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Sono ad un bivio sul lavoro: quello che mi piace o la sicurezza di un ottimo posto di lavoro


domen11

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domen11

Salve ragazzi, sembra strano ma io mi fido anche delle vostre esperienze e voglio ascoltarle soprattutto quelle di qualcuno più maturo che ha già impostato la vita lavorativa. Ho finito ormai da un anno l'università, inutile girarci intorno: la facoltà era impegnativa (ingegneria) quanto una sicurezza per il lavoro ed infatti dopo la laurea magistrale il lavoro è arrivato subito e ben retribuito.

Sono stato sempre un brillante studente, non perché io avessi delle doti ma perché mi piaceva quello che facevo. Il mio sogno era quello di diventare ricercatore o anche docente universitario. Ho provato con il dottorato subito finiti gli studi, per poi rifiutare il tutto quando mi si è presentata una grande azienda con un ottimo stipendio. L'università presso cui mi sono laureato mi ha riproposto per dopo l'estate il posto da dottorando: 1300 euro al mese per fare quello che mi piace davvero. Dall'altra parte il mio attuale lavoro:

quasi 2000 euro al mese per un lavoro però poco stimolante (incontrare persone, visionare e proporre progetti), il quale però mi sta consentendo uno stile di vita appagante dopo anni di studio. Infatti sto viaggiando tanto, partecipo ad un sacco di corsi: musica, cucina, barman, adesso voglio iniziarne uno da DJ. Mi mantengo da solo in un appartamento, macchina e se dovesse capitare so che potrei aiutare economicamente un familiare o amico. I soldi non mi mancano e neanche godermi la mia meritata stabilità, però dall'altra parte c'è una vocazione. Non voglio chiedere alle solite persone che dicono: fai quello che vuoi e non lavorerai un giorno. Io non odio il mio attuale lavoro. Sto vivendo sulla mia pelle un lavoro stabile, stare bene ed essere giovani ed è qualcosa che davvero ti rende la vita come hai progettato durante anni di sacrifici sui libri, la realizzazione di un sacrificio, appagante moralmente e materialmente. Ho tempo e tanti mezzi per poter fare cose.

Chiedo a chi più esperto di me se davvero bisogna seguire quello che si vuole fare anche se destabilizzante della propria situazione. Mettiamo che io accetti il dottorato, dovrei iniziare a combattere con precariati e robe varie, sarei più vecchio per le aziende (il dottorato dura 3 anni) con solo un anno di esperienza lavorativa vera e propria, avrei percepito inoltre nel tempo uno stipendio inferiore. In testa però mi rimane questo pallino, un sogno, lavorare quotidianamente con lo studio di ciò che mi piace.

Naturalmente ho anche chiesto a chi ho vicino a me, mio padre mi ha detto: "Se sei bravo troverai sempre una stabilità anche se non dovessero mai esserci posti statali da ricercatore o docente. Al limite tornerai nel privato e trovi con il tuo titolo qualcuno che ti assume".

Vorrei che qualcuno che già ci è passato possa darmi una morale, non per il settore specifico in cui opero, ma in generale sul lavoro e le esperienze per questa fase della vita. Davvero ne vale la pena seguire un sogno, non avere rimorsi quando alla fine sto già bene così!? Grazie ragazzi!

Modificato da domen11
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PapuPetagna

Se ci sono prospettive diverse dal solito, ovvero che per diventare professore ordinario non devi stare sottopagato fino a che non muore il titolare della cattedra, ti consiglio di provarci. Da quello che scrivi sembra che la situazione sia buona visto che addirittura quest’universita ti rincorre per darti la borsa 

Modificato da PapuPetagna
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domen11

In pratica per il ciclo di dottorato a cui ho partecipato sono risultato con borsa, è successo che poi tra i partecipanti c'è stato un posto vacante a fine anno accademico e quindi mi hanno ricontattao data la vecchia idonietà, se rifiuto ma poi volessi rifarlo in futuro dovrò ripartecipare al concorso da capo. In generale è difficile avere un posto da docente ricercatore data la poca domanda e la comunque stabile in numero e più che sufficiente offerta, comunque il posto lo si trova col tempo. Mi spaventa il lasciare un'attuale situazione così buona per tanti aspetti.  

