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Il rapporto con mio padre


giorgio954

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giorgio954

Buonasera ragazzi,

Ho già scritto un altra volta qui sul forum per parlare della mia famiglia; tuttavia la situazione di recente si è inclinata.

Ricapitolando ho 24 anni e i miei genitori sono estremamente oppressivi nei miei confronti quasi come fossi un bambino, tutto questo mi condiziona sulla fiducia in me stesso (guardo con molta attenzione i miei gesti, ecc. Mi sento quasi un disadattato) e quindi automaticamente anche sul mio rapporto con le ragazze soprattutto (sarà anche che a ciò si aggiunge che sono un pornodipendente e sto cercando di uscirne e vergine, poichè purtroppo sono cresciuto con la v****a telematica e quindi tremo al pensiero di una ragazza) ==> Anche su quest'ultimo punto agiscono le mie insicurezze è come se non mi sentissi in grado, non mi sento un attore porno, ecc.

Ritornando il rapporto con mio padre si è inclinato di recente, o meglio, io sono esploso perché ho accumulato un po' troppo.

Negli anni, mio padre mi ha sempre fatto fare un po' come voleva lui e mai come volevo io e purtroppo anche mamma lo appoggiava, semplicemente per evitare discussioni a casa.

Insomma riassumendo i problemi con lui sono :

 

1) Sottolinea solo se sbaglio un qualcosa mai le cose positive ==> Es : Passare un esame universitario per lui è normale, se vieni bocciato invece te lo sottolinea per una settimana.

2) Per lui essere all'università implica alzarsi alle 8:30, cercare di scendere il meno possibile e di fare meno attività possibili. ===> Es : Io mi alzo sempre alle 10;30 e per lui è negativo perché non si fa così.

3) Lavorare con attività semplici (animatore, insegnante privato) può distrarmi dallo studio e quindi non posso farlo. ===> Facevo animazione, ora ho iniziato a fare insegnante privato, quando facevo l'animatore mi aspettava al ritorno perché per lui perdevo giornate di studio e pensavo che questo fosse il lavoro.

4) Non mi è concesso guidare la macchina la sera (me la lascia di pomeriggio, la so portare) però la sera no perché lui deve dormire tranquillo. ==> i miei amici hanno la macchina però per me è una fucilata non mi sento indipendente se devo uscire con una ragazza la sera non posso farlo, devo trovarla per forza sotto casa.

Ho preso anche la.patente a 23 anni perché non mi ci vedeva, quest'anno invece ha chiesto a mia sorella (18 anni) se volesse prenderla, non gli ho detto nulla,.ma.dentro di me il sangue ribolliva.

Insomma, la volta scorsa è scoppiata una litigata perché dovevo accompagnare un amica con la macchina a 15 minuti da casa, si è innervosito perché perdo tempo per studiare e ha cominciato a dire  a mia madre "Oggi si è svegliato alle 12:30 eh"...A quel punto gli ho detto in maniera molto arrabbiata, quasi faccia e faccia : "Tu devi lasciarmi stare e devi uscire dalla mia vita."

Tutto ciò anche perche lui voleva sapere come mai non gli avessi detto che stessi facendo il prof privato, in maniera rabbiosa. Ovviamente, non glielo dissi per l'esperienza dell'animazione e anche di mia mamma dirmi di evitare 😅.

Non ci parliamo da una settimana, non mi saluta e io ho avvisato mia mamma che non avrei cambiato idea e deve essere lui a cambiare altrimenti sino ad allora non ci parlerò più. Mio nonno come sempre.dice "Devi ascoltare i consigli dei genitori" ==>> Insomma se lui mi dice devi studiare tutti i giorni, per lui è normale.

Detto ciò, io ho la media.del.27 e tra un po' mi laureo.laureo. Tuttavia, io soffro di questa situazione vedo i miei amici indipendenti, dove non devono nascondere se vanno a giocare a calcio per due giorni (un giorno me lo concede anche due, ma al.secondo mi fa la faccia storta), chiedono la macchina senza paura/problemi, ecc.

