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Cultura musicale


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Back Door Man
Il 17/11/2019 at 23:48, Carnacki ha scritto:

Deep Purple: suvvia, chi non conosce Smoke on the Water? Dei Deep Purple, rispetto ad altri gruppi, consiglio il CD live Made in Japan, dopo di quello non si riuscirà più a sentire la versione in studio! Perle assolute tutti i brani, menziono Highway Star e Child in Time.

Child in Time

È bella anche la versione studio.

_

In studio si possono fare artifizi che a volte sono fantastici.

Per esempio in

Pensieri e Parole

di Lucio Battisti

la traccia risultante è un montaggio di più parti della canzone cantate dalla stessa voce.

Una cosa impossibile da fare "normalmente", però gradevolissima:

 

Che ne sai di un bambino che rubava?

E soltanto nel buio giocava...

 

 

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Sensei10
4 ore fa, Drug Ellie ha scritto:

Secondo me a questi ascolti (jazz, math rock...) si arriva "maturando" attraverso ascolti di complessità crescente, non è che ti butti a digiuno di tempi dispari e robe antimelodiche "strane" e ne capisci subito la bellezza

Sono generi che richiedono un ascolto "attivo", non puoi pensare di apprezzarli davvero mettendoli semplicemente in sottofondo. Ci va concentrazione, e talvolta diversi ascolti, dettati dalla voglia di decifrare le misteriose geometrie dietro l'apparente caos.

Anche apprezzare la musica è una cosa che si impara. Comunque mi compiaccio che il Sensei conosca questa nicchia per nerdoni 

Dipende.

Personalmente ci sono arrivato pian piano. Come pian piano ho scoperto anche cose melodiche e lineari che 20 anni fa, vuoi per snobismo, vuoi per disinteresse, rifiutavo categoricamente ed oggi apprezzo.

L'ascolto, in realtà, dovrebbe essere sempre attivo. Siamo in tempi di musica fluida, però. Chi possiede ancora un impianto hi-fi, a casa? O compra vinili o cd? Quasi nessuno. Io stesso ho praticamente smesso (anche per oggettiva povertà, non potrei permettermi di prendere 10 dischi a settimana come facevo un tempo). Non c'è tempo - nella nostra testa - per poggiare una puntina sul solco, sdraiarsi o sedersi, sentire un lato, alzarsi, posizionare il braccio e girare il lato ecc. Non c'è tempo per distinguere il caldo analogico e il freddo del digitale, per leggere un booklet e passare da una band all'altra incamerando conoscenza; ci sono gli algoritmi su Spotify e su YouTube che propongono. Meglio di così... Il bello è che con la possibilità di informazioni di cui disponiamo oggi potremmo essere tutti dei potenziali Simon Reynolds, e invece maciniamo Taylor Swift e Tortoise senza farci caso, come se fossero la stessa cosa.

Forse è anche giusto così, c'è una democratizzazione musicale maggiore. Ne consegue però che il gusto della scoperta è limitato alla passività da radio, dove noi siamo convinti di scegliere ma in verità prendiamo per buono quel che ci viene propinato. O a ritenere che la cassa bluetooth Bose sia linfa per orecchie fine, senza aver mai testato un amplificatore valvolare e delle casse in legno bilanciate.

È un mondo splendidamente apparecchiato. Per fortuna però ci sono persone che sanno andare oltre, nel costruire la propria conoscenza. Come in tutte le cose.

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Drug Ellie
18 hours ago, Sensei10 said:

Dipende.

Personalmente ci sono arrivato pian piano. Come pian piano ho scoperto anche cose melodiche e lineari che 20 anni fa, vuoi per snobismo, vuoi per disinteresse, rifiutavo categoricamente ed oggi apprezzo.

L'ascolto, in realtà, dovrebbe essere sempre attivo. Siamo in tempi di musica fluida, però. Chi possiede ancora un impianto hi-fi, a casa? O compra vinili o cd? Quasi nessuno. Io stesso ho praticamente smesso (anche per oggettiva povertà, non potrei permettermi di prendere 10 dischi a settimana come facevo un tempo). Non c'è tempo - nella nostra testa - per poggiare una puntina sul solco, sdraiarsi o sedersi, sentire un lato, alzarsi, posizionare il braccio e girare il lato ecc. Non c'è tempo per distinguere il caldo analogico e il freddo del digitale, per leggere un booklet e passare da una band all'altra incamerando conoscenza; ci sono gli algoritmi su Spotify e su YouTube che propongono. Meglio di così... Il bello è che con la possibilità di informazioni di cui disponiamo oggi potremmo essere tutti dei potenziali Simon Reynolds, e invece maciniamo Taylor Swift e Tortoise senza farci caso, come se fossero la stessa cosa.

