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Thread per i sopravvissuti a famiglie disfunzionali


Back Door Man

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freefall
4 ore fa, Back Door Man ha scritto:

Questione linguistica, direi.

Esperienze avverse deve essere inteso come "episodi".

O meglio "esperienza di" e poi il tipo di episodio traumatico che sarebbe meglio non aver sperimentato.

Anche la svalutazione è una esperienza avversa, ci mancherebbe. Non si tratta di un episodio, singolo o ripetuto, ma di cosa continuata, costante direi.

Secondo me lo studio ACE "finisce lì", non può arrivare dove vorresti tu.

Ha il pregio di definire quali sono le esperienze più traumatizzanti che ci siano e rendere possibile un check up basico accessibile a tutti e conseguenti studi statistici.

_

Sai invece qual'è il tuo tipo di attaccamento?

(Vedi teoria dell'attaccamento - che si chiama teoria ma è ampiamente verificata)

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Attaccamento

Esiste quello sicuro, quello insicuro (con alcune varianti) e quello disorganizzato.

Il tipo di attaccamento che si crea nell'infanzia condiziona poi i rapporti con gli altri per tutto il resto della vita.

Quello sicuro è il migliore, quello disorganizzato il più penalizzante.

Per tutti comunque c'è la possibilità di raggiungere un "attaccamento sicuro guadagnato" in un secondo tempo, anche in età adulta.

Ne parla il libro che sto leggendo.

 

 

Stavo leggendo, e dovrò trovare un po' di tempo per approfondire in modo adeguato, la teoria dell'attaccamento. I coniugi Harlow li prenderei a pedate. Solidarizzo coi cuccioli di macaco...

 

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  • 2 settimane dopo...
Il 17/10/2021 at 14:13, Back Door Man ha scritto:

Buongiorno a tutti e buona domenica.

Oggi voglio scrivere un paio di note tecniche.

Ci sono cose da studiare che possono essere di aiuto per i sopravvissuti a famiglie disfunzionali.

 

La prima cosa che vi consiglio è di fare il test ACE.

Lo trovate gratuitamente in Rete, sia in inglese che tradotto in italiano.

È possibile che questa informazione ve l'avessi già passata, ma non c'è niente di male a ripeterla. Repetita juvant.

È forse, concettualmente, il primo passo da fare perché vi dà una misura matematica del disagio che avete dovuto affrontare.

ACE è l'acronimo di Adverse Childhood Experiences, esperienze avverse sperimentate in età infantile. È ciò che fa di voi dei sopravvissuti.

A meno che non siate degli ACE 0, ciò significa che il numero di esperienze avverse è pari allo zero.

In tal caso siete molto fortunati e invidiabili 🔪 😡

 

Il punteggio massimo è ACE 10.

Io dico per scherzare che sono un ACE Google, stante il fatto che Google è un numero gigante.

Sono comunque un ACE 10, e questo lo dico con la massima serietà.

Vi ripeto quindi che vi conviene fare il test per quantificare in modo serio le difficoltà che avete affrontato, e perché no, confrontarvi fra di voi o con terze persone sull'argomento tenendo a mente il vostro punteggio personale.

Per avere il link al test potete usare il motore del ricerca del forum: ho parlato in passato dell'argomento e ho lasciato i link allo studio ACE e relativo test.

In alternativa potete impostare una ricerca globale col vostro motore di ricerca preferito (non voglio pubblicizzare Google, vi suggerisco in alternativa duckduckgo che non vi traccia) usando la keyword Adverse Childhood Experience.

PS: Il test è valido per tutti, non solo per i sopravvissuti.

 

Il secondo punto, che vi accenno soltanto, e che sto studiando ultimamente, è la cosiddetta dissociazione.

Dovete sapere che aver vissuto in una famiglia disfunzionale e/o aver subito esperienze avverse durante l'infanzia vi predispone alla dissociazione.

Accettatelo. Ciò non significa che soffriate di disturbi dissociativi ma che siete predisposti più della media a dissociarvi e a soffrire di disturbi dissociativi.

È un argomento molto vasto. A Dio piacendo (inshalla) ci tornerò sopra.

