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Identità e innergame (come fare)


andrea-r

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andrea-r

Quesito per voi colleghi ...Se io ho sempre basato il mio innergame su ciò che ero e ciò che stavo facendo in quel momento (perché mi conferiva una certa identità) come mi comporto/ riprendo o ritorno ad essere sicuro di me se perdo tutto ciò?. Vi faccio un esempio, ero solito basare il mio innergame, sulla mia condizione da studente , sul mio lavoro da attore, e ciò mi conferiva un identità con la quale mi rapportavo agli altri , e gli altri mi riconoscevano tale , se ad esempio con il lavoro adesso sto fermo da mesi e mesi ed ho anche terminato l universita' ,e mi ritrovo il giorno a non fare niente, di conseguenza mi sento insicuro con gli altri e mi chiedo su cosa possa mai basare il mio innergame. Conseguente a cio' sono molto insicuro di me stesso e se continuo così potrò non rialzarmi per tentare di riconquistare tutto.

(Identita = ok, posso rapportarmi all' altro e investirlo con la mia realtà.)

Consigli ?

Modificato da andrea-r
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Dici che sei un'attore che si è preso una pausa  "sai, la vita è una, avevo un pò di soldi ed ho deciso di prendermi un'annetto sabbatico ..." 

Io faccio cosi , poi sono pomposo e spingo "oggi mi sono svegliato alle 11, colazione... poi allenamento, passeggiatina.. poi sai com'è strada facendo qualche moglie triste la si trova " , da una posizione di apparente svantaggio finisci che  t'invidiano ... o più facilmente ti detestano, perchè tu hai una cosa che loro non hanno : il tempo .

 

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andrea-r
9 ore fa, Bussola ha scritto:

Dici che sei un'attore che si è preso una pausa  "sai, la vita è una, avevo un pò di soldi ed ho deciso di prendermi un'annetto sabbatico ..." 

Io faccio cosi , poi sono pomposo e spingo "oggi mi sono svegliato alle 11, colazione... poi allenamento, passeggiatina.. poi sai com'è strada facendo qualche moglie triste la si trova " , da una posizione di apparente svantaggio finisci che  t'invidiano ... o più facilmente ti detestano, perchè tu hai una cosa che loro non hanno : il tempo .

 

Qudsto e' un buon mindset che tempo fa usai in effetti....

Vorrei sapere solo se adesso il mio inconscio lo accetta in modo tale da trasmetterlo agli altri, piuttosto che dire :non prenderai in giro te stesso,figurati gli altri.... comunque posso provarci..

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Entropia

Non so quanto possa funzionare sai. A lungo andare è come se recitassi anche con te stesso, potrebbe crescere il senso di frustrazione nel continuare a raccontare una vita che vorresti ma al momento non esiste...

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andrea-r
4 ore fa, Entropia ha scritto:

Non so quanto possa funzionare sai. A lungo andare è come se recitassi anche con te stesso, potrebbe crescere il senso di frustrazione nel continuare a raccontare una vita che vorresti ma al momento non esiste...

Alla fine devo dire che ripensandoci non si tratta di recitare, l ho gia testato in passato, si tratta di vedere le cose in modo positivo e creare intorno a te una realtà dinamica work in progress e senza etichette negative, es: mi sta andando male a lavoro ecc.

Descriverlo positivamente con gli altri e sopratutto con noi stessi e molto importante , ragionare in termini positivi e mettere in gioco le esperienze passate anche se terminate , ci fa apparire brillanti , e sopratutto persone pragmatiche che tengono in considerazione i propri successi e che non hanno paura di affrontare il periodo che intercorre tra un successo e l altro... proprio come dice @Bussola

 

Ditemi cosa ne pensate...

Modificato da andrea-r
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15 ore fa, andrea-r ha scritto:

Se io ho sempre basato il mio innergame su ciò che ero e ciò che stavo facendo in quel momento (perché mi conferiva una certa identità) come mi comporto/ riprendo o ritorno ad essere sicuro di me se perdo tutto ciò?. 

