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Fine storia di quasi 5 anni: materiale "didattico" per reagire?


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Il 16/5/2020 alle 17:35 , vanhalen ha scritto:

@Lilith grazie per averlo spiegato al forum .

nel 99 % dei casi i capi dei ricchi sono No logo , soprattutto la camicia e il completo in genere . 

tendenzialmente quelli che indossano capi con logo in bella vista dai ricchi vengono visti come dei poveracci che stanno spendendo per essere accettati.

Purtroppo è crudele per chi spende tanti soldi in tal senso , ma mi sentivo di dirlo.

il massimo che ho visto in un ricco vero sono una lettera scritta sui gemelli , ma per il resto mai visto un ricco con le scritte " dolce banana " o " sergio Facchini"

quello che ho notato casomai tra il vestito di uno ricco e uno povero , lo si vede dal tessuto e dalla forma che ha il vestito , non tanto dalla scritta.

e poi a pensarci bene di ricchi con delle t-shirt non li ho mai visti , ma ho notato che preferiscono le polo.

ovviamente quanto riporto è mia esperienza personale , poi se c'è qualcuno che ha visto uno ricco con una maglietta a strisce con scritto "giorgio armani " .... sarà un caso.

my 2 cents

grazie per l'intervento.

vorrei provare a dare il mio contributo.

credo che la vostra analisi prenda a riferimento, in linea di massima, generazioni diverse. E ciò a mio avviso non è un caso, perchè si tratta in realtà di cogliere un effetto dovuto al cambiamento culturale, se vogliamo possiamo chiamarlo degrado, che stiamo vivendo.

limitando il discorso al tema eleganza, abbigliamento (ma credo si possa estendere facilmente ad altri settori), dal mio punto di vista noto un progressivo passaggio dell'indice di valore, dal bene in sé (qualità dei tessuti, disegno/taglio, funzionalità degli indumenti), al brand (quindi il logo), addirittura al solo prezzo.

così, se una volta (all'epoca dei nostri genitori per capirci) un capo di abbigliamento era ritenuto di valore se e nella misura in cui, oltre a rispettare determinate regole, era fatto con stoffe di qualità, vestiva nel miglior modo possibile, ed era funzionale a ciò per cui doveva essere indossato, a prescindere da chi lo realizzava, adesso si può notare come agli occhi della collettività abbia più peso (perchè molto spesso è proprio a discapito di quanto sopra) il solo brand, la marca.

e questo credo sia stato ben notato dalle grandi aziende che infatti hanno cominiciato a diversificare l'investimento, specie nel settore casual. resiste ancora un pò, e per fortuna, il settore elegante (può mai essere elegante un abito con una scritta sopra le spalle? forse un giorno lo sarà).

 

il discorso potrebbe essere ampliato ma l'elemento che ho evidenziato, relativo alla concezione diffusa del valore, mi consente di svolgere alcune considerazioni personali intorno a questa affermazione

"tendenzialmente quelli che indossano capi con logo in bella vista dai ricchi vengono visti come dei poveracci che stanno spendendo per essere accettati".

è verissimo ed hanno ragione. solo che il fine che mirano a raggiungere, se si intende l'essere accettati con l'essere considerati ben vestiti, probabilmente ricchi, in realtà o ottengono.

perchè si tratta della prospettiva dei ricchi (spesso non della nostra generazione) e non di quella delle fiche, che hanno il radar per seguire il "modello considerato vincente dalla società"

 

 

 

 

 

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