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La cultura occidentale è romanticizzata, femminilizzata e sessuofobica


Crescendo63

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ArmandoBis

Dissento su tutto.

Avere una struttura psichica che ci consenta di portare avanti una relazione stabile, coinvolgente e appagante: la questione è tutta qui.

Le persone che hanno problemi al riguardo sono tante.

Quindi finiscono con avere rapporti conflittuali, che durano poco, e comunque hanno grossi problemi a livello di coinvolgimento, cioè non sono presenti nella relazione.

All'inizio si vede tutto rosa (e l'idea dell'amore romantico viene da lì, è la rappresentazione di una speranza, cioè l'idea che la cosa possa durare).

Poi, passata la fase 1, quella dell'euforia, si passa alla fase 2, quella in cui le cose cominciano lentamente a perdere il carattere di eccezionalità, fino a passare alla fase 3, tutto diventa grigio e monotono, quando non si finisce all'inferno...

Le persone che si trovano nei guai, in relazioni che non funzionano o peggio che fanno stare male, mica ci finiscono dentro perché credevano nell'amore romantico (qualunque cosa voglia dire) o perché hanno mal digerito quattro cazzate dette a suo tempo da un prete.

Se le cose fossero come dici tu, cioè il nostro software ci ha programmato puttanieri noi uomini e casalingue le donne, non riesco a capire come si possa finire in questi casini in cui si dibattono quasi tutti, io per primo.

Se fosse come dici tu, basterebbe, una volta diventati adulti, rimuovere con pazienza le puttanate che ci hanno rifilato parenti di ogni ordine e grado, preti, segretari di partito, ecc. ecc. per riconnetterci alla nostra natura biologica.

Solo che persone che, una volta compiuta questa operazione,  realizzino il copione di cui sopra, scritto nei geni e fondato sugli istinti, io francamente non ne vedo.

Modificato da ArmandoBis
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Crescendo63
19 hours ago, ArmandoBis said:

Avere una struttura psichica che ci consenta di portare avanti una relazione stabile, coinvolgente e appagante: la questione è tutta qui.

Non basta.

Anche avendola solida e all'altezza - e pochi ce l'hanno così - comunque possiamo scontrarci con limiti innati: genetici, biologici, evolutivi. Ed inoltre con l'enorme influsso dell'inconscio. Senza contare gli influssi culturali, da cui nessuno è esente.

 

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Quindi finiscono con avere rapporti conflittuali, che durano poco, e comunque hanno grossi problemi a livello di coinvolgimento, cioè non sono presenti nella relazione.

Mi chiedo se stai parlando di te, volendo - o credendo - di parlare del mondo.

 

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Poi, passata la fase 1, quella dell'euforia, si passa alla fase 2, quella in cui le cose cominciano lentamente a perdere il carattere di eccezionalità, fino a passare alla fase 3, tutto diventa grigio e monotono, quando non si finisce all'inferno...

Le tre fasi di cui parli sono comuni nelle coppie, proprio perché sono codificate nella nostra struttura psichica.

Quasi tutti provano la fase 1, l'innamoramento, proprio perché siamo predisposti a viverla; è funzionale alla riproduzione della specie.

 

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Le persone che si trovano nei guai, in relazioni che non funzionano o peggio che fanno stare male, mica ci finiscono dentro perché credevano nell'amore romantico

Alcune sì: p.es. quelle che si sono sposate nonostante i segnali negativi, o l'essere poco convinte, o quelle che sopportano un partner abusivo "in nome dell'amore".

Informazioni false producono - o incoraggiano - comportamenti disfunzionali.

 

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Se le cose fossero come dici tu, cioè il nostro software ci ha programmato puttanieri noi uomini e casalingue le donne

Mai detto questo. E' più complesso di così.

Uomini e donne sono entrambi creature promiscue, ma secondo dinamiche diverse.

Nei miei articoli spiego più in dettaglio le diverse motivazioni evoluzionistiche e strategie riproduttive dei due sessi, ma qui sarebbe troppo lungo.

 

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Se fosse come dici tu, basterebbe, una volta diventati adulti, rimuovere con pazienza le puttanate che ci hanno rifilato

In teoria sì, in pratica è praticamente impossibile - o almeno lo è farlo al 100%.

Perché non siamo padroni della nostra mente, e specialmente dell'inconscio (dove si annidano la maggior parte dei condizionamenti), e nemmeno degli istinti.

L'idea che siamo "padroni di noi stessi" è un'illusione positivista. Magari!

 

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per riconnetterci alla nostra natura biologica.

