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Il figlio di lei - Quali libri consigliare?


^'V'^

Messaggi raccomandati

Makk
9 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

 

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- È una vita che lo sgrido se lascia la giacchetta a caso e non mi ascolta, cerco di insegnargli, ma non ci sente da quell'orecchio. Tu l'hai appesa e lui ha fatto uguale senza comandarlo. 

- Sta arrivando. Il testosterone. Non potrai mai più comandare. Arrenditi. 

 

 

 

 

Riguardo all'accesissimo dualismo Franco-Heidegger che ha sfociato nell'altro topic, la mia interpretazione è la medesima che ho appena scritto di là.

Leggere Pasolini o "Essere e Tempo" sono due cose molto diverse, ma entrambe arricchiscono la tua coscienza in un modo infinitamente maggiore rispetto al Manuale di Franco.  E con questo non intendo certo affermare che Franco  sia un coglione, ma semplicemente il mio punto di vista è che un manuale come quello di Franco sia responsabilità del singolo leggerlo, ove ne senta la necessità; credo sia responsabilità del singolo disilludersi, c'è gente che vive nell'illusione per tutta la vita, a 25 anni si sposano e a 80 crepano insieme, a costoro il manuale di Franco sarebbe di poca necessità, in quanto diffonde un sapere segmentizzato al settore di riferimento, viceversa il sapere letterario, ancor più quello filosofico, è universale e tocca l'uomo in ogni ambito della sua vita, soprattutto in quello squisitamente intrinseco. Con questo ripeto, lungi da me dallo sminuire il lavoro di Franco, che ho letto (altrimenti non sarei qui ma nel forum zenoneplatone.com) e pure rispetto in quanto certo studioso e sapiente nella sua branca, anche se tuttavia non l'ho mai trovato più interessante degli interventi di Aivia o Human in pubblico, preferirei leggermi i secondi piuttosto che tutto il manuale di Franco, seppur molto diverso da questi, ma questo è già un altro discorso. Era piuttosto mio intento spiegare perchè, a mio giudizio, proporre un'opera di Heidegger a un diciottenne (leggasi al posto di Heidegger qualsiasi autore di altro grande egual spessore)  è assai meglio rispetto al Manuale di Franco soprattutto se il ragazzo non sente l'esigenza di leggere quest'ultimo. (Il discorso cambia se tuo figlio è appena entrato in one-itis, è distrutto e via seguendo).

Credo sia molto pertinente anche a questo  thread.

Riguardo la storia dell'Outcome Bias devo ammettere che ignoravo l'esistenza di tale termine, ma non mi sfugge il collegamento con un motto di un ex allenatore di calcio che sosteneva "la prestazione è occasionale, il risultato no", costui ha subito più esoneri di tutti nel corso della sua carriera da allenatore, nonostante ciò l'ho sempre amato perchè credo fortemente nella casualità del risultato, nel game come in qualunque altro ambito della vita.

Permettimi infine un ultimo spunto sulla differenza uomini del fare/segaioli mentali, non farei una distinzione così netta. Gramsci sosteneva che ognuno di noi è intrinsicamente filosofo, portatore di una filosofia spontanea in quanto possiede un proprio modo di vedere il mondo, anche gli uomini del fare hanno un che di filosofico. Certo magari alla natura dei primi starà di agire, a quella dei secondi di pensare, ma sono entrambi necessari affinchè vi sia l'equilibrio.

Detto ciò apprezzo sempre i tuoi inteventi, pur non essendo a volte d'accordo, in quanto traspare che parli in virtù di sapere e non per altro.

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ArmandoBis

Gli autori da consigliare sono due, Kahneman (ad es. Pensieri lenti e veloci) e Taleb (tutti i libri, a cominciare da Giocati dal caso), ma sono testi ostici - specialmente Taleb - indicati per chi ha almeno vent'anni e una buona cultura filosofica.

Modificato da ArmandoBis
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Makk
2 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

Questo è secondo me il grande problema di quelli che su facebook come istruzione hanno la scritta figa "università della strada". 

Sì, diciamo che se fosse vissuto ai nostri giorni Gramsci avrebbe sicuramente escluso i terrapiattisti e buona parte del popolo di facebook dalla sua teoria.

