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34 minuti fa, Riso soffiato ha scritto:

Secondo me pochi sono immuni dal triangolo di karpman quindi l'abbandono del terreno non risolverebbe molto perchè ne trovi a milioni di ragazze con i copioni e comunque se è possibile in una conoscenza non lo è sul posto di lavoro oppure con legami ai quali non puoi sottrarti. E poi capita anche che se uno ha consapevolezza della dinamica non significa che automaticamente non possa provare sentimenti per quella ragazza.Tutti possono dire ok triangolo in vista, litigata ok ho capito ciao. In teoria dovrebbe essere cosi ma a volte è difficile. L'importante è essere consapevoli almeno di questa dinamica. 

Ti consiglio di tornare indietro con i messaggi e leggere di quanto ho scritto riguardo l'analisi transazionale.

Si parla di strutturazione del tempo, non di abbandono completo della persona o del terreno.

Quella persona sta strutturando il suo tempo innescando quel gioco per noia, per bisogno di attenzioni, perché da tempo non lo fa, perché ha imparato così a stare bene etc.

Sta iniziando a strutturarlo come "gioco" e tu a quel gioco non partecipi.

Mica abbandoni (indica che già stai giocando).

Non partecipi che è diverso.

Ora vuoi vedere che uno può romperti le palle con piagnistei completamente disfunzionali e tu perché sono in milioni che lo fanno devi stargli appresso?

Non dare corda, cioè non agganciarsi (non innescare quel meccanismo) a quel comportamento affinché non lo ripeta non tanto in generale (lo si spera) quanto con te.

Segue i modelli di condizionamento.

Il cane piange fuori perché vuole entrare. Ma milioni di cani piangono quindi giusto farlo entrare. La piccola vittima innocente entra e ti sta comandando dal basso, ha fatto in sostanza il cazzo che gli pare (prima transizione). Poi ti sporca a terra (lui ora è nel suo spazio in una situazione di equivalenza o addirittura superiorità nei tuoi confronti), tu lo sgridi e diventa un'altra volta vittima (seconda transizione) e paradossalmente tu ci stai anche male (ulteriore transizione). Ed il ciclo continua.

La consapevolezza è il primo passo sì, così come ti do ragione che non sia immediato come meccanismo, ma dovrebbe portarti verso la risoluzione del problema per te, perché toglie energie a te.

E togliendoci fuori da triangoli, quadrati e teorie varie, ma parlando in modo concreto, le energie ti servono per altro, non di certo per stare appresso a bizzarrie e discorsi fini a sé stessi.

Quando poi la persona ha questi comportamenti come prevalenti allora fuori dalle palle. Le sanguisughe energetiche o le persone problematiche, con tutto l'affetto, prendessero consapevolezza che loro per prime non si vogliono del bene, non volendo vedere e non volendo risolvere quei conflitti, e che se qualcuno non vuole bene a sé stesso non vedo perché debba volergliene qualcun altro.

Ti capita milioni di volte? Sono milioni le persone a cui sono prevalenti questi meccanismi?

Innanzitutto ti fa capire lo stato di benessere e di funzionalità della società attuale.

In seconda istanza rimarrai con quelle poche persone che staranno lì, magari "giocheranno" di rado, ma che hanno principalmente comportamenti con cui strutturare il tempo in modo produttivo, funzionale appunto, per relazioni intime da Adulti, come già detto in precedenza.

Gli adulti discutono e cercano di risolvere problemi, i bimbi litigano perché vogliono continuare a stare nell'acqua nonostante stiano già da 3 ore, perché nessuno li considera o perché stai dando più attenzioni ad un altro bambino.

L'amore non è bello se non è litigarello.

Chiaro, dopo che vedi i tuoi genitori ammazzarsi tra di loro ogni santo giorno, con lo stesso modello applicato di pari passo anche a te, dopo che per anni ti hanno indirettamente e direttamente insegnato che l'amore sia quello, una conseguenza abbastanza naturale di questo doppio legame è tu creda (senta) che amara è litigare e un amore senza litigio non si possa realmente chiamare così.

Una volta una mia ex mi raccontò che una sua cara amica trovò, un giorno, una stupida scusa per litigare con il suo ragazzo.

