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Il Principe

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Il Principe

Sono spaventato. Dalla tecnologia. Anzi no, dalle persone. O meglio: dalla tecnologia in mano alle persone. Ancora meglio: da come le persone usano la tecnologia.

Quindi, in definitiva, dalle persone.

Ho appena avuto un'esperienza che mi ha dato da riflettere. Non la riporto qua; scrivo soltanto perché sono di malumore e ho dei pensieri che mi ronzano in testa; e scrivo qua perché magari qualcuno potrebbe leggermi e ragionare con me.

Oggi molte cose sono semplici, e più del bere il famoso bicchiere d'acqua. Certe cose sono semplici come bere la pera dopo il rum: ne hai quasi voglia da tanto sono semplici; ne avverti quasi il desiderio. Solo che ti prude il pollice anziché la gola. Oggi è diventato particolarmente semplice tagliare le persone fuori dalla propria vita. Qualcuno potrebbe dire che ieri lo fosse perlomeno altrettanto, visto che certa tecnologia nemmeno esisteva; bastava prendere la decisione dentro di sé e il ramo che si voleva potare dall'albero della propria vita era reciso. E invece no. È diverso. Oggi la socialità è declinata così: digitalmente. Lo sappiamo tutti, dài, in questo momento, sopra l'area nella quale scrivo quel che leggete, c'è un banner arancione sopra il quale campeggia una scritta bianca sottolineata: LOVOO: rimorchia da subito [...].

Non prendiamoci in giro quindi, oggi i rapporti sono innanzitutto digitali. E non dico sia peggio o meglio - non sono né boomer né zommer - dico sia diverso. "Grazie al cavolo, il diverso è diverso, questo arrogante mi fa perdere tempo con tautologie". Forse. Però fammi finire la riflessione: le leggerezza con cui oggi si fa sparire una persona dalla propria vita è atroce. E sono io stesso a farlo, ora che ci penso, spesso e volentieri. Lo facciamo un po' tutti. Se dal vivo una persona non la scansi, sugli infiniti social di cui disponiamo la puoi silenziare, bloccare, bannare; la puoi mutare, segnalare, kickare; la puoi ghostare, eliminare, left-swipeare.

Qualcuno dirà che la vita è breve e che è giusto così: se una persona non ti piace a pelle vuol dire che era destino. Può essere. Non destino, eh, quelle sono cazzate; può essere che si rivendichi il proprio tempo, magari a ragione. Però c'è qualcosa che non mi convince: così non riusciamo più a superare gli attriti. E non parlo di un attrito come un "Hey troietta", parlo delle lievi ruvidità che una persona - magari pure giovanissima - possa avere. Pensateci, senza fare paragoni con gli anni '70; pensate l'enorme errore che potrebbe essere bocciare una persona e consegnarla all'oblio algoritmico di Tinder, quando la stessa persona, magari a una cena avrebbe potuto darci ancora più fastidio dapprima, per poi farci ricredere in dieci altre occasioni tutte nell'arco della stessa serata. Oggi non ci s'impegna più e ci si chiude tutti nella propria bolla cognitiva. Che succeda in politica si sa; beh, succede anche emotivamente: vogliamo chi ci appaga, subito, prendere o lasciare.

E a ben vedere - rivendicate pure quello che vi pare - non credo proprio si risparmi tempo così. A furia di cercare uno che non ti contraddica c'è il rischio - se non la forte probabilità - di trovare qualcuno che ti assecondi. Tu, ragazza dabbene che cerca il meglio per sé - tuo diritto - e lo cerchi per una relazione a lungo termine: hai cercato, hai selezionato fino allo sfinimento e hai trovato quello perfetto per te. Che fortuna! Però perfette lo sono anche le fake news sulla politica; tanto che una delle dritte che i debunkers danno più di frequente, non senza un pizzico di malizia, è: se ti sembra di essere troppo d'accordo con quello che c'è scritto, forse allora non è vero!

E allora che faccio? Non scelgo chi mi piace perché potrebbe piacermi chi non mi piace e chi mi piace potrebbe non piacermi?

No.

E non dico neanche di dare un'occasione a quel brav'uomo che dorme sulla panchina della piazzetta sulla strada di casa tua. No.

Dico soltanto che a cercare il sassolino perfetto e ben levigato poi magari lo trovi pure ma si scopre fatto di calcare e ti si sfalda tra le mani, e che magari 12 km prima c'era quello di ossidiana ma che hai scartato perché sbreccato. Ma soprattutto che di questo passo ci potremmo abituare a volere solo consenso; prima dai partner, poi dagli amici. E che kickiamo anche quelli? E i parenti? E i colleghi? E il datore di lavoro, quello?, lo possiamo mutare?

È vero, gli stessi errori che si fanno oggi si potevano fare anche ieri, ma ieri non crescevi con certi superpoteri. Far sparire l'equivalente di una classe liceale in mezzo minuto è un superpotere che prima non avevamo. E non solo in base all'aspetto, non sto facendo il discorso della bellezza interiore; sto facendo il discorso di un esordio sbagliato o di una gaffe ridicola. Che possono capitare anche dal vivo, certo, ma dal vivo non hai un superpotere a cui le nuove generazioni sono avvezze fin da piccine e col quale potrebbero sviluppare un rapporto sbagliato che si trascinerebbe fino all'età adulta. Sarebbe come spruzzare del DDT su ogni farfalla perché non riusciamo a vederle più di quell'affare con cui succhiano il nettare, ignorando persino abbiano delle ali.

 

Modificato da Il Principe
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Non ho capito su cosa vorresti stimolare il nostro ragionamento

La tecnologia mi piace molto

Ma forse non ho capito la domanda

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Il Principe
3 minuti fa, Edo ha scritto:

la domanda

Nessuna domanda. 

Io direi che il baricentro dell'argomento potrebbe stare da qualche parte qua:

32 minuti fa, Il Principe ha scritto:

Dico soltanto che a cercare il sassolino perfetto e ben levigato poi magari lo trovi pure ma si scopre fatto di calcare e ti si sfalda tra le mani, e che magari 12 km prima c'era quello di ossidiana ma che hai scartato perché sbreccato. Ma soprattutto che di questo passo ci potremmo abituare a volere solo consenso; prima dai partner, poi dagli amici. E che kickiamo anche quelli? E i parenti? E i colleghi? E il datore di lavoro, quello?, lo possiamo mutare?

Poi riflettevo a voce alta, niente di più.

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4 minuti fa, Il Principe ha scritto:

Nessuna domanda. 

Io direi che il baricentro dell'argomento potrebbe stare da qualche parte qua:

Poi riflettevo a voce alta, niente di più.

Io non ci trovo nulla di male a cercare la perfezione, però sono anche contro l'illusione. Quindi ok cercare la perfezione ma stando ben attenti a tenere i piedi ben fissi a terra. Quindi se parenti e colleghi non si possono cambiare perché non ce li scegliamo, per il partner le cose sono un po' diverse. Occorre aver avuto a che fare con molti sassolini per capire il nostro standard e il livello su cui vogliamo assestarci. Sta a noi capire quand'è giusto fermarci nel selezionare e per capirlo occorre molta esperienza. Alla fine è come un colloquio di lavoro: se sei un selezionatore e ti capita il candidato giusto al primissimo colloquio ma tu non hai nessuna esperienza nel settore del recruiting, più probabile che no che scarterai quel candidato, e solo dopo numerosi colloqui potrai capire cosa ti serve e su cosa puoi chiudere un occhio

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