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Espatrio - Andare a vivere in un altro Paese - 4 italians who want to live better


Back Door Man

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31 minuti fa, Yuber ha scritto:

Vero, a parte rari casi è esattamente come dici, ho diversi amici che sono andati all'estero sperando di trovare l'America, ma quel che hanno trovato non è dissimile da quel che avrebbero potuto trovato  qui.

Ovviamente gli amici di cui parlo non sono scolarizzati, per essere precisi si sono presi il diploma (alcuni nemmeno quello) e si sono messi a lavorare, alcuni hanno avuto la "fortuna" di trovare un lavoro in fabbrica e quindi hanno deciso di rimanere  mentre altri facevano il classico manovale o lavoravano nella ristorazione che li ha fatti facilmente desistere e tornare all'ovile.

Per me andare all'estero per lavorare è opportuno solamente se si ha la certezza di trovare un occupazione molto migliore di quella che troveresti in Italia, discorso diverso invece se vuoi andare a lavorare all'estero perché sei uno spirito libero e vuoi calarti in un contesto culturale diverso.

Siamo onesti posti come UK, Francia, Germania sono paesi che contano un maggior numero di laureati rispetto all'Italia che si colloca agli ultimi posti in Europa, figuriamoci se in questi paesi stanno proprio aspettando te (generico) per darti una posizione che potrebbero dare tranquillamente a qualche connazionale, a me è sempre sembrato ovvio che a uno straniero gli sarebbe spettato il lavoro degli ultimi, eccezion fatta per persone ultra qualificate che vengono chiamate dall'estero, ma ripeto questi soggetti ultra qualificati, di solito non hanno alcun problema a trovare lavoro in Italia e decidono di spostarsi soprattutto per le maggiori possibilità di guadagno.

Andare all'estero può essere un'ottima scelta se, ad esempio, hai sempre vissuto in provincia e dintorni. Nel senso, andare a Berlino, anche se continui a fare il pizzaiolo, è meglio che fare sempre il pizzaiolo ma in una città di provincia nell'entroterra. Semplicemente per le possibilità che puoi avere: se sei anche solo decente riesci a chiavare qualcosa dalle app di incontri, cresci come persona in senso di efficacia ed esperienza, ti sforzi a parlare un minimo altre lingue, etc etc.

Può anche avere senso in senso di accumulo: vai a fare un lavoro che magari non ti piace in Svizzera o in Islanda, per accumulare soldi più in fretta.

Però prima o poi, se non ti integri nel tessuto sociale, crolli. Non poter comunicare bene con le persone, poter accedere solo a donne in basso nel mercato sessuale, essere un cittadino di serie B, alla lunga ti fiaccano. O sei un totale eremita come il compianto dottor leaving (🖤) o non ce la fai. E' bene sapere a cosa si va incontro.

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Yuber
28 minuti fa, Gamebred ha scritto:

Andare all'estero può essere un'ottima scelta se, ad esempio, hai sempre vissuto in provincia e dintorni. Nel senso, andare a Berlino, anche se continui a fare il pizzaiolo, è meglio che fare sempre il pizzaiolo ma in una città di provincia nell'entroterra. Semplicemente per le possibilità che puoi avere: se sei anche solo decente riesci a chiavare qualcosa dalle app di incontri, cresci come persona in senso di efficacia ed esperienza, ti sforzi a parlare un minimo altre lingue, etc etc.

Può anche avere senso in senso di accumulo: vai a fare un lavoro che magari non ti piace in Svizzera o in Islanda, per accumulare soldi più in fretta.

Però prima o poi, se non ti integri nel tessuto sociale, crolli. Non poter comunicare bene con le persone, poter accedere solo a donne in basso nel mercato sessuale, essere un cittadino di serie B, alla lunga ti fiaccano. O sei un totale eremita come il compianto dottor leaving (🖤) o non ce la fai. E' bene sapere a cosa si va incontro.

