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#Coronavirus, solo notizie reali no fake.


gelsomino

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15 minuti fa, Orph ha scritto:

Siamo fatti per "esplorare" per spostarci e per avere un luogo chiamato "tana" e un luogo chiamato "caccia".

 

Questo è fondamentale, lo spazio domestico e lavorativo è bene sia nettamente separato.

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Drew Batman
39 minutes ago, Edo said:

Ma infatti

Io credo che lavorerei molto volentieri a casa con i miei spazi ecc ecc. Nonostante prima del lockdown pensassi che il contatto umano fosse assolutamente necessario ma ciò che è necessario secondo me è il contatto umano che ci scegliamo non quello che ci viene imposto (colleghi). Da quest'anno lavorando con colleghi ho capito che lavoro molto meglio se sono da sola, sono molto più produttiva e paradossalmente perdo meno tempo e faccio meno pause

Pensa la stessa cosa, lo stavo dicendo...
La gente va scelta.

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Drew Batman
39 minutes ago, Orph said:

Non tanto il contatto sociale è stare sempre nello stesso ambiente chiusi su 4 mura che ti aliena.

Siamo fatti per "esplorare" per spostarci e per avere un luogo chiamato "tana" e un luogo chiamato "caccia".

 

Si, giusto.
Anche se non vedo il lavoro come un surrogato della caccia... almeno non  la maggior parte dei lavori.

Quando ho fatto il cameriere  d'estate entravo in contatto con molte prede, ma a causa di quel lavoro ( stress, orari,ecc...) predavo molto di meno  rispetto a quando ero senza lavoro.
Ovviamente so che per "caccia" non si intende solo la caccia della preda sessuale... Ma questo per dire che vedo poca caccia nel lavoro tradizionale.

 

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1 minuto fa, Drew Batman ha scritto:

Anche se non vedo il lavoro come un surrogato della caccia... almeno non  la maggior parte dei lavori.

caccia intendo cacciare cibo (letteralmente cioè i soldi per mangiare e fare le altre cose) non come caccia sarge.

 

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59 minuti fa, Drew Batman ha scritto:

Ma davvero la gente soffre cosi tanto dalla mancanza del contatto sociale lavorativo?
Nella maggior parte dei posti in cui ho lavorato mi stavano sul cazzo tutti 😂😂

 

Ma è tipico dei posti lavorativi, c'è sempre litigio, odio, gente che parla alle spalle, i casi umani etc.

Almeno per quanto riguarda me, se dovessi lavorare da casa starei chiuso dentro 35 m2 per 7h al giorno, oltre che verrebbe meno uno degli scenari più ampi per cacciare, conoscere nuove persone, ridere, giocare, sperimentare nuove cose, ed esperire tra le mie più importanti motivazioni di Reiss

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Back Door Man
2 ore fa, OdetoJoy ha scritto:

Pardon, ma ho postato dallo smartphone.

Comunque più che scendere ai tecnicismi c'è da dire che la dichiarazione di GB è stata sponsorizzazta dalla American Institute for Economic Research, che come tutti i thinktank americani è un coacervo di idee frutto solamente dei soldi di chi c'è dietro. E tra tutti quelli che ci mettono i soldi c'è l'Exxon-mobil nota per aver creato veri e propri centri di controscienza per produrre ricerche fasulle.

E' stato pubblicato anche il John Snow Memorandum, una sorta di contro-dichiarazione alla dichiarazione di GB firmata anch'essa da numerosi scienziati.

"L’arrivo di una seconda ondata e la presa di coscienza di quelle che saranno le sfide a venire hanno destato un rinnovato interesse in un approccio detto d’immunità di gregge, che suggerisce di favorire un’ampia epidemia incontrollata tra la popolazione a basso rischio, mantenendo alto il livello di protezione dei soggetti vulnerabili. I sostenitori di questo approccio affermano che, così facendo, si svilupperebbe nella popolazione a basso rischio un’immunità acquisita all’infezione che andrebbe a sua volta a proteggere la parte vulnerabile della popolazione. Non è altro che una pericolosa falsità priva di evidenze scientifiche.

Qualsiasi strategia di gestione della pandemia di COVID-19 che faccia affidamento sull’immunità da infezione naturale è errata. La trasmissione incontrollata nei giovani comporta rischi significativi di morbilità (3) e mortalità per l’intera popolazione. Oltre al costo umano, si avrebbe un impatto negativo sulla forza lavoro nel suo insieme, e la capacità dei sistemi sanitari di fornire assistenza in acuto e su base routinaria andrebbe in affanno.

