Vai al contenuto

Tornare in Italia?


vol-à-voile

Messaggi raccomandati

gelsomino
3 minuti fa, vol-à-voile ha scritto:

Neanche io so come ho fatto, sai?

...un altro mistero che rimmarrà irrisolto...

per punirti, ti aggiungo una song al commento precedente...

 

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...
vol-à-voile
Il 22/3/2019 alle 10:54 , vol-à-voile ha scritto:

Oggi ho risolto parte delle mie paturnie che mi hanno dilaniato mentalmente per gli ultimi 4 mesi: torno in Italia.

 

Scusate se riporto in auge il topic ma ho aggiornamenti.

Per via del covid non s'è fatto più niente e continuo a trovarmi in una lista di attesta per avere un trasferimento in Italia. Dura lex sed lex (aziendale).

Ora, il problema è che è uscita una nuova opzione: quella di andare a Malaga.
Rimarrei in Spagna e andrei a vivere in un posto che - a detta di molti e di Numbeo - è molto più economico del posto nelle Baleari dove vivo ora.
Il contratto sarebbe sempre un fijo-discontinuo che è l'equivalente di un contratto stagionale: 8 mesi lavori, 4 mesi disoccupazione (a meno che non vogliano fare un 12-10. Non c'è ancora molta certezza sul tipo di contratto che vogliano fare però parto io dalla opzione più "bassa" per noi dipendenti).
A livello lavorativo cambierebbe poco o nulla: voli sempre gli stessi, passeggeri rompipalle idem, l'unica cosa che cambierebbe teoricamente sarebbero i costi di affitto e compagnia bella che si abbasserebbero abbastanza.

Che fare quindi? Aspettare che la situazione Napoli si sblocchi o buttarsi in un'altra avventura in terra spagnola?

Link al commento
Condividi su altri siti

Back Door Man

Io sono innamorato della Spagna, soprattutto dell'Andalucía, per cui direi Spagna.

In Andalucía il clima è mite, i prezzi sono più bassi che al nord, Malaga è una bellissima città, mi dicono (io non ci sono stato).

Da lì puoi andare nelle altre città andaluse: Sevilla, Granada, Córdoba... E pure in campagna.

Il cibo è buono, la gente è simpatica...

Infine: la pubblicità per i turisti dice 200 giorni di sole all'anno (garantiti).

Poi vabbè, se hai nostalgia dell'Italia capisco che torneresti volentieri.

La scelta è tua.

 

 

Modificato da Back Door Man
Correzione testo
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

vol-à-voile
Il 8/10/2020 alle 16:16 , Back Door Man ha scritto:

Io sono innamorato della Spagna, soprattutto dell'Andalucía, per cui direi Spagna.

In Andalucía il clima è mite, i prezzi sono più bassi che al nord, Malaga è una bellissima città, mi dicono (io non ci sono stato).

Da lì puoi andare nelle altre città andaluse: Sevilla, Granada, Córdoba... E pure in campagna.

Il cibo è buono, la gente è simpatica...

Infine: la pubblicità per i turisti dice 200 giorni di sole all'anno (garantiti).

Poi vabbè, se hai nostalgia dell'Italia capisco che torneresti volentieri.

La scelta è tua.

 

 

Ciao e grazie per la risposta.
Mi ha un po´ destabilizzato l'aver parlato con mia sorella riguardo mia madre in pensione che chiaramente ora avendo più tempo sente la nostra mancanza.
Sembra una stronzata ma questa cosa mi fa stringere un nodo alla gola, unico motivo per cui sono qui a scrivere del mio dubbio

 

Link al commento
Condividi su altri siti

IO.SI.TU.NO
Il 10/10/2020 alle 19:15 , vol-à-voile ha scritto:

Ciao e grazie per la risposta.
Mi ha un po´ destabilizzato l'aver parlato con mia sorella riguardo mia madre in pensione che chiaramente ora avendo più tempo sente la nostra mancanza.
Sembra una stronzata ma questa cosa mi fa stringere un nodo alla gola, unico motivo per cui sono qui a scrivere del mio dubbio

 

Magari non mi crederai, però per esperienza posso dirti che in caso di trasferimento all'estero, per quella che è la mentalità italiana conviene essere egoisti.