Comunque in ottica di sola seduzione non mi sento di consigliare la lettura di nessun filosofo, tantomeno Kierkegaard. Alla fine credo che più o meno tutti se dovessimo regalare un libro a scatola chiusa ad una persona che non conosciamo granchè, non regaleremmo nè "Essere e Tempo" e nemmeno "Il Manuale di Franco", piuttosto qualche romanzo del cazzo che va di moda oggi. In ogni caso interessante il discorso dei testi filosofici applicati alla seduzione, conoscendo in merito a questa il pensiero di molti filosofi, credo possa essere leggermente fuorviante per un ragazzo -che considera verità tutto ciò che legge- dilettarsi nella lettura di  quei testi. L'enunciato contenuto fra i due trattini è fondamentale, è la risposta a qualsiasi obiezione mi sia stata posta, puoi leggere mille cose, Kierkegaard, Leopardi, Franco, Neil Strauss, Mystery, se conservi il tuo spirito critico sarai in grado di contestualizzare tutto ciò che viene scritto al periodo storico e al luogo di riferimento (e alla personalità/ruolo dell'autore soprattutto), e uno a diciotto anni  si spera sia in grado di farlo. In merito alla lettura di Neil Strauss cosa frequente è che uno legga quel libro e dopo qualche giorno esca alle undici di sera con gli occhiali da sole, questo è un esempio pratico del non saper contestualizzare ciò che si legge (visto coi miei occhi).

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marcosx

Io regalerei "Inarrestabile" di Antonio Panico

"Grinta - Il potere della passione e della perseveranza" di Angela DuckWorth

"Il Gabbiano Jonathan Livingstone" di Richard Bach

Io sono spintamente propenso alla sega mentale e i primi due libri mi hanno preso proprio a pugni in faccia.

Il terzo libro si presta a molteplici chiavi di lettura... Parlandone con altre persone che lo hanno letto sono rimasto veramente sorpreso da quante differenti interpretazioni sono possibili.

Un libro che passa dal "filtro della percezione" soggettiva

perme è una storia sull'importanza della diversità, di rispettare e riconoscere la propria eccellere nel suonare la propria musica.

Grazie Aivia per il post

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sotterfugio
18 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

 

Questo è secondo me il grande problema di quelli che su facebook come istruzione hanno la scritta figa "università della strada". 

Certo che ognuno ha la sua weltanshauung, non vediamo il mondo come è ma come noi siamo. 

Il problema è che l'esperienza da sola, la strada, non insegna, perché è filtrata dalla percezione. E non educa, perché non fa domande ma dà risposte, quelle che vogliamo vedere. 

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Alcuni uomini del fare credono che la vita sia la migliore insegnante, e la strada sia la sua assistente. 

Credono che se uno è sveglio potrà imparare un sacco di cose semplicemente vivendole giorno per giorno. 

Ma il bug grave di questa convinzione è che ciò che impari dalla vita dipende completamente da cosa vedi mentre la vivi. 

E questo dipende da come la tua mente traduce ciò che i sensi sentono. 

Normalmente, i filtri che usiamo di default non sono nostri ma li abbiamo imparati. 

Media, musica, famiglia, amici, cultura del luogo... libri di pensatori astratti... 

Mentre impari a sognare, a pesare la realtà e a combattere per ciò che vuoi, superando ostacoli e sconfitte, è la vita a forgiarti e riformarti, non certo i libri su questi argomenti, ma la vita potrà darti una forma ed una sostanza attraverso le prove e le sfide che ti pone davanti, solo perché sai cosa guardare e come. 

Quello che la strada e la vita faranno sarà applicare un calore ed una pressione intensi alla lega metallica di cui sei fatto, distruggendola ma riformandola. Mantenendo l'essenza, ma dandole forma. 

E la forma dipende dallo stampo in cui ti lasci colare. Una consapevolezza di forma, oltre che di sostanza. 

Gli uomini delle seghe mentali, riescono a parlare per anni senza dire un cazzo, senza fare nulla di efficace ed efficiente. E' pericolosissimo ereditare da loro la forma in cui colare la propria essenza distrutta e fusa dalla vita. 

