Vai al contenuto

Espatrio - Andare a vivere in un altro Paese - 4 italians who want to live better


Back Door Man

Messaggi raccomandati

Hans Übermann
6 ore fa, LetDown ha scritto:

Mi sono letto 98 pagine di topic per due volte prima di decidermi a scrivere 😨

Ci sono vari motivi per cui vorrei andarmene dall'Italia:

-) Vivere in un paese straniero, in un contesto più multinazionale e meno provinciale, entrando a contatto con differenti culture e modi di vivere

-) Stipendi più alti e possibilità di crescere lavorativamente che qui sarebbero più difficili da ottenere, miglior equilibrio vita-lavoro, maggior tutela dei diritti dei lavoratori, uno stato più presente 

-) Lasciarsi alle spalle tutte le magagne più o meno grandi che caratterizzano la giustizia e la politica del bel paese

-) La figa, quella c'entra sempre

Infine c'è il motivo che mi ha fatto veramente decidere di pormi l'espatrio come obiettivo: amici che vanno (o andranno) a lavorare o studiare fuori, amici fidanzati, amici con i quali ci si vede sempre di meno per scelta non mia e altri che vengono cercati ma che non ricambiano...ogni giorno che passa sento di appartenere sempre di meno alla mia città e sento che investire energie, soldi e tempo in un futuro in Italia sia una scelta disgraziata. 

Lavoro come Controllo Qualità nel settore alimentare e questi sono i paesi che, secondo le mie conoscenze, ci sono il maggior numero di offerte di lavoro a riguardo (li riporto in ordine sparso):

-) USA

-) Gran Bretagna

-) Irlanda

-) Germania

-) Francia

-) Spagna

-) Paesi Bassi

-) Belgio

-) Austria 

-) Svizzera

-) Australia 

-) Giappone 

-) Cina 

-) India

Per tutta una serie di motivi preferirei rimanere in Europa ed in paesi in cui è data importanza all'equilibrio vita-lavoro e si ha una buona tutela dei diritti dei lavoratori, motivo per cui la rosa si restringe a Germania, Paesi Bassi, Belgio, Austria e Svizzera...sarei interessato anche a paesi dell'ex blocco sovietico quali Repubblica Ceca e Polonia ma non ho ben chiaro come siano messi lì. 

È ovvio che sono disposto a trasferirmi, anche solo temporaneamente, in paesi diversi da quelli "puntati", se questo serve a raggiungere l'obiettivo. 

Lavoro da poco più di un anno e ho "solamente" la laurea triennale, per cui devo capire se il conseguimento di una laurea magistrale sia un must o almeno un effettivo vantaggio. 

Nel frattempo mi sto studiando per conto mio varie cose inerenti il mio lavoro e a breve inizierò anche a studiare per ottenere il livello C1 di inglese (ho già il B2 ma è fondamentale avere un livello di inglese più alto): in futuro sarebbe il caso di imparare anche un'altra lingua che sia parlata nei paesi di interesse, che nel mio caso risulterebbe essere il tedesco. 

Queste sono le mie considerazioni... ovvio che i vostri pareri sono ben accetti 😎

 

Allora per la ristorazione il paese è l'Islanda. Ma! 
LEGGI ANCHE I MIEI POST cioè a parte lavorativamente il posto è ostile per figa (per me che voglio le 20 enni) e per il fatto che mediamente hanno una cultura inferiore a chi è uscito da una scuola media. 
Per il resto no prenderla come un biglietto di sola andata ma se fossi in te e possibilità prenderei tutte gli stati in considerazione o almeno i primi 5. Se hai meno di 30 anni gira il mondo e poi scegli. Fai anche errori. Gli errori servono per migliorare. A mio figlio direi sono più fiero che hai fatto mille errori per trovare la tua strada che averla trovata subito. Poi certamente se trovi la tua strada subito ok, ma vuoi mettere delusioni, errori, strade sbagliate? Poi quando trovi la tua strada, quanto gusto c'è rispetto a chi ha fatto errori, oltre all'esperienza ?

PS il mio errore fu Londra 2009 andai, spesi tutti i miei soldi, non trovai nessun lavoro, e ritornai a casa con 20€ in totale.... 

  • Mi piace! 2
  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Back Door Man

Io sono in Portogallo

Ho appena trovato casa in affitto e ho fatto il codice fiscale

 

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Hans Übermann
4 ore fa, Back Door Man ha scritto:

Io sono in Portogallo

Ho appena trovato casa in affitto e ho fatto il codice fiscale

 

Non eri in Spagna prima?

