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Il rapporto con mio padre


giorgio954

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giorgio954
1 ora fa, gelsomino ha scritto:

Quando capiterà che sbaglierai, e prima o poi, sbaglierai, perche' è impossibile,

non fare errori, e non faare errori in un ambiente con sentinelle è ancora piu' difficile farla franca,

dicevo quando succederà questo, ti farò pagare tutto in un colpo solo e,

da come scrivi non hai le risorse emotive per tenere botta e non solo,

il nonno, il nonno dovrebbe dirti,

ci parlo io con tuo padre, c parlo io, cerco di farlo ragionare,

ma non lo dice, anzi risponde con frasi fatte, i genitori hanno sempre ragione, 

i figli si accarezzano nel sonno, una volta qua era tutta campagna e blablabla....

non so perchè lo faccia e non ho elementi per azzardare ipotesi,pero' so di sicuro che sei solo

sei solo...vattene  da la'!!!

VATTENNN

 

 

 

Ciao, ti ringrazio della risposta!

Cercherò di essere più autonomo possibile nel mio piccolo per ora, come ho già detto dipendo da loro su tasse e altre piccole cose, poi quando post laurea (anno prossimo) cercherò una sistemazione più serena.

Anche se come ho aggiunto sarà difficile, sarà una battaglia perché per loro non sono pronto per star da solo (come ho detto questo frulla nella mia testa e mi fa mettere paura anche a me).

 

 

PS : Mio nonno concepisce l'idea di consiglio come obbligo, se un genitore ti dice "Io farei così" tu lo devi ascoltare per forza, perché "Chi sa consigliarti meglio di un genitore?" Cit.

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gelsomino
1 minuto fa, giorgio954 ha scritto:

sarà difficile, sarà una battaglia perché per loro non sono pronto per star da solo

non cambierà nulla, non farai cambiar nulla,

perche' da come scrivi,

quella e la tua zona di comfort e ti ci trovi ,

fara pace con tuo padre,

il regalo della festa,

la mamma che ti lancia frecciatine, ma non più di tanto,

perchè, han fatto pace, che bella atmosfera, respiriamola,

il nonno, non facciamolo innervosire, cia' un età,

controlla la sorella figlio mio, mi raccomando, che non frequenti giri strani,

l'auto, appena ti laurei, te la comperiamo,

che cjai bisogn oper andare a lavorare, il dottore....

la tua famiglia è disfunzionale ma non piu' di tanto ,

è passato lo sfogo del momento, tutto ritorna come prima.

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giorgio954
3 minuti fa, gelsomino ha scritto:

non cambierà nulla, non farai cambiar nulla,

perche' da come scrivi,

quella e la tua zona di comfort e ti ci trovi ,

fara pace con tuo padre,

il regalo della festa,

la mamma che ti lancia frecciatine, ma non più di tanto,

perchè, han fatto pace, che bella atmosfera, respiriamola,

il nonno, non facciamolo innervosire, cia' un età,

controlla la sorella figlio mio, mi raccomando, che non frequenti giri strani,

l'auto, appena ti laurei, te la comperiamo,

che cjai bisogn oper andare a lavorare, il dottore....

la tua famiglia è disfunzionale ma non piu' di tanto ,

è passato lo sfogo del momento, tutto ritorna come prima.

Capisco quello che dici e so anche io che sarà così.

Tuttavia cosa dovrei fare? Vivo con loro attualmente non posso fare che sto a tavola o in casa, non ci salutiamo e ne ci guardiamo in faccia (io saluto quando entra, ma lui non risponde).

Vivere da solo? Certo, lo voglio fare (prima o poi devo affrontare le mie paure) ma non posso di certo farlo dalla sera alla mattina quindi comunque devo rimanere a casa per ora e per di più come ho detto mi mantengono loro per ora ma soprattutto pago un bel po' di tasse universitarie (fortunatamente dimezzate anche grazie ai CFU che riesco a dare ogni anno).

Quindi per questo ho detto è una situazione che vorrei valutare ma dopo gli studi.

 

Quindi le cose sono :

A) Rimango litigato

B) Ci facciamo "pace" e metto in chiaro le cose.

 

Purtroppo sono pure i tipi "Lui è tuo padre, tu devi chiedere scusa, non lui."

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gelsomino
3 minuti fa, giorgio954 ha scritto:

Capisco quello che dici e so anche io che sarà così.

bene, mi piace la gente che sa come vassnno le cose,

rimanere litigat o col papa in casa....è una grossissima stronzata,

certo che devi farci pace, certo.

te lo stanno dicendo da tre ore, tutti.

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BC-Gio73

Anche io, forse per il lavoro che faccio, andro' un po' controccorente.
Posso capire la situazione frustrante, mi spiace deluderti, ma siamo proprio noi gli unici responsabili della nostra poca autostima.
Hai scritto di essere cresciuto con la v****a telematica e di essere spaventato dal pensiero di una ragazza; cosa stai facendo per uscire da questo problema?

