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Asessualità


Il Principe

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Il Principe

Buongiorno a tutti i lettori, è da tanto che non scrivo sul forum. Ebbene, ho voluto riscrivere stamattina dopo aver scoperto - con un po' di sorpresa - l'assenza di una discussione sul tema asessualità. Qualche allusione, forse un thread ci si è avvicinato, ma il tema target non mi è mai parso fosse quello. L'ho rubricato nella sezione "Sesso", credo fosse la più opportuna, ma se qualche amministratore volesse cassare questa mia scelta accetterò di buon grado.

Dunque, io sono un ragazzo di 27 anni che ritiene di essere asessuale. Ho letto proprio qua, su questo forum, sbrigativi collegamenti a non meglio specificate "turbe": mi sembra una visione un pochetto arrogante, e forse è preferibile cercare di trattare il tema più maturamente. Sarò assolutamente trasparente nello scrivere, alla luce del fatto che sono online sotto nickname; e sono perfettamente consapevole che se volessi raccontare - e raccontarmi - balle, perderei tempo, tanto vostro quanto mio.

Ho avuto il mio primo rapporto a 18 anni. Con una ragazza. Ai tempi ero al liceo e le ragazze mi "piacevano", e parecchio, e io piacevo a loro. Vivevo una sessualità appagante, ma qualche segnale che mi avrebbe potuto far riflettere già c'era. Le mie conclusioni dopo il primo rapporto possono essere riassunte in un sintetico "Beh? Tutto qui?". E forse mi disgustò anche un pochetto. E tanto per evitare illazioni: la ragazza era carina. Ma vabbè, è la prima volta, no? Per tanti è un mezzo "disastro"! Dico bene, vero?

Sì, beh, ok. Però altri segnali non mancavano: la verità non era che mi piacessero le ragazze, quanto piuttosto che mi piacesse l'idea di piacere alle ragazze. L'idea di piacere a qualcuno. Tutti siamo insicuri, oggi più che mai, e a 18 anni a maggior ragione. Io poi son sempre stato una persona timida e parecchio insicura di sé, prima da bambino e poi da adolescente, come è abbastanza comune che sia, credo. A riprova di ciò suppongo ci sia il fatto che, per me, avere successo con una ragazza non era tanto chiudere qua o là, quanto piuttosto avere la certezza di piacere, di essere accettati; e quando capitava l'occasione di chiudere per davvero, spesso e consciamente rifiutavo, non ne avevo l'interesse. Ora, ai tanti Sigmund che leggono, una domanda retorica: perché tutta questa premessa? Perché ho il sospetto siano tanti gli asessuali che oggi rischiano di confondere l'assenza di un certo tipo di desiderio per qualcosa con la convinzione - paradossale - di desiderare ardentemente quel qualcosa. Ed è un punto chiave questo, perché crocevia di una vita infelice: è impossibile soddisfare un'illusione di desiderio.

Dopo la prima volta, il desiderio per il sesso è quasi scomparso. Fu tanto clamorosamente deludente che successe questo. Per poi tornare prepotentemente durante il periodo universitario. Non nego che il sesso sia stato bello talvolta - talvolta molto bello - ma ho la convinzione che si trattasse più di una pulsione corporale che d'altro. Perdeva subito d'attrattiva; lo facevo forse più per stare al passo con amici che sostenevano - con mia meraviglia - di farlo quotidianamente; quando per me una-due al mese erano più che sufficienti! Mi son tolto un paio di fantasie, perché m'incuriosivano, questo lo ammetto; poi quest'attraenza zoppa è andata via via scemando, fino ad oggi.

Oggi non ho alcun interesse a far sesso, meno che mai ad intrecciare una relazione; desiderio, quest'ultimo, mai avuto in realtà. Sono una persona molto diversa rispetto a, uhm, quattro-cinque anni fa. Sono cresciuto, ho maturato e affermato una mia identità e una mia personalità, e convenuto con me stesso sull'irrilevanza del pensiero degli altri (ma non degli altri!), sebbene su determinate questioni sia saggio ponderarlo e su altre stupido non attenervisi. Se inserite nell'equazione il fatto d'aver poi potuto dare una parola alla mia condizione, "asessualità"... mi sono sentito come Danny Torrance in Shining quando apprende della "luccicanza" dal signor Hallorann.