Sì se hai la voglia di vivere un esperienza all'estero non vedo perché non dovresti farla (tu generico), fatto sta che non ci si dovrebbe aspettare un chissà quale salto in avanti nel tenore di vita.

 

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Hans Übermann

Di fatti leggendo i post precedenti io credo che l'esperienza fatta all'estero anche quella più bassa serve a farti le ossa anche nel caso tu ritorneresti in Italia. 
Innanzitutto qui da un semplice banconista sto facendo il vice store manager e potrei anche sostituire lo store manager quando è in vacanza o malattia. 
Sto inviando CV in Italia e le offerte le trovo, discorso più ampio il mio è stare ancora qualche mese qui per accumulare soldi. 
Stando solo per mesi quando ritornerai in Italia impari anche ad apprezzare le cose che in Italia pensiamo che siamo gli ultimi.
Esempio grandi città si lamentano magari se il bus è in ritardo... Qui a Reykjavik gli autobus passano ogni 30 min, non esiste l'autobus notturno per cui se abiti distante o usi il monopattino o prendi un taxi.
I locali durante la settimana chiudono per legge alle ore 1.00 pertanto il centro si svuota e anche se sei un universitario non fai nulla (magari il giorno dopo non hai lezione) 
Sanità liste di attesa simili a quelle italiane e per di più paghi una franchigia fino ad un certo massimale all'anno che se per una persona deve fare degli esami sporadici spende circa 150/200€. Per non parlare del fatto che qui gli antibiotici vengono visti come una cosa che si prende quando l'infezione è già in stato avanzato. 
Ora quando sono tornato in Italia, quello che ho visto è stato si un paese popolato da anziani, ma la stragrande maggioranza dei problemi è un lamento continuo per cazzate. 
In pratica qui con tutte l'ambiente sfavorevole ho imparato che se voglio fare una cosa la faccio. E questo comporta una migliore forza di volontà. E questo serve anche nel campo lavorativo a prescindere dal grado di esperienza.....

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  • 3 settimane dopo...
Mirkopain89
Il 23/10/2023 at 21:29, Gamebred ha scritto:

In realtà, per mia esperienza, la maggior parte di quelli che se ne vanno alla fine tornano in Italia. 

Integrarsi nel tessuto sociale è un'impresa troppo dura per l'italiano medio. Non hanno certo voglia di imparare la lingua locale, non gli piace essere considerati cittadini di serie B (perché un expat È, per tanti motivi, un cittadino di serie B), alla fine gli mancano troppo le belle cose per l'Italia. 

 

Ovviamente questo non vuole essere assolutamente uno scoraggiare chi se ne vuole andare, anche perché ci sono fior fior di motivi validi per farlo. Però ecco, anche tutto miele e panna... Non proprio. 

Io ho sentito molti che l’unica cosa che gli manca dell Italia è solo il cibo ! Che è inimitabile , io cercando lavoro per L ennesima volta mi son stufato e stavolta ho fatto per la prima volta domande online in Svizzera per qualche offerta se mi prendevano era la volta buona che andavo però non mi hanno preso cercherò di imparare meglio L inglese qui e metter via più soldi e la prossima volta riprovo magari in loco 

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4 minuti fa, Mirkopain89 ha scritto:

Io ho sentito molti che l’unica cosa che gli manca dell Italia è solo il cibo ! Che è inimitabile , io cercando lavoro per L ennesima volta mi son stufato e stavolta ho fatto per la prima volta domande online in Svizzera per qualche offerta se mi prendevano era la volta buona che andavo però non mi hanno preso cercherò di imparare meglio L inglese qui e metter via più soldi e la prossima volta riprovo magari in loco 

Vuoi imparare l'inglese, per lavorare in Svizzera?