Vorrei uscire da questa situazione che mi fa solo stare nervoso, sentirmi migliore e non dipendere da lui. 

Cosa mi consigliate di fare con questa situazione? E soprattutto ora è la festa del papà, non so come comportarmi; per non parlare di mia madre che mi pressa affinchè gli chieda scusa.

 

 

 

 

Modificato da giorgio954
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PapuPetagna

Mi dispiace tanto, capisco la tua sofferenza. 

Per esperienza posso dirti che lavorandoci sopra puoi smussare un po’ il carattere di tuo padre ma difficilmente potrai cambiarlo.

Proprio perché tra poco è la festa del Papà ti suggerisco un gesto distensivo, prova a fargli gli auguri e cercare di fargli capire le tue esigenze in una conversazione serena. Ecco cerca sempre di tenere il dialogo, non interromperlo anche nei momenti più duri perche queste disfunzioni comunicative rischi di portartele avanti nella vita. 

In bocca al lupo

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giorgio954
Inviato (modificato)
3 minuti fa, PapuPetagna ha scritto:

Mi dispiace tanto, capisco la tua sofferenza. 

Per esperienza posso dirti che lavorandoci sopra puoi smussare un po’ il carattere di tuo padre ma difficilmente potrai cambiarlo.

Proprio perché tra poco è la festa del Papà ti suggerisco un gesto distensivo, prova a fargli gli auguri e cercare di fargli capire le tue esigenze in una conversazione serena. Ecco cerca sempre di tenere il dialogo, non interromperlo anche nei momenti più duri perche queste disfunzioni comunicative rischi di portartele avanti nella vita. 

In bocca al lupo

Non si comunica purtroppo, siamo due caratteri particolari.

Lui non vuole mai avere torto, io lo stesso e quindi litighiamo.

E sinceramente perché devo essere io? Io mi comporto normalmente e lui sbaglia nei miei confronti...pressandomi, ecc.

 

Sbaglierò ma io non ci parlo perché sto meglio, non mi sta dicendo nulla, posso svegliarmi quando voglio, ecc.

E mi sento libero, però mi sento a disagio a casa, tutto qua.

Allora sincero che senso ha per me parlarne, quando so che se faccio pace ricomincia?

Modificato da giorgio954
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Tod

Ciao,

la situazione è faticosa ma ti consiglio di tenere duro, mantenere il rispetto nei confronti di tuo padre e di andare fuori di casa al più presto.

Non chiedere il loro consenso, non essere alla mercé delle loro convinzioni/costrizioni, ma non mancargli di rispetto. Trova un lavoro, renditi indipendente e va' fuori di casa. Hai 24 anni quindi sarebbe anche il momento.

Preferibilmente cambia città.

Cercare di cambiare il carattere di una persona di oltre 50 anni (ipotizzo) è pressoché impossibile, è molto più facile cambiare il proprio.

Nel caso nel breve termine non riesci a contenere rabbia o ira, ti consiglio uno psicologo. Non perché serva a te, ma perché è una figura che ti può aiutare a trovare il modo migliore per gestire il rapporto senza starci male. L'unica cosa è che ha un costo, quindi forse penso propenderei più al risparmiare per andare fuori di casa. Poi una volta che sei fuori ci pensi.

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gelsomino
13 minuti fa, Tod ha scritto:

la situazione è faticosa ma ti consiglio di tenere duro, mantenere il rispetto nei confronti di tuo padre e di andare fuori di casa al più presto.

La chiave di lettura è questa, i tuoi genitori son quello che sono,

di solito, c'e' ne sempre uno che cerca di portare pace,

ma mi sembra non sia il tuo caso, in quanto anche la mamma rincara la dose,

devi andar via da casa.

