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DIVERTIMENTO vs PRODUTTIVITà


Triathlete_lover

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Triathlete_lover

Salve ragazzi, vi voglio raccontare una situazione. In pratica da circa un mese e mezzo ho ripreso i contatti con il gruppo di amici del liceo dopo esserci incontrati quasi per caso.

Da li abbiamo creato un gruppo whatsapp dove ogni giorno condividiamo quello che stiamo facendo, e ci diamo appuntamenti per andare a prendere il caffè o per uscire la sera

Fin qui tutto bene, una bella storia di rimpatriata di cari amici del liceo, se non fosse per un aspetto: non riesco a sentirmi parte del gruppo e a condividere granchè con loro rispetto al passato. 

Mi da fastidio andare a prendere troppi caffè. la sera loro escono tardi e a me ( a parte il venerdi o sabato) non va di ritirarmi tardi, dato che alzarsi presto  la mattina  è parte integrante della mia routine e benessere ( quando questo non succede la giornata inizia male, il mio umore è nero e fisicamente manco di energia nemmeno fossi un ottantenne, pratico molto sport e frequento l'università, oltre a fare il cameriere a chiamata il sabato; quindi per me è fondamentale il dosaggio di energie)  Quello che per me una volta era bello: cazzeggio, fumo, sregolatezza, tirare a tardi)oggi è una vera e propria piaga ( cosa che la maggior parte di loro continuano a fare tranquillamente) Spesso mi sento dare del vecchio, ma la realtà è che ho trovato un altro modo per godermi la vita: fare quello che mi piace, uscire quando c'è qualcosa che vale la pena fare, avviare la giornata presto e sentirsi attivi e produttivi, allenarmi ( almeno 5 volte a settimana) . Per quanto l'affetto nei loro confronti è rimasto i nostri stili di vita collimano ben poco ( solo con uno di loro ho affinità di stile di vita) Gli amici più stretti che ho al momento sono un ragazzo che studia ingegneria ed è un corridore e un altro che studia medicina e recita a teatro ( entrambi non escono tantissimo e hanno agende di vita e priorità molto scandite: con loro andrò ad agosto in Sicilia) Non voglio fare la parte di quello che se la tira o quant'altro ( non è mai stato nella mia indole) solo che non condivido, ma rispetto il loro modo di gestire la vita e passare il tempo. Vi siete mai trovati in una situazione simile? Voi che ne pensate?

Modificato da Triathlete_lover
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Carnacki

È una situazione che molti, me compreso, incontrano superata la maggiore età; il fatto che qui si stia parlando degli ex compagni del liceo non è casuale.

Prima di dirti il mio punto di vista, ti dico brevemente come agivo io in passato.

Compagnia di persone conosciute tramite amici comuni: weekend insieme, interessi comuni, capodanni insieme...

Ad un certo punto la cosa inizia a non starti più così bene. Anche perché  non me ne voglia nessuno, ma le persone crescono, solo che qualcuno lo accetta e qualcuno no.

Trovarsi a fare aperitivo il venerdì sera mi annoiava, così come i discorsi che facevano. Ogni volta che si proponeva una cosa nuova veniva bocciata, ogni volta che tornavo a casa dopo una serata con loro ero piú scazzato di quando ero uscito.

Il fatto vedi, è che forse tu temi di sembrare uno che se la tira "o quant'altro" un po' per il fatto che la società non ci insegna di avere un po' di sano egoismo - sdoganando poi sottobanco l'egoismo becero e arrivista -, un po' questi gruppi di persone che io definisco "i liceali nostalgici" seguono tutti lo stesso pattern: farti sentire in colpa se non fai come loro.

Se loro vogliono fare una cosa o tu no sei quello "vecchio".

Se tu vuoi farla e loro no sei quello "eh ma che ti sei messo in testa".

Se non li metti al primo posto sei quello che "non esci più con noi, gne gne".

Uno di questi, uno dei pochi che considerassi più alla stregua di un amico che conoscente, appena mi allontanavo diceva "non esci con noi, ti stiamo sul cazzo allora". Poi un giorno uscimmo io e lui e - lo giuro sulla tomba di Bon Scott - lui passò l'intera serata attaccato al cellulare, per poi dirmi alle 11 che era stanco e sarebbe andato a casa.

Quell'evento insieme ad altri mi ha fatto capire una cosa: stare in compagnia deve essere un piacere, a volte un compromesso, non un obbligo. Se cerchi di condizionarmi, sei fuori.

Per cui con questi tuoi amici datti una soglia oltre la quale i tuoi principi e la tua persona vengono prima. Se loro si permettono di metterla in discussione, smetti di vederli.

My 2 cents

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Triathlete_lover
1 ora fa, Improve Your Skill ha scritto:

È una situazione che molti, me compreso, incontrano superata la maggiore età; il fatto che qui si stia parlando degli ex compagni del liceo non è casuale.

