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Perché non si può mai restare amici di ex colleghi?


ChrisNolan

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ChrisNolan

Questa volta non parliamo di donne ma di un dubbio che mi attanaglia da tempo e non ne ho ancora trovato la spiegazione.
Sono stato in sette aziende diverse in dieci anni per cui un po' di esperienza c'è. È normale perdersi di vista una volta che si cambia lavoro perché della maggior parte della gente non fregava nulla anzi spesso si è anche contenti di non vederli più.
Fin qua tutto ok, però perché spariscono sempre anche quelli con cui invece si era più legati? Ne ho incontrati diversi con passioni in comune anche di nicchia come videogiochi o scienza, in particolare uno degli ultimi che si è dimesso ad agosto per me era diventato quasi come un fratello e dopo le sue dimissioni sono stato male per settimane. Abbiamo mantenuto il numero di telefono ma in cinque mesi non c'è mai stato verso di rivedersi neanche per una banale birra una sera, ha sempre trovato mille scuse peggio delle femmine. Ed era pure venuto a casa mia l'estate scorsa a vedere l'eclisse di Luna col telescopio, quindi non una cosa da tutti, ma allora perché cambiare atteggiamento dopo?
La mia vita sociale non è mai stata il massimo ma ora qualche amico con cui andare al cinema o guardare serie tv in casa, giocare alle escape room o che mi inviti a un compleanno ce l'ho, se fossi tanto sfigato non ci sarebbero nemmeno loro, allora perché gli ex colleghi se hanno gli stessi interessi non vogliono mai unirsi al giro? Visto che è un pattern che si è ripetuto più volte sempre uguale non può più essere un caso, esiste una spiegazione? Ammetto i miei limiti e di non arrivarci.

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Gamberetto

Siamo fatti della stessa pasta. 

Io, lo ammetto, mi apro con le persone dopo molto, moltissimo tempo, ma una volta passato il periodo di "stemperamento" diventano miei fratelli. Purtroppo però ti posso assicurare che è un comportamento comune di università e lavoro: ognuno c'ha i suoi "gruppi storici" e una volta che viene meno il nesso accademico o lavorativo addio. 

Non ci si può far niente. È così punto e basta. 

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ChrisNolan

Di quelli che frequento abitualmente non c'è nessuno di storico ma conosciuti solo negli anni recenti o anche meno perché mi trovo spesso a dover fare una sorta di ricambio e ripartire quasi daccapo. Posso fare un bel controesempio alle situazioni che descrivi perché ho un amico nuovo da settembre, quindi recentissimo, e sta pure tentando una relazione a distanza quindi ha spesso i week end pieni per andare lui da lei o viceversa, ma nonostante questi impegni ci siamo visti al cinema per Joker e Star Wars 9 ed è venuto a casa mia a guardare assieme tutte le puntate di Mandalorian. Certo è raro che tra tutte le persone conosciute tramite amici comuni poi si sviluppi qualcosa del genere, ma questo è sufficiente a dimostrare che se ci sono le passioni in comune e un minimo di volontà, non ci sono scuse che tengano e le sere libere per fare qualcosa si trovano.

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TADsince1995

Secondo me sei stato solo sfortunato. Personalmente io sono all'ottavo datore di lavoro, per quest'ultimo mi sono dovuto trasferire a Roma ormai sette anni fa. Ho mantenuto i contatti con due ex colleghi della mia ex azienda, in particolare con uno, ogni volta che torno giù in Sicilia ci organizziamo per vederci e anche con l'altro spesso ci vediamo. Con il primo ci sentiamo sempre via telegram per scambiarci opinioni o anche qualche stronzatina giusto per ridere ed è una delle persone che personalmente e professionalmente stimo di più in 20 anni di lavoro che ho sulla schiena, ho imparato moltissimo da lui.

E comunque, se tu hai cercato di mantenere i rapporti, ti sei mosso attivamente per mantenerli ma non hai ricevuto alcun feedback, forse è meglio così. Se una persona ha piacere a frequentarti farà in modo di farlo.

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PapuPetagna

C’è un motivo solo: pigrizia sociale.

Mantenere rapporti, coltivare amicizia richiede dedizione. Se hai colleghi/amici è più facile perché vi vedete tutti i giorni, passate 7-8 ore insieme al giorno. Diventa anche molto più semplice organizzare qualcosa per la sera perché state già lì, non dovete fare giri di telefonate, aprire chat, ecc.. Quando salta tutto questo ci si perde di vista, almeno che entrambi non si impegnino a conservare i contatti.

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Apache

Interessi diversi, pigrizia sociale, poco tempo, ambienti diversi possono essere le cause di perdita di amicizia con ex colleghi. Personalmente sono ancora in contatto con due ex colleghe conosciute nel 2006 e 2010! Sposate con prole, ci vediamo una o due volte all' anno perchè siamo rimasti amici da quella volta. 