E tu dirai, cioè??

Cioè che in Italia è normale ciò che in tutto il mondo sarebbe l'anormale.

E' normale l'essere dei bambinoni coccolati dalla famiglia fino a 50 anni....

E' normale abitare a massimo 5km dalla casa paterna...

E' normale che i figli stiano accollati ai genitori fino alla loro morte...

Per cui non c'è proprio questa cultura dello spingere qualcuno ad andare via per vedere che c'è altrove.

Non c'è la cultura del dire "vai dove le opportunità sono migliori per TE, senza pensare a niente"

Se ci pensi in Africa le famiglie si indebitano per permettere i figli maschi su un barcone e spedirli in Europa, mentre in Italia ai figli gli si danno sempre 50€ per gli sfizi da modo che non si accorgano che hanno uno stipendio di merda.

Quando parti poi tirano in ballo la mancanza e basta.

Ma la mancanza spesso è egoismo, non tiene conto della realizzazione personale dei figli.

A me nessuno ha mai chiesto se sono felice dove sono ora....o se mi piace il lavoro che faccio.

Probabilmente anche io, da expat, mancherò a qualcuno....ma chissene frega.

Ci si vede il più possibile con chi mi va di vedere, torno in Italia appena posso, e basta.

Cambiare città, nazione o azienda sono scelte troppo personali per tenere conto di ciò che pensano gli altri.

Io in questo momento se dovessi tornare in Italia (non lo escludo comunque), sarebbe perché ne ho voglia io.

Di sicuro non perché lo zio mi dice  "ma che sei andato a fare là, che manchi a tutti"

Sii egoista e pensa a quello che è bene per te, quello che vorresti fare tu, e dove vorresti lavorare tu.

Se devi tornare in Italia non farlo per gli altri, ma per te stesso.

Modificato da IO.SI.TU.NO
  • Mi piace! 3
  • Grazie! 3
Link al commento
Condividi su altri siti

Wyatt99
Il 8/10/2020 alle 09:56 , vol-à-voile ha scritto:

Scusate se riporto in auge il topic ma ho aggiornamenti.

Per via del covid non s'è fatto più niente e continuo a trovarmi in una lista di attesta per avere un trasferimento in Italia. Dura lex sed lex (aziendale).

Ora, il problema è che è uscita una nuova opzione: quella di andare a Malaga.
Rimarrei in Spagna e andrei a vivere in un posto che - a detta di molti e di Numbeo - è molto più economico del posto nelle Baleari dove vivo ora.
Il contratto sarebbe sempre un fijo-discontinuo che è l'equivalente di un contratto stagionale: 8 mesi lavori, 4 mesi disoccupazione (a meno che non vogliano fare un 12-10. Non c'è ancora molta certezza sul tipo di contratto che vogliano fare però parto io dalla opzione più "bassa" per noi dipendenti).
A livello lavorativo cambierebbe poco o nulla: voli sempre gli stessi, passeggeri rompipalle idem, l'unica cosa che cambierebbe teoricamente sarebbero i costi di affitto e compagnia bella che si abbasserebbero abbastanza.

Che fare quindi? Aspettare che la situazione Napoli si sblocchi o buttarsi in un'altra avventura in terra spagnola?

Ciao Vol-à-voile, non ho mai risposto a un tuo topic, però ho sempre letto le tue storie con grande interesse.

Io ti dico la mia, se può servire a qualcosa.

Io andrei a Napoli, cambierei aria e tornerei in Italia. Io abito ancora più a Sud della Campania e ti posso dire che forse cambiano gli usi e costumi, ma troverai sempre la stessa Gente. Ho letto che sei una persona che vuole fare Carriera: non è un cattivo pensiero. Alla fine tutti vogliono fare carriera, ma molte volte chi fallisce incolpa chi veramente ci è riuscito di "egocentrismo". 

Io direi di andare a Napoli, fare qualche anno e cambiare ancora, magari in uno stato diverso dall'Italia: non solo per conoscere la lingua e gli usi e costumi, ma per mettere nella tua carriera personale più esperienze possibili. 