Lei me lo raccontava ridendo ed io, curioso a tal riguardo, le chiesi perché un litigio ed uno stato di malessere tra due persone dovrebbe far ridere, soprattutto per cose stupide e irrilevanti.

Lei mi spiegò che l'amica aveva trovato quel pretesto perché era da un mesetto che non litigavano, per cui si stava scocciando della (nella sua mente) monotonia relazionale e voleva mettere un pò di carne sul fuoco e riaccenderla.

Era una decina d'anni fa, già allora sorridevo di questo piccolo gioco perverso in cui tutti perdono e nessuno se ne rende conto. Poi cadevo nello stesso gioco, dando importanza e agganciandomi a problemi inesistenti.

Come se quella monotonia era dovuta al fatto che non litigavano..

 

 

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Riso soffiato
5 minuti fa, sasa4 ha scritto:

Ti consiglio di tornare indietro con i messaggi e leggere di quanto ho scritto riguardo l'analisi transazionale.

Si parla di strutturazione del tempo, non di abbandono completo della persona o del terreno.

Quella persona sta strutturando il suo tempo innescando quel gioco per noia, per bisogno di attenzioni, perché da tempo non lo fa, perché ha imparato così a stare bene etc.

Sta iniziando a strutturarlo come "gioco" e tu a quel gioco non partecipi.

Mica abbandoni (indica che già stai giocando).

Non partecipi che è diverso.

Ora vuoi vedere che uno può romperti le palle con piagnistei completamente disfunzionali e tu perché sono in milioni che lo fanno devi stargli appresso?

Non dare corda, cioè non agganciarsi (non innescare quel meccanismo) a quel comportamento affinché non lo ripeta non tanto in generale (lo si spera) quanto con te.

Segue i modelli di condizionamento.

Il cane piange fuori perché vuole entrare. Ma milioni di cani piangono quindi giusto farlo entrare. La piccola vittima innocente entra e ti sta comandando dal basso, ha fatto in sostanza il cazzo che gli pare (prima transizione). Poi ti sporca a terra (lui ora è nel suo spazio in una situazione di equivalenza o addirittura superiorità nei tuoi confronti), tu lo sgridi e diventa un'altra volta vittima (seconda transizione) e paradossalmente tu ci stai anche male (ulteriore transizione). Ed il ciclo continua.

La consapevolezza è il primo passo sì, così come ti do ragione che non sia immediato come meccanismo, ma dovrebbe portarti verso la risoluzione del problema per te, perché toglie energie a te.

E togliendoci fuori da triangoli, quadrati e teorie varie, ma parlando in modo concreto, le energie ti servono per altro, non di certo per stare appresso a bizzarrie e discorsi fini a sé stessi.

Quando poi la persona ha questi comportamenti come prevalenti allora fuori dalle palle. Le sanguisughe energetiche o le persone problematiche, con tutto l'affetto, prendessero consapevolezza che loro per prime non si vogliono del bene, non volendo vedere e non volendo risolvere quei conflitti, e che se qualcuno non vuole bene a sé stesso non vedo perché debba volergliene qualcun altro.

Ti capita milioni di volte? Sono milioni le persone a cui sono prevalenti questi meccanismi?

Innanzitutto ti fa capire lo stato di benessere e di funzionalità della società attuale.

In seconda istanza rimarrai con quelle poche persone che staranno lì, magari "giocheranno" di rado, ma che hanno principalmente comportamenti con cui strutturare il tempo in modo produttivo, funzionale appunto, per relazioni intime da Adulti, come già detto in precedenza.

Gli adulti discutono e cercano di risolvere problemi, i bimbi litigano perché vogliono continuare a stare nell'acqua nonostante stiano già da 3 ore, perché nessuno li considera o perché stai dando più attenzioni ad un altro bambino.

L'amore non è bello se non è litigarello.

Chiaro, dopo che vedi i tuoi genitori ammazzarsi tra di loro ogni santo giorno, con lo stesso modello applicato di pari passo anche a te, dopo che per anni ti hanno indirettamente e direttamente insegnato che l'amore sia quello, una conseguenza abbastanza naturale di questo doppio legame è tu creda (senta) che amara è litigare e un amore senza litigio non si possa realmente chiamare così.