Per di più, non vi è alcuna prova di un’immunità protettiva durevole contro la SARS-CoV-2 a seguito di un’infezione naturale (4), senza contare che il contagio endemico conseguente a un calo dell’immunità comporterebbe, per un periodo di tempo indefinito, un rischio per la popolazione vulnerabile. Una strategia di questo tipo non metterebbe la parola fine alla pandemia da COVID-19, ma risulterebbe in epidemie ricorrenti, come nel caso di numerose malattie infettive precedenti l’avvento dei vaccini. Graverebbe inoltre di un peso insostenibile l’economia e gli operatori sanitari, molti dei quali sono morti di COVID-19 o hanno subito il trauma di dover intervenire in un regime di maxiemergenza. Inoltre, non siamo ancora in grado di comprendere chi potrebbe essere affetto da COVID a lungo termine (3). Definire quali sono i soggetti vulnerabili è complesso, ma, pur considerando i soggetti a rischio di malattie gravi, in alcune regioni la popolazione vulnerabile rappresenta il 30% (8). L’isolamento prolungato di ampie fasce di popolazione è praticamente impossibile ed eticamente riprovevole. L'evidenza empirica di molti paesi dimostra che non è possibile restringere le epidemie incontrollate a sottoinsiemi specifici della società. Un simile approccio comporta inoltre il rischio di esacerbare ulteriormente le disuguaglianze socioeconomiche e le discriminazioni già messe a nudo dalla pandemia. Un impegno straordinario a protezione dei più vulnerabili è essenziale, ma deve avanzare di pari passo con strategie attive su più fronti e rivolte all’intera popolazione.

Ancora una volta, ci troviamo di fronte a un sempre più rapido incremento dei casi di COVID-19 in gran parte dell’Europa, degli Stati Uniti e di molti altri paesi in tutto il mondo. Dobbiamo agire subito in maniera decisa. È necessario che le misure capaci di sopprimere e controllare la trasmissione del virus vengano adottate ampiamente, e che siano supportate da programmi finanziari e sociali volti a incoraggiare una risposta della comunità e ad alleggerire le disuguaglianze amplificate dalla pandemia. Probabilmente, a breve termine si renderanno necessarie continue restrizioni, che limiteranno la trasmissione del virus e correggeranno i sistemi inefficaci di risposta alla pandemia, nel tentativo di scongiurare future misure di confinamento. Lo scopo di tali restrizioni è di ridurre efficacemente le infezioni da SARS-CoV-2 a un livello tale da consentire il rilevamento di focolai localizzati e di fornire una pronta risposta attraverso sistemi efficienti e completi di ricerca, esecuzione dei test, tracciamento, isolamento e sostegno che consentano di ripristinare una situazione di semi-normalità senza la necessità di restrizioni generalizzate. La protezione delle nostre economie e il controllo sulla COVID-19 sono legati da un filo indissolubile. Dobbiamo proteggere la forza lavoro ed evitare l’incertezza a lungo termine.

Giappone, Vietnam e Nuova Zelanda, solo per citare alcuni paesi, sono la dimostrazione che una solida risposta della sanità pubblica è in grado di tenere sotto controllo i contagi e di consentire un ritorno alla vita normale, come testimoniano le numerose storie di successo di questo tipo. Le prove sono inequivocabili: il controllo della diffusione del virus all’interno della comunità è il modo migliore per proteggere la società e le nostre economie fino a quando vaccini e terapie di comprovata sicurezza ed efficacia non saranno a nostra disposizione nei prossimi mesi.

Non possiamo permetterci distrazioni che mettano a repentaglio l’attuazione di una risposta efficace; è essenziale agire con urgenza sulla base di evidenze scientifiche."

Mi sembra una supercazzola.

Qualcuno è in grado di riassumere il virgolettato?

Io non ci ho capito niente, il testo è pieno di contraddizioni.

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16 minuti fa, Back Door Man ha scritto:

Mi sembra una supercazzola.

https://www.johnsnowmemo.com/

Pubblicato originariamente su Lancet:

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)32153-X/fulltext

P.S: John Snow non è quello di GOT ma il fondatore della moderna epidemiologia classe 1850

Modificato da OdetoJoy
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Roose Bolton
2 ore fa, Edo ha scritto:

Ma se un trentenne lavora da casa anziché in ufficio che ci sarebbe di male secondo questa dichiarazione? Perché dovrebbe lavorare proprio in ufficio?

