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La cultura occidentale è romanticizzata, femminilizzata e sessuofobica


Crescendo63

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ArmandoBis
1 ora fa, Crescendo63 ha scritto:

Non sono noti agli ignoranti (nel senso letterale del termine: ignorare, non sapere). 🙂

(poi non si può sapere tutto, certo; ma molto è comprensibile e spiegabile)

😄

Scusa, ma quando uno va da uno psico-qualcosa, nella maggior parte dei casi (esistono infatti scuole con altri approcci) saltano fuori cose/conflitti che hanno radici nell'infanzia.

Perché eventi così banali a volte generano conseguenze così rilevanti? Secondo la psicoanalisi, perché esistono le pulsioni e se noi sei capace di imbrigliarle sono guai.

Altre scuole hanno approcci diversi, o manco si chiedono quale sia l'origine di questi problemi, accontentandosi di operare con degli strumenti capaci di risolverli.

Mi pare che non ci sia una unanimità su quali siano le cause dei problemi in campo affettivo.

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Back Door Man
55 minuti fa, Crescendo63 ha scritto:

Il tempo è sicuramente un limite, in quanto risorsa finita.

Però credere che ne abbiamo poco è un'illusione. Quante cose puoi realizzare in 80 anni? Dipende da come lo usi.

Come disse già Seneca: "Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto."
 

Secondo me il limite principale dell'esistenza umana, è che non siamo "progettati" per essere felici.

(non siamo nemmeno "progettati", se è per questo, in quanto non credo ad una creazione divina; uso "progettati" nel senso di "predisposti allo scopo di")

Piuttosto, l'evoluzione e la selezione naturale ci hanno portato ad essere ottimi nell'adattarci e sopravvivere. E' per quello che siamo diventati la specie dominante sul pianeta.

E' per lo stesso motivo che le emozioni negative hanno su di noi influsso molto più forte (alcuni dicono tre volte tanto) di quelle positive:

- perché le emozioni negative ti aiutano a sopravvivere...

- mentre quelle positive, beh, sono solo piacevoli.

 

Nei 4.000.000 di anni della specie umana, la priorità è sempre stata sopravvivere: ci si svegliava chiedendosi "Troverò da mangiare oggi?", si andava a dormire chiedendosi "Sarò ancora vivo domani?"...

"Frivolezze" moderne come la felicità o l'amore non potevano avere molto spazio. E' solo con il relativo benessere e sicurezza dell'epoca moderna, che abbiamo acquisito il "lusso" di preoccuparci della felicità e dell'amore. Per il 99,9% della storia umana, c'è stato ben altro di cui pre-occuparsi.

Non c'è quindi da stupirsi se la nostra capacità di felicità (inclusa quella relazionale) è così limitata: è uno sviluppo piuttosto recente, un "optional" che non ha nessuna priorità evolutiva. Non è parte del "progetto", è un "lusso" con cui ci balocchiamo.

Chi dà per scontato il diritto all'amore, o che la felicità sia naturale, è viziato dai privilegi della nostra epoca. Se torniamo indietro di 1000 anni, le priorità sono tutt'altre. Se torniamo indietro di 100.000 anni, i concetti di amore e felicità non verrebbero nemmeno compresi (non voglio dire che non ci fossero forme di affetto o appagamento, ma ben diversi da come li diamo per scontati oggi).

 

IMHO, quindi, dovremmo considerare l'amore e la felicità come arte, come dono, come momenti preziosi ma mai scontati.

Fare arte richiede grande impegno e dedizione, con risultati mai certi, senza sicurezze.

Sono d'accordissimo.

In questo senso - riferendomi al sesso - personaggi come Casanova, James Joyce, D'Annunzio e Catullo sono da venerare.

Non so se avete mai letto le lettere di James Joice a Nora Barnacle. Sono un capolavoro di desiderio erotico su carta. Altre poesie di D'Annunzio (ce n'è una che descrive una fellatio e non riesco a trovarla) oppure quel Carme di Catullo in cui racconta a Catone di aver fatto "il trenino" con un ragazzo che s'inc*lava una ragazza.

Spoiler

Il ragazzotto s'inkiappettava la ragazza, lui arriva e lo infila dentro al ragazzotto, e fanno il trenino felici. :71_smiling_imp:

Standing ovation. ❤️

 

Modificato da BackDoorMan68
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Back Door Man

Gaio Valerio Catullo Carmen 56

O rem ridiculam, Cato, et iocosam
dignamque auribus et tuo cachinno.
ride quicquid amas, Cato, Catullum:
res est ridicula et nimis iocosa.
deprendi modo populum puellae
trusantem: hunc ego, si placet Dionae,
pro telo rigida mea cecidi.

 

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Crescendo63
23 hours ago, ArmandoBis said:

Mi pare che non ci sia una unanimità su quali siano le cause dei problemi in campo affettivo.

Certo. Perché le scienze umane sono diverse dalle scienze esatte (hard sciences). :-)

Nelle scienze umane non ci sono mai certezze, solo probabilità.

- In fisica sappiamo esattamente qual è la velocità della luce nel vuoto.

- Ma tra due amanti, quale sarà la velocità con cui la loro passione tende ad attenuarsi? Chi mai potrebbe dirlo con certezza?

(e quelli che hanno certezze assolute su simili argomenti, o sono idioti o ignoranti o truffatori)

 

La complessità è enorme, le variabili possibili infinite, le combinazioni di fattori ennesime... per questo un bravo terapeuta deve riunire una serie di talenti: è un po' scienziato, un po' artista, un po' mago, un po' poeta, un po' animale...

Un terapeuta che è solo un buon tecnico, sarà sempre limitato. Così come quello che adotta una scuola di pensiero rigidamente, e pensa che dentro ci sia tutto quello che c'è da sapere (da qui le divergenze tra le varie scuole terapeutiche). Il bravo terapeuta apprende da tante fonti diverse (inclusa la vita stessa, non solo la scuola), ne fa una sinergia, e non dimentica mai di essere limitato (questo lo aiuta ad apprendere sempre più - ma sa che non sarà mai abbastanza).

 

Se cerchi certezze, devi cercarle altrove 😄

Le scienze umane ti offrono la luce di una candela o di una torcia nel buio: non sarà mai tutto completamente chiaro... ma sarà comunque meglio che brancolare nell'oscurità.

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