Avresti un aumento di stipendio e un lavoro che secondo te può essere più gratificante: cosa c'è di meglio? Soprattutto al Sud, dove certamente non è come lavorare nel triangolo industriale o al Nord. 

E' vero che è difficile abbandonare il proprio ieri per iniziare un domani che non conosci, ma non avere paura: Ogni volta che ho una paura o sono dubbioso, penso sempre a chi sta peggio di me. Buttati, conoscerai nuove persone e manderai a quel paese coloro che non ti staranno simpatici. Ma è ovunque: così come hai fatto dal passaggio dal Liceo all'Uni, così sarà dalla Spagna all'Italia.

Fai questo passo e tra un po' di anno sono sicuro che qualcuno ti proporrà un nuovo tipo di lavoro ancora migliore!

 

Link al commento
Condividi su altri siti

vol-à-voile

Eccomi ragazzi, scusate ma sono nel limbo di un trasloco-non-trasloco (un giorno vi spiego).
A giorni torno in Italia e ci rimarrò sino a Gennaio credo perché per contratto, non lavoro per 4 mesi.

Non citerò i vostri interventi ma darò semplicemente risposta ai vostri post così non intasiamo troppo il post:

@IO.SI.TU.NO ho aperto un altro topic al riguardo perché ho capito che sostanzialmente il mio disagio interno parte da una causa ben evidenti.
Mia madre ci ha cresciuto sola, mio padre purtroppo venne freddato quando ero piccolo (avevo 5 anni, non ricordo nulla).
Ancora ricordo quando lei portava me e mia sorella in giro per la Francia perché doveva studiare francese: immaginati un bimbo di 6-7 anni nel bel mezzo del traffico di Parigi.
Sempre mia madre mi spinse ad andare fuori della mia città del sud Italia per fare l'università al nord e sempre mia madre mai si oppose a quando andai in Giappone o Inghilterra e ora Spagna. Insomma, se ho lo spirito un po' zingaro la "colpa" è anche di mia madre. 
Non è stata mai la tipa che mi diceva "torna qui, cazzo fai lì" etc, anche quando facevo l'università e per 6 mesi partii per l'Inghilterra per lavorare in un pub.
Sarà il covid o sarà il fatto che quest'anno non ci siamo visti nulla (sono 11 mesi che non torno a casa, nonostante abbia Napoli ad un'ora di volo), però sentirla dire "tu fai come meglio credi o fai cosa sia giusto per te, è chiaro che vederti tornare in Italia mi fa piacere, ma te vedi sempre cosa sia più appropriato fare secondo la tua volontà" + la conversazione con mia sorella in cui sottolineava che nostra madre andava in pensione, bè sono cose che mi hanno fatto vacillare, non lo posso negare.

Arriviamo poi al punto di risposta a @Wyatt99.
Nell'Italia pre-covid avrei avuto un lavoro con la stessa azienda e le stesse mansioni ma con uno stipendio più alto e con un lavoro molto più leggero e meno complicato, con meno ore di lavoro ma probabilmente con lo "stress" di vivere una città caotica come Napoli e con meno vizi come per esempio la casa con piscina che ho qui alle Baleari e che potrei avere a Malaga (questa affermazione - per quanto vera - è metaforica eh). L'Italia post-covid invece ha tanti punti interrogativi nel mio settore: basta vedere il canale scandalosamente privilegiato che si è dato alla compagnia di bandiera piuttosto che salvaguardare l'intero settore. Invece qui in Spagna io personalmente ho continuato a volare e lavorare, anche se con uno stipendio così così.

Per cui vi ringrazio per i vostri interventi ragazzi, mi avete fatto ragionare nonostante abbiate dato due opinioni agli antipodi, però è notevole e veramente bello avere una community che ti porti a ragionare in maniera così semplice. Grazie davvero e se avete anche altri spunti, felice di leggervi.

Link al commento
Condividi su altri siti

Wyatt99
40 minuti fa, vol-à-voile ha scritto:

Eccomi ragazzi, scusate ma sono nel limbo di un trasloco-non-trasloco (un giorno vi spiego).
A giorni torno in Italia e ci rimarrò sino a Gennaio credo perché per contratto, non lavoro per 4 mesi.