Tutti a dire che hanno bisogno di stare tra la gente, quando invece non c'erano epidemie tutti murati in casa con netflix e se volevi scambiare due chiacchiere davanti un bicchiere di vino dopo il lavoro trovavi tutto tranne la fascia 28 - 40.

Io ho sentito gente che prende l'auto anche per fare 100 metri lamentarsi di non poter andare a fare sport, durante i mesi di chiusura.

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Back Door Man
40 minuti fa, OdetoJoy ha scritto:

https://www.johnsnowmemo.com/

Se vuoi altre info

Grazie, @OdetoJoy

 

Letto.

THE JOHN SNOW MEMORANDUM - Testo completo in Spoiler

Spoiler

THE JOHN SNOW MEMORANDUM

Severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) has infected more than 35 million people globally, with more than 1 million deaths recorded by the World Health Organization as of Oct 12, 2020. As a second wave of COVID-19 affects Europe, and with winter approaching, we need clear communication about the risks posed by COVID-19 and effective strategies to combat them. Here, we share our view of the current evidence-based consensus on COVID-19.

SARS-CoV-2 spreads through contact (via larger droplets and aerosols), and longer-range transmission via aerosols, especially in conditions where ventilation is poor. Its high infectivity(1) combined with the susceptibility of unexposed populations to a new virus, creates conditions for rapid community spread. The infection fatality rate of COVID-19 is several-fold higher than that of seasonal influenza(2) and infection can lead to persisting illness, including in young, previously healthy people (ie, long COVID(3)). It is unclear how long protective immunity lasts(4) and, like other seasonal coronaviruses, SARS-CoV-2 is capable of re-infecting people who have already had the disease, but the frequency of re-infection is unknown(5). Transmission of the virus can be mitigated through physical distancing, use of face coverings, hand and respiratory hygiene, and by avoiding crowds and poorly ventilated spaces. Rapid testing, contact tracing, and isolation are also critical to controlling transmission. The World Health Organization has been advocating for these measures since early in the pandemic.

In the initial phase of the pandemic, many countries instituted lockdowns (general population restrictions, including orders to stay at home and work from home) to slow the rapid spread of the virus. This was essential to reduce mortality(6),(7) prevent health-care services from being overwhelmed, and buy time to set up pandemic response systems to suppress transmission following lockdown. Although lockdowns have been disruptive, substantially affecting mental and physical health, and harming the economy, these effects have often been worse in countries that were not able to use the time during and after lockdown to establish effective pandemic control systems. In the absence of adequate provisions to manage the pandemic and its societal impacts, these countries have faced continuing restrictions.

This has understandably led to widespread demoralisation and diminishing trust. The arrival of a second wave and the realisation of the challenges ahead has led to renewed interest in a so-called herd immunity approach, which suggests allowing a large uncontrolled outbreak in the low-risk population while protecting the vulnerable. Proponents suggest this would lead to the development of infection-acquired population immunity in the low-risk population, which will eventually protect the vulnerable. This is a dangerous fallacy unsupported by scientific evidence.

Any pandemic management strategy relying upon immunity from natural infections for COVID-19 is flawed. Uncontrolled transmission in younger people risks significant morbidity(3) and mortality across the whole population. In addition to the human cost, this would impact the workforce as a whole and overwhelm the ability of healthcare systems to provide acute and routine care.

Furthermore, there is no evidence for lasting protective immunity to SARS-CoV-2 following natural infection(4) and the endemic transmission that would be the consequence of waning immunity would present a risk to vulnerable populations for the indefinite future. Such a strategy would not end the COVID-19 pandemic but result in recurrent epidemics, as was the case with numerous infectious diseases before the advent of vaccination. It would also place an unacceptable burden on the economy and healthcare workers, many of whom have died from COVID-19 or experienced trauma as a result of having to practise disaster medicine. Additionally, we still do not understand who might suffer from long COVID(3). Defining who is vulnerable is complex, but even if we consider those at risk of severe illness, the proportion of vulnerable people constitute as much as 30% of the population in some regions(8). Prolonged isolation of large swathes of the population is practically impossible and highly unethical. Empirical evidence from many countries shows that it is not feasible to restrict uncontrolled outbreaks to particular sections of society. Such an approach also risks further exacerbating the socioeconomic inequities and structural discriminations already laid bare by the pandemic. Special efforts to protect the most vulnerable are essential but must go hand-in-hand with multi-pronged population-level strategies.