Per il momento riappacificarti col babbo ,prima della festa del papa,

per quanto riguarda il regalo,

lo sai solo tu, che conosci il babbo,

in quanto ci sono babbo, che non gradiscono che gli si faccia un regalo,

perchè,sai, si spendon soldi, non gli serve, son soldi suoi che gira a te,non gl piace...e blablabla...

vattene via da la'!

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Sono contento quando leggo di persone che in situazioni di disagio cronico si manifestano esprimendo il proprio malessere, cercando attenzione, conforto, una soluzione.

La maggior parte delle volte davanti ad una ipotesi, una proposta, un consiglio, inizia la parte della negazione e della contraddizione.

Andiamo con calma, ascoltami adesso.

Questo tipo di modelli di educazione, di tipo dissociativo, sono un classico, padre dominante e modello "pater familias" e madre sottomessa che concede e lascia applicare il modello del marito, appoggiandone ogni decisione.

Da questo nascono gli schemi di pensiero inconscio e subconscio di tipo appunto dissociativo, per cui da una parte hai la struttura caratteriale sottomessa e dall'altra c'è il modello di forza, per cui la summa in genere si traduce in fenotipi comportamentali passivo-aggressivi, di ribellione, di rivalsa, in cui in una data situazione senti di provare due sentimenti completamenti contrapposti e non integrati.

Sei deciso e determinato per poi provare sensi di disagio e di inadeguatezza, senti rabbia e voglia di andare contro un qualcosa o qualcuno, poi stai lì ad avere pensieri svalutanti, di sottomissione e così via.

E poi c'è il comportamento svalutativo e preponderante di tuo padre, in cui fare le cose bene è nella norma, fare le cose male invece è da denigrare, da ignorare, da mettere alla gogna, in cui devi essere sempre controllato in quello che fai, devi fare questo e quello, devi essere sempre impeccabile, devi essere uomo, in cui vige il senso del giusto e dello sbagliato, in cui ci sono cose accettate ed altre completamente proibite e demonizzate.

E ora ti verranno in mente i tuoi sentimenti di vergogna, di disagio, di colpa.

E ora ti verrà in mente quando ti senti giudicato.

E ora ti verrà in mente quando ti senti sempre sotto controllo, quando ti nascondi, quando vuoi fare una cosa e sei costretto ad evadere.

E ora ti verrà in mente il senso del dovere, devo fare questo, devo fare così, è giusto che vada in quel modo etc.

Il porno, il forum, un amicizia, rappresentano per te valvole di sfogo, luoghi in cui rifugiarti dal tuo affanno, dal tuo disagio, in cui liberarti, in cui spogliarti da questo sballottamento.

E non cercare protezione dal nonno, dallo zio, dal parente che vive in Africa, non capiscono un cazzo peggio dei tuoi genitori.

Ma non è colpa loro. A voler far del bene, spesso e volentieri, si fa peggio.

Parlare e confrontarsi con loro è un'impresa ardua, restano lì impantanati nelle loro convinzioni, nelle loro stereotipie, nei modelli che a loro volta li hanno formati e su cui si basano, è scontrarsi contro un muro, la sensazione di essere rimbalzati completamente gettandosi su un pallone svizzero.

Il problema principale è che tu vivi in quel contesto, vivi quello stress e nello stress, questo aumenta la difficoltà oggettiva della situazione.

L'assertività è una forma di comunicazione che, sviluppata ed affinata a dovere, può sicuramente aiutare ad affrontare situazioni di conflittualità, in cui mostri le tue ragioni e le porti avanti con decisione e convinzione senza scontrarti e generare reazioni nell'altra persona, ma al contrario cercando uno spazio di confronto, di dialogo.

Ma la soluzione definitiva è staccarsi da questo nucleo e rendersi finalmente autonomo.

Tanto loro non cambiano e se qualcuno deve cambiare, quello sei tu, dispiace dirlo, ma è così.