Ah ah ah! 😄

Un altro guaio è che la "nostra natura biologica" non fa necessariamente quello che vorrebbe il nostro Io, od opera per la nostra felicità. Anzi.

P.es., quella natura biologica ci fa restare tenacemente attaccati ad una One-itis, anche se questo ci fa vivere in modo orrendo. O ci fa stare dietro a persone che ci ignorano.

 

Non penserai mica che Natura = Bene?!? Anche il cianuro è naturale, anche le malattie.

 

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Dissento su tutto.

Liberissimo di farlo :-)

Però a me pare che le tue argomentazioni siano carenti, o disinformate, o semplicistiche. Parli di qualcosa che conosci ancora troppo poco, in modo frammentario o fuorviante. E d a causa di ciò, cadi nell'effetto Dunning-Kruger. 😉

  • Grazie! 1
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ArmandoBis

Scusa un secondo, ma chi non ha (per sua somma fortuna) subito i condizionamenti che lo portano verso relazioni poco soddisfacenti o addirittura disfunzionali, secondo la tua visione è fregato comunque, perché deve inevitabilmente fare i conti con istinti e pulsioni, diversi e conflittuali quelli degli uomini rispetto a quelli delle donne, e se riesce a cavarsela con il minimo di danno, ci sono sono i neurotrasmettitori cerebrali che allo scadere del tempo concesso, di solito tre anni, decretano la fine del gioco. Stop. Cercatene un'altra/altro.

In sostanza, se le cose non vanno, la ragione è da trovare nella natura.

Una relazione lunga e appagante è infatti considerata un'aberrazione.

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39 minuti fa, ArmandoBis ha scritto:

Scusa un secondo, ma chi non ha (per sua somma fortuna) subito i condizionamenti che lo portano verso relazioni poco soddisfacenti o addirittura disfunzionali, secondo la tua visione è fregato comunque, perché deve inevitabilmente fare i conti con istinti e pulsioni, diversi e conflittuali quelli degli uomini rispetto a quelli delle donne, e se riesce a cavarsela con il minimo di danno, ci sono sono i neurotrasmettitori cerebrali che allo scadere del tempo concesso, di solito tre anni, decretano la fine del gioco. Stop. Cercatene un'altra/altro.

In sostanza, se le cose non vanno, la ragione è da trovare nella natura.

Una relazione lunga e appagante è infatti considerata un'aberrazione.

Sono istinti e pulsioni distinte ma complementari, la cui funzione è adattiva, permette con maggiori probabilità la sopravvivenza di entrambi e della loro progenie (concetto di fitness).

Come funzione adattiva è avere un pene che entra ed una vagina che accetta. Diversi ma complementari.

Il cercarsene un'altra è una estremizzazione che tu stai applicando a questo modello: se infatti la relazione iniziasse con i termini per cui l'uomo si definirebbe libero di coltivare rapporti sessuali con altre donne secondo la sua natura, nessuno dice alla donna o all'uomo di andarsene e cercare altro, ciò accadrebbe se uno dei due non accettasse le condizioni dell'altro.

Che poi l'uomo si castra e la donna non accetta (cose che oggi sono appunto socialmente accettate) è il risultato di una violenza sulla natura e sulle reali esigenze di entrambi i sessi, che sono state ignorate da scelte, durante secoli e secoli, intraprese per obiettivi meramente economici.

Ti invito comunque, come è stato già fatto, di approfondire meglio questi argomenti poiché noto scarsa lucidità e chiarezza (non è un'offesa).

 

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Back Door Man
Il 9/5/2020 alle 21:57 , ArmandoBis ha scritto:

Se fosse come dici tu, basterebbe, una volta diventati adulti, rimuovere con pazienza le puttanate che ci hanno rifilato parenti di ogni ordine e grado, preti, segretari di partito, ecc. ecc. per riconnetterci alla nostra natura biologica.

6 ore fa, Crescendo63 ha scritto:

In teoria sì, in pratica è praticamente impossibile - o almeno lo è farlo al 100%.

Perché non siamo padroni della nostra mente, e specialmente dell'inconscio (dove si annidano la maggior parte dei condizionamenti), e nemmeno degli istinti.

L'idea che siamo "padroni di noi stessi" è un'illusione positivista. Magari!

 

6 ore fa, Crescendo63 ha scritto:

possiamo scontrarci con limiti innati: genetici, biologici, evolutivi. Ed inoltre con l'enorme influsso dell'inconscio. Senza contare gli influssi culturali, da cui nessuno è esente.