Domanda molto interessante che parte però purtroppo da un concetto errato, quello di basare la propria identità o valore su elementi esterni a sè stessi (è una cosa che fanno quasi tutti, soprattutto a livello materiale per riferirsi ad altri "quello è uno che ha soldi", "a casa ha un Maserati", "gira con il Rolex" e non "quello ha delle capacità che portano ad avere...").

La vita ci insegna che molto spesso possiamo perdere quello che "abbiamo", quello che "possediamo" o quello che "facciamo"...quindi cosa rimane? Rimane quello che siamo, l'essere, ovvero ciò che ci caratterizza più nel profondo. Ma come si scopre ciò? Come si arriva a capire ciò che veramente siamo? Il percorso in effetti è abbastanza complesso. Puoi però cominciare con un esercizio diviso in 3 punti:

  • Chiediti "Io, chi sono?" e scrivi la risposta su un foglio...non un semplice "io sono un attore" ma una profonda analisi di chi sei e di ciò che ti caratterizza rispetto a tutti gli altri esseri umani, tutto ciò per cui sei unico.  
  • Se tu chiedessi al tuo migliore amico di descriverti, cosa direbbe di te? Scrivilo su un foglio.
  • Compila la tua carta d'identità. Deve contenere il tuo aspetto, i tuoi obiettivi, le emozioni che provi più spesso, le capacità, il carattere.

Da qui si può partire a esplorare sè stessi. In bocca al lupo.

FourX 

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Yuber
4 ore fa, FourX ha scritto:

Domanda molto interessante che parte però purtroppo da un concetto errato, quello di basare la propria identità o valore su elementi esterni a sè stessi (è una cosa che fanno quasi tutti, soprattutto a livello materiale per riferirsi ad altri "quello è uno che ha soldi", "a casa ha un Maserati", "gira con il Rolex" e non "quello ha delle capacità che portano ad avere...").

La vita ci insegna che molto spesso possiamo perdere quello che "abbiamo", quello che "possediamo" o quello che "facciamo"...quindi cosa rimane? Rimane quello che siamo, l'essere, ovvero ciò che ci caratterizza più nel profondo. Ma come si scopre ciò? Come si arriva a capire ciò che veramente siamo? Il percorso in effetti è abbastanza complesso. Puoi però cominciare con un esercizio diviso in 3 punti:

  • Chiediti "Io, chi sono?" e scrivi la risposta su un foglio...non un semplice "io sono un attore" ma una profonda analisi di chi sei e di ciò che ti caratterizza rispetto a tutti gli altri esseri umani, tutto ciò per cui sei unico.  
  • Se tu chiedessi al tuo migliore amico di descriverti, cosa direbbe di te? Scrivilo su un foglio.
  • Compila la tua carta d'identità. Deve contenere il tuo aspetto, i tuoi obiettivi, le emozioni che provi più spesso, le capacità, il carattere.

Da qui si può partire a esplorare sè stessi. In bocca al lupo.

FourX 

Davvero una bella risposta che non mi aspettavo , sarebbe interessante indagare su questa identicazione con la propria immagine .

  • Grazie! 1
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andrea-r
5 ore fa, FourX ha scritto:

Domanda molto interessante che parte però purtroppo da un concetto errato, quello di basare la propria identità o valore su elementi esterni a sè stessi (è una cosa che fanno quasi tutti, soprattutto a livello materiale per riferirsi ad altri "quello è uno che ha soldi", "a casa ha un Maserati", "gira con il Rolex" e non "quello ha delle capacità che portano ad avere...").

