Vai al contenuto

Sono ad un bivio sul lavoro: quello che mi piace o la sicurezza di un ottimo posto di lavoro


domen11

Messaggi raccomandati

domen11
3 minuti fa, leavingmyheart ha scritto:

 

 

Non esiste solo l'Inghilterra.

Pensaci, magari ci sono paesi che non conosci dove guadagneresti molto di più e potrebbero pure piacerti. Non sei nel tempo del fare "conclusioni", ma per dubitare ☺

 

Giusto, l'estero comunque è un'opzione su cui non ho mai ragionato, davvero io amo vivere in Italia, problemi a parte se riesci (non per manne dal cielo o spinte dal di dietro) a trovare un buon lavoro si vive bene. Oggettivamente si potrebbe a parità di capacità avere all'estero un lavoro migliore, ma come credo voi immaginiate non è un lamento da mammome ma davvero l'Italia è dove voglio vivere.

Btw @leavingmyheart secondo te (anche solo per curiosità) dove varrebbe la pena vivere piuttosto che in Italia?

Spagna? Per il mio settore è una nazione che offre molte possibilità

Link al commento
Condividi su altri siti

leavingmyheart
7 minuti fa, domen11 ha scritto:

Giusto, l'estero comunque è un'opzione su cui non ho mai ragionato, davvero io amo vivere in Italia, problemi a parte se riesci (non per manne dal cielo o spinte dal di dietro) a trovare un buon lavoro si vive bene. Oggettivamente si potrebbe a parità di capacità avere all'estero un lavoro migliore, ma come credo voi immaginiate non è un lamento da mammome ma davvero l'Italia è dove voglio vivere.

Btw @leavingmyheart secondo te (anche solo per curiosità) dove varrebbe la pena vivere piuttosto che in Italia?

Spagna? Per il mio settore è una nazione che offre molte possibilità

 

non mi intendo di ingegneria, e bisogna vedere a cosa sei sensibile tu.

Io odio il caldo e in Spagna non ci andrei mai, ma se a te piace allora... ☺

Devi capire il miglior compromesso tra €€€€ e stile di vita. 

E comunque in Italia potrai sempre tornarci in futuro, mica scappa, io aspetterei a trarre conclusioni affrettate. 

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

vol-à-voile

Vediamo se posso aiutarti.

Aprile 2012: mi laureo in scienze politiche e comincio un praticantato all'ambasciata cinese a Roma.
Ero appena arrivato da un intercambio culturale di un anno in Giappone e l'idea di lavorare in ambito diplomatico mi aveva da sempre affascinato.
Comincio bene, tant è che dopo 6 mesi mi viene dato un contratto a tempo determinato con tanto di stipendio + bonus (e privilegi) vari.
Il lavoro era una noia mortale: passavo le giornate fra scartoffie e stronzate che me ne fregavano meno di zero e che avevano forse il 10% di ciò che avrei voluto fare.
Un giorno ebbi una chiacchierata illuminante con un collega: conosceva l'ambasciatore italiano in Giappone.
Decido così di prendere baracca e burattini e partire per il Giappone.

Ci rimango per un anno lavorando in Camera di Commercio ad Osaka: anche lavoro noiosissimo e per lo più malpagato (in una città come Osaka poi che costa l'occhio della testa).
Riprendo baracca e burattini e torno in Italia faticando più del dovuto a trovare un lavoro.

Alla fine cambio completamente settore e mi butto in quello dell'aviazione: assistente di volo.
Mi trasferisco a Londra e comincio ad avere uno stipendio buono e soprattutto il lavoro comincio ad adorarlo ogni giorno che passa: sempre cose nuove da fare, gente nuova da conoscere e nonostante i problemi derivati da ritardi o passeggeri molesti, resisto tutt'oggi in questo settore.
Sono stato trasferito a Mallorca: sto da dio anche se il contratto ha un problema (che ho spiegato in questo topic), ovvero che lavoro "solo" per 8 mesi mentre nei 4 in cui mi gratto prendo la disoccupazione (1000€ al mese) e questo mi pesava psicologicamente abbastanza, tant è che tutt'oggi sono in un limbo fra tornare in Italia per prendermi 2000 al mese lavorando di meno o rimanere in Spagna "sopportando" questi 4 mesi di nulla o addirittura cambiare compagnia aerea.