Mi aspetto che qualcuno di voi sappia di cosa sto parlando e abbia voglia di dare un ulteriore input al thread. Va bene anche se parlate dello studio ACE.

Interverrò prossimamente.

Conto su di voi.

Cordiali salumi.

A presto.

😎

 

 

Ho fatto il test ed è uscito Ace 3, quindi mi è anche andata bene, interessante, credo sia un ottimo punto di partenza per dare al proprio passato la giusta dimensione. 

 

Personalmente credo il problema più grande nella mia vita con i miei è stata la mancanza di denaro in maniera ciclica, in cui io ho dovuto aiutare i miei con quel poco che guadagnavo perchè o uno dei due non lavorava, o non veniva pagato, oppure mio padre che non si è mai tolto il vizio di fumare anche quando stavamo con l'acqua alla gola. Poi se allarghiamo il cerchio oltre i genitori entro proprio nel disagio più marcato. 

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Back Door Man
2 minutes ago, Akira93 said:

Ho fatto il test ed è uscito Ace 3, quindi mi è anche andata bene, interessante, credo sia un ottimo punto di partenza per dare al proprio passato la giusta dimensione. 

 

Personalmente credo il problema più grande nella mia vita con i miei è stata la mancanza di denaro in maniera ciclica, in cui io ho dovuto aiutare i miei con quel poco che guadagnavo perchè o uno dei due non lavorava, o non veniva pagato, oppure mio padre che non si è mai tolto il vizio di fumare anche quando stavamo con l'acqua alla gola. Poi se allarghiamo il cerchio oltre i genitori entro proprio nel disagio più marcato. 

La povertà se ci penso mi fa un po' paura, però ho notato che in famiglie ricche ci sono state spesso situazioni peggiori che in quelle meno abbienti.

Alcolismo, neglect, violenza domestica...

 

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Il denaro è un problema relativo, ci sono passato, se tu potevi già contribuire eri già in una fascia d'età adulta come lo ero io (16 anni).

I problemi veri che ti segnano, sono quelli da bambino dove non hai idea di quello che succede.

I miei è una vita che si insultano a morte, pare che da un momento all'altro si ammazzino, ora ci rido su, ma da piccolo no.

Eppure ti dico, che se anche lo capisco che alle volte si litiga (figa a lavoro sono mr protesta)  quando mi ritrovo con qualche "amica" che si accende , mi si alza il pelo... e finisce che mi alzo, non dico parola, e me ne vado .

 

Non ho fatto il test, tanto ormai anche sapere a che punto della scala sono, è ininfluente, comunque interessante che ci sia, magari qualcuno si "illumina" prima del tempo .

 

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6 minuti fa, Back Door Man ha scritto:

La povertà se ci penso mi fa un po' paura, però ho notato che in famiglie ricche ci sono state spesso situazioni peggiori che in quelle meno abbienti.

Alcolismo, neglect, violenza domestica...

 

Va da caso a caso, ci sono anche famiglie abbienti in cui non ci sono stati traumi (casi rari ma ci sono).

Fare il genitore è un ruolo difficile a cui la maggior parte delle persone ci arriva impreparata.

 

Nella mia storia mio padre è uno che non ha voluto studiare e si è dato da fare lavorando sempre. Questo lo portava via da casa anche per mesi filati senza vederlo. È stata una figura assente almeno dai 14 anni in poi sicuramente, prima un po' di meno ma non chissà quanto.

Veniva da un divorzio da cui ha avuto due figli e con cui ad oggi non ha un rapporto, non si parlano. 

Tuttavia quando si parlavano sganciava una parte dei soldi guadagnati anche a loro, e quando avevo meno di 10 anni, parte dei soldi che guadagnava all'estero gli inviava a una mia zia, perché il contratto era in Italia e noi abitavamo con lui fuori. Ogni tanto mio padre rientrava comprava cose che riportava all'estero, e mia zia diceva che offriva cena a tutti i suoi amici per fare il figo. 

Qui si nota un miscuglio di fattori che denotano la poca intelligenza finanziaria.

Tornando in pianta stabile in Italia si scopre che quasi tutti i soldi inviati sono spariti, così come la macchina che aveva lasciato a un mio cugino, era stata venduta.