Link al commento
Condividi su altri siti

Back Door Man
1 ora fa, Hans Übermann ha scritto:

Non eri in Spagna prima?

Ho passato la frontiera

Link al commento
Condividi su altri siti

Hans Übermann

Ma come mai? Offerta lavorativa migliore oppure non ti sei trovato bene in Spagna?

 

Link al commento
Condividi su altri siti

LetDown
19 ore fa, paolino21 ha scritto:

Valuta con calma questo aspetto, prenditi il tempo per riflettere su ogni singolo paese (a meno che non ci sono altri motivi che non conosco).

Grazie, intendi dire che secondo te dovrei valutare anche altri paesi oltre a quelli che ho elencato? O che ci sono problemi particolari con i paesi che ho considerato? 

19 ore fa, paolino21 ha scritto:

Non conosco il tuo campo nello specifico sinceramente, però per molti lavori all'estero (specie ad esempio in UK) vengono richiesti almeno 2 anni di esperienza per poterti candidare, per cui guarda con calma gli annunci di lavoro e valuta se può valere la pena completare il secondo anno di lavoro.

Da quello che ho visto io si richiedono almeno 2-3 anni di esperienza. 

Penso però che mi convenga in ogni caso completare il secondo anno di lavoro perché al momento ho un contratto di apprendistato e se, alla fine del secondo anno, dovessere essere trasformato in un indeterminato avrei una certa stabilità economica che mi permetterebbe di pagarmi con più tranquillità eventuali corsi/master/lauree che potrebbero essere utili alla mia carriera. 

Infatti oltre ad un certo numero di anni di esperienza lavorativa sono ovviamente richieste anche alcune conoscenze e competenze che al momento mi mancano e che potrei acquisire sia tramite corsi e simili che continuando a fare esperienza nell'azienda in cui lavoro attualmente: si tratta di fare in modo di avere effettivamente le carte in regola per andare a lavorare all'estero. 

16 ore fa, Hans Übermann ha scritto:

Allora per la ristorazione il paese è l'Islanda. Ma! 
LEGGI ANCHE I MIEI POST cioè a parte lavorativamente il posto è ostile per figa (per me che voglio le 20 enni) e per il fatto che mediamente hanno una cultura inferiore a chi è uscito da una scuola media. 

Ho letto della tua esperienza in Islanda e mi dispiace che per te sia finita così: purtroppo è difficile integrarsi nei paesi scandinavi per tutta una serie di fattori (clima, mentalità differente, chiusura mentale, un certo razzismo di fondo nei confronti dei "non nordici"...) ed infatti non li ho presi in considerazione (anche perché in essi l'industria alimentare non è molto presente). 

Comunque ti ammiro per l'esperienza che hai fatto: ho letto che sei tornato in Italia ma, non sapendo dei tuoi progetti per il futuro, mi sentirei di dirti di guardare anche ad altri paesi che non siano quelli scandinavi (un esempio: Germania) e che non presentino i loro "problemi".

16 ore fa, Hans Übermann ha scritto:

Per il resto no prenderla come un biglietto di sola andata ma se fossi in te e possibilità prenderei tutte gli stati in considerazione o almeno i primi 5. Se hai meno di 30 anni gira il mondo e poi scegli. Fai anche errori.

Certamente ho già considerato il dover emigrare più di una volta però vorrei già partire con delle idee che siano il più chiare possibile per evitare incidenti di percorso. 

Link al commento
Condividi su altri siti

Hans Übermann
52 minuti fa, LetDown ha scritto:

Grazie, intendi dire che secondo te dovrei valutare anche altri paesi oltre a quelli che ho elencato? O che ci sono problemi particolari con i paesi che ho considerato? 

Da quello che ho visto io si richiedono almeno 2-3 anni di esperienza. 

Penso però che mi convenga in ogni caso completare il secondo anno di lavoro perché al momento ho un contratto di apprendistato e se, alla fine del secondo anno, dovessere essere trasformato in un indeterminato avrei una certa stabilità economica che mi permetterebbe di pagarmi con più tranquillità eventuali corsi/master/lauree che potrebbero essere utili alla mia carriera. 

Infatti oltre ad un certo numero di anni di esperienza lavorativa sono ovviamente richieste anche alcune conoscenze e competenze che al momento mi mancano e che potrei acquisire sia tramite corsi e simili che continuando a fare esperienza nell'azienda in cui lavoro attualmente: si tratta di fare in modo di avere effettivamente le carte in regola per andare a lavorare all'estero. 

