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Il mio canto del cigno. Addio Germania.


comeback

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comeback
4 ore fa, Maldoner ha scritto:

Idem per me. Solo crescendo mi sono reso conto (e questa è la benedizione della maturità) degli enormi sacrifici che hanno dovuto fare e che li hanno portati a pensare così, con quella mentalità del "non fare il passo più lungo della gamba", "non esporti, stai sul sicuro che è meglio", "ma chi te lo fa fare". Per anni l'ho visto come una cosa da sfigati totale, qualcosa che odiavo tremendamente (a livello razionale), poi vivendo mi sono reso conto di cosa significhi tirare su famiglia e sopravvivere, partendo da zero (solo ora capisco cosa significa avere una casa che un giorno erediterò, un tetto sicuro sopra la testa anche quando le cose vanno male, un'uscita di sicurezza quando sei alla canna del gas) estinguendo due mutui (il primo con tasso d'interesse che oggi sarebbe illegale), dovendo lavorare tanto e respirando merda al freddo. Per cui ho capito che, per quanto disfunzionale oggi, quella modalità di vivere è il frutto di esperienza vera. Non sono i genitori a dover capire i figli, ma i figli a dover capire i genitori (prendendo poi la propria strada).

L'unico rammarico che ho è quello di aver ereditato questo modo di sentire e, pur odiandolo a lungo, non sono mai stato in grado di sbarazzarmene (ammiro sempre chi è molto diverso dai propri genitori; per quanto abbia provato a differenziarmene mi sono reso conto che stavo ingenuamente cercando di scappare da ciò che sono).

Mi dispiace contraddirti, non per antipatia ed è solo un mio punto di vista. Questa è una impostazione da sfigati assoluti.

Gran parte dei nostri genitori sono cresciuti in una sorta di Italia della golden age, quella dove le cose andavano non cosi' malaccio, quella dove un lavoro si trovava senza laurea + master + esperienza o nemmeno emigrare per forza. Erano tempi dove se proprio ti andava male, tiravi a campare come statale fino alla pensione o dove la mobilità lavorativa era prossima allo zero (quindi le persone al massimo cambiavano 2/3 datori di lavoro nella vita): Resistere era la parola d'ordine. 

Non nascondo che tirare a campare una famiglia sia facile, mettere tutti sotto un tetto, mandare i figli a scuola e tener duro. 

Questo però cosa c'entra col diritto di sognare? Questo cosa c'entra col fatto che nella vita prenderti dei rischi ti può far prendere delle legnate sui denti che non ti dimentichi più ma qualche volta ti fa vivere esperienze che non avresti nemmeno mai sognato di fare.

Rischiare non è imprudenza. Non rischiare è stupidità. Qui non si stanno raccontando fandonie come prendere lo zaino in spalla, perdere ogni responsabilità di se stessi e girare il mondo. Smettere di sognare è la morte dell'anima, avere paura di cambiare strada significa che tu non credi in te stesso, significa che se hai un progetto di vita o altro tu non ritieni all'altezza di poterlo realizzare. E' come chi si sposa, se ne vanta ma scopri che ha sposato un caterpillar e sogna ogni donna che respira perché non ha avuto i coglioni di rischiare nella sua vita di prendere qualche pugno in pieno volto.

 

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36 minuti fa, comeback ha scritto:

Questo però cosa c'entra col diritto di sognare? Questo cosa c'entra col fatto che nella vita prenderti dei rischi ti può far prendere delle legnate sui denti che non ti dimentichi più ma qualche volta ti fa vivere esperienze che non avresti nemmeno mai sognato di fare.

Rischiare non è imprudenza. Non rischiare è stupidità. Qui non si stanno raccontando fandonie come prendere lo zaino in spalla, perdere ogni responsabilità di se stessi e girare il mondo. Smettere di sognare è la morte dell'anima, avere paura di cambiare strada significa che tu non credi in te stesso, significa che se hai un progetto di vita o altro tu non ritieni all'altezza di poterlo realizzare. E' come chi si sposa, se ne vanta ma scopri che ha sposato un caterpillar e sogna ogni donna che respira perché non ha avuto i coglioni di rischiare nella sua vita di prendere qualche pugno in pieno volto.

Non capisco dove hai colto tutto ciò dal mio messaggio. Perché non lo ho mai detto e sono d'accordo con ciò che scrivi.