Una volta una mia ex mi raccontò che una sua cara amica trovò, un giorno, una stupida scusa per litigare con il suo ragazzo.

Lei me lo raccontava ridendo ed io, curioso a tal riguardo, le chiesi perché un litigio ed uno stato di malessere tra due persone dovrebbe far ridere, soprattutto per cose stupide e irrilevanti.

Lei mi spiegò che l'amica aveva trovato quel pretesto perché era da un mesetto che non litigavano, per cui si stava scocciando della (nella sua mente) monotonia relazionale e voleva mettere un pò di carne sul fuoco e riaccenderla.

Era una decina d'anni fa, già allora sorridevo di questo piccolo gioco perverso in cui tutti perdono e nessuno se ne rende conto. Poi cadevo nello stesso gioco, dando importanza e agganciandomi a problemi inesistenti.

Come se quella monotonia era dovuta al fatto che non litigavano..

 

 

ok concordo. Il mio commento non era infatti basato sul fatto che pensassi quello che ho scritto ma era una constatazione che alcuni subiscono ma non hanno le palle di lasciare la ragazza che mette in atto questi copioni, sul fatto che sia  non giusto subire ma che per alcuni possa essere difficile troncare. Parlo di relazione tossiche da ONe its Ma condivido quello che hai scritto fino all'ulitma lettera. Dico solo che alcune persone vanno in ONE ITS nonostante questi comportamenti e per loro è difficile uscirne. Sapevo che mi avresti risposto cosi e condivido. Specialmente la parte finale dove la ragazza trova una cazzata qualsiasi per litigare solo perchè si annoia nella relazione significa che la relazione è già di per se tossica. Infatti se ci fai caso l'ha detto a te che sei amico. Le ragazze non dicono mai queste cose al ragazzo ( cioè che litigano per piacere) altrimenti darebbero un grosso campanello di allarme. 

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^'V'^
8 ore fa, purple pill ha scritto:

 

 

in realtà di cose da dire ne avrei anche altre - circa l'analisi transazionale e le modalità adulto/bambino/genitore - ma ne parliamo un altra volta, magari in uno spin-off così evitiamo di sputtanare il thread a @^'V'^, che forse vorrebbe giustamente parlar d'altro.

 

Racconta pure, off topic o in topic ma purché il thread stia up così le persone lo vedono nell'indice. 

Poi cmq mi interessa e le derive off topic sono brutte nei diari personali dove uno vorrebbe fare lo streaming del suo percorso, e nelle risposte ad un thread partito con una domanda, che poi se qualcuno nella stessa situazione vuole leggere le risposte si perde. 

Ma thread come questo sono una fontana di filoni per l'off topic e va bene così. 

Il forum è fatto per l'uomo, non l'uomo per il forum. 

E io, nella vita off line... vado continuamente off topic perché ogni parola trigger apre un mondo da esplorare... 

Tipo... 

Spoiler

Gatto! 

 

Tana per @Orph

 

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Back Door Man
1 ora fa, purple pill ha scritto:

mi aggancio a te per fare un distinguo sul punto, non per entrare in polemica (che è l'ultima cosa per cui ho tempo ed energie).

Per il resto evito di stare a rispondere ai dubbi di Riso Soffiato, ché tanto lo avete già fatto splendidamente. 

 

Quando parlavo prima di abbandono del setting, non intendevo abbandonare un "gioco" relazionale contorto,  o non entrarci, o glissare quando una vuol rompere le palle

 

Intendevo proprio l'abbandono del setting relazionale.

Della relazione

Punto e a capo, non punto e virgola.

 

 Bisogna tenere bene a mente, però, che qui non si stava parlando di relazioni uno-a-uno, ma di triangolo drammatico.

Un setting relazionale che, per definizione, coinvolge dalle tre persone in su. 

Per cui l'esito della relazione non riguarda quello che tu e la persona che ti sta di fronte farete, ma anche ciò che farà chi si trova sull'altra estremità del triangolo.

Perché ciò che quelle persone faranno degli effetti, piaccia o meno, li avrà.