Ho letto della tua esperienza in Islanda e mi dispiace che per te sia finita così: purtroppo è difficile integrarsi nei paesi scandinavi per tutta una serie di fattori (clima, mentalità differente, chiusura mentale, un certo razzismo di fondo nei confronti dei "non nordici"...) ed infatti non li ho presi in considerazione (anche perché in essi l'industria alimentare non è molto presente). 

Comunque ti ammiro per l'esperienza che hai fatto: ho letto che sei tornato in Italia ma, non sapendo dei tuoi progetti per il futuro, mi sentirei di dirti di guardare anche ad altri paesi che non siano quelli scandinavi (un esempio: Germania) e che non presentino i loro "problemi".

Certamente ho già considerato il dover emigrare più di una volta però vorrei già partire con delle idee che siano il più chiare possibile per evitare incidenti di percorso. 

In realtà sono ancora in Islanda ripeto devo arrivare prima sui 40/50 mila euro sul c/c e poi rilassarmi in Italia.

Link al commento
Condividi su altri siti

Mirkopain89
Il 13/7/2023 at 15:14, ^'V'^ ha scritto:

Tantissimi anni fa, un tale che si vedeva con mia madre quando lei studiava, andò a cercar fortuna in Norvegia. 

Poi quando eravamo più grandicelli veniva in italia e stava alcuni giorni a ricaricarsi il cervello, con due figli al seguito. 

In quelle occasioni mi raccontava cose, via via più da grandi ogni anno che crescevo. 

Quando ormai avevo 16 anni mi poteva parlare da uomo a uomo, e mi raccontò la sua esperienza come tale. 

Andando là pensò di essere arrivato in paradiso. 

Infatti aveva ancora la carica ormonale dell'uomo del sud, del sole, delle arance, e la pressione disumana delle tipe compaesane de "la gente che pensa". 

Per sei mesi le scopò tutte. 

Andava alle feste, da loro in molti casi si trattava di feste in casa, su invito, e le femmine erano da una parte a parlare di cazzo, di baciare, di sesso

I maschi erano da un'altra parte a parlare di sport e a bere. 

Completamente assoggettati alla mancanza di sole e allo stop naturale ed ormonale verso la riproduzione in ambiente ostile alla vita. 

Per sei mesi gli bastava andare via dai maschi che parlavano di cazzate e sport ubriachi, andare dalle tipe, e schizzava continuamente delle bionde che per lui erano scacco. 

Ma poi il male oscuro, lo stesso che attanagliava e castrava quegli uomini locali... iniziò a serpeggiare in lui. 

Il buio, il sole di taglio basso, i frutti della terra che costavano come caviale, mi parlava di 10 mila lire equivalenti per un'insalata che era un bicchiere con una carotina, una foglia verde, un pezzo di pomodoro... Il freddo... 

Iniziò ad avere un abbassamento della libido, delle insicurezze, il fatto che se ne fosse andato con picca da suo padre non accettando nemmeno i suoi soldi per il viaggio, si era trasformato dall'orgoglio della contro-dipendenza, nella sensazione di mancanza di radici, di clan. 

La solitudine, il crollo ormonale, la depre... lo portarono a sposarsi. 

Lo raccontava con un senso di sconfitta personale, umana, della specie. 

Gli affari gli andavano bene, produceva mobili ed era partito dal lavorare nei chioschi delle patate calde per strada. 

Ma nonostante avesse i soldi per andare a feste in casa più alte, con fighe più belle come tipo di torneo, la maschilità gli era smottata sotto ai piedi. 

Non al 100%, infatti aveva sposato una cinese, non una nazifem locale in dissonanza cognitiva continua. 

Ma l'essersi sposato dove poteva chiavare a manciate era un problema e lo riconosceva. 

Non era solo un problema suo. 

Aveva un figlio un anno più grande di me, e questo già iniziava a parlare di un cazzo di niente, di sport, e a bere, bere. 

E non c'era insegnamento, discorso, che potesse salvarlo, nessun discorso era più forte dell'effetto reale e fisiologico di un ambiente inospitale alla riproduzione ed alla vita, sull'organismo e in tandem sulla mente, di un giovane maschio 17 enne, morsicato da uno scenario operativo, fisico e sociale, ostile alla maschilità ed alla vita. 

Dovremmo andare in posti del genere per sei mesi, meglio 5, non di più. 