Vuoi la mia personalissima opinione? 
Nel tuo caso sei giovanissimo: fai ciò che ti piace e rimani in buoni contatti con l'azienda per cui lavori ora.
In futuro avrai sempre tempo per tornare indietro ma mai tempo per i rimpianti.

  • Mi piace! 2
  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Leopold

Mi sembra che si stia andando in una direzione, per cui tra l'altro simpatizzo.

Tuttavia, facendo l'avvocato del diavolo, aggiungo altri 2 punti a che spingono nella direzione del lavoro in azienda.

Oltre alla remunerazione maggiore, se si fa carriera (che è diverso dal "lavorare") risulta molto facile cambiare e questo permette di scegliere il contesto dove ci si trova meglio (o meno peggio).

L'altro aspetto è che anche all'interno dell'università (specialmente in Italia) c'è il rischio di trovarsi in contesti sub-ottimali, col professore che ti fa fare attività che ritieni inutili, pubblicazioni poco interessanti etc etc

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

domen11
Inviato (modificato)
6 ore fa, leavingmyheart ha scritto:

 

non mi intendo di ingegneria, e bisogna vedere a cosa sei sensibile tu.

Io odio il caldo e in Spagna non ci andrei mai, ma se a te piace allora... ☺

Devi capire il miglior compromesso tra €€€€ e stile di vita. 

E comunque in Italia potrai sempre tornarci in futuro, mica scappa, io aspetterei a trarre conclusioni affrettate. 

Eh sì, a me piace la Spagna 😂. Ciò che mi preoccupa non è qualche soldo in meno, ma di perdere una posizione che all'attualità delle cose mi sta consentendo uno stile di vita semplicemente ottimo nel complesso. Non voglio fare scelte affrettate però questa scadenza nel dover accettare o meno il posto in università altrimenti dovrei ripetere tutto l'iter per entrarci, mi mette un po' di pressione nell'eventuale scelta.

5 ore fa, vol-à-voile ha scritto:

Vediamo se posso aiutarti.

Aprile 2012: mi laureo in scienze politiche e comincio un praticantato all'ambasciata cinese a Roma.
Ero appena arrivato da un intercambio culturale di un anno in Giappone e l'idea di lavorare in ambito diplomatico mi aveva da sempre affascinato.
Comincio bene, tant è che dopo 6 mesi mi viene dato un contratto a tempo determinato con tanto di stipendio + bonus (e privilegi) vari.
Il lavoro era una noia mortale: passavo le giornate fra scartoffie e stronzate che me ne fregavano meno di zero e che avevano forse il 10% di ciò che avrei voluto fare.
Un giorno ebbi una chiacchierata illuminante con un collega: conosceva l'ambasciatore italiano in Giappone.
Decido così di prendere baracca e burattini e partire per il Giappone.

Ci rimango per un anno lavorando in Camera di Commercio ad Osaka: anche lavoro noiosissimo e per lo più malpagato (in una città come Osaka poi che costa l'occhio della testa).
Riprendo baracca e burattini e torno in Italia faticando più del dovuto a trovare un lavoro.

Alla fine cambio completamente settore e mi butto in quello dell'aviazione: assistente di volo.
Mi trasferisco a Londra e comincio ad avere uno stipendio buono e soprattutto il lavoro comincio ad adorarlo ogni giorno che passa: sempre cose nuove da fare, gente nuova da conoscere e nonostante i problemi derivati da ritardi o passeggeri molesti, resisto tutt'oggi in questo settore.
Sono stato trasferito a Mallorca: sto da dio anche se il contratto ha un problema (che ho spiegato in questo topic), ovvero che lavoro "solo" per 8 mesi mentre nei 4 in cui mi gratto prendo la disoccupazione (1000€ al mese) e questo mi pesava psicologicamente abbastanza, tant è che tutt'oggi sono in un limbo fra tornare in Italia per prendermi 2000 al mese lavorando di meno o rimanere in Spagna "sopportando" questi 4 mesi di nulla o addirittura cambiare compagnia aerea.