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Il 24/10/2023 at 20:29, Hans Übermann ha scritto:

Di fatti leggendo i post precedenti io credo che l'esperienza fatta all'estero anche quella più bassa serve a farti le ossa anche nel caso tu ritorneresti in Italia. 
Innanzitutto qui da un semplice banconista sto facendo il vice store manager e potrei anche sostituire lo store manager quando è in vacanza o malattia. 
Sto inviando CV in Italia e le offerte le trovo, discorso più ampio il mio è stare ancora qualche mese qui per accumulare soldi. 
Stando solo per mesi quando ritornerai in Italia impari anche ad apprezzare le cose che in Italia pensiamo che siamo gli ultimi.
Esempio grandi città si lamentano magari se il bus è in ritardo... Qui a Reykjavik gli autobus passano ogni 30 min, non esiste l'autobus notturno per cui se abiti distante o usi il monopattino o prendi un taxi.
I locali durante la settimana chiudono per legge alle ore 1.00 pertanto il centro si svuota e anche se sei un universitario non fai nulla (magari il giorno dopo non hai lezione) 
Sanità liste di attesa simili a quelle italiane e per di più paghi una franchigia fino ad un certo massimale all'anno che se per una persona deve fare degli esami sporadici spende circa 150/200€. Per non parlare del fatto che qui gli antibiotici vengono visti come una cosa che si prende quando l'infezione è già in stato avanzato. 
Ora quando sono tornato in Italia, quello che ho visto è stato si un paese popolato da anziani, ma la stragrande maggioranza dei problemi è un lamento continuo per cazzate. 
In pratica qui con tutte l'ambiente sfavorevole ho imparato che se voglio fare una cosa la faccio. E questo comporta una migliore forza di volontà. E questo serve anche nel campo lavorativo a prescindere dal grado di esperienza.....

L'ho letto adesso e straconcordo.

Credo anche che l'Italia non sia una nazione, ma un insieme di paesi. La cosa ottima è che già percorrendo pochi chilometri puoi trovare situazioni differenti.

L'esperienza all'estero ti fa apprezzare di più l'Italia, questo sempre e comunque. Anche per le piccole cose.

Magari non per il lavoro, ma per il cibo, la socialità o boh la famiglia. O addirittura per le condizioni lavorative, in alcuni casi.

Ovviamente sono esperienze personali. All'estero (in Germania) ho trovato cose che funzionano molto ma molto meglio, ma pensare di trovare l'Eldorado mi pare una cazzata colossale.

Concordo anche che vivere un periodo importante all'estero possa farti fare le ossa per fare qualcosa di più in Italia.

Ogni posto ha i suoi problemi, molto dipende dalla nostra compatibilità e dalla capacità di adattamento.

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senza nome
1 ora fa, Kepak ha scritto:

L'ho letto adesso e straconcordo.

Credo anche che l'Italia non sia una nazione, ma un insieme di paesi. La cosa ottima è che già percorrendo pochi chilometri puoi trovare situazioni differenti.

L'esperienza all'estero ti fa apprezzare di più l'Italia, questo sempre e comunque. Anche per le piccole cose.

Magari non per il lavoro, ma per il cibo, la socialità o boh la famiglia. O addirittura per le condizioni lavorative, in alcuni casi.

Ovviamente sono esperienze personali. All'estero (in Germania) ho trovato cose che funzionano molto ma molto meglio, ma pensare di trovare l'Eldorado mi pare una cazzata colossale.

Concordo anche che vivere un periodo importante all'estero possa farti fare le ossa per fare qualcosa di più in Italia.

Ogni posto ha i suoi problemi, molto dipende dalla nostra compatibilità e dalla capacità di adattamento.

Il fatto è che ad un certo punto l'Italia esaspera.

Non metto in dubbio che anche altri Stati lo facciano o dopo un po' abbiano lo stesso effetto, però...

3/4 dei miei conoscenti/amici con lauree varie (e non ricchi di famiglia) stanno già fuori dall'Italia o stanno pianificando l'Escape plan. In molti casi anche quelli ricchi di famiglia.

E quelli che stanno fuori o non vogliono rientrate o appena hanno capito le condizioni di rientro hanno lasciato perdere(tranne rarissime situazioni e molto contingenti).

