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Preoccuparsi troppo


Carnacki

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Faccio un veloce quadro di me stesso, magari per facilitare a chi risponderà il quadro della situazione. Sono una persona socievole, empatica e che cerca di essere il più possibile onesta col prossimo. In compenso, spesso mi giudico senza tregua e, soprattutto, mi preoccupo troppo.

Cosa intendo in particolare?

Ad esempio, mi preoccupo di deludere un amico o comunque una persona importante (a livello relazionale, non gerarchico), e quando ad una mia affermazione qualcuno reagisce in modo - a mio avviso - dispiaciuto o contrariato, cerco di mettere delle pezze e di spiegarmi meglio, finendo alle volte per complicare solo le questioni.

Inoltre, tendo a pensare troppo a eventi futuri, e ho la tendenza ad incasellare tutto, a cercare di valutare tutte le possibili diramazioni di ogni azione etc. Aggiungo che questo mi succede più quando si parla di relazioni col prossimo (infatti ero indeciso su quale sezione postare). Per quanto riguarda il resto, riesco bene o male ad accettare di costruire le cose passo passo e accettare i momenti difficili, soprattutto per studio/lavoro.

 

Chiedevo quindi qualche consiglio su come gestire questo lato di me stesso, per chi vorrà dedicarsi a rispondere

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senza nome

È insicurezza ,solo provando un (congruo con le tue capacità di accettazione e resilienza) fallimento e disattesa Delle aspettative e tuffi nelle cose, puoi migliorare

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Telefono

Ciao, 

non sono psicologo, ma capisco benissimo come ti senti. Io avevo, anzi ho tutt'ora, un problema molto simile al tuo e, nel mio caso, è causato da una forma di mania di controllo. Detta così sembra una cosa terribile, ma non è altro che un meccanismo di difesa di chi è troppo fragile e ha la consapevolezza di crollare a terra al minimo deragliamento della sua vita. 

Io tendevo ad organizzare tutto come se fosse una partita a scacchi, prevedendo mosse su mosse, su mosse, su mosse, su mosse, su mosse e per certi aspetti questo mi è servito nella vita ad ottenere ottimi risultati all'accademia e sul lavoro. Sotto un'altra luce però questo agire ti rende più difficile gestire i rapporti interpersonali, che di matematico hanno nulla. Finivo per dare il 1000% a un amico, convinto che che lui avrebbe fatto lo stesso con me (Newton me l'aveva insegnato dopotutto) e puntualmente rimanevo deluso. Allora mi arrabbiavo. M'incazzavo sul serio, con scatti d'ira e momenti irrazionali, e mi convincevo di dare a quella persona a stento un centesimo di quanto gli davo prima, ma che puntualmente non mi tornava indietro. Come te correvo dunque ai ripari cercando di rattoppare al meglio e anch'io finivo per complicare la situazione.

Non c'è un metodo per uscire da questa situazione, neppure come dici tu "passo passo" perché implica una programmazione: il tuo cervello ragiona in termini di Newton azione e reazione, faccio questo perciò questo accade. 

Il consiglio accorato che ti do è questo: datti la possibilità di sbagliare. Se non lo fai non imparerai mai che la vita sfugge costantemente al nostro controllo e non costruirai mai quell'armatura chiamata resilienza che altro non è che la tua capacità di resistere agli urti. Rimani matematico e machiavellico quando serve, ma lascia andare gli aspetti ppiù belli della tua vita come le amicizie e gli affetti!

Un abbraccio, 

 

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  • 2 settimane dopo...
Crescendo63
On 11/13/2018 at 6:25 PM, Improve Your Skill said:

Faccio un veloce quadro di me stesso, magari per facilitare a chi risponderà il quadro della situazione. Sono una persona socievole, empatica e che cerca di essere il più possibile onesta col prossimo. In compenso, spesso mi giudico senza tregua e, soprattutto, mi preoccupo troppo.

A me sembra che tu sia troppo severo con te stesso: pretendi molto da te (nei rapporti con gli altri), non ti concedi di errare e non ti perdoni se ti capita, hai spesso paura di fare passi falsi...

 

Di base potrebbe esserci sotto una scarsa autostima, ed anche poca fiducia in te stesso (cerchi di prevedere e anticipare il futuro, perché hai paura che poi non sarai in grado di affrontare imprevisti).

Di solito queste difficoltà nascono dal tipo di educazione e messaggi ricevuti in famiglia. Genitori severi, molto esigenti, rigidi o critici, spesso producono questo tipo di reazioni.

 

Consigli?

- Da una parte cerca di capire quali paure ti spingono a quel tipo di azioni: identificare chiaramente le proprie paure è il primo passo per superarle.

- Dall'altra, ti suggerisco di coltivare l'accettazione di te stesso. Non sarai mai perfetto, infallibile o sempre all'altezza... perché nessuno lo è! 😄

Quindi per vivere bene è indispensabile accettare la propria fallibilità e i propri limiti. Magari cercando di superarli, ma senza dannarsi se non ci si riesce.

 

E quando trovi qualcuno a cui non vai bene o se lo deludi... digli che hai fatto del tuo meglio (se è vero), e che se non gli basta ti dispiace, ma non sei perfetto (e nemmeno lui 😉 ).

Ricorda: non puoi mai piacere a tutti, e non puoi mai fare contenti tutti. Volerlo fare è una perfetta ricetta per l'infelicità! :-)

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