Vuoi la mia personalissima opinione? 
Nel tuo caso sei giovanissimo: fai ciò che ti piace e rimani in buoni contatti con l'azienda per cui lavori ora.
In futuro avrai sempre tempo per tornare indietro ma mai tempo per i rimpianti.

Bella storia davvero @vol-à-voile, l'hai già raccontata più specificamente in un diario/3d? Nel caso allegami il topic 😉.Quello che sto capendo è che comunque devo avere in me un senso di avventura e miglioramento perché in tal modo ne varrà la pena per le esperienze che uno si fa. Infatti molti mi stanno consigliando anche l'estero a prescindere, alla fine se uno è bravo troverà sempre una posizione "comoda". Infatti per verificare se uno è bravo o meno bisogna abbandonare il proprio circuito che si conosce a memoria.

 

1 ora fa, Leopold ha scritto:

Mi sembra che si stia andando in una direzione, per cui tra l'altro simpatizzo.

Tuttavia, facendo l'avvocato del diavolo, aggiungo altri 2 punti a che spingono nella direzione del lavoro in azienda.

Oltre alla remunerazione maggiore, se si fa carriera (che è diverso dal "lavorare") risulta molto facile cambiare e questo permette di scegliere il contesto dove ci si trova meglio (o meno peggio).

L'altro aspetto è che anche all'interno dell'università (specialmente in Italia) c'è il rischio di trovarsi in contesti sub-ottimali, col professore che ti fa fare attività che ritieni inutili, pubblicazioni poco interessanti etc etc

Sì, è anche questa la realtà dei fatti. Come detto non mi dispiacerebbe fare (non per sempre spero) il topo da dipartimento, perché sarebbe comunque un ambiente che davvero amo, mi dispiacerebbe perdere quello che già ho. Una paura che è quella che in fondo limita il cambiamento e il miglioramento, ma qui stiamo parlando di mantenersi da soli e per fortuna dopo tanti sacrifici anche in maniera più che degna, quindi uno ci pensa due volte.

Modificato da domen11
Link al commento
Condividi su altri siti

robinbreak

Capisco che il forum è blindato e non si possono più mandare messaggi privati.

Ma caro domen11, non voglio manco scrivere un commento qua sotto perchè si perderebbe tra gli altri.

Ho una proposta per te, visita il sito www.rambutan.ca e manda una email nella sezione contatti. Mi arriverà.

Ti potrò dedicare forse mezz'ora.

Male che va, riceverai un feedback

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

sfulcrum

Dipende molto dal raggruppamento disciplinare in cui lavoreresti (asticella per idoneità nazionale varia molto con storia dei percentili),, dalle correnti del dipartimento in cui lavori (mica è detto che se uno è bravo pubblica, anzi...), poi oltre al dottorato c'è da considerare un periodo di post-doc.

Ne ho viste talmente tante in ambito universitario che ormai, salvo rare eccezioni, gente valida difficilmente rimane li; non mi sento di consigliartelo.

Alcuni amici lo stanno portando avanti, in ambito diverso dal tuo, facendo altri lavori nel frattempo e vedendo cosa ne ramperà fuori; può essere un opzione valida, alla peggio ti buttano fuori.