Magari non è un dato statistico, ma qualcosa vorrà pur dire.

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7 minuti fa, senza nome ha scritto:

Il fatto è che ad un certo punto l'Italia esaspera.

Non metto in dubbio che anche altri Stati lo facciano o dopo un po' abbiano lo stesso effetto, però...

3/4 dei miei conoscenti/amici con lauree varie (e non ricchi di famiglia) stanno già fuori dall'Italia o stanno pianificando l'Escape plan. In molti casi anche quelli ricchi di famiglia.

E quelli che stanno fuori o non vogliono rientrate o appena hanno capito le condizioni di rientro hanno lasciato perdere(tranne rarissime situazioni e molto contingenti).

Magari non è un dato statistico, ma qualcosa vorrà pur dire.

Sì ma infatti non è una presa di coscienza che avviene subito, ma almeno dopo 4/5 anni buoni fuori (a me è successo dopo 4).

Ma ho avuto la possibilità di guadagnare di più in Italia con un costo della vita nettamente inferiore, per questo ho deciso di rientrare.

Potrà capitare in futuro che dovrò emigrare nuovamente, ma lo farei sicuramente con altri occhi.

L'Italia in generale non fa cagare in ogni cosa, se non altro perché l'Italia in senso di nazione non esiste. 

Sarebbe interessante ad esempio vivere per un periodo in un posto all'estero e per un altro in Italia.

Ma bisognerebbe avere un lavoro in proprio di un certo tipo o molto flessibile. Se sei chiuso in ufficio almeno 8 ore al giorno non puoi farlo ad esempio.

Nomade digitale? Secondo me, ad una certa hai fisiologicamente bisogno di investire in economia reale.

Non è semplice.

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vol-à-voile

Posso farvi una domanda: da “bramante” del ritorno in Italia perché tramite il mio lavoro, guadagnerei bene senza lavorare tanto, secondo voi soffrirei comunque lo stare in Italia? Cosa vi rende insofferenti verso l’Italia? Vi leggo/ascolto 

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Hans Übermann

Di fatti nelle discussioni precedenti ho sottolineato che ognuno deve farsi la propria esperienza personale e la salvezza è personale, un esperto programmatore Svizzera/Irlanda/Usa sono gli ideali. Un esperto in botanica da serra magari Olanda/Islanda ecc. Un ingegnere esperto in piattaforme petrolifere magari USA/Norvegia. Ovviamente dico a caso facendo esempi a caso. 
La domanda che mi feci all'epoca fu "Quale è la massimo ottenibile con la mia esperienza pregressa lavorativo in termini di ore e capitale che potrei guadagnare? Islanda nel 2021/2022 fu il massimo che potevo ottenere.
Divenni e sono attualmente vice store manager. Ora riformulando la domanda 
"Quale il mio massimo potenziale ottenibile, considerando che voglio anche avere la possibilità si da mettere da parte soldi, ma anche di vivere?"
La risposta è Italia - Bologna. Sarei dentro ad un CCNL commercio 1 o 2 livello - 
Di base avrei un guadagno inferiore di 500€, ma ritornerei ad essere circondato da amici/conoscenti. 
Che anche se li vedessi 1 o 2 volte a settimana, mi rinforzerebbe la voglia di vivere rispetto lavorare -mangiare- dormire che faccio qui. Oltre che mettere da parte soldi come sto facendo qui.
Poi le cose cambiano, può succedere che con il tempo si aprano nuove opportunità e allora metterò in discussione la scelta fatta. Ma il mondo è in continua evoluzione. Non siamo prima della rivoluzione industriale che i lavori erano gli stessi in ogni parte del mondo, e se emigravi era solamente per sopravvivere ad una carestia. A volte si emigra anche per acquisire competenze e tempo. 
Se fossi rimasto in Italia queste competenze le avrei acquisite dopo 5/6 anni - Quindi ho guadagnato anche tempo. 

 

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