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Come comportarsi quando va in vacanza con le amiche?


VonHumboldt

Messaggi raccomandati

4 minuti fa, Orph ha scritto:

Come la sensazione di essere su un trampolino alto e stare per buttarti tipo.

È vero. Ci penso parecchio prima di buttarmi

Da cosa traspare? 

Tu ti butti senza pensieri? 

3 minuti fa, Orph ha scritto:

Non ancora del tutto ma lo sforzo (e delle volte è proprio uno sforzo perchè ci si ribella al cambiamento, alla scomodità all'ignoto) è in quella direzione.

Credo che non ci sia un arrivo definitivo

 

3 minuti fa, Orph ha scritto:

Sto imparando anche a divertirmi nel mentre (fondamentale, chi ti dice che tutto il processo deve essere "sgradevole" non sa di cosa parla).

Divertirsi é fondamentale, anzi proprio essenziale

Questa parte fa decisamente parte del mio percorso, sofferenza e divertimento

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Adesso, Alexis2 ha scritto:

È vero. Ci penso parecchio prima di buttarmi

Da cosa traspare? 

Tu ti butti senza pensieri? 

Dal modo di scrivere? non lo so Ale lo percepisco 🤷‍♂️

No ho dovuto imparare a farlo, ma non perchè non lo avessi di mio ma crescendo ho dovuto "tirare su" un fratello più giovane che mi ha "costretto" a dover spesso pensare due volte alle conseguenze di alcune cose rispetto magari ad un mio coetaneo (a dire la verità ho dovuto pure tirare su un padre ma lasciam stare).

Quindi poi alcune cose tocca riscoprirle.

Ti dicevo questa cosa perchè ci sono passato.

 

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3 minuti fa, Orph ha scritto:

Dal modo di scrivere? non lo so Ale lo percepisco 🤷‍♂️

È così

3 minuti fa, Orph ha scritto:

No ho dovuto imparare a farlo, ma non perchè non lo avessi di mio ma crescendo ho dovuto "tirare su" un fratello più giovane che mi ha "costretto" a dover spesso pensare due volte alle conseguenze di alcune cose rispetto magari ad un mio coetaneo (a dire la verità ho dovuto pure tirare su un padre ma lasciam stare).

Grazie per aver condiviso questa cosa 

La mia credo sia dovuta al tenere parti di me protette, penso. Per ora è solo autoanalisi

Mi sforzo comunque di farlo di più

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enzo891
5 ore fa, Orph ha scritto:

Come dicevo sopra intanto sono dell'idea che per conoscersi sia necessario fare esperienza.

Quindi al contrario di molte credenze io sono dell'idea che una che ha avuto diversi partner non sia per niente da guardare con sospetto, non è per me vera l'affermazione molti partner=inaffidabile.

Il problema però grosso è che siamo in un contesto che ci vuole divisi "a coppie" di due senza il supporto di una rete sociale ampia stile gruppo/tribale dove in quanto specie saremmo cablati per dare il meglio.

Questo comporta che la quantità di attenzioni che riversiamo sul singolo/sulla singola NON sono in nessun modo compatibili con la nostra struttura e i nostri bisogni, questo porta ad una estrema e rapida saturazione dei rapporti proprio per eccesso di aspettative portate sul singolo che si ritrova da solo a dover far fronte spesso a tutta la mole di necessità che come animali sociali saremmo abituati a distribuire su più soggetti.

Non ho una ricetta per evitare questa cosa, perchè siamo dentro ad un mondo che non aiuta in questo ma anzi peggiora tutto.

Per "limitare i danni" credo che si debba cercare di capire che gli istinti di diversificare sono assolutamente normali (conoscere una cosa ti concede al limite pure di governarla se vuoi, non ne rimani in balia in quanto sconosciuta), cercare di fare esperienze plurime anche solo prima di pensare ad una ipotetica relazione e provare nel caso solo quando una persona continua ad esserti interessante oltre il periodo normale di infatuazione dove la desideri per la sua figa.

Dopo di questo anche nella relazione bisogna assolutamente gestire i propri spazi e garantirsi assolutamente momenti dove NON ci si vede.

Siamo fatti per aver necessariamente bisogno di distacco dal partner per desiderarlo, non possiamo pensare di passare una vita con una/uno h24 dentro un alveare di cemento resecati dal social circle/gruppo e sperare nella sopravvivenza della relazione.

Poi molte di facciata sopravvivono, ma non sono relazioni sono sopportarsi e convenzioni sociali.

Comunque sto buttando giù pensieri a ruota libera ma è un discorso molto complesso.

Condivido tutto. 