 

Per me il problema grosso è il tempo.

Come dice Crescendo è praticamente impossibile liberarci dai condizionamenti subiti.

Io ci lavoro dall'adolescenza e ancora non ci sono riuscito.

Sono d'accordo che la liberazione può essere solo parziale (va d'accordo col concetto che la libertà è relativa e mai assoluta).

Anche accettando, come dicevo, un compromesso in tal senso, ci vuole comunque TROPPO TEMPO. Non basta una vita, XXX can!

Un uomo dovrebbe essere "completo" nei suoi tempi biologici.

I 30 anni sarebbero un compromesso accettabile.

Personalmente noto che a 30 anni ero ancora immaturo (che non è il termine giusto: ero imbrigliato in cazzate e favole, anche se credevo di averne fatte fuori un bel po'), ora capisco molto di più ma i tempi biologici sono tardi.

E' una brutta società.

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Crescendo63
5 hours ago, ArmandoBis said:

ma chi non ha (per sua somma fortuna) subito i condizionamenti che lo portano verso relazioni poco soddisfacenti o addirittura disfunzionali, secondo la tua visione è fregato comunque

Ma chi ha mai detto questo?!? Per fortuna che sono convinto di parlare italiano...! 😄

Mi sembra che stai ragionando in modo binario (altro grosso limite): o ti va bene oppure sei fregato, bianco o nero, uomini così e donne cosà...

 

Quel che ho detto è che essere sani e maturi psicologicamente non basta a creare quel che vorremmo, perché altri fattori ci influenzano.

Questo non vuol dire che siamo fregati, ma che dobbiamo tener conto di questi fattori, e cercare di attenuarli (se vogliamo ottenere certi obiettivi).

 

La vita è un po' come una partita a scacchi: non basta tener d'occhio il re, devi considerare tutti i pezzi sulla scacchiera (tutti i fattori che influenzano la tua vita), per vincere.

Il limite di molti (forse anche il tuo) è fissarsi su un unico fattore (la bellezza, i soldi, il sistema XYZ...) e pensare che quello risolva tutto. 🙂

 

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ci sono sono i neurotrasmettitori cerebrali che allo scadere del tempo concesso, di solito tre anni, decretano la fine del gioco. Stop. Cercatene un'altra/altro.

Non è detto.

Sapendolo, puoi attenuare questi effetti, rinnovare e coltivare il rapporto, crescere insieme, ecc.

Siamo soggetti a tanti influssi, ma non siamo vittime passive (a meno che scegliamo di fare le vittime).

 

Quote

In sostanza, se le cose non vanno, la ragione è da trovare nella natura.

Piuttosto, quando le cose non vanno, la natura è uno dei fattori in gioco. Uno dei tanti pezzi sulla scacchiera (ed uno dei più importanti).

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ArmandoBis

I motivi per cui le cose non vanno non sono noti.

È inutile incolpare la cultura o la natura.

È esperienza comune, comunque, che i rapporti riusciti esistono, anche se non sono la norma.

È anche vero che è abbastanza facile prevedere se una persona è predisposta a una relazione soddisfacente.

Se è convinta che la cosa dipende da lei, ha delle possibilità. Se invece si lamenta che non si trovano partner all'altezza (cioè il problema non è saper amare ma trovare la persona giusta) gli do una possibilità di riuscita pari a zero.

Quanto all'epoca attuale, a me sembra cinica e antiromantica.

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1 ora fa, ArmandoBis ha scritto:

I motivi per cui le cose non vanno non sono noti.

È inutile incolpare la cultura o la natura.

È esperienza comune, comunque, che i rapporti riusciti esistono, anche se non sono la norma.

È anche vero che è abbastanza facile prevedere se una persona è predisposta a una relazione soddisfacente.

Se è convinta che la cosa dipende da lei, ha delle possibilità. Se invece si lamenta che non si trovano partner all'altezza (cioè il problema non è saper amare ma trovare la persona giusta) gli do una possibilità di riuscita pari a zero.

Quanto all'epoca attuale, a me sembra cinica e antiromantica.

Avevo già questo sentore all'inizio, quando hai scritto che dissentivi su tutto.

Non vedo possibilità di dialogo con te.

Stai cercando di imporre il tuo punto di vista non argomentando, tipico di chi vuole convincere.

Noi dal nostro canto stiamo cercando di offrirti, argomentando, elementi utili per un confronto costruttivo.

E sia chiaro non voglio iniziare alcuna discussione in generale e con te, e non ho nulla contro la tua persona, ma riflettevo sul tuo modo di porti.