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Leopold

Scelta molto personale.

Il lavoro attuale è da 2K netti con CCNL, quindi almeno 13 menislità, TFR e magari buoni pasto?

In questo caso non dovresti confrontare 1.3K del phd con 2K, secondo me il rapporto reale sarebbe 1:2.

 

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ganimede
7 ore fa, domen11 ha scritto:

Salve ragazzi, sembra strano ma io mi fido anche delle vostre esperienze e voglio ascoltarle soprattutto quelle di qualcuno più maturo che ha già impostato la vita lavorativa. Ho finito ormai da un anno l'università, inutile girarci intorno: la facoltà era impegnativa (ingegneria) quanto una sicurezza per il lavoro ed infatti dopo la laurea magistrale il lavoro è arrivato subito e ben retribuito.

Sono stato sempre un brillante studente, non perché io avessi delle doti ma perché mi piaceva quello che facevo. Il mio sogno era quello di diventare ricercatore o anche docente universitario. Ho provato con il dottorato subito finiti gli studi, per poi rifiutare il tutto quando mi si è presentata una grande azienda con un ottimo stipendio. L'università presso cui mi sono laureato mi ha riproposto per dopo l'estate il posto da dottorando: 1300 euro al mese per fare quello che mi piace davvero. Dall'altra parte il mio attuale lavoro:

quasi 2000 euro al mese per un lavoro però poco stimolante (incontrare persone, visionare e proporre progetti), il quale però mi sta consentendo uno stile di vita appagante dopo anni di studio. Infatti sto viaggiando tanto, partecipo ad un sacco di corsi: musica, cucina, barman, adesso voglio iniziarne uno da DJ. Mi mantengo da solo in un appartamento, macchina e se dovesse capitare so che potrei aiutare economicamente un familiare o amico. I soldi non mi mancano e neanche godermi la mia meritata stabilità, però dall'altra parte c'è una vocazione. Non voglio chiedere alle solite persone che dicono: fai quello che vuoi e non lavorerai un giorno. Io non odio il mio attuale lavoro. Sto vivendo sulla mia pelle un lavoro stabile, stare bene ed essere giovani ed è qualcosa che davvero ti rende la vita come hai progettato durante anni di sacrifici sui libri, la realizzazione di un sacrificio, appagante moralmente e materialmente. Ho tempo e tanti mezzi per poter fare cose.

Chiedo a chi più esperto di me se davvero bisogna seguire quello che si vuole fare anche se destabilizzante della propria situazione. Mettiamo che io accetti il dottorato, dovrei iniziare a combattere con precariati e robe varie, sarei più vecchio per le aziende (il dottorato dura 3 anni) con solo un anno di esperienza lavorativa vera e propria, avrei percepito inoltre nel tempo uno stipendio inferiore. In testa però mi rimane questo pallino, un sogno, lavorare quotidianamente con lo studio di ciò che mi piace.

Naturalmente ho anche chiesto a chi ho vicino a me, mio padre mi ha detto: "Se sei bravo troverai sempre una stabilità anche se non dovessero mai esserci posti statali da ricercatore o docente. Al limite tornerai nel privato e trovi con il tuo titolo qualcuno che ti assume".

Vorrei che qualcuno che già ci è passato possa darmi una morale, non per il settore specifico in cui opero, ma in generale sul lavoro e le esperienze per questa fase della vita. Davvero ne vale la pena seguire un sogno, non avere rimorsi quando alla fine sto già bene così!? Grazie ragazzi!

vai all' estero e comincia a guadagnare quello che ti meriti davvero..altro che marcire in un paese fallito a nemmeno 2k al mese lavorando magari 50 ore a saettimana, dopo tutto quello che hai studiato...io alla tua età, 20 annoi fa, appena laureato in ingegneria come te guadagnavo una volta e mezza il tuo stipendio lavorando la meta o quasi ( facevo l' insegnante nelle scuole superiori e lezioni private nel pomeriggio...una passeggiata di salute al confronto del lavoro in azienda che ho abbandonato quasi immediatamente)...fare il ricercatore, in italia, può avere un senso se sei sicuro in pochi anni di beccare una cattedra da ordinario e allora ti sistemi a vita..crepare di lavoro in azienda per 2 miseri k al mese può avere un senso se l' azienda ti garantisce elevate prospettive di crescita ( tipo arrivare a 4-5 k mensili entro i prossimi 3 massimo 5 anni e non oltre)...sennò al posto tuo fuggirei all' estero anche perchè le prospettive del paese si fanno sempre più tetre

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Leopold

Considerate che un ing medio, ad 1 anno dalla laurea in italia prende 1200 euro al mese (1350 se uomo).