Solo in Italia le persone oltre i 18 anni stanno ancora in casa.  Stiamo in casa a fare cosa? A 20 anni ancora con papà e mamma con lui che ci dice cosa fare e lei a farci trovare il piatto bello pronto a tavola, quando è ora di sbagliare con le proprie mani e la propria testa, di imparare dalle nostre sofferenze e dai nostri errori, e di gioire delle nostre vittorie dandoci finalmente dei meriti.

Ti laurei e te ne vai.

Se non hai soldi a disposizione lavori part-time e cerchi una stanza in un appartamento che paghi di meno, magari non centrale ed in città, ma in periferia, e continui i tuoi studi se devi farlo, o trovi un lavoro che più si adatta alla tua qualifica ed esigenze, se è possibile.

Rappresenta un sacrificio, ma è dal lavoro, dall'impegno, dal sudore che nascono le migliori soddisfazioni. 

Ed è di TE che stiamo parlando.

Ho ricevuto lo stesso modello educativo ed ho iniziato un pò di tempo fa un percorso di crescita e di miglioramento per me stesso, per cui so di cosa sto parlando.

Sono andato via, lavoro autonomamente, vivo in affitto, continuo a sbagliare ogni giorno, poi i successi e i complimenti che faccio a me stesso, perché una pacca sulla spalla ed un sorriso non possono che farci del bene, ci danno stimolo e motivazione, ci sono momenti in cui sono in difficoltà, altri in pletora, vivo insomma. Fare inoltre alcune sedute da una psicoanalista mi hanno aiutato a vedere in terza persona quel bambino cosa pensava, cosa diceva a se stesso, cosa sentiva e cosa voleva in realtà fare, e quell'adulto cos'è adesso e cosa in realtà vorrebbe essere.

Ed ora osservo tutto con molta più lucidità. Gli arousal ci sono sempre, ma ho imparato ad accettarli, fanno parte di me, come un neo o qualsiasi altra piccola imperfezione.

Le soluzioni ci sono e ci vengono offerte, in modi più o meno variegati, più o meno chiari e nitidi, bisogna scremarle, coglierne l'essenza e sapere accettare che vengano dagli altri, che intestardendoci e cercando di uscirne con la nostra testa spesso si fanno solo dei grossi giri a vuoto.

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gelsomino
1 ora fa, giorgio954 ha scritto:

Sbaglierò ma io non ci parlo perché sto meglio, non mi sta dicendo nulla, posso svegliarmi quando voglio, ecc.

Quando capiterà che sbaglierai, e prima o poi, sbaglierai, perche' è impossibile,

non fare errori, e non faare errori in un ambiente con sentinelle è ancora piu' difficile farla franca,

dicevo quando succederà questo, ti farò pagare tutto in un colpo solo e,

da come scrivi non hai le risorse emotive per tenere botta e non solo,

il nonno, il nonno dovrebbe dirti,

ci parlo io con tuo padre, c parlo io, cerco di farlo ragionare,

ma non lo dice, anzi risponde con frasi fatte, i genitori hanno sempre ragione, 

i figli si accarezzano nel sonno, una volta qua era tutta campagna e blablabla....

non so perchè lo faccia e non ho elementi per azzardare ipotesi,pero' so di sicuro che sei solo

sei solo...vattene  da la'!!!

VATTENNN

 

 

 

Modificato da gelsomino
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Nyne
1 ora fa, giorgio954 ha scritto:

Buonasera ragazzi,

Ho già scritto un altra volta qui sul forum per parlare della mia famiglia; tuttavia la situazione di recente si è inclinata.

Ricapitolando ho 24 anni e i miei genitori sono estremamente oppressivi nei miei confronti quasi come fossi un bambino, tutto questo mi condiziona sulla fiducia in me stesso (guardo con molta attenzione i miei gesti, ecc. Mi sento quasi un disadattato) e quindi automaticamente anche sul mio rapporto con le ragazze soprattutto (sarà anche che a ciò si aggiunge che sono un pornodipendente e sto cercando di uscirne e vergine, poichè purtroppo sono cresciuto con la v****a telematica e quindi tremo al pensiero di una ragazza) ==> Anche su quest'ultimo punto agiscono le mie insicurezze è come se non mi sentissi in grado, non mi sento un attore porno, ecc.