Ormai ci sono soluzioni per la mancanza di sole e vitamina d e abbassamento della libido , puoi prenderti durante i mesi di buio vit d e ti tira su e aiuta molto infatti , puoi fare una dieta per aiutarti a sentirti meglio anche a livello ormonale ecc 

Link al commento
Condividi su altri siti

Mirkopain89
Il 13/7/2023 at 20:17, vol-à-voile ha scritto:

La situazione giapponese è molto particolare Aiva, difatti non vi è una classe media: o sono tutti ricchi/benestanti o sono senzatetto. Anche io ammetto che me la passavo bene, tant è vero che una volta tornato in Italia mi sono comprato un auto senza alcun problema economico.

Il problema - per rispondere anche a @OdetoJoy - è la società.

Ricordo vivamente aver già parlato di questo su questo forum e soprattutto con @^'V'^ poiché anche lui abitante di un’isola.

In Giappone vi è il cosìddetto 島国根性 (shimagunikonjō, scusate se l’ho scritto male in alfabeto ma sono anni che non scrivo la pronuncia di un ideogramma) che è un concetto secondo cui i giapponesi hanno una propria mentalità tipica di una nazione (国) formata su un’isola (島).

Questo ha portato il Giappone a crearsi una sorta di isolazionismo che lo ha praticamente portato a non aver contatti con l’esterno (inteso come paesi al di fuori dell’orbita asiatica) sino al XIV secolo. Ma anche in questa minima apertura aveva il suo ‘trucco’: per aprirsi ai mercati esteri, il Giappone creò un’isola artificiale (Dejima, letteralmente ‘isola dell’uscita’) affinché gli olandesi potessero arrivare in Giappone (a Nagasaki nello specifico, porto più importante del momento). Gli olandesi rimanevo lì e poi andavano via.

Ecco, da allora il Giappone non è cambiato di una virgola: 

sei di fuori? Sei straniero.
Sei dipendente? Sei straniero (e sei obbligato ad adattarti ai nostri sistemi sociali basati sul nepotismo).
Ti fai partita IVA e lavori per conto tuo? Sei straniero.
Ti sposi con una giapponese? Sei straniero.
Fai un figlio? Tuo figlio sarà sempre considerato un ハーフ (‘haafu’, dall’inglese ‘half’), per cui uno straniero.

La mia esperienza lavorativa lì è stata sicuramente formativa e sono felice di averlo fatto, ma mi sono spaccato in 4. In Giappone non si lavora per vivere, ma si vive per lavorare. Io stesso avevo forse una settimana di ferie in un anno. 
Perché si lavora tanto? Perché sei una ruota di un carro chiamato società e devi essere parte attiva. Un po’ come la mentalità americana di ‘crederci’, ma senza fronzoli. In Giappone fare carriera è indispensabile: puoi essere anche un lavapiatti, ma se lavori in un ristorante significa che sei lì per imparare e per andare avanti diventando magari chef o caposala. Nella teoria è una mentalità vincente, nell’atto pratico lavori anche quando vai a casa.

Ricordo ancora quando finito il turno alle 23, mi chiedevano di andare con loro a bere birra e discutere su alcuni dettagli riguardo alcune cose del lavoro.

Malati, sul serio.

Ripeto: sono grato per l’esperienza avuta perché senza di quella non apprezzerei il lavoro che ho attualmente.

Però non consiglierei a nessuno di andare lì per fare l’imprenditore e soprattutto il dipendente.

Quello che dovrebbe essere giusto fare qua e in tutti i paesi io la pensò uguale si giapponesi , fai un figlio tu italiano con un nigeriana è straniero nome italiano due inglesi o sudamericani fanno un figlio qua perché ci abitano ? È straniero no italiano 

Link al commento
Condividi su altri siti

Hans Übermann
12 ore fa, Mirkopain89 ha scritto:

Ormai ci sono soluzioni per la mancanza di sole e vitamina d e abbassamento della libido , puoi prenderti durante i mesi di buio vit d e ti tira su e aiuta molto infatti , puoi fare una dieta per aiutarti a sentirti meglio anche a livello ormonale ecc 

Per mia personale esperienza ti posso dire che con tutta la vitamina che prendo in pillole è niente rispetto al vero sole (che andrebbe preso d'estate). 

Quando ero in Italia e avevo la possibilità di prendere il sole tutta l'estate in inverno non mi ero mai ammalato. 

Ora qui in Islanda ti scrivo con 38 di febbre. La settimana scorsa avevo provato ad allenarmi ed ecco il risultato (basse difese immunitarie per via dello sforzo) 

A proposito giovedì per un paio di minuti si era messo a nevicare. Oggi siamo a - 1

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...