Forse è anche giusto così, c'è una democratizzazione musicale maggiore. Ne consegue però che il gusto della scoperta è limitato alla passività da radio, dove noi siamo convinti di scegliere ma in verità prendiamo per buono quel che ci viene propinato. O a ritenere che la cassa bluetooth Bose sia linfa per orecchie fine, senza aver mai testato un amplificatore valvolare e delle casse in legno bilanciate.

È un mondo splendidamente apparecchiato. Per fortuna però ci sono persone che sanno andare oltre, nel costruire la propria conoscenza. Come in tutte le cose.

Eh… sto mondo "splendidamente apparecchiato" in fondo non lo sento tanto il mio mondo

Anche secondo me l'ascolto dovrebbe essere sempre attivo, se si vuole sviluppare senso critico… nel senso che provare a "capire" la musica è diverso da ascoltarla e basta.

Ma esiste indubbiamente musica che l'ascolto attivo lo esige già nelle intenzioni (è il caso di tanta roba post-, o di qualsiasi filone con un'attitudine compositiva mutuata dal jazz, le avanguardie, il noise… insomma non improntato all'immediatezza), ed esiste musica è scritta con un target più da "fast-food" musicale (Taylor Swift?), per la fruizione radiofonica e similari, e quindi disimpegnata*  Saltellare dall'uno all'altro distrattamente "come fossero la stessa cosa" forse denota un minimo di superficialità, o scarso investimento, nell'ascolto…

Sul fatto che ci sia "meno tempo" invece, secondo me da un lato un po' ce la raccontiamo, dall'altro forse è una percezione data dal fatto che chi ha vissuto entrambe le epoche (pre-internet e post-internet) ieri aveva magari 20 anni e oggi ne ha almeno 40, con tutto ciò che ne consegue in termini di "tempo libero" e soprattutto "voglia". Un 20 enne di oggi, non credo che abbia meno tempo di me quando avevo la sua età. Ha solo più distrazioni e una soglia dell'attenzione più bassa, non per colpa ma per un eccesso di varietà e abbondanza, che rende difficile decidere di concentrarsi su qualcosa. Richiede una motivazione e volontà maggiore. 

L'immediata disponibilità di qualunque cosa uno abbia la curiosità di ascoltare, da un lato è una cosa bella e democratica ma dall'altro un po' fa perdere valore all'esperienza, secondo me… So che può suonare come un discorso del tipo "si stava meglio quando si stava peggio", ma, per capirci, è un discorso di scarsità e abbondanza. Quando i dischi che ti arrivavano in mano erano, se avevi un bel giro di cassette fatte da amici ecc, nell'ordine magari di una dozzina al mese (questa era la media per me), il valore che davi a quei dischi, l'investimento, l'attaccamento, era maggiore, ed era più probabile che a ognuno di quei dischi dedicassi più ascolti. Oggi, il fatto che spesso il disco nemmeno lo hai in mano, ed è facile skippare una traccia quando non ti colpisce IMMEDIATAMENTE (non devi nemmeno alzare le chiappe…) sicuramente rende più difficile che un disco ti lasci qualcosa, che tu gli conceda seconde o terze chance quando è poco "immediato", e rende l'ascolto più improntato alla quantità che alla qualità… Una sorta di bulimia musicale, dove ti ingozzi di tracce (spesso nemmeno dischi interi, per chi si serve più su Spotify che su Bandcamp) ma senza gustarti davvero le cose o entrare granché in profondità. O senza provare a capire se in mezzo a quei giga di roba accumulata e ascoltata una volta sola, magari in macchina o mentre facevi le pulizie, hai lasciato qualche gemma nascosta. 

P.S. la megabibbia di Simon Reynolds sul Post-punk è un libro che ho regalato più volte 😁

*Poi esiste anche roba pop "commerciale" scritta benissimo che se la svisceri non è "stupida" eh… anche se merce rara in mezzo a tantissimo ciarpame. Interessanti analisi anche di pezzi di quel tipo, e delle loro strutture magari non banali si trovavano sul canale di Rick Beato nel suo ciclo "perché questo pezzo è un grande pezzo", che consiglio.

