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Alphaness vs. comportamento "antisociale"?


Matt.Hew

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Matt.Hew

Ciao a tutti 👋

In questo periodo particolarmente difficile, anche per noi sargers, mi è capitato di riflettere su una questione che già da tempo destava il mio interesse, ma su cui non ho mai avuto voglia di pubblicare domande.

Mi riferisco al rapporto che c'è tra seduzione ed integrabilità sociale della singola persona (al di là del suo effettivo grado di bellezza, della sua disponibilità economica, della simpatia, ecc).

Nel corso della mia esperienza in ambito seduttivo mi sono accorto che spesso tra esseri umani le cose sembrano filare in modo "naturale ed automatico", seguendo leggi non scritte ben precise, che vanno al di là delle singole potenzialità di ognuno di noi. Mi sono però anche accorto che esistono persone che sembrano essere "collocate" fuori da tutto e da tutti, e che, per i più disparati motivi, non sono integrabili nella complessa macchina sociale.

Vi sottopongo ora due esempi inventati per farvi capire meglio dove voglio andare a parare:

1. Ho un aspetto fisico mediocre. Nonostante questo, ho un ego grande ed un amore per me stesso sopra la media. Ho raggiunto un livello di "alphaness" (so che non è il termine più corretto, ma serve a rendere l'idea) tale da decidere io stesso la mia collocazione all'interno della società, senza per questo mancare di rispetto a nessuno. Decido che io sono figo e niente e nessuno mi può distogliere da questa convinzione. Mi metto a girare con dei modelli, aspettandomi che il pubblico femminile abbia con me, se non la stessa attrazione, per lo meno lo stesso rispetto. Ciò non avverrebbe ed anzi io passerei doppiamente per non attraente (non bello e pure arrogante). Di contro, i miei colleghi bellissimi con un atteggiamento arrogante acquisirebbero verosimilmente ancora maggior fascino. Restandomene invece sulle mie, l'ambiente esterno si arrogherebbe comunque il diritto di "collocarmi" in un ruolo, anche contro la mia volontà.

2. Sono di bell'aspetto. Tuttavia, non sono disposto ad accettare le "regole del gioco" perché le ritengo una forma di sottomissione, e una violazione alla mia autostima e al mio modo di essere. Non mi va di dover andare nei locali, di dover aspettare rigorosamente il fine settimana per trovarmi in mezzo a masse di gente, sopportare casino di ogni tipo, gelosie, invidie, risse, gente ubriaca, per trovare una tipa che mi piace, andare da lei e "sottopormi" al suo giudizio aspettandomi che dall'alto del trono immaginario lei decida se io "vado" o "non vado" bene.

Risultato? In ambedue i casi a nessuno fregherebbe niente di me, si cercherebbe comunque di collocarmi in un ruolo, arrecherei un sacco di fastidio/confusione/gelosia/bisogno-di-rimettermi-al-mio-posto... e nemmeno raggiungerei il mio obiettivo.

Ora, di esempi se ne potrebbero fare a centinaia, dai più surreali a quelli più concreti. Ma in casi del genere (personalità che arrivano ad un punto in cui non sono più compatibili con le "regole del gioco" esterne) quali sono le soluzioni logicamente percorribili?

 

Modificato da Matt.Hew
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  • 1 mese dopo...
Back Door Man

In tanti ci siamo arrivati a non essere più compatibili col sistema.

Non da giovanissimi, ma accade.

E ti dirò (magari domani cambio idea): quando ci arrivi davvero non ti fai più domande.

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