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Thread per i sopravvissuti a famiglie disfunzionali


Back Door Man

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Back Door Man
On 1/5/2022 at 10:57 AM, Back Door Man said:

Obiettivo nell'adulto: Attaccamento sicuro riguadagnato

È il mio obiettivo.

Sto studiando l'argomento e riflettendo.

È cosa sicura che ho problemi in questo settore.

 

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  • 3 settimane dopo...
Back Door Man

L'attaccamento

Proseguo con molta calma l'esplorazione del tema.

Non posso forzare i tempi né ho interesse a farlo.

So, empiricamente, che dopo aver letto qualcosa che mi interessa e su cui cerco risposte, la mia mente ci lavora da sola (credo che tutto debba passare per il vaglio dell'inconscio).

Qualche piccola conclusione l'ho tratta. Giusta o sbagliata si vedrà in futuro proseguendo lo studio (in tutto questo tempo ho letto davvero poche pagine del libro, al di sotto della mia media standard).

Il mio stile di attaccamento è senz'altro insicuro, ma in situazioni di stress può diventare disorganizzato (sono certo che in passato ciò sia accaduto).

Avere uno stile di attaccamento insicuro non è grave quanto avere uno stile di attaccamento disorganizzato.

Comunque - insicuro o disorganizzato che sia - non è cosa di cui disperarsi: come accennato in precedenza il libro spiega che in età adulta possiamo tutti puntare a un attaccamento sicuro riguadagnato.

Salu2 - Alla prox.

 

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Back Door Man

Lontano dalla famiglia

Sapete che ultimamente sto bene e percepisco questo benessere alla stregua di una dissonanza cognitiva?

Nessuno mi perseguita e non ci sono abituato.

 

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Club924

Rispondo al thread ,

Cresciuto in una famiglia sia dal lato paterno che materno senza una coppia sana. Una famiglia piena di situazioni di corna e divorzi.

Chiaramente i miei non potevano essere da meno ,mia madre povera donna , tradita più e più volte senza mai aver la forza di chiudere. Tutto ciò fino ad un anno fa quando mio padre l'ha fatta grossa , si è infatuato di una ragazza della mia età  ( ho 28 anni ) e forse questa volta mia madre sembra aver avuto la forza per andare avanti con il divorzio.

Io che ho sempre cercato di analizzare questi esempi negativi , per capire cosa non vorrei essere in futuro sono stato , ahimè , cornificato in entrambe le mie storie più serie diciamo.

E ce ne sarebbe da dire .

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Back Door Man

Memorie implicite e procedurali

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(Estratto da pagina 137 del libro Guarire la frammentazione del sé di Janina Fischer - Capitolo 6)

 

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  • 2 settimane dopo...

Lascio qui questo, penso possa stimolare varie riflessioni ed essere utile per qualcuno 

 

Modificato da bruni
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  • 4 settimane dopo...
angela2222

Beh, rispondo anch’io al thread. Trovo quest’argomento molto interessante, ho studiato proprio gli stili di attaccamento per un esame, un mese fa. 
 

Da dove inizio...

Madre giovanissima che si è ritrovata a dover gestire tre figli lavorando notte e giorno insieme a mio padre. A causa di questo ha sviluppato una dipendenza dall’alcol + bulimia che mi ha accompagnata per tutta l’infanzia. Vedevo mia madre dopo ogni cena correre in bagno e vomitare. I miei fratelli più grandi erano sempre fuori a giocare, io a casa mi accorgevo di tutto tanto da aver sviluppato una sorta di protezione nei suoi confronti, e sorvegliavo mia mamma (la seguivo ovunque per paura che potesse farsi del male) . Un giorno mi porta all’asilo e mi dice di giocare tranquilla che lei sarebbe stata affianco a me. Mi giro e mi aveva lasciata lì. 
Da quel giorno credo mi sia venuta una fortissima paura dell’abbandono infatti sono molto incline alla dipendenza affettiva. 
Padre super severo (molto più grande di mia madre) , ricordo che urlava tantissimo e non ha mai fatto un complimento per il mio aspetto o per i miei voti a scuola. Nulla era mai abbastanza. 

 

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  • 3 settimane dopo...
Back Door Man

Pensierino
di questi ultimi tempi, da Expat.

L'umore è stabile.

A volte va un po' sul Blues e preoccupazioni.

Va sul Blues se penso al passato.

Il presente è buono. Niente di eccezionale ma niente di cui potrei lamentarmi davvero. "Con ragione", diciamo.

Se il pensiero va al passato mi prende male.

Riesco comunque a mantenere il Blues a livello accettabile e ad uscirne in tempi ragionevoli.

"Non ci devo pensare"

È meglio non pensarci.

Qualcosa di simile a un'àncora. 

La famiglia d'origine.

Origine dei guai.

Il secondo punto è più semplice: le preoccupazioni.

Mi sembra meno patologico, riguarda sempre la famiglia.

Anche se la mia famiglia di origine non fosse stata disfunzionale e disgraziata - artifizio logico per imbastire un ragionamento semplificato - mi trovo nella condizione di non avere una famiglia d'appoggio.