Se vuoi ritrovare la tua autostima, inizia a comportarti in modo diverso con te stesso.
Hai detto che vuoi essere indipendente giusto? Vai avanti con i tuoi lavoretti, fatti vedere come persona responsabile; dai valore ai tuoi risultati (es.: il superamento di un esame), prendi e mantieni l'impegno con te stesso di alzarmi prima (alzarsi alle 10 di mattino è impensabile nel mondo reale e sara' anche un argomento in meno su cui discutere). Tutto questo ti fara' vedere diversamente anche agli occhi dei tuoi genitori.
Riguardo alla patente; io l'ho fatta a 21 anni...ossia quando ho avuto i soldi per pagarmela.
Come fai a dire "Se poi lui pensa che io sia talmente stupido da considerare tipo l'animazione come LAVORO, allora per me sbaglia a prescindere"? Ne hai paralto con lui?
Magari avete bisogno di parlarvi, SENZA DISCUTERE; spiegagli quello che fai (i lavoretti di cui parli) e le ambizioni che hai.
Condividere puo' essere il modo per iniziare a costruire un buon rapporto.
Incomicia a fare la cosa più giusta, non quella più facile.

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Descent
Il 17/3/2019 alle 22:18 , giorgio954 ha scritto:

Cosa mi consigliate di fare con questa situazione?

Se ti piace quello che stai studiando tieni duro per un po', dato che manca poco al completamento del tuo percorso. 

La tua rabbia è comprensibile, e anche il senso di colpa.

Una volta presa la laurea prendi in mano la tua vita, cambia città, vedi un po' tu.

Adesso sarò un po' duro, ma non prenderla sul personale. Di famiglie come la tua ce ne stanno a migliaia lì fuori, genitori che mettono al mondo figli considerandoli proprie estensioni alle quali trasferire tutte le fantasie e tutte le frustrazioni dei loro mondi cupi e sprecati. Il problema di fondo è che sono i tuoi genitori e tu non potrai cambiarli in nessun modo; puoi però negoziare durante il periodo che ti separa dal soddisfacimento delle loro ambizioni riversate su di te e la tua vita indipendente. 

Tieni chiari a mente i tuoi obiettivi e lascia che ti dica una cosa: quando metterai piede fuori casa vivendo come meglio credi, vedrai come molte delle tue cieche convinzioni sulle relazioni, sul lavoro e sulle tue capacità crolleranno con una facilità che mai ti saresti aspettato.

Il senso di colpa che provi è una robetta che ti porti dall'infanzia. Lavora su questo e se proprio vuoi fare qualcosa per la relazione con tuo padre ricorda sempre di metterti al primo posto, senza deliri di onnipotenza da bambino arrabbiato, ma con la consapevolezza di essere stato riversato qui dopo le loro scelte, che tu puoi accogliere o subire in relazione ai tuoi desideri.

Hai degli obiettivi troppo più importanti da portare a termine rispetto a quelli di tuoi padre, figa in primis.

La storia della macchina ti appare stupida e ti fa percepire una mancanza di fiducia nelle tue capacità, con tanto di pretesa parzialmente condannabile da parte di tuo padre di doverti piegare alla sua volontà per la sua tranquillità, dovendo tu sacrificare la possibilità di goderti un'uscita. La macchina però è sua, quindi è lecito che sia lui a decidere. Puoi provare ad illustrargli con calma e autorevolezza le tue esigenze, provando ad esprimerti con il suo linguaggio, e vedrai che prima o poi cederà.

La vita è tua e questa cosa dei genitori iperprotettivi o controllanti non lo potranno mai accettare.

Sta a te prenderti ciò che è tuo, ma fallo in maniera intelligente. 

Sei ancora dipendente da loro, ma anche loro dipendono dal controllo che vogliono esercitare sulle tue scelte. 

Ti separerai da loro, intanto però educati ad un confronto maturo nei loro riguardi e preparati a dover affrontare centinaia di persone come loro nella vita che ti aspetta.

Il 18/3/2019 alle 01:20 , giorgio954 ha scritto:

Credo comincerò proprio con la festa del papà, con la scusa del "regalo" e metterò qualche punto (sperando capiscano).

Rileggi sasa4 e inizia a prendere confidenza con la realtà della solitudine che comporta la realizzazione della loro incapacità di comprensione. Superala e preparati ad un nuovo scenario dove sarai tu a costruire le relazioni che più gradirai.

Ricorda soprattutto che di fronte ad una critica, anche se aggressiva e portatrice di senso di colpa, le scuse sono assolutamente da evitare: trasmetti il messaggio di esserti dissociato non tanto dal tuo comportamento ma dal messaggio che volevi arrivasse a destinazione. Non farlo.

Potresti anzi proprio non regalargli nulla, e se dovessero chiederti dei chiarimenti su questo tuo cambio di rotta potrai cogliere la palla al balzo per illustrare le tue perplessità. 

Se così facendo tuo padre dovesse cederti qualcosa, la macchina una sera, degli orari più flessibili, tu andrai da lui e lo abbraccerai, rinforzando positivamente il suo comportamento. Se non dovesse accogliere nulla del tuo discorso, niente regalo. Anche perché chi vuoi prendere in giro? Quando sei incazzato come una bestia per i torti subiti hai tutta questa voglia di pensare ai regalini?

Devi negoziare, scambiare, a te servono la macchina e meno sbattimenti insensati, a loro il figliolo laureato e quieto al suo posto, pronto ad assecondare e alimentare le dinamiche disfunzionali delle quali loro si nutrono, da prima ancora che tu nascessi. 

Loro, non tu, che nella lucidità della rabbia ne hai le palle piene, per poi tornare mansueto a causa del senso di colpa.

Il fatto che tu abbia cercato aiuto fa capire che non appartieni a quel contesto.

Ce la farai in qualche modo, ma parti da te stesso.

 

Modificato da Descent
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