Se la forma è utile, funzionale e potente, a seconda della lega di cui sei fatto la katana ottenuta dallo stampo sarà potente ed utile. 

Potenza ed utilità non sono tutto nella vita. 

Ma sono imprescindibili. 

Verrà il momento di pulire, lucidare quella katana, per darle Bellezza. 

Ma prima deve essere uno strumento efficace e potente. 

Ora, certo che ogni uomo del fare ha la sua filosofia e che ogni pensatore ha la sua costruzione di costrutti astratti incastrati uno sull'altro. 

Certo, che tutti sono filosofi a modo loro. 

Ma - pensiero personale - non manderei a bottega mio figlio alla strada e non lo manderei a bottega da un professore in cattedra. 

Perché le sue percezioni non sono allineate, per esserlo gli servono al contempo esperienza reale, non cattedratica, e una guida. 

Poi una volta che la sua mente è una lama contro le credenze che le recano offesa e uno scudo contro i morsi crudi e fieri che le ritornano le alte prede cui la volge...

Allora può pure darle una lucidatura particolare, una bellezza che ha visto nel pensiero di qualcuno.  

Quando ha potenza e utilità, può pure andare a smontare professori per hobby e a trarre lezioni utili dalla strada, ove i suoi compagni di viaggio non vedranno nulla di ciò che vede nella stessa situazione. 

E può pure trovare una goccia di bellezza nel pensiero di qualcuno e provare a vedere il mondo da quel filtro, per lucidarsi. Ma prima potenza e utilità. 

Potenza e utilità non le trovi nella filosofia approssimata dei cercopitechi, e non ne trovi nei viaggi mentali sconnessi dalla realtà dei pensatori di professione. Bellezza a volte sì, pulizia anche. 

Diversamente si corre il rischio di trasformare la propria vita nello stato in cui versava il forum nel 2012. 

Persone che avevano letto manuali di marketer americani filosofi della figa, che davano consigli perentori a persone in difficoltà con le relazioni, le quali poi davano consigli spassionati ad altri...

Secondo me, il livello del meta discorso è un livello che uno dovrebbe trovare interessante dopo che ha dialogato col mondo e costruito il suo discorso, avendo esperienza almeno di questo. 

Se no come fa a difendersi dal diventare come tutti quelli lì che hanno letto tutti i pensatori e le loro elucubrazioni mentali, e sono sempre senza figa e senza soldi.  

Chi lo difende. 

Come fa uno a 16 anni a difendersi dalla dialettica di Shopenhauer, dalla retorica di Heidegger, come fa a difendersi dalla dissonanza quando si rende conto che leggendo autori che si smontano l'uno con l'altro è sempre trascinato ad essere d'accordo con quello che sta leggendo al momento. 

Il passo successivo è andar dietro alla visione del mondo di David Icke? Di Marx? Di Saulo di Tarso? 

Come si difende da questi uomini più grandi e le loro allucinazioni, se è il padre a farli entrare in casa. 

Che pure a scuola non fanno che tirarlo scemo, invece di dargli gli strumenti per il reality check, per smontare la retorica, per verificare, per non reagire se toccato emotivamente da un'informazione, dargli basi di logica formale, statistica, probabilità... 

Come si difende nell'era dell'information overload, dove le strutture cognitive grippano e si affidano agli slogan per economia. 

E' una jungla. 

Deve partire dalla terra, da dove poggia i piedi, e già ne ha fin troppo da sperimentare ed imparare, percepire e digerire. 

Se si perde dietro al primato ontico dell'essere, come li tiene i piedi per terra per scaricare cavalli, mentre tutti gli soffiano la ragazza, il lavoro, il senso di auto efficacia reale...

Perché ci si perde. Non ha l'esperienza per criticare duramente ciò che legge e ridurlo in ginocchio. 

A quel bimbo del giubbetto ho regalato padre ricco padre povero. 

Un libro di menzogne, di teoria di un altro formatore privata dell'essenza e rimescolata per infervorare reclutati in un multilevel, un libro con le cui scemenze prima o poi dovrà fare i conti. 