E questo e quanto, per ora. Credo di aver gettato un pochetto di luce sui passaggi che più dovrebbero essere rilevanti nella vita sessuale di un individuo, o che almeno lo sono stati per me; cosicché qualcuno che cerchi un confronto esperenziale possa trovarlo. Se poi ci sono domande, non fatevi remore sulla discrezione: io sono qua.

Sono aperto al dialogo con tutti, nella speranza che le considerazioni e le tesi avanzate siano mirate ad uno scambio costruttivo. Ammesso e non concesso l'argomento sia capace di suscitare interesse in un forum di Giocatori; in caso contrario, ha fatto bene a me scriverne e spero potrà fare del bene a navigatori confusi che cercano una propria identità.

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Camouflage
1 ora fa, Il Principe ha scritto:

Vivevo una sessualità appagante, ma qualche segnale che mi avrebbe potuto far riflettere già c'era. Le mie conclusioni dopo il primo rapporto possono essere riassunte in un sintetico "Beh? Tutto qui?". E forse mi disgustò anche un pochetto.

Potresti spiegare meglio? Detta così, la leggo in contraddizione.

Oppure intendi una sessualità "privata" appagante? Cioè un piacere che scaturiva solo nella/dalla tua mente?

1 ora fa, Il Principe ha scritto:

Ed è un punto chiave questo, perché crocevia di una vita infelice: è impossibile soddisfare un'illusione di desiderio.

Dopo la prima volta, il desiderio per il sesso è quasi scomparso. Fu tanto clamorosamente deludente che successe questo. Per poi tornare prepotentemente durante il periodo universitario. Non nego che il sesso sia stato bello talvolta - talvolta molto bello - ma ho la convinzione che si trattasse più di una pulsione corporale che d'altro. Perdeva subito d'attrattiva; lo facevo forse più per stare al passo con amici che sostenevano - con mia meraviglia - di farlo quotidianamente; quando per me una-due al mese erano più che sufficienti! Mi son tolto un paio di fantasie, perché m'incuriosivano, questo lo ammetto; poi quest'attraenza zoppa è andata via via scemando, fino ad oggi.

E per quanto riguarda l'autoerotismo?

1 ora fa, Il Principe ha scritto:

Oggi non ho alcun interesse a far sesso, meno che mai ad intrecciare una relazione; desiderio, quest'ultimo, mai avuto in realtà.

Trovo la questione non banale.

Permettimi di porti alcune domande: pensi ci sia correlazione fra assenza di desiderio sessuale ed assenza del desiderio di una relazione (non per forza intesa come unica e totalizzante)?

Oppure la tua è assenza del desiderio di una relazione in cui ci si aspetta un tipo di interazione sessuale "classica"?

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Il Principe
1 ora fa, Camouflage ha scritto:

Potresti spiegare meglio? Detta così, la leggo in contraddizione.

Oppure intendi una sessualità "privata" appagante? Cioè un piacere che scaturiva solo nella/dalla tua mente?

Ciao! Sì, qualche contraddizione più o meno apparente la davo quasi certa.

Dunque: appagante da un punto di vista psicologico. Al liceo avevo piuttosto successo con le ragazze, e questo mi gratificava; a 17-18 anni, arrivare a baciare una ragazza carina e riscontrare successo sociale è gratificante. Tra le altre cose, mi sbronzavo e fumavo sigarette alle feste, per fare un po' il fighetto e poterci scherzare il giorno dopo; di per sé però erano cose tutt'altro che gradevoli. Ora, non si pensi che il sesso per me sia qualcosa di addirittura sgradevole! Semplicemente lo trovo poco o per nulla interessante. Prima del sesso ci sono una miriade di altre cose; volendo pensare alla vita come una torta a più piani, per me il sesso sarebbe una piccola ciliegina in cima.

Secondo me oggi si fanno un sacco di cose superflue che non ci interessano sul serio, ma che facciamo perché crediamo di doverle fare. Ecco, per me il sesso era una di queste. La mia libertà in tal senso è stata una bella conquista infatti: a volte un'onesta indagine su di sé può portare molta serenità.

 

1 ora fa, Camouflage ha scritto:

E per quanto riguarda l'autoerotismo?

Lo pratico regolarmente. Credo mi serva perché, almeno il corpo, ha certe necessità. Ma è una questione che non si estende oltre. È un po' difficile da spiegare.