Prima di dirti il mio punto di vista, ti dico brevemente come agivo io in passato.

Compagnia di persone conosciute tramite amici comuni: weekend insieme, interessi comuni, capodanni insieme...

Ad un certo punto la cosa inizia a non starti più così bene. Anche perché  non me ne voglia nessuno, ma le persone crescono, solo che qualcuno lo accetta e qualcuno no.

Trovarsi a fare aperitivo il venerdì sera mi annoiava, così come i discorsi che facevano. Ogni volta che si proponeva una cosa nuova veniva bocciata, ogni volta che tornavo a casa dopo una serata con loro ero piú scazzato di quando ero uscito.

Il fatto vedi, è che forse tu temi di sembrare uno che se la tira "o quant'altro" un po' per il fatto che la società non ci insegna di avere un po' di sano egoismo - sdoganando poi sottobanco l'egoismo becero e arrivista -, un po' questi gruppi di persone che io definisco "i liceali nostalgici" seguono tutti lo stesso pattern: farti sentire in colpa se non fai come loro.

Se loro vogliono fare una cosa o tu no sei quello "vecchio".

Se tu vuoi farla e loro no sei quello "eh ma che ti sei messo in testa".

Se non li metti al primo posto sei quello che "non esci più con noi, gne gne".

Uno di questi, uno dei pochi che considerassi più alla stregua di un amico che conoscente, appena mi allontanavo diceva "non esci con noi, ti stiamo sul cazzo allora". Poi un giorno uscimmo io e lui e - lo giuro sulla tomba di Bon Scott - lui passò l'intera serata attaccato al cellulare, per poi dirmi alle 11 che era stanco e sarebbe andato a casa.

Quell'evento insieme ad altri mi ha fatto capire una cosa: stare in compagnia deve essere un piacere, a volte un compromesso, non un obbligo. Se cerchi di condizionarmi, sei fuori.

Per cui con questi tuoi amici datti una soglia oltre la quale i tuoi principi e la tua persona vengono prima. Se loro si permettono di metterla in discussione, smetti di vederli.

My 2 cents

Per fortuna a parte sparare qualche cazzola sul , ti ritiri sempre presto , fai troppa vita san ecc non vanno oltre, essendo comunque ragazzi di indole buona. L'unico problema è che spesso li vedo privi energia e slanci. Caffè - sigaretta- giretto- serata scazzo. è come se nel loro limbo liceale si trovassero fin troppo bene, si ok il lavoretto, lo studio ( per quelli che sono all'uni) ma finito quello sticazzi, a noi piace stare tranquilli, sciolti, spensierati ecc. Non si va oltre da questo eterno ciclo, mai una donna, mai un'uscita diversa, per proporre l'idea di prenotare una vacanza diversa dalla solita casa a mare dove si va da 10 anni, o ancora peggio sul " rimanere a casa perchè non si hanno soldi" ( Ma stiamo scherzando, nemmeno un povero ragiona così) su airbnb mi hanno guardato come se fossi un alieno. Io ci tengo a loro, ma la passività e monotonia delle loro azioni a volte mi lascia svuotato

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karlsen

Hai capito il punto: devo fare quello che vuoi, tu vieni prima. 

Il tuo problema è molto più comune di quanto credi e, purtroppo, spesso noi sapevamo già che comitiva stavamo per scegliere. 
Loro ti soffocano con la loro inerzia e incapacità di rinnovarsi e peggio ancora ti strozzano ogni possibilità di approccio con le donne perché,  a tratti, sono invalidanti sotto quel punto di vista (ti penalizzano con le donne anche solo per la loro presenza). 

Ti capisco. Io feci l'errore di tirare ancora con loro per anni e anni, anche se a fasi alterne (li frequentavo più in estate per andare al mare che in inverno dove la loro immobilità era impressionante). Poi ci furono delle questioni dove si raggiunse un livello di infantilità oltre la mia soglia di tolleranza e staccai completamente la spina (non nel senso di litigarci, ma ho proprio preso le distanze nette senza via di ritorno) anche al costo di uscire da solo. 

Al momento esco principalmente da solo, per fortuna vivo vicino una grande città con molti turisti quindi nessuno alla fine rompe più di tanto. Anche se vivessi in paese (e comunque per certi versi ci vivo) me ne fotto, questo tipo di giudizio altrui non mi ha mai pesato e non me ne frega proprio un cazzo di quello che pensano le persone. La singola donna che approcci infatti se ne fotte di quello che le voci possono dirle di te proprio nel momento in cui se la approcci bene lei capisce il tuo essere uomo e il tuo coraggio e intraprendenza. 

Fai bene a staccarti da loro e non pensare di essrere cattivo: avete ormai imboccato strade diverse senza punti di contatto e forzare di rimanere vicini significa impedire a te, che sei in inferiorità numerica, di realizzare i tuoi desideri.

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