Sulla prima parte, pur condividendo alcune cose, dico solo che mio padre ha iniziato a lavorare a 9 anni, ha perso suo padre nella prima adolescenza e ha dovuto contribuire al mantenimento di madre e sorelle, è dovuto emigrare al Nord, passando la vita a lavorare, mettendo su famiglia, estinguendo un mutuo con l'acqua alla gola per poi riuscire a comprarsi un'altra casa. Per cui quella mentalità che per anni ho odiato (non fare il passo più lungo della gamba), e che consideravo da sfigati, ho capito, crescendo, che è frutto di vita vera e combattuta, quella per cui se non riesci a rientrare coi soldi, a fine mese rischi di avere 4 persone, tra cui due bambini, sotto un ponte. Ed è per questo che ho capito e accettato un certo tipo di atteggiamento. Ma mica penso che nella vita non si debbano inseguire i sogni e che sia meglio non rischiare, anzi penso esattamente l'opposto. E non solo lo penso, ma ammiro chi segue questo modus vivendi. Tant'è che di fronte a chi perde tutto dopo aver rischiato (e soprattutto di fronte a chi lo fa a una età più avanzata rispetto ai ventenni)io provo solo rispetto e non riuscirei mai a condividere un solo momento con coloro che invece lo additerebbero come un "patetico sfigato che voleva troppo"

 

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comeback

Domani inizia la mia nuova esperienza.

Sono contento. Non euforico e questa non euforia secondo me è positiva. Mi rende cosciente di ciò che mi attende. So di aver scelto un posto molto interessante ma arrivo ben conscio che dovrò costruire da zero. Rimettere di nuovo le fondamenta, poi costruire su. Per fare questo servirà forza mentale, determinazione e un grande entusiasmo. Arrivo non al meglio qui, non nel fisico ma nella mente, ma ci arrivo ed è questo che conta più di tutto, la Germania mi ha svuotato, completamente, mi ha rubato nel tempo l'anima, pezzo per pezzo, giorno dopo giorno. Una vita che mi aveva spezzato ogni entusiasmo, nella quale non c'era più spazio per stimolare la mente, mi sentivo parte di un ingranaggio che mi aveva tolto il cuore. Avrei dovuto andar via molto tempo fa, alle prime avvisaglie ma ho preferito la lusinga del denaro, avrei dovuto lasciare quando le ferite erano ancora in superficie e non sanguinavano, ora sono profonde e ci vorrà del tempo per sanarle. Prima di andare via mi sono confrontato in Germania con molte persone, e ho riscontrato tantissime persone avvertire le mie stesse sensazioni, non cercavo una giustificazione alla mia scelta ma credo di essere finito davvero in uno dei peggiori posti che io abbia mai visitato. Io ci ho vissuto.

Giorno per giorno dovrò recuperare ciò che ero, ed essere un uomo migliore. Non so quanto durerà questo processo. E' come riprendersi da un infortunio, tornare a stimolare la mente di nuovo e questo è prima di tutto un esercizio di pazienza. Pian piano il veleno andrà via.

 

 

 

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Sten
46 minuti fa, comeback ha scritto:

Domani inizia la mia nuova esperienza.

Sono contento. Non euforico e questa non euforia secondo me è positiva. Mi rende cosciente di ciò che mi attende. So di aver scelto un posto molto interessante ma arrivo ben conscio che dovrò costruire da zero. Rimettere di nuovo le fondamenta, poi costruire su. Per fare questo servirà forza mentale, determinazione e un grande entusiasmo. Arrivo non al meglio qui, non nel fisico ma nella mente, ma ci arrivo ed è questo che conta più di tutto, la Germania mi ha svuotato, completamente, mi ha rubato nel tempo l'anima, pezzo per pezzo, giorno dopo giorno. Una vita che mi aveva spezzato ogni entusiasmo, nella quale non c'era più spazio per stimolare la mente, mi sentivo parte di un ingranaggio che mi aveva tolto il cuore. Avrei dovuto andar via molto tempo fa, alle prime avvisaglie ma ho preferito la lusinga del denaro, avrei dovuto lasciare quando le ferite erano ancora in superficie e non sanguinavano, ora sono profonde e ci vorrà del tempo per sanarle. Prima di andare via mi sono confrontato in Germania con molte persone, e ho riscontrato tantissime persone avvertire le mie stesse sensazioni, non cercavo una giustificazione alla mia scelta ma credo di essere finito davvero in uno dei peggiori posti che io abbia mai visitato. Io ci ho vissuto.

Giorno per giorno dovrò recuperare ciò che ero, ed essere un uomo migliore. Non so quanto durerà questo processo. E' come riprendersi da un infortunio, tornare a stimolare la mente di nuovo e questo è prima di tutto un esercizio di pazienza. Pian piano il veleno andrà via.

 

 

 

Che ne dici di parlare normalmente e smettere di invocare il cambiamento supremo?

Ma soprattutto, di cambiare veramente e non a parole.

Ti è già andata male con il tuo thread "è la tua vita. Senza esclusione di colpi"

Sei uguale al 2017, non hai fatto un passo.