 

1 ora fa, Camouflage ha scritto:

pensi ci sia correlazione fra assenza di desiderio sessuale ed assenza del desiderio di una relazione (non per forza intesa come unica e totalizzante)?

Oppure la tua è assenza del desiderio di una relazione in cui ci si aspetta un tipo di interazione sessuale "classica"?

Premesso che per relazione intendevo quella relazione che normalmente si instaura con un partner sessuale: probabilmente sì, la correlazione c'è. Con diverse ragazze con cui mi frequentavo finivo per vivere il sesso come un dover fare sesso; spesso e volentieri arrivavo a inventarmi qualche bugia per posticiparlo! E ho sempre avuto bisogno di qualche stimolo psicologico particolare per farlo, senza ne sarei probabilmente stato incapace. 

Se c'è una cosa che trovo drammaticamente rivoltante è la relazione che serve a completare una persona, quella "canonica" insomma; le famose metà di una mela. Bleh. Che una persona adulta avverta come necessariamente complementare la presenza di un'altra al suo fianco per vivere felice ha per me dell'incredibile. E, guarda un po', il fato vuole che questa metà sia quasi sempre una tua compaesana, ma guarda...

Non escludo di avere altre relazioni sessuali nella vita - no di certo - ma le circostanze e le condizioni alle quali le assoggetto sono tanto difficili da renderle impronosticabili.

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4 minuti fa, Il Principe ha scritto:

ma le circostanze e le condizioni alle quali le assoggetto sono tanto difficili da renderle impronosticabili.

Per prima cosa ciao!

Discorso interessante perchè effettivamente non ho mai conosciuto nessuno che esprimesse questa visione e per questo mi incuriosisce.

Potresti spiegare meglio la frase che ti riporto se riesci?

grazie

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Il Principe
1 ora fa, Orph ha scritto:

Per prima cosa ciao!

Discorso interessante perchè effettivamente non ho mai conosciuto nessuno che esprimesse questa visione e per questo mi incuriosisce.

Potresti spiegare meglio la frase che ti riporto se riesci?

Ciao Orph!

Dunque, partiamo dal paragone di prima: la vita come una torta a più piani, la cui piccola ciliegina in cima per me rappresenterebbe il sesso. È tutta una questione di priorità, una sorta di complesso sistema di vasi comunicanti, tra i quali quello che rappresenta il sesso si riempie per ultimo. Io per cominciare a pensare al sesso devo innanzitutto sentirmi appagato da solo; per ricercare un appagamento "esterno", devo prima aver soddisfatto tutte le mie lacune "interiori". Se non mi sento la migliore versione di me, il sesso ha lo stesso valore che avrebbero le banconote dopo un inverno nucleare.

E tutto ciò potrebbe anche non bastare, dal momento che anche il partner deve avere determinati requisiti. Anche fisici, chiaro, ma difficilmente riuscirei a combinare qualcosa con una ragazza con la quale non riuscirei ad avere anche un rapporto d'amicizia. Ho conosciuto belle ragazze d'una vuotezza da deprimere... e come molti ben sapranno la bellezza può essere un nemico per una ragazza non abbastanza forte da superare le opinioni altrui - perché anche quelle più lusinghiere vanno ponderate. Ma divago...

La prima persona di cui desidero l'apprezzamento sono io; poi arrivano tutte le altre. Ma è il mio apprezzamento soltanto ad essere fondamentale e condizione necessaria per la rilevanza dell'apprezzamento altrui. Che non significa non rispettare gli altri, assolutamente no, io rispetto tutti; e nemmeno essere egocentrici, non nell'accezione negativa del termine perlomeno: perché sì, metto me stesso al centro, ma al centro della mia intimità e delle mie decisioni escludendo interferenze esterne che in troppi subiscono senza avere scudi con cui difendersi. Troppe volte ci si chiede "Cosa vorrà lei/lui? Come posso darglielo?", sempre più raramente si è capaci di chiedersi "Cosa voglio io? Perché? Davvero?".

Tra l'altro, vivere in questo modo, secondo questi principi, ci renderebbe migliori verso gli altri, perché ci rapporteremmo a loro non per avere, dal momento che avremmo già tutto quel che ci serve; o perlomeno, lui non potrebbe darci niente di più di quanto noi possiamo dare a noi stessi. Potremmo solo dare o limitarci a condividere noi stessi sinceramente.