Ritornando il rapporto con mio padre si è inclinato di recente, o meglio, io sono esploso perché ho accumulato un po' troppo.

Negli anni, mio padre mi ha sempre fatto fare un po' come voleva lui e mai come volevo io e purtroppo anche mamma lo appoggiava, semplicemente per evitare discussioni a casa.

Insomma riassumendo i problemi con lui sono :

 

1) Sottolinea solo se sbaglio un qualcosa mai le cose positive ==> Es : Passare un esame universitario per lui è normale, se vieni bocciato invece te lo sottolinea per una settimana.

2) Per lui essere all'università implica alzarsi alle 8:30, cercare di scendere il meno possibile e di fare meno attività possibili. ===> Es : Io mi alzo sempre alle 10;30 e per lui è negativo perché non si fa così.

3) Lavorare con attività semplici (animatore, insegnante privato) può distrarmi dallo studio e quindi non posso farlo. ===> Facevo animazione, ora ho iniziato a fare insegnante privato, quando facevo l'animatore mi aspettava al ritorno perché per lui perdevo giornate di studio e pensavo che questo fosse il lavoro.

4) Non mi è concesso guidare la macchina la sera (me la lascia di pomeriggio, la so portare) però la sera no perché lui deve dormire tranquillo. ==> i miei amici hanno la macchina però per me è una fucilata non mi sento indipendente se devo uscire con una ragazza la sera non posso farlo, devo trovarla per forza sotto casa.

Ho preso anche la.patente a 23 anni perché non mi ci vedeva, quest'anno invece ha chiesto a mia sorella (18 anni) se volesse prenderla, non gli ho detto nulla,.ma.dentro di me il sangue ribolliva.

Insomma, la volta scorsa è scoppiata una litigata perché dovevo accompagnare un amica con la macchina a 15 minuti da casa, si è innervosito perché perdo tempo per studiare e ha cominciato a dire  a mia madre "Oggi si è svegliato alle 12:30 eh"...A quel punto gli ho detto in maniera molto arrabbiata, quasi faccia e faccia : "Tu devi lasciarmi stare e devi uscire dalla mia vita."

Tutto ciò anche perche lui voleva sapere come mai non gli avessi detto che stessi facendo il prof privato, in maniera rabbiosa. Ovviamente, non glielo dissi per l'esperienza dell'animazione e anche di mia mamma dirmi di evitare 😅.

Non ci parliamo da una settimana, non mi saluta e io ho avvisato mia mamma che non avrei cambiato idea e deve essere lui a cambiare altrimenti sino ad allora non ci parlerò più. Mio nonno come sempre.dice "Devi ascoltare i consigli dei genitori" ==>> Insomma se lui mi dice devi studiare tutti i giorni, per lui è normale.

Detto ciò, io ho la media.del.27 e tra un po' mi laureo.laureo. Tuttavia, io soffro di questa situazione vedo i miei amici indipendenti, dove non devono nascondere se vanno a giocare a calcio per due giorni (un giorno me lo concede anche due, ma al.secondo mi fa la faccia storta), chiedono la macchina senza paura/problemi, ecc.

Vorrei uscire da questa situazione che mi fa solo stare nervoso, sentirmi migliore e non dipendere da lui. 

Cosa mi consigliate di fare con questa situazione? E soprattutto ora è la festa del papà, non so come comportarmi; per non parlare di mia madre che mi pressa affinchè gli chieda scusa.

 

 

 

 

Andrò controcorrente, ma nel tuo caso -per come l'hai raccontata, la verità mi sembra un po' nel mezzo.

Vado per i punti che hai elencato.