Once again, we face rapidly accelerating increase in COVID-19 cases across much of Europe, the USA, and many other countries across the world. It is critical to act decisively and urgently. Effective measures that suppress and control transmission need to be implemented widely, and they must be supported by financial and social programmes that encourage community responses and address the inequities that have been amplified by the pandemic. Continuing restrictions will probably be required in the short term, to reduce transmission and fix ineffective pandemic response systems, in order to prevent future lockdowns. The purpose of these restrictions is to effectively suppress SARS-CoV-2 infections to low levels that allow rapid detection of localised outbreaks and rapid response through efficient and comprehensive find, test, trace, isolate, and support systems so life can return to near-normal without the need for generalised restrictions. Protecting our economies is inextricably tied to controlling COVID-19. We must protect our workforce and avoid long-term uncertainty.

Japan, Vietnam, and New Zealand, to name a few countries, have shown that robust public health responses can control transmission, allowing life to return to near-normal, and there are many such success stories. The evidence is very clear: controlling community spread of COVID-19 is the best way to protect our societies and economies until safe and effective vaccines and therapeutics arrive within the coming months.

We cannot afford distractions that undermine an effective response; it is essential that we act urgently based on the evidence.

 

 

Fa la storia della pandemia, una picola descrizione del virus, ma non capisco cosa propone.

E poi c'è la raccolta firme.

L'ultimo paragrafo dice che bisogna agire urgentemente. Ma cosa fare non si capisce.

 

"Japan, Vietnam, and New Zealand, to name a few countries, have shown that robust public health responses can control transmission, allowing life to return to near-normal, and there are many such success stories. The evidence is very clear: controlling community spread of COVID-19 is the best way to protect our societies and economies until safe and effective vaccines and therapeutics arrive within the coming months.We cannot afford distractions that undermine an effective response; it is essential that we act urgently based on the evidence."

"Giappone, Vietnam e Nuova Zelanda, per citare alcuni paesi, hanno dimostrato che risposte robuste di salute pubblica possono controllare la trasmissione, consentendo alla vita di tornare quasi alla normalità, e ci sono molte storie di questo genere. L'evidenza è molto chiara: controllare la diffusione nella comunità di COVID-19 è il modo migliore per proteggere le nostre società ed economie fino all'arrivo di vaccini e terapie sicuri ed efficaci entro i prossimi mesi. Non possiamo permetterci distrazioni che minano una risposta efficace; è essenziale che agiamo con urgenza sulla base delle prove."

 

Lo dico senza polemica. Il discorso pare questo: controllare il virus è il miglior modo per controllare il virus.

Azz. 🤔 Non fa una piega.

E ora firmate.

Una bella firma contro il coronavirus è quello che ci vuole. 🖋️

E metteteci qualche eurino. 💸

 

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10 minuti fa, Back Door Man ha scritto:

controllare il virus è il miglior modo per controllare il virus.

Decontestualizzato non si capisce.

Spiegone:

Un gruppo di medici del campo (epidemiologi, public health specialists, infettivologi), sponsorizzati da un thinktank che riceve finanziamenti da Exxon, Philimorris e non so cos'altro, hanno pubblicato un statement detto Great Barrington Declaration, dicendo sommariamente: apriamo tutto per i non a rischio e salvaguardiamo quelli a rischio (focused protection), così in 3-6 mesi la popolazione sviluppa l'immunità di gregge, è la soluzione migliore, il lockdown fa solo danni.

Altri medici sempre del campo, non sponsorizzati (sembra) da roba che fa pensare a conflitti d'interesse, in risposta a quelli del GB declaration hanno fatto un altro statement detto John Snow Memorandum. Qua dicono: arginare il covid immunizando tutti aprendo le gabbie è da folli e privo di basi scientifiche, l'unico modo ottimale è migliorare il controllo dei focolai e la ricerca dei positivi, nel mentre che si aspetta il vaccino l'anno prossimo, sperando di non arrivare ad un lockdown.

Chi ha ragione? Ai posteri la sentenza.

Modificato da OdetoJoy
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