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Raidillon de l'Eau Rouge


Andrea_mi

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Andrea_mi

E’ un sabato pomeriggio di fine Agosto tra le foreste delle Ardenne, a Spa.

La prima curva è a destra, a gomito, secca e in salita.

Poi c’è la discesa, profonda, leggermente verso destra, che ti proietta spoglio di ogni paura verso la curva in fondo alla discesa, come un’aquila affamata che ha visto la sua preda.

Arrivi in fondo alla discesa toccando il cordolo di una leggera curva a sinistra a quasi 270 km/h.

E davanti a te, hai una curva dolcissima verso destra di circa 200 metri in lunghezza, ma che si alza di ben 40 metri.

Ed è talmente ripida, che se tu pensassi di progettare una strada per far spiccare il volo ad un’ auto, la faresti sicuramente meno ripida.

Lì non c’è spazio per le incertezze, lì devi andare deciso e percorrere l’unica traiettoria possibile, sperando che non ci sia nessuno oltre la curva che abbia fatto un errore.

Perchè non vedi la pista per quei 200 metri, vedi solo il cielo e forse qualche albero ai lati, e quando esci sei quasi a 290km/h, perchè non hai smesso di accelerare.

Hai premuto più forte.

….

 

Qualche metro più avanti a quella curva, tra una marea di persone, sorridenti, festanti, ubriache, innamorate, ispirate, emozionate… si è sentito un primo boato, poi un altro... più forte e secco.

In un battito di ciglia l’entusiasmo che avvolgeva la foresta ha ceduto il passo al silenzio e al terrore.

 

Lei, era lì.

 

L’ abbiamo vista uscire dagli alberi, col suo mantello nero. Ha avvolto il ragazzo e lo ha portato via.

Una vita di quasi 23 anni finita a 280 km/h, mentre stava combattendo e vivendo per il suo sogno, mentre faceva ciò che amava, conoscendone e amandone il rischio.

E là, più in profondità, nella mia pancia, qualcuno ha suonato un gong che mi ha fatto vibrare.

 

E mi sono messo a piangere, attaccato alla rete, sperando che ciò che avessi sentito con le mie orecchie non fosse stato reale.

 

E anche se non sono un pilota, Antoine, mi sono sentito vicino a te in quel momento in cui Lei ti portava via.

Perchè anche se in contesti diversi, ho pensato alle volte che ho accelerato "alla morte" verso ciò che amavo e desideravo di più al mondo.

Investendo ogni risorsa nell’attacco, ed esponendomi, pur conoscendo i rischi terribili che avrei potuto affrontare.

E alle volte è andata bene, alle volte invece rialzarsi dopo essersi scontrati al massimo della velocità è stato difficile, ma almeno non ha lasciato spazio a rimpianti.

Mi sono sentito vicino perchè te ne sei andato via attaccando. Senza togliere il piede dal pedale durante la curva in salita, pur sapendo che il peggio poteva succedere.

Perchè la tua volontà di vivere il tuo sogno e raggiungere le tue sensazioni desiderate, ha sovrastato completamente ogni paura.

In questa salita o Raidillon che dir si voglia, in cui siamo in guerra con la vita, non possiamo uscirne vincitori, Lei verrà a prenderci.

Però vale comunque la pena attaccare al massimo delle nostre potenzialità per prenderci i nostri bei momenti.

 

E mi va di trarre una lezione positiva da tutto questo.

Perchè è molto più di un cazzo di minuto di silenzio, col sottofondo dei bicchieri che brindano ad una "lotta tra gladiatori".

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