Partire con 2K è ottimo e ci si campa bene.

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Insegui i tuoi sogni.

Per fare il dipendente c'è sempre tempo.

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Neoxxx

Bè sticazzi 2000 euro al mese, c'è però da dire che io preferisco prendere meno di quello che potrei prendere facendo un altro lavoro ma faccio ciò che mi piace e per cui ho studiato. Sicuramente facendo l'operario prenderei di più ma non mi stimolerebbe.

19 ore fa, domen11 ha scritto:

In testa però mi rimane questo pallino, un sogno, lavorare quotidianamente con lo studio di ciò che mi piace.

Secondo me con questa frase in cuor tuo hai già scelto.

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domen11
12 ore fa, ganimede ha scritto:

vai all' estero e comincia a guadagnare quello che ti meriti davvero..altro che marcire in un paese fallito a nemmeno 2k al mese lavorando magari 50 ore a saettimana, dopo tutto quello che hai studiato...io alla tua età, 20 annoi fa, appena laureato in ingegneria come te guadagnavo una volta e mezza il tuo stipendio lavorando la meta o quasi ( facevo l' insegnante nelle scuole superiori e lezioni private nel pomeriggio...una passeggiata di salute al confronto del lavoro in azienda che ho abbandonato quasi immediatamente)...fare il ricercatore, in italia, può avere un senso se sei sicuro in pochi anni di beccare una cattedra da ordinario e allora ti sistemi a vita..crepare di lavoro in azienda per 2 miseri k al mese può avere un senso se l' azienda ti garantisce elevate prospettive di crescita ( tipo arrivare a 4-5 k mensili entro i prossimi 3 massimo 5 anni e non oltre)...sennò al posto tuo fuggirei all' estero anche perchè le prospettive del paese si fanno sempre più tetre

@ganimedequello che dici è vero, all'estero guadagnerei di più ed è infatti così per alcuni miei ex compagni che sono andati in Francia ed uno negli USA. Ho fatto un'esperienza all'estero in Inghilterra in fase di tesi ed ho concluso che preferisco guadagnare di meno ma vivere in Italia, dove nonostante vari problemi anche a livello di scalata lavorativa, mi sento nel complesso meglio a vivere qui.

 

4 ore fa, Leopold ha scritto:

Considerate che un ing medio, ad 1 anno dalla laurea in italia prende 1200 euro al mese (1350 se uomo).

Partire con 2K è ottimo e ci si campa bene.

@Leopold, infatti io mi sto togliendo tutti i capricci che mi vengono per la testa, capricci sani soprattutto viaggiare, weekend all'estero quasi una volta al mese. Questo però non potrei farlo per tutta la vita, ci si annoia anche di una bella donna se è sempre la stessa (ma senza sentimento). Invece la strada che uno intraprende da un punto di vista lavorativo può restarti per sempre, soprattutto se con sentimento. Sto iniziando a ragionare nella direzione dei consigli di @Drive e @Neoxxx.

Non è una scelta facile, sono sicuro che voi mi state capendo.

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leavingmyheart
1 ora fa, domen11 ha scritto:

ganimedequello che dici è vero, all'estero guadagnerei di più ed è infatti così per alcuni miei ex compagni che sono andati in Francia ed uno negli USA. Ho fatto un'esperienza all'estero in Inghilterra in fase di tesi ed ho concluso che preferisco guadagnare di meno ma vivere in Italia, dove nonostante vari problemi anche a livello di scalata lavorativa, mi sento nel complesso meglio a vivere qui.

 

 

 

Non esiste solo l'Inghilterra.

Pensaci, magari ci sono paesi che non conosci dove guadagneresti molto di più e potrebbero pure piacerti. Non sei nel tempo del fare "conclusioni", ma per dubitare ☺

 

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