Se hai avuto l'impressione mi allontanassi dalla domanda, sappi l'ho avuta anch'io, ma rileggendo ho concluso che è proprio questo mio meccanismo interiore che scandisce le mie priorità e l'oggetto delle mie attenzioni, e tra queste sono ricomprese anche le relazioni e il sesso.

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Il Principe
9 minuti fa, senza nome ha scritto:

Caro, per curiosità, quante volte hai fatto sesso? Con quante diverse?

Il numero delle volte proprio non te lo saprei dire, non ho mai tenuto il conto. Le partner sono state cinque, credo; almeno quelle di cui ho memoria. E sono ancora con tutte in ottimi rapporti.

Nota bene: son sempre stato io a troncare il rapporto. Non ho mai avuto traumi in tal senso.

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senza nome
21 minuti fa, Il Principe ha scritto:

Il numero delle volte proprio non te lo saprei dire, non ho mai tenuto il conto. Le partner sono state cinque, credo; almeno quelle di cui ho memoria. E sono ancora con tutte in ottimi rapporti.

Nota bene: son sempre stato io a troncare il rapporto. Non ho mai avuto traumi in tal senso.

Non è che questa è l'Inquisizione, almeno no, da parte mia. Sono solo curioso.

Grazie della risposta, un'altra domanda provi dei piaceri associati al corpo(ad esempio "godi" per la gola, cibo, vino o sentiti vividamente con il tatto la sabbia, la pelle ecc)?

 

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Il Principe
1 ora fa, senza nome ha scritto:

Non è che questa è l'Inquisizione, almeno no, da parte mia. Sono solo curioso.

Grazie della risposta, un'altra domanda provi dei piaceri associati al corpo(ad esempio "godi" per la gola, cibo, vino o sentiti vividamente con il tatto la sabbia, la pelle ecc)?

 

Domanda curiosa. Sì beh, il cibo è uno dei tanti piaceri della mia vita come quella di un po' tutti; se lo citi non posso che confermare. Provo un grande piacere nell'allenarmi sodo, piuttosto; passo gran parte della giornata sui libri sia per studio che per piacere personale, e allenarmi diventa una necessità, e quando riesce come desidero è una sensazione fantastica.

Poi non so, fisicamente mi curo molto ma i più grandi interessi della mia vita non sono fisici.

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senza nome
38 minuti fa, Il Principe ha scritto:

Domanda curiosa. Sì beh, il cibo è uno dei tanti piaceri della mia vita come quella di un po' tutti; se lo citi non posso che confermare. Provo un grande piacere nell'allenarmi sodo, piuttosto; passo gran parte della giornata sui libri sia per studio che per piacere personale, e allenarmi diventa una necessità, e quando riesce come desidero è una sensazione fantastica.

Poi non so, fisicamente mi curo molto ma i più grandi interessi della mia vita non sono fisici.

Ho sbagliato a chiedere:la palestra è un'attività fisica ma rilascia ormoni per cui stai bene:sia se lo fai con i guanti, che senza, sia in canotta, all'aperto al chiuso ecc e l'attività stessa che ti fa stare bene.

Intendo se provi piacere attraverso le sensazioni del corpo:per esempio a me piace moltissimo toccare le cose e soprattutto le persone, perché per qualche motivo è il senso, dopo la vista, che ho più sviluppato. Per altri è la gola o la vista. Quasi mi piace più spogliare una donna, accarezzarla, "modellarla", massaggiarla che baciarla.(non so se mi sono spiegato). Mi piace la pioggia ad esempio perché la sento scorrette adosso e mi piace quella sensazione, ecc.

Intendo dire se hai connessione con i sensi del corpo, perché maggiore è la connessione, maggiori è il godimento. Ci sono persone che sono desebilizzate completamente sotto questo aspetto e non godono, o lo fanno poco, anche del sesso, ma anche sotto altri piaceri(potenziali)della vita.

Sinceramente, te lo chiedo, perché ho trovato gente che si proferiva asessuale e tutti(tranne uno, che forse era veramente assesuale, bho) avevano problemi con il sesso(non lo avevano mai fatto, o male, blocchi di qualche tipo, magari erano omosessuali e omofobi, ecc)o erano sconnessi con il loro corpo, rendendo mediocre la sensazione.

Poi esistono anche quelli che sono effettivamente asessuali, era una mia curiosità, per una mia statistica personale(che comunque conta pochi casi in genere).

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