Infatti sei andato in one itis come nulla.

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comeback
9 minuti fa, Sten ha scritto:

Che ne dici di parlare normalmente e smettere di invocare il cambiamento supremo?

Ma soprattutto, di cambiare veramente e non a parole.

Ti è già andata male con il tuo thread "è la tua vita. Senza esclusione di colpi"

Sei uguale al 2017, non hai fatto un passo.

Infatti sei andato in one itis come nulla.

Beato te che sprizzi queste parole con tanta facilità. Un mese (forse oltre) fa ti avrei sputato in testa tanto che ero "on fire", oggi va cosi'. 

Ci sono ups and down nella vita, credimi nemmeno io avrei mai pensato di sentirmi andare cosi' giù. non si tratta di invocare il cambiamento o meno, visto che ce la sto mettendo tutta.

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Sten
Adesso, comeback ha scritto:

Beato te che sprizzi queste parole con tanta facilità. Un mese (forse oltre) fa ti avrei sputato in testa tanto che ero "on fire", oggi va cosi'. 

Ci sono ups and down nella vita, credimi nemmeno io avrei mai pensato di sentirmi andare cosi' giù. non si tratta di invocare il cambiamento o meno, visto che ce la sto mettendo tutta.

Eri "on fire" perchè avevi la figa a fianco che colmava i tuoi vuoti?

Ambè, questo si che vuol dire essere cresciuto.

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Caraibika
2 minuti fa, comeback ha scritto:

Beato te che sprizzi queste parole con tanta facilità. Un mese (forse oltre) fa ti avrei sputato in testa tanto che ero "on fire", oggi va cosi'. 

Ci sono ups and down nella vita, credimi nemmeno io avrei mai pensato di sentirmi andare cosi' giù. non si tratta di invocare il cambiamento o meno, visto che ce la sto mettendo tutta.

Però se, come dici, questo stato di down dipendeva soprattutto dal luogo in cui vivevi lo scatto verso un nuovo stato di up, o recupero di quello che eri, dovrebbe essere abbastanza immediato. Se questa apatia depressiva e mancanza di vitalità si protrae ancora a lungo valuta di cercare qualcuno che ti aiuti a livello psicologico, perché a quel punto la causa del problema potrebbe essere più interna che esterna.

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comeback
1 minuto fa, Sten ha scritto:

Eri "on fire" perchè avevi la figa a fianco che colmava i tuoi vuoti?

Ambè, questo si che vuol dire essere cresciuto.

Mi sembra di aver ammesso nell'altro post quello che hai appena scritto.

Cosa significa te essere cresciuto? Significa che non puoi mai cadere? Mi sono trovato e mi trovo in un momento di difficoltà e ho avuto il coraggio di espormi.

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comeback
17 minuti fa, Caraibika ha scritto:

Però se, come dici, questo stato di down dipendeva soprattutto dal luogo in cui vivevi lo scatto verso un nuovo stato di up, o recupero di quello che eri, dovrebbe essere abbastanza immediato. Se questa apatia depressiva e mancanza di vitalità si protrae ancora a lungo valuta di cercare qualcuno che ti aiuti a livello psicologico, perché a quel punto la causa del problema potrebbe essere più interna che esterna.

Allora, io vivevo in un luogo che non era Londra, Berlino, Parigi, Colonia, Milano, dove esiste una vibrante vitalità, eventi, e quant'altro. Vivevo in una città industriale dove non poche persone (giovani) rifiutano o lasciano anche contratti ben pagati perché la città davvero offre poco e nulla. Ho scritto prima che le sensazioni che ho vissuto le hanno provate tantissime altre persone, la differenza fra me e loro è che io sono rimasto li' troppo a lungo perchè avevo paura di non fare gli stessi soldi altrove, altri hanno serenamente lasciato. Ho avuto anche dei colleghi ingegneri italiani che dopo un anno, sono rientrati o andati altrove, i più dei quali prendono meno ma sono molto più sereni, alcuni sembrano totalmente risorti. 

Io vivevo in totale assenza di stimoli. Ho conosciuto tantissime persone ma gran parte a distanza di tempo erano diventate apatiche in questo posto. La sera qui non c'era nulla da fare se non ammazzarsi di birre in qualche squallido posto, e io non bevo, o qualche evento rock, al massimo un paio di disco / bar che davvero a cercarne peggiori ce ne metti.

Poi, di base chi è depresso è pessimista, non si alza da letto, non combatte, non cambia la sua vita. Quando sono diventato insofferente a tutto questo, e lo sono diventato perchè ho tirato troppo a lungo, ho preso in mano la mia vita e in un mese ho smontato tutto quello che avevo qui. 

Io amo troppo la mia vita per pensare di passarla dove ero. 

 

Modificato da comeback
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