bella Barcelona, per carità di Dio, ma ha dei costi proibitivi a meno che non vada a vivere nel culo del mondo), ho dovuto scartarla.


Mi hanno offerto un contratto troppo troppo troppo buono e sarei un pazzo a rifiutare.
Non gioco in una squadra di calcio, non è che se rifiutassi un contratto molto più alto poi diverrei la bandiera della compagnia e nemmeno potrei mai avere l'idolatria dei miei colleghi o dei "tifosi", per cui credo sia giusto accettare.

Mi hanno addirittura offerto la possibilità di trasferirmi una volta finita la stagione estiva qui in Spagna, il che significa che non rimarrei neanche "disoccupato" (come ho spiegato in precedenza, ho 4 mesi liberi in cui però il governo spagnolo mi paga comunque 1000 e qualcosa euro al mese) e che continuerei a lavorare per 12 mesi fissi. 
Inoltre ricoprirei le stesse mansioni che ricopro qui in Spagna (sono anche responsabile di vendita e in Italia stanno davvero inguaiati in materia)

C'è sempre la possibilità di tornare indietro (o di andare avanti, a seconda dei punti di vista), questa è un'opzione che mi si presenta sempre possibile.
Però credo che sia giusto andare per questa strada ora: a breve compio 34 anni e mi vedo ancora con margini di crescita a livello aziendale per cui credo che questa scelta mi possa portare sicuramente qualcosa in cambio.

Grazie a tutti voi ragazzi per avermi letto, consigliato e appoggiato (o criticato).
 

Modificato da vol-à-voile
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gelsomino
1 ora fa, vol-à-voile ha scritto:

Oggi ho risolto parte delle mie paturnie che mi hanno dilaniato mentalmente per gli ultimi 4 mesi: torno in Italia.

La scelta più migliore....

c'e' solo una cosa che non riesco ancora a spiegarmi?!?

Spoiler

Come cazzo è potuto succedere che ti sei fatto male al pulley?!? con quanti kili stavi allenandoti?!? 100=!=?!?!?

 

 

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vol-à-voile
Inviato (modificato)

Neanche io so come ho fatto, sai?

C'è da fare un paio di premesse: due anni fa mi sublussai la spalla durante una partita di calcetto (giocavo in porta) ma ho recuperato abbastanza velocemente immobilizzando tutto per un mesetto.

Inoltre in quel mese in cui mi infortunai stavo lavorando molto (facendo i turni di mattina, quindi cominciando la giornata alle 4) e mi fissavo ad andare direttamente in palestra ogni qualvolta tornavo da lavoro, magari mangiando per strada solo un panino al volo. 

Se ci aggiungi che in tutto ciò stavo facendo un lavoro di forza con carichi abbastanza importanti per il sottoscritto, bè..la frittata è completa.

Modificato da vol-à-voile
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