Quindi voi immaginatevi uno con una moglie e figlio immigrati che negli anni '90 in ita deve mettersi a cercare una casa in affitto, perché i soldi messi da parte per comprarla non c'erano e la gente a quei tempi faceva storie per affittarti casa se eri un immigrato.

Poi negli anni ho notato che l'alcolismo in lui è aumentato, non roba da fare violenza in casa ma a volte tornava "troppo allegro" e si metteva direttamente a dormire per non fare cose di cui si poteva pentire. Tuttavia non mi ricordo un giorno in cui non beveva uno o due bicchieri di vino o birra, quando non beveva era perché mamma non gli dava i soldi e si vedeva il suo cattivo umore. Poi se non lavorava partivano due/tre pacchetti di sigarette al giorno.

Mia madre dall'altro lato è riuscita a controbilanciare e a tenera su la baracca risparmiando tantissimo e a volte trascurando se stessa ad esempio andando lo stretto indispensabile dalla parrucchiera. Oppure non andavano quasi mai al ristorante. Lei manco lavorava (5 anni fa) perché per mio padre è l'uomo che deve lavorare e basta. Tuttavia è stata iperprotettiva e mi ha messo convinzioni sbagliate che c'ho messo anni a toglierle, non ha mai avuto una buona vita sociale (pero' la capisco perché la provincia dove abitano è un merdaio), sempre in casa, quindi non ho mai avuto la location per scopare. La macchina è arrivata quando ho compiuto 18 anni perché dovevo anche aiutare a fare la spesa o fare altro. Ricordo che lei andò in depressione per colpa di un farmaco che prendeva per lo stomaco unito al fatto che rimase sola a casa, e per qualche mese tornavo ogni fine settimana a casa per starle vicino. Anche qui mio padre e gran parte dei altri parenti non pervenuti.

Parenti che ti fanno sempre battutine sui comunisti e che non aiutano mai, o appena possono se ne approfittano, tipo mio padre che fa lavori in casa di mia cugina e lei manco lo paga, pero' la settimana dopo c'ha le scarpe nuove. Più altri atteggiamenti in cui si fanno le cose di nascosto.

Per me tutto ciò era la normalità perché dall'altro lato il minimo indispensabile per vivere non mi mancava pero' oltre quello non si poteva andare. E ciò si evidenziava con il confronto con gli altri ragazzi, quando rifiuti uno/due inviti da qualche parte perché sai che economicamente non te lo puoi permettere, poi non ti invitano più.

Poi la leva del senso di colpa era parecchio presente, del tipo "ti facciamo studiare a Roma, e sto andando all'estero a lavorare per te". Come se nel 2011 la situazione lavorativa in Italia fosse rose e fiori.

Il culmine è stato quando dopo 3 mesi in cui mio padre non era stato pagato, io prendo la borsa di studio, a quei tempi 2k di euro, e praticamente la do a mia madre per pagare i mesi di affitto arretrato di entrambe le case (la camera dove stavo in affitto). Di quei 2k mi feci solo una serata in disco con gli amici, a 20 euro, tutta la serata.

Ricordo in quei mesi precedenti avevo solo i soldi per mangiare e l'abbonamento dei mezzi, chiesi in prestito pure soldi ai miei colleghi di studio per stampare le tavole per un esame. Giravo praticamente senza soldi in tasca e quando lo dissi ridendo a un mio amico, lui mi guardò come se fossi un pazzo, poiché lui è sempre stato benestante e non sapeva cosa significasse. 

Io tutto questo l'ho realizzato dopo, altrimenti non l'avrei scritto, gran parte dei miei giri era gente che veniva dalla stessa situazione, ci divertivamo al campetto a giocare a calcio senza spendere un euro. Dopo negli anni loro sono sempre andati in vacanza ad agosto, da italiani medi, io no. 