 

Sono stanco e devo andare a dormire, ma una cosa al volo in proposito vorrei raccontarvela.

Una delle vicende che - più di tutte - hanno determinato il corso della mia vita negli ultimi 3 anni  è scaturita da un semplice errore di valutazione rispetto a un collega.

 manco con una ex o una fuckbuddy... un collega. Un uomo apparentemente adulto e vaccinato 

 

Si lavorava insieme - era il 2017 e s'era proprio in questo periodo dell'anno -  a una serie di progetti che economicamente ci stavano portando del gradito ossigeno, e altro pareva dovessero portarne, visto che tutto filava piuttosto liscio.

Senonchè a un certo punto il tipo riceve una proposta per lui più interessante.

E invece di parlar chiaro - che per quanto mi riguarda è sempre cosa graditissima, anche quando torna scomoda -  pensa bene che il modo di uscirne è lanciarsi in un'escalation passivo aggressiva, trovando pretesti nonsense per litigare.

Io, che atteggiamenti del genere all'epoca stavo imparando a conoscerli molto bene, sul momento riesco a "disinnescarlo". 

Non entro nel "gioco", per dirla con le parole di @sasa4

Lui ne esce spaesato e frustrato, senza la reazione scomposta e il vaffanculo che evidentemente sperava di incassare.

A me, di contro, tocca trovarmi al volo un altro collaboratore. 

 

Senonché poco dopo si ripresenta, ché l'altro progetto era finito in standby.

E io faccio l'errore di riprendermelo in barca, perché comunque - al netto della gestione emotiva discutibile - nel suo era molto bravo. 

Tempo una settimana e già si sta lanciando in una nuova escalation, parecchio più fastidiosa della prima, perché si consuma perlopiù mentre si sta lavorando.

Io a sto giro resisto 3-4 giorni, prima di mandarcelo affanculo, e malamente. Dopodiché - dal momento che se ne va sbattendo la porta - proseguo da solo e amen. 

Lui a quel punto però pensa bene di metter su un bel triangolo drammatico.

Coinvolgendo qualcuno che aveva tanto la voglia quanto la potenza di fuoco per rompermi i coglioni. 

E quella fiamma finisce per andare a piazzarsi sotto un'altra pentola a pressione piena di merda, che un'altra persona - una ex, in effetti - mi stava armando contro da oltre un anno. 

L'esplosione è stata così violenta che posso dire, senza esagerare, di aver passato gran parte degli ultimi tre anni a raccoglierne i cocci. 

Prima dell'estate del 2017 io ero un professionista con una discreta reputazione e una carriera che iniziava ad andare parecchio bene.  Avevo un'altrettanto discreta vita sociale e sessuale e avevo whatsapp discretamente affollato di donne che pingavano e flirtavano in modo evidente.

Dopo...

...vabbè lasciamo perdere, che di fare la vittima non ho proprio voglia.

Anche perché - per quanto era possibile - sono comunque cascato in piedi. Quindi "vittima" fino a un certo punto. 

 

ora, in questo forum come in grandissima parte del mondo esterno, si va diffondendo sempre più questa forma di positivismo-determinista (un po' aziendalista-newage e un po' frikkettone) per cui quello che ti capita, in qualche modo, pare sia sempre "colpa" tua.

Pare che si raccolga sempre quel che si è seminato. 

Questo è uno dei più grandi equivoci del mondo contemporaneo, e per il mondo contemporaneo - che per poter riprodurre se stesso sta virando sempre più verso il patologico  - è estremamente comodo. 

In realtà, se è vero che una parte di responsabilità ciascuno di noi ce l'ha sempre nel suo "destino", è estremamente naif credere che questo dipenda solo ed esclusivamente da noi.

Io, per dire, in questa storia ho fatto l'errore di continuare a tenermi invischiato con un individuo che aveva mostrato chiaramente - almeno ai miei occhi - di adottare  strategie infantili e disfunzionali. E nel giro di qualche giorno l'ho pagata a carissimo prezzo. 

Questo tanto per ribadire che è pericoloso illudersi di "gestire" chi mostra di comportarsi in un certo modo.