1) Capisco il senso di frustrazione, lo capisco davvero. Ma tu lavori o il tuo lavoro è studiare? Nel caso, chi paga l'università? Sarebbe bello se ognuno ti battesse il cinque per ogni cosa positiva che realizzi, ma non è realistico.

2) Anche qui, comprendo quello che dici. Ma quando ti scontrerai col mondo reale, alzarsi alle 10 di mattino è impensabile. Tu potresti replicare: 'ma io riesco a stare dietro ai miei esami anche alzandomi alle 10!' Certo, ma tuo padre probabilmente guarda più in lungo e vorrebbe tu sviluppassi già da ora quella disciplina che ti richiede, nella maggioranza dei lavori, la capacità di svegliarti presto.

3) Atteggiamento sbagliato da parte di tuo padre, a parer mio. Ma, sempre a parer mio, dettato dal fatto che non ti vede disciplinato nei confronti di un futuro mondo lavorativo.

4) Non si fida, probabilmente per i discorsi sopracitati. Questa però mi sembra una richiesta più che legittima da parte tua.

Se da una parte tuo padre è sicuramente oppressivo, d'altra parte da quel che racconti non hai fatto nulla di che per dimostrare di meritare il contrario.

Un saluto.

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giorgio954
52 minuti fa, Nyne ha scritto:

Andrò controcorrente, ma nel tuo caso -per come l'hai raccontata, la verità mi sembra un po' nel mezzo.

Vado per i punti che hai elencato.

1) Capisco il senso di frustrazione, lo capisco davvero. Ma tu lavori o il tuo lavoro è studiare? Nel caso, chi paga l'università? Sarebbe bello se ognuno ti battesse il cinque per ogni cosa positiva che realizzi, ma non è realistico.

2) Anche qui, comprendo quello che dici. Ma quando ti scontrerai col mondo reale, alzarsi alle 10 di mattino è impensabile. Tu potresti replicare: 'ma io riesco a stare dietro ai miei esami anche alzandomi alle 10!' Certo, ma tuo padre probabilmente guarda più in lungo e vorrebbe tu sviluppassi già da ora quella disciplina che ti richiede, nella maggioranza dei lavori, la capacità di svegliarti presto.

3) Atteggiamento sbagliato da parte di tuo padre, a parer mio. Ma, sempre a parer mio, dettato dal fatto che non ti vede disciplinato nei confronti di un futuro mondo lavorativo.

4) Non si fida, probabilmente per i discorsi sopracitati. Questa però mi sembra una richiesta più che legittima da parte tua.

Se da una parte tuo padre è sicuramente oppressivo, d'altra parte da quel che racconti non hai fatto nulla di che per dimostrare di meritare il contrario.

Un saluto.

Non metto in dubbio che lui lo faccia per me in alcuni casi, tuttavia lo valuto troppo eccessivo :

 

1) Non voglio la festa, non voglio gli applausi o altro. Tuttavia se io so che dirgli di non superare l'esame o prendere un voto basso, comporta solo lamentele che durano più di una settimana fino ad arrivare a proprie guerre in famiglia, allora mi comporta il non volerglielo dire.

2) Ha ragione su questo, tuttavia io frequento i corsi e mi sveglio alle 6:30, mi sveglio alle 10:30 solo quando non sono sotto esame; con questo per dirti che se voglio mi riesco ad alzare e so anche quando devo tornare, ecc.

A me dà fastidio il concetto ti devi svegliare alle 9 per studiare altrimenti non ti laurei, ma tu sai quante pagine devo fare? No! Allora lasciami fare a me.

Ammetto di avere anche una memoria che mi funziona molta quindi mi basta poco ad imparare.

 

3) Un giorno sarò io a lavorare e non lui, il curriculum me lo devo costruire io e non lui. Se io voglio fare un attività scema per avere qualcosina in tasca, sono fatti miei.