Il peso è arrivato in questi ultimi anni quando ho visto che mi sono fatto due vacanze sole in 8 anni o quando uscivo con gli amici, vedevo che partivano a tutti 10 e più euro per bere e io mi fermavo a un cocktail o solo una coca cola. Le cene erano rare. Mentre vedi i giri con la figa che cenavano quasi ogni weekend. Oppure io che spendo i soldi regalatemi alla laurea per mettere la benzina alla macchina e comprare sigarette a mio padre, perché a casa in quel momento mancavano i soldi (300 euro andati via in un mese praticamente).

Mi ricordo anche il senso di colpa quando mia madre capi che spesi mille euro in un anno, di soldi che presi da una seconda borsa di studio, e non le dissi cosa ci feci. A memoria mi sembra pagai le tasse universitarie e feci più uscite con gli amici in cui ero davvero sereno perché sapevo di poter spendere senza preoccuparmi, e spendevo magari 10 euro in più quella sera. Una vita sociale normale, che ha i suoi costi ma loro non l'hanno capito. Perché se mio padre spendeva un sacco di soldi al bar in birre andava bene ma io no. 

 

Convinzioni figlie di esperienze e condizionamenti dei tempi andati. Con l'ansia che mi è rimasta, che succeda qualcosa e non ho i soldi per far fronte.

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11 minuti fa, Fajan ha scritto:

Il denaro è un problema relativo, ci sono passato, se tu potevi già contribuire eri già in una fascia d'età adulta come lo ero io (16 anni).

I problemi veri che ti segnano, sono quelli da bambino dove non hai idea di quello che succede.

I miei è una vita che si insultano a morte, pare che da un momento all'altro si ammazzino, ora ci rido su, ma da piccolo no.

Eppure ti dico, che se anche lo capisco che alle volte si litiga (figa a lavoro sono mr protesta)  quando mi ritrovo con qualche "amica" che si accende , mi si alza il pelo... e finisce che mi alzo, non dico parola, e me ne vado .

 

Non ho fatto il test, tanto ormai anche sapere a che punto della scala sono, è ininfluente, comunque interessante che ci sia, magari qualcuno si "illumina" prima del tempo .

 

Sulle litigate sono d'accordo, ricordo anche i miei alzare tanto la voce e mia madre che va in camera a piangere e mio padre rimane lì davanti alla TV.

Quando poi diventavano frequenti pensavi "oddio ora divorziano come i genitori dei miei amici".

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@Akira93 mi ha molto toccato la tua storia perché sono cose che io ho solo sentito raccontare riferite a contesti lontanissimi o per tempi o per luoghi 

Ad ogni modo i soldi che prendi tu ora non sei tenuto a darli in famiglia, tanto più se tuo padre li spende per cose futili, e te lo dico dal punto di vista legale. Poi se lo fai per la tua coscienza o per motivazioni morali, lo sai tu, ma non sei obbligato ecco. Ci tenevo a dirtelo perché spesso abbiamo diritti che non sappiamo di avere e non abbiamo obblighi che pensiamo di dover, al contrario, ottemperare

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On 10/17/2021 at 1:13 PM, Back Door Man said:

Buongiorno a tutti e buona domenica.

La prima cosa che vi consiglio è di fare il test ACE

Fatto anche io. 

4 pieno. 5 se diagnostico una cosa io. 

Grazie per la info, commento per uppare e consigliare di farlo 

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Back Door Man
20 hours ago, Fajan said:

I problemi veri che ti segnano, sono quelli da bambino dove non hai idea di quello che succede.

I miei è una vita che si insultano a morte, pare che da un momento all'altro si ammazzino, ora ci rido su, ma da piccolo no.

Cito questa parte perché mi è utile:

In un ambiente ostile tutto quello che il bambino non capisce è una potenziale minaccia.

Quando ho cominciato a leggere il libro sulla dissociazione ho ritrovato mentalmente l'atmosfera di casa mia quando ero piccolo.

Avevo paura. E non erano paure infondate.

Il libro è un saggio sull'argomento, di buon livello in quanto è stato pensato per psicoterapeuti.

Mi riesce abbastanza bene capirlo perché ho un background di altre letture.

È ancora presto per fare un riassunto introduttivo, ma ci sto arrivando.

Cosa fa un bambino in situazioni difficili?

Si attivano meccanismi atti alla sopravvivenza e si sacrifica il resto.

 

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