La vita ci insegna che molto spesso possiamo perdere quello che "abbiamo", quello che "possediamo" o quello che "facciamo"...quindi cosa rimane? Rimane quello che siamo, l'essere, ovvero ciò che ci caratterizza più nel profondo. Ma come si scopre ciò? Come si arriva a capire ciò che veramente siamo? Il percorso in effetti è abbastanza complesso. Puoi però cominciare con un esercizio diviso in 3 punti:

  • Chiediti "Io, chi sono?" e scrivi la risposta su un foglio...non un semplice "io sono un attore" ma una profonda analisi di chi sei e di ciò che ti caratterizza rispetto a tutti gli altri esseri umani, tutto ciò per cui sei unico.  
  • Se tu chiedessi al tuo migliore amico di descriverti, cosa direbbe di te? Scrivilo su un foglio.
  • Compila la tua carta d'identità. Deve contenere il tuo aspetto, i tuoi obiettivi, le emozioni che provi più spesso, le capacità, il carattere.

Da qui si può partire a esplorare sè stessi. In bocca al lupo.

FourX 

Grandissimo, hai pienamente ragione , spesso facevo queste domande e analisi introspettive, ma ne avevo perso l abitudine , seguirò il tuo consiglio e proverò l esercizio... 

Tu ad esempio @FourX hai pienamente chiara la tua identità?

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Ritengo che porsi domande come "chi sono" sia una inutile perdita di tempo quanto disquisire sul sesso degli angeli , come già scritto sei e sarai sempre in evoluzione, ci cavi neanche un ragno da un buco.

Oggi posso essere un muratore, domani un meccanico , posso essere una brava persona , posso diventare un criminale .. troppe variabili,troppe cose che crescendo dimentichi, poi te le ricordi e bla bla bla.

Più costruttivo (ma inutile alla discussione) e chiedersi cosa si è in grado di fare , vedere dove si pecca e (se ci interessa) migliorarci.

 

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Il 27/10/2019 alle 22:06 , andrea-r ha scritto:

Grandissimo, hai pienamente ragione , spesso facevo queste domande e analisi introspettive, ma ne avevo perso l abitudine , seguirò il tuo consiglio e proverò l esercizio... 

Tu ad esempio @FourX hai pienamente chiara la tua identità?

Carissimo, naturalmente no.

Non sono ancora giunto a una conoscenza completa di me stesso, di quella condizione in cui anche se non hai nulla, sei comunque estremamente centrato perché sei ben consapevole della tua identità con i suoi limiti e le sue caratteristiche, in sostanza una identità matura. Conosco i miei limiti, so scegliere le persone da frequentare evitando amicizie "tossiche" anche se questo vuol dire spesso rimanere da soli. Sono già grandi passi avanti, le persone che non hanno chiari questi punti, per non emarginarsi, vivono una vita governata dagli "altri", ma non voglio andare nel troppo astratto.

Ti svelo però un segreto. In vita mia ho conosciuto poche persone che avessero ben chiara la propria identità. E' un percorso, che molti non hanno coraggio o interesse a seguire. Certe domande sono ritenute scomode dalla maggior parte delle persone. Hanno paura di non avere le idee chiare su questa componente fondamentale della loro vita

Il 27/10/2019 alle 23:40 , Bussola ha scritto:

Ritengo che porsi domande come "chi sono" sia una inutile perdita di tempo quanto disquisire sul sesso degli angeli , come già scritto sei e sarai sempre in evoluzione, ci cavi neanche un ragno da un buco.

Non la vedo assolutamente come una perdita di tempo, anzi. Moltissimi individui peccano di un'identità anche solo parziale, si identificano con il loro gruppo, il loro lavoro, i loro fan, la loro macchina...e non sanno nemmeno perché sono unici, perché qualcuno potrebbe veramente apprezzarli, proprio perché le loro identificazioni sono esterne e non dettate da un focus interiore. L'identità non è fissa, cambia in base alle esperienze che facciamo e ai cambiamenti del nostro contesto sociale; ciò non implica che essa rimanga l'elemento di differenziazione dell'individuo rispetto agli altri. 

FourX

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