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Fare un lavoro che non piace, e innamorarsene col tempo. È possibile?


jenkins

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jenkins

Dopo un lungo periodo di magra sul piano lavorativo, ho scelto un impiego "prestigioso".. per il quale non ho mai avuto nessuna attrazione né familiarità. Anzi, lo avevo sempre scartato a priori.

Tutto questo solamente per il prestigio e l'ammirazione che questo lavoro riscuote a livello popolare, e per le prospettive lavorative future.

È un lavoro che richiede impegno in termini di orari, levatacce notturne e soprattutto, tantissimo studio.. Argomenti a me completamente alieni, per recuperare i quali dovrò studiare giorno e notte. Per i prossimi 5 anni, se resisto e mi appassiono, si vedrà se riuscirò a spiccare il volo, ma nel frattempo avrò sacrificato una bella fetta di quella "vita edonistica" che stavo iniziando ad apprezzare. 

Il problema è che non ho nessun tipo di esperienza pregressa con questa materia, negli anni di università non mi ci sono mai appassionato, ed anzi la guardavo con noia e superficialità.

Non ho idea di quale potrebbe essere la mia reazione alle prese con questo lavoro e questo stile di vita nel lungo termine. 

Molti dicono "è un bel lavoro, a lungo andare si guadagna bene, fidati ti piacerà".

Come suggerisce il titolo: è possibile fare un lavoro pesante, che magari non piace e poi innamorarsene col tempo? 

Modificato da jenkins
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Dobbiamo anche indovinare di che lavoro si tratta?

La risposta è che a lungo termine, fare qualcosa che non piace, crea problemi.

Modificato da Drive
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AndrewSerg

Caro Jenkins,

sono un tuo "futuro" collega giovane (neolaureato anch'io) e fra due settimane inizio il tirocinio per l'abilitazione. Io la "pressa" la sentivo già durante l'ultimo anno (ho 25 anni): fare una specialità che ti consenta di "lavorare anche nel privato" (...e io che vorrei fare medicina interna/infettive/geriatria-sono da molti reputato come colui che della vita in 6 anni di Uni non ha capito un cazzo eheh), per cui ora "pressano" per medico di base. 

Non conosco il tuo percorso/vita, però a me dopo un esamone del 3°anno (patologia generale) andato molto peggio delle aspettative, ho avuto una specie di crisi: ho capito che c'era "altro" nella vita, oltre a studio/studio/studio. Con ciò non che mi sia messo a fare festa a vita, ma ho iniziato a dedicarmi ad altro. Ho ad esempio deciso di fare il 5°anno in Belgio (e no, non è la Spagna...in tutti i sensi), e ho imparato volente o nolente a star bene con me stesso, ad avere più autostima. Ciò mi ha portato ad avere una prima vera relazione a 24 anni (presto/tardi?...lascio ad altri il giudizio), con una ragazza che si è rivelata essere molto insicura. Insomma, in questi ultimi anni sono cresciuto come persona matura, nel senso che so che nella vita non sei solo il voto, il risultato dell'esame o il successo nella carriera, ma sei una persona con interessi, spunti....

Per ciò, molto ma molto umilmente, posso capire il tuo sfogo e la tua prospettiva non proprio rosea, ma l'unico consiglio che ti posso dare è trovare qualcosa che ti faccia stare sereno (palestra-lo so il tempo è poco/passeggiate/cucina per gli amici o amica 😉

Insomma, non sei l'ultima ruota del carro, e se ti piaci (che passa anche dal piacere quello che fai, o al massimo cercare di fartelo piacere) sono convinto che prima di quanto tu creda "troverai la spalla su cui poggiarti).

Che secondo me deve essere in primis la tua.

Un grandissimo in bocca al lupo, e su con il morale!

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jenkins
Il 25/10/2019 alle 22:37 , AndrewSerg ha scritto:

per cui ora "pressano" per medico di base. 

Considera che io ho superato anche quel  concorso e sarei tutt ora nella posizione di sceglierla, ma in tanti mi dicono che medicina di base è "non specializzazione", di scarso prestigio e con l unica prospettiva sicura di fare guardie mediche a vita..

E nel caso ti passino la convenzione, dovrai scrivere carte e certificati per 10 ore al giorno. Insomma, me l'hanno fatta disprezzare! 

Per Il resto capisco perfettamente la crisi di cui mi parli. Io sono entrato tardi a medicina, e tra bocciature in anatomia e crisi con la ex fidanzata ne ho persi altri due, ed anche li mi sono aperti gli occhi ed ho capito che oltre il lavoro, la vocazione e il dovere morale di studiare per "fare presto" e integrarsi nella società, esiste pure il vivere.. Grazie per l'incoraggiamento, in ogni caso 

 

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