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Sensei10
5 ore fa, Drug Ellie ha scritto:

erano, se avevi un bel giro di cassette fatte da amici ecc, nell'ordine magari di una dozzina al mese (questa era la media per me), il valore che davi a quei dischi, l'investimento, l'attaccamento, era maggiore, ed era più probabile che a ognuno di quei dischi dedicassi più ascolti

Te li andavi a cercare, non ti cadevano dal cielo.

Qualche giorno fa un mio collega molto giovane parla di un gruppo "nuovo" di cui aveva sentito una traccia casualmente: Neu! 

Gli suggerisco di sentire gli album per intero e di dare un'occhiata al panorama generale, e per tutta risposta mi dice che lo farà ma gli interessa quel brano perché sta facendo una playlist. Penso che questo dica tutto. 

Il metodo odierno è (non sempre) quello della singola canzone. Non che io non abbia 7", tuttavia un'etichetta discografica mi serviva per consultare l'intero catalogo. Ma questo viene a cadere con il criterio selettivo di oggi, ti basta una canzone che faccia al caso tuo (e ripeto, non è mica un male) e non sai neanche per chi incide tizio o caio, non te lo domandi proprio, escludendo automaticamente la conoscenza di altri artisti simili, anteriori o posteriori a quelli sentiti ecc.

Relativamente al pop commerciale sono d'accordo, la puzza sotto al naso è okay fino ad un certo punto. Pensa a Madonna.

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Drug Ellie
4 hours ago, Sensei10 said:

 

Qualche giorno fa un mio collega molto giovane parla di un gruppo "nuovo" di cui aveva sentito una traccia casualmente: Neu! 

Gli suggerisco di sentire gli album per intero e di dare un'occhiata al panorama generale, e per tutta risposta mi dice che lo farà ma gli interessa quel brano perché sta facendo una playlist. Penso che questo dica tutto. 

[...]

Relativamente al pop commerciale sono d'accordo, la puzza sotto al naso è okay fino ad un certo punto. Pensa a Madonna.

È particolarmente mortificante proprio per band tipo i Neu! che concepivano gli album come dei "viaggioni"... Io comunque gente giovane che ascolta i dischi per intero ne conosco, ma indubbiamente non è più il modo più diffuso di ascoltare la musica, lo streaming randomizzato e le playlist ormai la fanno da padrone... Di buono Spotify (che ormai non uso più) aveva che l'algoritmo ti faceva scoprire magari roba nuova che ti piace, anche senza una ricerca "attiva", che però resta la modalità che preferisco 😅

Su Madonna sfondi una porta aperta... Ha fatto scelte abbastanza lungimiranti e qualche gioiellino pop che resterà nel tempo l'ha cagato, Like A Prayer ha pezzi veramente belli. Ma belli proprio. (E aggiungerei che anche quel disco ha l'ambizione  di farsi ascoltare per intero, è molto coeso e con un concetto "narrativo" forte dietro.)

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Sensei10
29 minuti fa, Drug Ellie ha scritto:

È particolarmente mortificante proprio per band tipo i Neu! che concepivano gli album come dei "viaggioni"... Io comunque gente giovane che ascolta i dischi per intero ne conosco, ma indubbiamente non è più il modo più diffuso di ascoltare la musica, lo streaming randomizzato e le playlist ormai la fanno da padrone... Di buono Spotify (che ormai non uso più) aveva che l'algoritmo ti faceva scoprire magari roba nuova che ti piace, anche senza una ricerca "attiva", che però resta la modalità che preferisco 😅

Su Madonna sfondi una porta aperta... Ha fatto scelte abbastanza lungimiranti e qualche gioiellino pop che resterà nel tempo l'ha cagato, Like A Prayer ha pezzi veramente belli. Ma belli proprio. (E aggiungerei che anche quel disco ha l'ambizione  di farsi ascoltare per intero, è molto coeso e con un concetto "narrativo" forte dietro.)

Naturalmente la mia è una generalizzazione sulla fruizione, che tra l'altro coinvolge molti coetanei.

Io stesso non ne sono immune. È comodo.

Credo che Madonna sia l'artista femminile pop inarrivabile per eccellenza. Ha fatto tutto e sempre abbastanza bene, anche nella decadenza degli ultimi anni.

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