E poi Marte e Venere di Gray, un libro che non supera una settimana di prove reali sul campo, basato su una diagnosi sensata e una prognosi da sposato privo delle minime esperienze sia scientifiche che dirette. 

Non perché voglia tirarlo nel pensiero di quei due, che è fatto per vendere il libro, non per funzionare, le due cose sono spesso antitetiche. 

Perché gli ho chiesto di segnarsi tutto ciò che già a dodici anni e con un abaco capisce che non torna, e di guardare intorno a sé tutti i casi in cui non è vero ciò che ivi si dice. 

Ma lì è facile, perché parlano di soldi e di relazioni, cose di cui possiamo fare esperienza e vedere esempi reali, toccare terra. 

Ma come farebbe, pure a 18 anni, a smontare una frase astratta costruita su dieci concetti astratti da parte di un pensatore più maturo e capace di parlare. 

Come si difende. 

A me non interessa smontare in lui la credibilità di quei due, o suggerirgli la credibilità di altri due. 

Mi interessa fargli vedere come un dodicenne intelligente, se ha chi gli spiega come guardare, possa smontare a pezzi due best seller internazionali con milioni di pecore che gli vanno dietro. 

Per dargli non la verità circa quei due particolari libri. 

Ma un approccio da maschio alle robe che gli propinano e agli ipse dixit. 

Che scelga di godersi la vita o lasciare il segno, che scelga di fidanzarsi o di avere mille amanti, ogni cosa che un maschio fa deve funzionare e non lo fa per divina provvidenza, tanto meno grazie a Rondha Byrne. 

E per funzionare... non deve essere convincente, deve funzionare. 

Più del placebo e più del caso sul medio periodo. 

Una cosa che i libri di cercopitechi e di segati mentali non possono fare. 

Poi, quando fa soldi mentre i suoi amici comprano gemme ai videogame online, quando fa dei culi o è felice con una tipa mentre i suoi amici promettono matrimoni e si fanno tirare scemi... beh, se gli va di farsi due risate leggendo le seghe mentali di chi nella vita non ha fatto che chiacchiere e viaggi mentali... sicuramente un dieci per cento di spunti interessanti per farsi delle domande lo trova. 

Ma la capacità di tagliare a vivo quel 10% dal restante 90%... la deve affilare. 

Certi libri non sono romanzi, in cui la sospensione dell'incredulità è un patto per essere portato sulle giostre, sapendo che sono cazzate ma scegliendolo per diversione. 

Certi libri in cui ti viene propinato il pensiero di qualcuno, a sospendere l'incredulità si finisce tirati dentro. 

 

 

Io lo so, lo so che con i "grazie" e i cuoricini ai post non tiri su figa e non fai soldi. Il cuoricino mi è scappato, il "grazie" cercherò di risparmiartelo.

Mi limito a dire che hai scritto una cosa bellissima e dolorosa nella sua verità e non aggiungo altro. 

Probabilmente non dovrei scriverlo qui ma quando ho letto della tua decisione di "allontanarti" dal forum ho provato una sensazione di tristezza e vuoto enormi. E francamente mi sento in colpa per non essere riuscito a supportare il Clan economicamente in questi mesi, con il primo stipendio conto di rimediare. Con questo, chiudo la parentesi di autocommiserazione.

Ti ascolterò sempre. Resta sveglio.

 

P.s. Da buon svampito e sognatore sfigatello, al piccoletto, tra qualche anno, farei leggere "Il giovane Holden". Magari riesce a cavarne qualcosa.

 

P.p.s. Grazie.

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AALLEEEXXX

Aivia sappi che tu hai insegnato a me tutto ciò che hai scritto in questa discussione (e anche di più).

Cioè... Hai descritto per filo e per segno un processo di sviluppo che definirei semplicemente sano, perché utile e ad attivo (inteso come d'azione autodeterminata). 

Comunque grazie... come sempre, per sempre. 

Ps. Addirittura a volte mi sono ritrovato ad avere un opposizione critica anche in ciò che scrivevi tu (ora non ricordo cosa) ed è bellissima questa cosa perché io amo l'espressione di ciò che sei ed elargisci ahaha (rido perché sembra un paradosso) quindi significa che metto un punto interrogativo anche su chi reputo come mio Maestro e che stimo più di chiunque... Bello bello. Hai fatto una cornice ad un quadro, costruito una pennellata alla volta, che ne necessitava per rendersi visibile.