Perché ti può andare bene 9 volte; ma alla decima paghi con gli interessi. 

Qualche riflessione:

Dovremmo scegliere persone mature.

Se una persona fa "i giochini" è segno che il suo modus operandi è quello.

Il tuo ex collega per andare via di Ditta ha scelto di farsi sfanculare.

Lo so che con il senno di poi siamo buoni tutti. Ripeto che sono riflessioni.

Tornando a quel caso, se non coinvolti, da osservatori esterni, sarebbe stato prevedibile che al prossimo "inciampo" avrebbe fatto ricorso alle stesse strategie.

Ma tu non eri nelle condizioni di mancato coinvolgimento emotivo, non eri osservatore esterno.

Logica consequenza che tu ci cascassi.

Potrei raccontare episodi analoghi dove io sono attore della tua stessa parte (notare i termini, li sto notando in real, non premeditato...). 

"Colpevole" di aver "riciclato" una persona che aveva assunto certi atteggiamenti.

Spoiler

Non sto ad approfondire perché fuori luogo e per paura delle autorità (femministe). 😂

Quando si entra nei giochi le persone diventano attori. E non è bello per niente. Qualcuno sa di esserlo, qualcuno no, ma sempre attori sono. Qualcuno non conosce altri modi di relazionarsi. E si torna al 2o rigo del mio commento.

Comunque:

  • anch'io ci ho perso tempo, salute e denaro
  • nella tua storia la conseguenza degli eventi realmente accaduti è quella. Con danni. Ma se ti comportavi diversamente credi che non ci sarebbero stati casini? Secondo me sì. Forse meno, forse più, chissà. Per usare una metafora: ti sei portato il ladro in casa. Questo penso.

Ti correggo su un punto (ma potrei sbagliare): non è vero che in un triangolo ci debbano essere tre persone. Il terzo agente può essere anche un'entità astratta.

Da qualche parte sul Forum ho postato la migliore spiegazione del triangolo di Karpman che ho trovato (la più sintetica, e stava in cima ai risultati sul Tubo.)

Se riesco a trovare il link faccio prima a ripostare.

Voila.

Spoiler

 

Grazie @^'V'^ che ci ha fornito supporto. Anch'io avevo un po' la sensazione mandare OT il suo thread.

Un thread dedicato potremmo aprircelo.

Vediamo.

Buona domenica a tutti.

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Maldoner
3 ore fa, purple pill ha scritto:

ora, in questo forum come in grandissima parte del mondo esterno, si va diffondendo sempre più questa forma di positivismo-determinista (un po' aziendalista-newage e un po' frikkettone) per cui quello che ti capita, in qualche modo, pare sia sempre "colpa" tua.

Vero.

Ma, almeno per me, è molto più funzionale che capire che ciò ti che capita accade al di fuori della tua volontà.

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BlueScript

Just a curiosity:

I sondaggi che fai sul canale servono per capire verso dove indirizzare i contenuti di Fiamma oppure sono solo sondaggi a random?

Modificato da BlueScript
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Maldoner
17 minuti fa, purple pill ha scritto:

Il positivismo è estremamente ingenuo e, in quanto tale, può diventare pericoloso.

Sono d'accordo

La curiosità è che io nel forum, oggi, ci leggo prevalentemente fatalismo.

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BlueScript
53 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

[...]

Tranquillo che Fiamma non è democratico e non dipende dai sondaggi. 

[...]

Grazie. 🔥

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9 ore fa, purple pill ha scritto:

In realtà, se è vero che una parte di responsabilità ciascuno di noi ce l'ha sempre nel suo "destino", è estremamente naif credere che questo dipenda solo ed esclusivamente da noi.

Io, per dire, in questa storia ho fatto l'errore di continuare a tenermi invischiato con un individuo che aveva mostrato chiaramente - almeno ai miei occhi - di adottare  strategie infantili e disfunzionali. E nel giro di qualche giorno l'ho pagata a carissimo prezzo. 

Questo tanto per ribadire che è pericoloso illudersi di "gestire" chi mostra di comportarsi in un certo modo.

Ti rispondo mentre sorseggio un succo di melograno con ghiaccio e mangio insalata di cavoli e salmone.