Spero ti valga come riflessione.

 

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Crescendo63
3 hours ago, ArmandoBis said:

I motivi per cui le cose non vanno non sono noti.

Non sono noti agli ignoranti (nel senso letterale del termine: ignorare, non sapere). :-)

(poi non si può sapere tutto, certo; ma molto è comprensibile e spiegabile)

 

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Se è convinta che la cosa dipende da lei, ha delle possibilità. Se invece si lamenta che non si trovano partner all'altezza (cioè il problema non è saper amare ma trovare la persona giusta) gli do una possibilità di riuscita pari a zero.

Su questo sono concorde: solo chi si assume la responsabilità della sua vita, riesce a farne qualcosa.

Chi invece fa la vittima (scarica le colpe sugli altri), non può combinare granché (botte di culo a parte).

 

Quote

Quanto all'epoca attuale, a me sembra cinica e antiromantica.

Perché ignori come andava in altre epoche...!!! 😄

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Crescendo63
18 hours ago, BackDoorMan68 said:

Per me il problema grosso è il tempo.

Il tempo è sicuramente un limite, in quanto risorsa finita.

Però credere che ne abbiamo poco è un'illusione. Quante cose puoi realizzare in 80 anni? Dipende da come lo usi.

Come disse già Seneca: "Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto."
 

Secondo me il limite principale dell'esistenza umana, è che non siamo "progettati" per essere felici.

(non siamo nemmeno "progettati", se è per questo, in quanto non credo ad una creazione divina; uso "progettati" nel senso di "predisposti allo scopo di")

Piuttosto, l'evoluzione e la selezione naturale ci hanno portato ad essere ottimi nell'adattarci e sopravvivere. E' per quello che siamo diventati la specie dominante sul pianeta.

E' per lo stesso motivo che le emozioni negative hanno su di noi influsso molto più forte (alcuni dicono tre volte tanto) di quelle positive:

- perché le emozioni negative ti aiutano a sopravvivere...

- mentre quelle positive, beh, sono solo piacevoli.

 

Nei 4.000.000 di anni della specie umana, la priorità è sempre stata sopravvivere: ci si svegliava chiedendosi "Troverò da mangiare oggi?", si andava a dormire chiedendosi "Sarò ancora vivo domani?"...

"Frivolezze" moderne come la felicità o l'amore non potevano avere molto spazio. E' solo con il relativo benessere e sicurezza dell'epoca moderna, che abbiamo acquisito il "lusso" di preoccuparci della felicità e dell'amore. Per il 99,9% della storia umana, c'è stato ben altro di cui pre-occuparsi.

Non c'è quindi da stupirsi se la nostra capacità di felicità (inclusa quella relazionale) è così limitata: è uno sviluppo piuttosto recente, un "optional" che non ha nessuna priorità evolutiva. Non è parte del "progetto", è un "lusso" con cui ci balocchiamo.

Chi dà per scontato il diritto all'amore, o che la felicità sia naturale, è viziato dai privilegi della nostra epoca. Se torniamo indietro di 1000 anni, le priorità sono tutt'altre. Se torniamo indietro di 100.000 anni, i concetti di amore e felicità non verrebbero nemmeno compresi (non voglio dire che non ci fossero forme di affetto o appagamento, ma ben diversi da come li diamo per scontati oggi).

 

IMHO, quindi, dovremmo considerare l'amore e la felicità come arte, come dono, come momenti preziosi ma mai scontati.

Fare arte richiede grande impegno e dedizione, con risultati mai certi, senza sicurezze.

 

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Come dice Crescendo è praticamente impossibile liberarci dai condizionamenti subiti.

IMO è impossibile liberarsene completamente... ma si può fare un gran lavoro di "pulizia", se ci si impegna abbastanza :-)

E' sempre un "work in progress": non bisogna ragionare come "Sarò ok quando sarò X", ma "Domani potrò essere/stare meglio di oggi". Un viaggio che non ha una fine, e quindi va goduto nel momento presente, non in vista di una ipotetica meta.

 

Quote

 

Un uomo dovrebbe essere "completo" nei suoi tempi biologici.

I 30 anni sarebbero un compromesso accettabile.

 

In epoche passate un uomo era "maturo" a 20 anni, e il suo sviluppo accettabile, proprio perché si avevano molte meno pretese e aspirazioni. Si viveva più "terra terra", in modo più semplice.

 

Quote

E' una brutta società.

Come disse Churchill della democrazia: "E' il sistema peggiore possibile, esclusi tutti gli altri". 😄

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