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  • 1 mese dopo...
Riple

Perché in tutte le cerchie sociali che puoi sperimentare la condivisione e affinità che sfocia in amicizia sarà sempre limitata a un 1-2% di quella cerchia.

A questo aggiungi il fattore tempo, che logora le cose vicine e annulla quelle lontane.

Semplificando nella vita puoi portarti dietro 1 amico delle elementari, 1 delle medie, 2-3 delle superiori, 3-4 dell'università e così via con i corsi o i lavori che farai.

Non è così schematico, ma per rendere l'idea. 

Non è vero quindi che non possono conservarsi amicizie nate sul lavoro, semplicemente seguiranno il corso di tutte le altre nate nel corso della vita. E quindi molto sta nell'impegno delle parti.

Se non ne conservi neanche una, pensa molto su come gestisci tu un'amicizia, prima di fare altre riflessioni.

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comeback

A mio parere ed in linea generale, si resta in buoni rapporti (amicizia è una derivazione eventuale) soltanto quanto i tempi di frequentazione sono stati brevi (1 o massimo 2).

Molti ambienti di lavoro sono pieni di stress, invidie, competizioni non sane, vincoli, equilibri precari e quindi anche relazioni che inizialmente nascono in modo pulito, poi tendono nel tempo a trovare scontri spesso irrimediabili. A volte paradossalmente ci si stringono relazioni forti con persone con le quali in ambito lavorativo ci si sono vissute le stesse sventure più che momenti professionali.

Nel mio primo lavoro serio di un paio d'anni fa, dopo un paio di mesi fui oggetti di mobbing. Qualcuno aveva cercato di crearmi un ambiente poco amichevole, pensando che questo mi avrebbe portato a dimettermi. Mi esclusero da progetti, meeting e altro. Col senno di poi, credo volessero privarmi di ogni capacità di esprimermi in modo da non potermi considerare bravo quanto loro. E' come se ad un buon calciatore togliessi il pallone, cosi' per intenderci. Non avevo la pellaccia di adesso ma i coglioni grandi quelli si, cosi' più mi sentivo beccato più mi sentivo forte, e per un paio di mesi accettai persino serenamente quella situazione, e dissi ad alcuni colleghi più giovani che in futuro lo avrebbero rifatto con altri in quanto era solo parte dello stile di quelle persone mediocri. Tempo dopo molte cose mi diedero ragione. Ancora oggi ho ottimi rapporti con i miei pari grado dell'epoca.

Generalmente ho sempre avuto alla lunga ottime, davvero ottime relazioni (anche dopo) con i miei compagni di team, e pari livello. Alla lunga invece sempre scontri duri con i miei superiori.

Mai compreso il motivo.

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Molchat

Nel mio caso, il tempo non conta: mi sento almeno una volta al mese con un ex-collega, lavoravamo insieme 15 anni fa da Foot Locker ed era un patito del fantacalcio e del reggaeton, e anche se a me ancora oggi queste cose fanno vomitare, è una persona straordinaria, uno che molla tutto e ti aiuta se sei in difficoltà, così come ho fatto anche io per lui, e non solo al lavoro. Siamo come dei fratelli. 

Molti lavori e colleghi/e dopo, mi sono capitate esperienze analoghe a quelle di Chris, magari anche persone con molte più passioni o cose in comune, e dopo un paio di pizzate la cosa è finita là, ma non ne faccio un dramma.

Con un ragazzo per anni abbiamo sistemato insieme PC e apparecchi elettronici, molto simpatico e competente, ma non c'era modo che si sbloccasse sul lato social. Tutte le sere, junk food e serie TV da solo a casa sua. Se lui sceglie così, perché obbligarlo? È la sua vita. L'importante è non aver avuto problemi al lavoro, poi certi legami li comprendi subito, non ha senso forzare. 

Il penultimo lavoro che ho fatto, prima di quello attuale, più della metà dei colleghi erano delle nazifemministe (quasi tutte sposate) che tra di loro si raccontavano di come addomesticavano i loro mariti; impossibile non ascoltare il racconto di una di loro, orgogliosa del marito che faceva la pipì da seduto, perché se lui la faceva in piedi e lasciava la tavoletta alzata, apriti cielo. Così, per farti un esempio. Al lavoro non era così per fortuna. 

Nell'unica cena con loro dove ho vinto la pigrizia sociale, ringraziavo il fatto di non essere l'unico maschio là in mezzo. Una di loro però ha il mio stesso umorismo e zero rabbia repressa sui maschi, ed è infatti l'unica con cui mi sento ancora oggi con piacere. 

Tutto sto vangelo e mi sono dimenticato cosa volevo scriverti dopo.

Comunque penso sia un mix di passioni in comune, distanza tra te e loro e voglia di organizzare qualcosa fuori casa, che è più o meno quello che già ti hanno scritto sopra. Se non accade, pazienza. 

 

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