Non leggo nel commento di persone come te o altri, soprattutto in questo thread, della polemica.

Anzi, è un confronto aperto, questo aiuta a crescere e a porsi altre domande.

Nel mio commento avevo scritto due parti, la prima dicendo che la gestione del meccanismo può essere attuato solo partendo dalla consapevolezza del meccanismo stesso.

Per cui tra l'ignorarlo e l'esserne consapevoli molto meglio la seconda, con il fine però di cercare soluzioni pratiche per non entrare ed agganciarsi a questi processi disfunzionali.

Nella seconda parte invece c'è corrispondenza con quanto da te scritto, cioè che nel momento in cui ci rendiamo conto che quella persona X purtroppo "lavora" prevalentemente con quello schema, allora non basterà più non agganciarsi solo, perché il problema lì è più generale, non riguarda i settings in quanto tali, riguarda la persona nel suo insieme.

Ed avere a che fare con sanguisughe energetiche ti prosciuga oltre a farti perdere del tempo che nessuno ti darà più indietro.

Mi collego quindi all'altro punto che tratti, quello della co-responsabilità.

Il realismo rispetto al positivismo ed al negativismo presuppone la mancanza di aspettativa (in senso stretto), anche se poi si entra nel paradosso dell'aspettativa di non avere aspettative.

Ma tra l'avere un'aspettativa a segno + ed una a segno - dove il risultato può essere pari o opposto (in forme variabili) al presupposto iniziale, vivere e pensare nella realtà (soprattutto quella attuale) abitua ad un esercizio mentale più immediato, dove non esistono polarizzazioni e quindi non esistono forze energetiche contrastanti.

Il realismo parte dal presupposto che la realtà deve andare così per una serie di avvenimenti successivi e consecutivi che per meccanismi di causa-effetto hanno portato quel dato evento a manifestarsi.

Possiamo sorprenderci che un evento abbia segno + (per noi, esame di realtà soggettivo) o segno - (sempre per noi) ed entrambi ci porteranno una leggera inflessione o deflessione sul nostro stato energetico, ma non contrasterà in modo esatto ed opposto alla nostra polarizzazione causando picchi in discesa o in salita.

Perché poi si creano quei movimenti che, come dici tu, sostengono di essere sempre positivi e pensare che tutto dipenda da noi e che tutto sia modificabile cambiando prima noi stessi, o, al contrario, quegli altri, sostenuti da quelle persone da cui stare alla larga (di cui sopra), che ritengono che tutto sia negativo per colpa loro o degli altri.

Si accede così direttamente ai biases che spiega bene la psicologia sociale. Noi e l'esterno.

La polarizzazione riporta alla dicotomia, o è più o è meno, o dipende da me o dipende dall'altro.

Altro non si fa che risolvere dei propri conflitti, dopo averli creati paradossalmente, distorcendo l'esame di realtà gettando responsabilità a destra e a manca (tutto riporta al giudizio interno che ha bisogno appunto di giudicare, etichettare, qualcosa)

Dico sempre, nel mezzo cosa ci sta?

Ci siamo noi e l'ambiente nel contesto della realtà, che per forza di cose sarà soggettiva ed oggettiva.

Per cui tra aspettative a cariche nette opposte, è più funzionale, per il bilancio energetico totale, avere l'aspettativa di mancanza di aspettative, che è un concetto totalmente differente rispetto al nichilismo, a cui uno può subito pensare.

Vuol dire vivere con la consapevolezza che di primaria importanza è l'auto-analisi, perché l'elaborazione della realtà parte dal nostro sistema complesso percettivo, ed in seguito capire che ci relazioniamo ad un mondo che vive di tante realtà relative e poco spesso assolute.

Una interrelazione continua e dinamica che spinge sempre a mettere in discussione noi stessi e ciò che ci circonda, ma in modo funzionale, adattivo.

Pensare di cambiare solo noi per rendere il mondo migliore può essere un ottimo inizio ed è la strategia, come dicevo, primaria, ma pensare che serva solo quello è come pensare di far arrivare la tartaruga prima del coniglio solo perché le abbiamo dato una spinta.

 

 

 

 

 

 

 

 

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