 

Modificato da sfulcrum
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback

Come te mi sono laureato in ingegneria, per scelta ho virato verso un lavoro più relazionale, inizialmente lavorando come consulente su diversi progetti, esperienza pessima per colleghi poco professionali e brutte persone, poi da 3 anni circa lavoro come sales engineer. Ormai una manciata di anni fa, nella confusione post-universitaria, ho valutato la possibilità di proseguire con un dottorato ma al tempo una serie di dubbi prevalsero sulla possibilità di presentare la candidatura: mi sentivo non adeguato (brutalmente, meno bravo di altri a livello accademico), le borse di studio offerte non mi convincevano (siamo poco sopra i 1000 mensili, in media), le prospettive nemmeno, infine in maniera quasi fanciullesca non ero pienamente motivato nel trasferirmi presso alcune città.

Nel corso del mio periodo accademico ho studiato presso diverse università, in più ho svolto alcune esperienze di studio e ricerca all'estero, di conseguenza ho conosciuto moltissimi studenti. Prima considerazione. Nessuno degli ingegneri (in senso ampio) conosciuti nel percorso di studi, che io sappia, oggi muoia di fame. Non mi dilungo su questo aspetto. Seconda considerazione. Almeno una decina di persone conosciute hanno sostenuto, alcuni subito dopo la laurea altri dopo, un percorso di dottorato o PHD all'estero, con alcuni di loro mi è capitato più volte di studiare. Devo ammettere che i migliori studenti, quelli più accademici possibili, sono stato alcuni studenti tedeschi che erano molto solidi in matematica, logica, organizzazione dei concetti e in generale dello studio/lavoro. Aspetti totalmente premianti che ancora oggi fatico ad assimilare. Altri che hanno poi sostenuto e poi terminato il dottorato, non mi sembravano fulmini di guerra, direi che al tempo erano persino carenti in diverse aree ma, col senno di poi, ci poteva anche stare. Ad esempio mi sorprese che presentarono tesi di ricerca davvero complesse, che richiedevano basi di programmazione anche spiccate solo per traslare e quantificare certi concetti già pesanti, e giusto qualche mese prima arrancavano a metter giù una funzione base. Ripeto, al tempo ero iper-critico.

Detto questo ti lascio con un paio di considerazioni, alcune sono personali quindi non prenderle come postulati:

- fai quello che ti piace, intendo anche un progetto di ricerca che ti interessa, solo cosi' riuscirai a dare il meglio di te;

- non vi è un grosso problema a entrare nel mercato a 27/28 ma con un dottorato, se in Italia lo è, allora è un problema dell'Italia.  Sarai preferito a figure più junior se cercano un laureato semplice ma la tua abilità starà nel collocarti dove non ci sono gli ingegneri di 25 col Master e quindi figure senza dottorato. Tuttavia non farei mai un dottorato per poi sperare di tornare in azienda ma col serio obiettivo di fare in prevalenza carriera accademica;

- se scegli di fare un dottorato devi necessariamente aprirti al mondo, o almeno all'Europa;

- goditi di la vita.

 

 

 

Modificato da comeback
Link al commento
Condividi su altri siti

domen11
Inviato (modificato)

Anche grazie alle vostre riflessioni sono arrivato ad una conclusione. Partiamo:

- Rifiuterò l'offerta della mia ex università e continuerò con il mio attuale lavoro almeno per un anno;

- Non escludo il dottorato, ma se dovesse arrivare solo e soltanto all'estero, dove avrei una maggior valorizzazione di una eventuale carriera universitaria rispetto che in Italia, soprattuto se confrontata con la mia attuale situazione.

Quindi farò un altro anno con il mio lavoro e per come mi sentirò deciderò se andare a fare il dottorato (devo sempre risultare idoneo ma i requisiti per candidarmi li ho) all'estero o abbandonare questa idea definitivamente e continuare a lavorare.

Ho pensato all'Olanda come meta per un eventuale dottorato, scelta mossa dalla qualità dell'Università lì presente.

Mi siete stati d'aiuto 🙂 Thanks guys! Naturalmente sono aperto ad altre vostre riflessioni, anzi le pretendo 😂 E vi terrò comunque aggiornati!

Modificato da domen11
  • Mi piace! 3
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 mesi dopo...

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...