Se poi lui pensa che io sia talmente stupido da considerare tipo l'animazione come LAVORO, allora per me sbaglia a prescindere. Quindi sincero, io posso pure lavorare tutte le sere, sono io a gestirmi lo studio e il mio tempo, sono cose mie : non ho bisogno del pappagallo ogni giorno o di chi mi aspetti al ritorno per cazziarmi.

4) Purtroppo è cosi, non che voglio fare il bellino o altro però voglio spazio, voglio che mi lascino fare.

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giorgio954
1 ora fa, sasa4 ha scritto:

Sono contento quando leggo di persone che in situazioni di disagio cronico si manifestano esprimendo il proprio malessere, cercando attenzione, conforto, una soluzione.

La maggior parte delle volte davanti ad una ipotesi, una proposta, un consiglio, inizia la parte della negazione e della contraddizione.

Andiamo con calma, ascoltami adesso.

Questo tipo di modelli di educazione, di tipo dissociativo, sono un classico, padre dominante e modello "pater familias" e madre sottomessa che concede e lascia applicare il modello del marito, appoggiandone ogni decisione.

Da questo nascono gli schemi di pensiero inconscio e subconscio di tipo appunto dissociativo, per cui da una parte hai la struttura caratteriale sottomessa e dall'altra c'è il modello di forza, per cui la summa in genere si traduce in fenotipi comportamentali passivo-aggressivi, di ribellione, di rivalsa, in cui in una data situazione senti di provare due sentimenti completamenti contrapposti e non integrati.

Sei deciso e determinato per poi provare sensi di disagio e di inadeguatezza, senti rabbia e voglia di andare contro un qualcosa o qualcuno, poi stai lì ad avere pensieri svalutanti, di sottomissione e così via.

E poi c'è il comportamento svalutativo e preponderante di tuo padre, in cui fare le cose bene è nella norma, fare le cose male invece è da denigrare, da ignorare, da mettere alla gogna, in cui devi essere sempre controllato in quello che fai, devi fare questo e quello, devi essere sempre impeccabile, devi essere uomo, in cui vige il senso del giusto e dello sbagliato, in cui ci sono cose accettate ed altre completamente proibite e demonizzate.

E ora ti verranno in mente i tuoi sentimenti di vergogna, di disagio, di colpa.

E ora ti verrà in mente quando ti senti giudicato.

E ora ti verrà in mente quando ti senti sempre sotto controllo, quando ti nascondi, quando vuoi fare una cosa e sei costretto ad evadere.

E ora ti verrà in mente il senso del dovere, devo fare questo, devo fare così, è giusto che vada in quel modo etc.

Il porno, il forum, un amicizia, rappresentano per te valvole di sfogo, luoghi in cui rifugiarti dal tuo affanno, dal tuo disagio, in cui liberarti, in cui spogliarti da questo sballottamento.

E non cercare protezione dal nonno, dallo zio, dal parente che vive in Africa, non capiscono un cazzo peggio dei tuoi genitori.

Ma non è colpa loro. A voler far del bene, spesso e volentieri, si fa peggio.

Parlare e confrontarsi con loro è un'impresa ardua, restano lì impantanati nelle loro convinzioni, nelle loro stereotipie, nei modelli che a loro volta li hanno formati e su cui si basano, è scontrarsi contro un muro, la sensazione di essere rimbalzati completamente gettandosi su un pallone svizzero.

Il problema principale è che tu vivi in quel contesto, vivi quello stress e nello stress, questo aumenta la difficoltà oggettiva della situazione.

L'assertività è una forma di comunicazione che, sviluppata ed affinata a dovere, può sicuramente aiutare ad affrontare situazioni di conflittualità, in cui mostri le tue ragioni e le porti avanti con decisione e convinzione senza scontrarti e generare reazioni nell'altra persona, ma al contrario cercando uno spazio di confronto, di dialogo.

Ma la soluzione definitiva è staccarsi da questo nucleo e rendersi finalmente autonomo.

Tanto loro non cambiano e se qualcuno deve cambiare, quello sei tu, dispiace dirlo, ma è così.