In particolare: il distacco dal partner per desiderarlo, sono anche dell'idea che le parti di sé più intime debbano restare "tali" non condividere totalmente ogni minimo aspetto col partner, ho notato che giova al rapporto. 

Nel condividere peró le tue parole che possono diventare anche i miei ideali, all'applicarle nell'attuale società é così complicato che c'é da impazzire. 

Vado a momenti, a volte mi impongo di essere più semplice non pensare troppo accettare le convenzioni che ci sono senza lottare, altre volte non riesco ad essere a mio agio nelle situazioni che non rispecchiano i miei ideali controcorrente. 

Questo probabilmente accade perché chi é intorno a te non ti aiuta. 

Porto un esempio stupido:

In questo periodo sto cercando casa, e i proprietari ti fanno mille quesiti per capire chi hanno di fronte (giustamente) chiedono sempre quanti siamo, chiedono circa il tuo partner come se fosse sicuro che tu abbia una famiglia o almeno una relazione. 

Non credo sia una questione di garanzie economiche che ho la possibilità di dimostrare ma proprio di condizionamenti culturali. 

Mi vedo quindi ad essere sfavorito nel prendere un immobile, rispetto a molti altri che hanno stabilito una relazione stabile o famiglia perché visti in miglior modo dai proprietari. 

Se cerchi di trovare il senso logico a questa cosa non c'é, ma quei "spesso" vecchi proprietari di casa hanno radicato dentro di loro non puoi combatterlo. 

Per loro il flow giusto é che a 30-35 anni hai una relazione, diversamente ci vedono qualcosa di strano ti danno meno fiducia. 

Per arrivare a quello che si vuole quindi ci si deve adattare, fingere se necessario. 

Esempio a parte quindi in sintesi, io sono me stesso però se necessario tendo ad adattarmi. Il problema é solo che nell'adattarmi mi chiedo se sia giusto farlo perché così non cambi un cazzo vivi come hanno deciso che tu debba vivere. 

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2 minuti fa, enzo891 ha scritto:

Esempio a parte quindi in sintesi, io sono me stesso però se necessario tendo ad adattarmi. Il problema é solo che nell'adattarmi mi chiedo se sia giusto farlo perché così non cambi un cazzo vivi come hanno deciso che tu debba vivere.

Concordo anche con gli esempi ma per questa parte direi che ci sono modi "intelligenti" per adattarsi al "contesto" senza per forza soccombere oppure rinnegare il proprio modo.

Se sei in "campo nemico" chiaro che stare sotto copertura è necessario, non è che uno se ti dice vivi più possibile aderendo al tuo ideale interno ti dice di comportarti in modo da farti lanciare sassi e forconi dal resto del mondo, quello non è vivere in maniera intelligente e adattarsi al contesto è soccombere in malo modo.

Non è sempre facile comunque.

 

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enzo891
5 minuti fa, Orph ha scritto:

Concordo anche con gli esempi ma per questa parte direi che ci sono modi "intelligenti" per adattarsi al "contesto" senza per forza soccombere oppure rinnegare il proprio modo.

Se sei in "campo nemico" chiaro che stare sotto copertura è necessario, non è che uno se ti dice vivi più possibile aderendo al tuo ideale interno ti dice di comportarti in modo da farti lanciare sassi e forconi dal resto del mondo, quello non è vivere in maniera intelligente e adattarsi al contesto è soccombere in malo modo.

Non è sempre facile comunque.

 

A volte sembra un po che rinneghi te stesso. C'é comunque una lotta nel decidere quale sia la cosa più conveniente da fare. 

Questo discorso si allarga un po a tutto. 

Per farti intendere mettiamo caso che sei in giro nella tua città per strada e vedi un tipo con una faccia losca che beve una lattina di coca cola. 

La finisce e la getta a terra, il tuo cervello quindi ti dice due cose:

1 dire di alzare questa lattina al coglione perché sta sporcano la tua città

2 Lasciar passare l'evento perché il tipo ha una brutta faccia e potresti finire in qualche casino per una banalità. 

Se voglio essere me stesso scelgo la prima, ma potrei anche adattarmi perché più conveniente (evitare guai). 

L'esempio forse é un po forte ma il punto è:

Essere te stesso, può portarti a percorrere strade più tortuose. 

Io voglio essere me stesso si, ma non sempre é conveniente quindi che faccio? 

 

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6 minuti fa, enzo891 ha scritto:

Io voglio essere me stesso si, ma non sempre é conveniente quindi che faccio? 

 

So che hai chiesto a Orph ma siccome é una questione che mi pongo a volte ti dico la mia

Io mi calibro a seconda delle situazioni 

E a seconda dell'interlocutore, se magari considero che ne vale la pena oppure no

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