Non citerò i vostri interventi ma darò semplicemente risposta ai vostri post così non intasiamo troppo il post:

@IO.SI.TU.NO ho aperto un altro topic al riguardo perché ho capito che sostanzialmente il mio disagio interno parte da una causa ben evidenti.
Mia madre ci ha cresciuto sola, mio padre purtroppo venne freddato quando ero piccolo (avevo 5 anni, non ricordo nulla).
Ancora ricordo quando lei portava me e mia sorella in giro per la Francia perché doveva studiare francese: immaginati un bimbo di 6-7 anni nel bel mezzo del traffico di Parigi.
Sempre mia madre mi spinse ad andare fuori della mia città del sud Italia per fare l'università al nord e sempre mia madre mai si oppose a quando andai in Giappone o Inghilterra e ora Spagna. Insomma, se ho lo spirito un po' zingaro la "colpa" è anche di mia madre. 
Non è stata mai la tipa che mi diceva "torna qui, cazzo fai lì" etc, anche quando facevo l'università e per 6 mesi partii per l'Inghilterra per lavorare in un pub.
Sarà il covid o sarà il fatto che quest'anno non ci siamo visti nulla (sono 11 mesi che non torno a casa, nonostante abbia Napoli ad un'ora di volo), però sentirla dire "tu fai come meglio credi o fai cosa sia giusto per te, è chiaro che vederti tornare in Italia mi fa piacere, ma te vedi sempre cosa sia più appropriato fare secondo la tua volontà" + la conversazione con mia sorella in cui sottolineava che nostra madre andava in pensione, bè sono cose che mi hanno fatto vacillare, non lo posso negare.

Arriviamo poi al punto di risposta a @Wyatt99.
Nell'Italia pre-covid avrei avuto un lavoro con la stessa azienda e le stesse mansioni ma con uno stipendio più alto e con un lavoro molto più leggero e meno complicato, con meno ore di lavoro ma probabilmente con lo "stress" di vivere una città caotica come Napoli e con meno vizi come per esempio la casa con piscina che ho qui alle Baleari e che potrei avere a Malaga (questa affermazione - per quanto vera - è metaforica eh). L'Italia post-covid invece ha tanti punti interrogativi nel mio settore: basta vedere il canale scandalosamente privilegiato che si è dato alla compagnia di bandiera piuttosto che salvaguardare l'intero settore. Invece qui in Spagna io personalmente ho continuato a volare e lavorare, anche se con uno stipendio così così.

Per cui vi ringrazio per i vostri interventi ragazzi, mi avete fatto ragionare nonostante abbiate dato due opinioni agli antipodi, però è notevole e veramente bello avere una community che ti porti a ragionare in maniera così semplice. Grazie davvero e se avete anche altri spunti, felice di leggervi.

Ciao 

guarda ti parla un ragazzino universitario che non Sa come sarà il proprio futuro, però spero che con le mie parole prenderai una decisione.

io credo che fare carriera significa necessariamente cambiare sempre azienda e luogo, proprio perché avrai una visione molto più ampia e capirai i meccanismi del mondo.

fai un lavoro fantastico, che comporta viaggiare (forse è ciò che ogni uomo deve fare nella sua vita).

Io la penso così, ma credo che non ti serviranno consigli: hai Già trovato il tuo posto nel mondo, conosci il tuo mestiere, cioè tutto il contrario mio.

ora io sto facendo l’uni, ma mi servirà veramente per io mio futuro? 

Ti invidio.

Link al commento
Condividi su altri siti

vol-à-voile
4 ore fa, Wyatt99 ha scritto:

ora io sto facendo l’uni, ma mi servirà veramente per io mio futuro? 

 

Mi discosto dal mio topic un momento perché questo discorso è mio avviso interessante.

A 18 anni per me esisteva solo la mia regione perché - obiettivamente e senza tessere alcuna lode possibile - aveva di tutto: montagne, mare stupendo, cibo che vabbé che te lo dico a fare e città mediograndi dove poter bivaccare con amici. 
Ero inoltre fidanzato, la mia fidanzata diciamo "storica" ai tempi (stavamo insieme da 3 anni).