Ho una domanda sull'anniversario del Clan, la faccio sull'altro topic.

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  • 3 mesi dopo...
Lavolpeuva

Anche se è passato un pò di tempo, volevo comunque descrivere il mio percorso in tema di "libri" che mi hanno segnato.

- Intorno ai 13 anni ho preso coscienza di un personaggio al quale io oggi devo probabilmente tutto "Gabriele D'annunzio". 
Dai suoi testi ho iniziato ad apprezzare la figura della donna non come bisogno, ma come piacere della vita. Mi fece nascere dentro i desiderio di trasformare le donne in arte e con esse la mia vita.

- Al liceo, anni dopo il mio pensiero critico è nato proprio grazie alla filosofia e per esattezza proprio grazie a Søren Kierkegaard. Filosofo incredibile a mio parere, dal quale sono riuscito a cogliere pensieri e riflessioni che si forse lontani dal mondo "concreto" della seduzione, ma che in linee platoniche di pensiero mi hanno permesso di generare fantasie di conquista, di elevazione femminile, di possessione dei corpi che mi piacevano...che è stato ed è ancora il carburante della mia vita.

- Ammetto che fino ai 18 anni, dopo una prima esperienza sessuale intorno proprio ai 13 anni, non avevo idea dell'esistenza di questo forum...anzi non avevo idea che qualcuno si fosse messo a studiare l'arte della seduzione su internet. Mi ero appena lasciato con la mia ragazza dell'epoca dopo quasi 3 anni di relazione e per quanto piccoli rimasi molto segnato. Qui la vita mi fece un grande regalo, forse il più grande di tutti. 
Trovai proprio qui su questo forum, "il manuale" di W.Anton. L'unico libro che io abbia letto al riguardo con REALE interesse. Ho letto probabilmente tutta la bibliografia presente su questo forum, e tutta la bibliografia rinomata presente in Italia (Strauss,Mistery,Franco, Richard, ecc)... ma nessun autore mi ha mai trasmesso una chiave così perfetta per la mia serratura come fece W.Anton anni fa.

- Dopo la lettura di quel libro, tutta quella naturalezza intrinseca che avevo nel conquistare e stare bene con le donne...si cristallizzo e divenne chiara ai miei occhi. La vita dopo quel libro è stata in discesa, ho avuto tutte le donne che volevo fino alla mia attuale LTR con il quale punto a viverci la vita insieme. Altri testi hanno accompagnato il mio cammino, i testi di Deida hanno integrato il mio spirito alla mia mente, mi hanno aiutato a connettermi emotivamente alle mie ragazze molto meglio di quanto facessi prima. Poi testi come "Models" oppure " 3% of men" anche sono stati molto utili, anche se di meno impatto nella mia vita.

- Posso dire che oltre tutto, io credo che il mio punto forte con le donne sia sempre stata una profonda emotività, una voglia di elevarle ad arte che loro carpivano a Km e Km di distanza. Ma non puoi elevare una donna ad arte se non sai l'arte cos'è. Nei miei scopi mi hanno aiutato molti autori, tra cui mi sento di citare Goethe, Oscar Wilde, Huysmans, Baudelaire e così via discorrendo.

 Nella vita faccio lo scrittore per concludere questo sunto, e il mio obiettivo è sempre stato quello di elevare le mie donne a qualcosa per cui valesse la pena sporcare il foglio. E' vero forse è un dono che ho sempre avuto, ed è vero che ho passato la mia vita all'80% del tempo con le donne anziché con gli uomini...ma è ancora più vero che senza la filosofia, senza la letteratura, senza gli autori giusti come W.Anton in tema di PUA, senza figure esoteriche nella mia vita del quale non cito le fonti, che mi hanno ispirato a trascendere la realtà e creare la MIA realtà...tutto questo oggi non sarebbe possibile, per quanto io ancora viva i miei problemi e mi senta ancora affamato di conoscenza.

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