Solo in Italia le persone oltre i 18 anni stanno ancora in casa.  Stiamo in casa a fare cosa? A 20 anni ancora con papà e mamma con lui che ci dice cosa fare e lei a farci trovare il piatto bello pronto a tavola, quando è ora di sbagliare con le proprie mani e la propria testa, di imparare dalle nostre sofferenze e dai nostri errori, e di gioire delle nostre vittorie dandoci finalmente dei meriti.

Ti laurei e te ne vai.

Se non hai soldi a disposizione lavori part-time e cerchi una stanza in un appartamento che paghi di meno, magari non centrale ed in città, ma in periferia, e continui i tuoi studi se devi farlo, o trovi un lavoro che più si adatta alla tua qualifica ed esigenze, se è possibile.

Rappresenta un sacrificio, ma è dal lavoro, dall'impegno, dal sudore che nascono le migliori soddisfazioni. 

Ed è di TE che stiamo parlando.

Ho ricevuto lo stesso modello educativo ed ho iniziato un pò di tempo fa un percorso di crescita e di miglioramento per me stesso, per cui so di cosa sto parlando.

Sono andato via, lavoro autonomamente, vivo in affitto, continuo a sbagliare ogni giorno, poi i successi e i complimenti che faccio a me stesso, perché una pacca sulla spalla ed un sorriso non possono che farci del bene, ci danno stimolo e motivazione, ci sono momenti in cui sono in difficoltà, altri in pletora, vivo insomma. Fare inoltre alcune sedute da una psicoanalista mi hanno aiutato a vedere in terza persona quel bambino cosa pensava, cosa diceva a se stesso, cosa sentiva e cosa voleva in realtà fare, e quell'adulto cos'è adesso e cosa in realtà vorrebbe essere.

Ed ora osservo tutto con molta più lucidità. Gli arousal ci sono sempre, ma ho imparato ad accettarli, fanno parte di me, come un neo o qualsiasi altra piccola imperfezione.

Le soluzioni ci sono e ci vengono offerte, in modi più o meno variegati, più o meno chiari e nitidi, bisogna scremarle, coglierne l'essenza e sapere accettare che vengano dagli altri, che intestardendoci e cercando di uscirne con la nostra testa spesso si fanno solo dei grossi giri a vuoto.

Inanzitutto, ti ringrazio per avermi ascoltato e "aiutato"..

Mi sta ultimamente frugando per la testa la voglia di andarmene di casa..Il problema è che da un lato mi manca un lavoro, mi manca una macchina, mi manca una casa, ecc. (Anche se queste sono tutte consequenziali al lavoro)

E dall'altro è che sono anche io un po' "mammone", quasi come mi spaventasse uscire da qui (nonostante non mi ci trovi bene), come se mi sentissi spaesato e non saprei cosa fare a quel punto; oltre al fatto che sono sicuro sarebbe un altra battaglia perché la prenderebbero come un offesa e comincerebbe anche mio nonno "Ma tu dove vuoi andare, non ci sai fare, ascolta i tuoi genitori, ecc."

Quindi ammetto che sono un po' anche io, sto cercando di mettermi qualche soldo da parte con questa attività da prof privato (non guadagno molto giusto un 150 euro al mese, ma almeno riesco a farmi passare qualche piccolo sfizio e anche per non chiedere più a mamma e papà che ogni cosa guardano male) però in sostanza come ti ho detto mi sentirei spaesato.

Io sono al quinto anno di giurisprudenza, il prossimo anno mi laureo e le tasse universitarie sono pagate da loro.

Credo che per ora conservo qualcosa, poi provvederò a sistemarmi dopo la laurea...Però intanto con un po' di dialogo cercherò di ottenere quelle piccole cose che per il momento mi possono essere utili (macchina, non pressione, ecc.).

Credo comincerò proprio con la festa del papà, con la scusa del "regalo" e metterò qualche punto (sperando capiscano).

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