Come detto in precedenza mia madre - poco velatamente - mi ha sempre esortato ad andare fuori a studiare, sia perché avevo una borsa di studio e sia perché è stata sempre una donna di mondo per cui probabilmente mi voleva mostrare cosa c'era fuori da quelle quattro mura di casa.
Andai all'università e sinceramente fra alti e bassi (molti bassi in triennale, tantissimi alti in magistrale), penso sia stato il periodo più bello della mia vita perché ho imparato tantissime cose.
L' università di per se forse effettivamente ha perso il suo potere formativo (a meno che non si facciano corsi specifici per medicina o ingegneria) e - in Italia soprattutto - non ha mai creato ponti preferenziali verso le aziende, cosa che per esempio vidi in Giappone quando andai a viverci (grazie all'università fra l'altro), come se l'università si mettesse da garante per la qualità dello studente uscito da quel plesso. In Italia, a parte le università dove sborsi fior fiori di soldini, il resto è "tieni il pezzo di carta e buona fortuna".

L'università però è tanta roba: inizi a capire indipendizzarti, a capire il concetto di bonding e di networking, inizi a farti strada, a capire come sia il mondo del lavoro (io feci le 150 ore ai tempi, lavorai in un'università e stavo da Dio) e a capire che c'è tanto fuori dall'Italia nonostante sia un paese meraviglioso.
Senza l'università non avrei sviluppato la voglia di viaggiare, di conoscere e di lavorare, senza l'università sarei ancora un ragazzino sprovveduto.

Non so se per il tuo futuro professionale l'università ti servirà o meno, a me personalmente a livello umano mi è servita tantissimo.

Già solo di mazzate per one-itis prese per vecchie compagne di corso, uff.

Link al commento
Condividi su altri siti

17 ore fa, vol-à-voile ha scritto:

Mi discosto dal mio topic un momento perché questo discorso è mio avviso interessante.

A 18 anni per me esisteva solo la mia regione perché - obiettivamente e senza tessere alcuna lode possibile - aveva di tutto: montagne, mare stupendo, cibo che vabbé che te lo dico a fare e città mediograndi dove poter bivaccare con amici. 
Ero inoltre fidanzato, la mia fidanzata diciamo "storica" ai tempi (stavamo insieme da 3 anni).

Come detto in precedenza mia madre - poco velatamente - mi ha sempre esortato ad andare fuori a studiare, sia perché avevo una borsa di studio e sia perché è stata sempre una donna di mondo per cui probabilmente mi voleva mostrare cosa c'era fuori da quelle quattro mura di casa.
Andai all'università e sinceramente fra alti e bassi (molti bassi in triennale, tantissimi alti in magistrale), penso sia stato il periodo più bello della mia vita perché ho imparato tantissime cose.
L' università di per se forse effettivamente ha perso il suo potere formativo (a meno che non si facciano corsi specifici per medicina o ingegneria) e - in Italia soprattutto - non ha mai creato ponti preferenziali verso le aziende, cosa che per esempio vidi in Giappone quando andai a viverci (grazie all'università fra l'altro), come se l'università si mettesse da garante per la qualità dello studente uscito da quel plesso. In Italia, a parte le università dove sborsi fior fiori di soldini, il resto è "tieni il pezzo di carta e buona fortuna".

L'università però è tanta roba: inizi a capire indipendizzarti, a capire il concetto di bonding e di networking, inizi a farti strada, a capire come sia il mondo del lavoro (io feci le 150 ore ai tempi, lavorai in un'università e stavo da Dio) e a capire che c'è tanto fuori dall'Italia nonostante sia un paese meraviglioso.
Senza l'università non avrei sviluppato la voglia di viaggiare, di conoscere e di lavorare, senza l'università sarei ancora un ragazzino sprovveduto.

Non so se per il tuo futuro professionale l'università ti servirà o meno, a me personalmente a livello umano mi è servita tantissimo.

Già solo di mazzate per one-itis prese per vecchie compagne di corso, uff.

Ti ammiro sempre molto per la tua serenità e gioia di vivere.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...