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Capire non sempre è buono.


Unbreakable

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Unbreakable

E' un po' di tempo che rifletto sul fatto che ho sempre avuto una certa capacità nel comprendere come si strutturano alcune dinamiche relazionali.

Mi sembra di guardare i rapporti degli altri in terza persona.

E come se ci fosse la voce di un narratore esperto riesco ad anticipare a me stesso, anche non volendo, quali sono le motivazioni che portano due o più persone a fare gruppo e socializzare.

E rinvengo sempre la solita trama.

Una persona si lega all'altra perchè questa ha la capacità di colmare alcune sue lacune.

Mi direte che la teoria è risaputa e sono d'accordo con voi.

Ma vi accade di riuscire a comprendere in tempo reale quali sono i bisogni che le persone hanno, non solo a livello pratico, e di notare che vi stanno "usando" come compensatore ?

Personalmente questa cosa mi impedisce di provare sentimenti veri e duraturi verso altre persone e di ridurre i rapporti a mero utilitarismo di cui usufruisco quando mi va, altrimenti sto bene anche a farmi i cazzi miei.

Però sarei curioso di capire come si acquisisce la capacità di trascendere questo utilitarismo e di conciliarlo con eventuali sentimenti ed emozioni.



 

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MichelaDevi

Siamo in due per ora, vorrei sapere se ci fossero altri.

Hai mai sofferto?

 

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EdivadMIR

Sentimenti ed emozioni solo per mia figlia ormai...

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Unbreakable
2 minuti fa, MichelaDevi ha scritto:

Hai mai sofferto?

Di meteorismo per un periodo.

Scherzi a parte.

Intendi sofferenza come causa ascrivibile o come conseguenza del quesito ?

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Unbreakable
2 minuti fa, MichelaDevi ha scritto:

Come causa

Si, ma tutti soffrono nella vita 🙂

A volte accade che, essendo la sofferenza soggettiva, si tende a sovrastimare la propria ed a sottovalutare quella altrui ascrivendola a causa di tutti i mali.

Preferisco il locus of control interno a quello esterno 

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Balinese
3 minuti fa, nic101 ha scritto:

A volte accade che, essendo la sofferenza soggettiva, si tende a sovrastimare la propria ed a sottovalutare quella altrui

E' una cosa sulla quale rifletto spesso nei momenti di sconforto, mi fa vedere le situazioni con occhi esterni e mi porta a vivere quasi ogni giorno con il sorriso.

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Unbreakable
4 minuti fa, Balinese2016 ha scritto:

E' una cosa sulla quale rifletto spesso nei momenti di sconforto, mi fa vedere le situazioni con occhi esterni e mi porta a vivere quasi ogni giorno con il sorriso.

Visto che sei di Roma ti dico che ogni volta che ho qualche problema o sono turbato da qualcosa e passo dalla stazione Termini o Tiburtina di notte mi rendo conto che quantomeno io ho la possibilità di rimediare alla mia situazione.

I barboni che stanno là no. Non ce l'hanno.

E questo mi "sveglia" di botto e mi fa pensare alle soluzioni piuttosto che ai disagi.

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Balinese
2 minuti fa, nic101 ha scritto:

Visto che sei di Roma ti dico che ogni volta che ho qualche problema o sono turbato da qualcosa e passo dalla stazione Termini o Tiburtina di notte mi rendo conto che quantomeno io ho la possibilità di rimediare alla mia situazione.

I barboni che stanno là no. Non ce l'hanno.

E questo mi "sveglia" di botto e mi fa pensare alle soluzioni piuttosto che ai disagi.

Esatto, ho una casa, un lavoro, delle persone che mi vogliono bene, sono intelligente, di bell'aspetto... il resto è tutto risolvibile!!

E' vero che avere questa capacità di "vedere" ciò che c'è intorno a noi spesso è controproducente, la continua ricerca di risposte e il continuo porsi domande spesso ti fa sentire solo in un mondo dove la maggioranza delle persone non ha alcuna idea di quello che sta facendo.

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Unbreakable
8 minuti fa, Balinese2016 ha scritto:

E' vero che avere questa capacità di "vedere" ciò che c'è intorno a noi spesso è controproducente

Ultimamente infatti mi sembra che la conditio sine qua non per stabilire un legame sia quella in cui una persona si lamenta ed ha bisogno di comprensione, supporto, di sentirsi speciale ed unica nei suoi problemi.

L' altra persona ha bisogno di sentirsi utile a questo mondo e quindi cade in questo gioco fatto spesso di lacrime d'oro consolando il malcapitato di turno per le sue eccessive disgrazie, fornendogli compassione e supporto.

Et voilà, ecco l'instaurarsi di un legame il cui core è l'autocommiserazione ed una sorta di counseling alla cazzo di cane.

Ed io mi sono annoiato di insinuarmi in questo modo manipolatorio nella vita delle persone. 

Questo giochino mi diverte farlo solo nelle ONS ormai.

Non ho bisogno di sentirmi utile aiutando tizia o caio dicendogli/le che lui è valido, troverà lavoro, verrà apprezzato da tutti e che è solo un povero incompreso.

Alternative ?

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