Mi sembra abbastanza normale. Ci saranno tante persone che sono, per così dire, "sole al mondo".

Tuttavia, guardandomi intorno, sono molto poche. Quasi nessuno è davvero solo.

(E forse ci sono situazioni peggiori in cui sussistono legami fra superstiti in situazioni di difficoltà che minano la libertà individuale, anche se si tratta di affetti, relazioni "buone": fratelli o sorelle lontani, con problemi, non ci si può aiutare, ci si sente al telefono, e allora si piange Buuu... ) 

Essere soli è libertà.

Però sì può contare solo su se stessi.

In questo senso mi sorprendo tutt'ora del mio ottimismo.

Ho la sensazione di potermela cavare da solo.

Ho sempre dovuto cavarmela da solo, ma non ne ero cosciente. Mi facevano gaslight in famiglia e vivevo nelle fiabe.

La consapevolezza è arrivata tardi.

E credo che la fiducia nel potermela cavare da solo (superficiale, senza stare troppo a pensarci) faccia parte del pacchetto maturità. 

_

Evitando di approfondire punti intermedi (che ho ben presenti) perché non ne ho voglia, chiudo qui.

(Possono essere, eventualmente, discussi, il che è anche meglio: quando penso da solo ho sempre ragione io)

🤷🏽‍♂️


Taggo qualcuno per invitarlo alla lettura del pensierino.

Qualcuno che è in situazione Expat e/o ha partecipato a questo thread

 

@freefall

 

@leavingmyheart

 

@Akira93

 

@thehappyunicorn

 

Mi scusino quelli che non sono stati taggati perché non li ricordo "al volo".

Grazie per la lettura.

 

 

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Back Door Man
Inviato (modificato)

As a memorandum

A morte devagar
di Martha Medeiros

Credo in quello che è scritto in questi versi.

Non so leggere il portoghese, e leggo ogni tanto (as a memorandum) la traduzione spagnola di questo poema, tuttavia, giacché presento, in qualche modo, il poema in questo thread, non me la sento di bypassare il testo originale. 

Lascerò un copiaincolla della traduzione italiana in fondo. *

 

*

Spoiler

Traduzione che, 😂 per quanto capisca io il portoghese, lascia molto a desiderare.

😂

PS: Non l'ho tradotta io.


Morre lentamente quem não troca de idéias, não troca de discurso, evita as próprias contradições. 

Morre lentamente quem vira escravo do hábito, repetindo todos os dias o mesmo trajeto e as mesmas compras no supermercado. Quem não troca de marca, não arrisca vestir uma cor nova, não dá papo para quem não conhece. 

Morre lentamente quem faz da televisão o seu guru e seu parceiro diário. Muitos não podem comprar um livro ou uma entrada de cinema, mas muitos podem, e ainda assim alienam-se diante de um tubo de imagens que traz informação e entretenimento, mas que não deveria, mesmo com apenas 14 polegadas, ocupar tanto espaço em uma vida. 

Morre lentamente quem evita uma paixão, quem prefere o preto no branco e os pingos nos is a um turbilhão de emoções indomáveis, justamente as que resgatam brilho nos olhos, sorrisos e soluços, coração aos tropeços, sentimentos. 

Morre lentamente quem não vira a mesa quando está infeliz no trabalho, quem não arrisca o certo pelo incerto atrás de um sonho, quem não se permite, uma vez na vida, fugir dos conselhos sensatos. 

Morre lentamente quem não viaja, quem não lê, quem não ouve música, quem não acha graça de si mesmo. 

Morre lentamente quem destrói seu amor-próprio. Pode ser depressão, que é doença séria e requer ajuda profissional. Então fenece a cada dia quem não se deixa ajudar.

Morre lentamente quem não trabalha e quem não estuda, e na maioria das vezes isso não é opção e, sim, destino: então um governo omisso pode matar lentamente uma boa parcela da população. 

Morre lentamente quem passa os dias queixando-se da má sorte ou da chuva incessante, desistindo de um projeto antes de iniciá-lo, não perguntando sobre um assunto que desconhece e não respondendo quando lhe indagam o que sabe. Morre muita gente lentamente, e esta é a morte mais ingrata e traiçoeira, pois quando ela se aproxima de verdade, aí já estamos muito destreinados para percorrer o pouco tempo restante. Que amanhã, portanto, demore muito para ser o nosso dia. Já que não podemos evitar um final repentino, que ao menos evitemos a morte em suaves prestações, lembrando sempre que estar vivo exige um esforço bem maior do que simplesmente respirar.

 

_

 

Ita:

Muore lentamente chi non cambia le sue idee, chi non scambia parola con nessuno, chi evita contraddizioni.

Muore lentamente chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia mai la marca o il colore dei vestiti, chi non rischia, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru e il suo partner di ogni giorno, passando ore davanti ad un tubo catodico che porta informazione e intrattenimento, ma che non dovrebbe, con appena 14 pollici, occupare tanto spazio in una vita.

Muore lentamente chi evita una passione, chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni; emozioni che fanno brillare gli occhi, che fanno di uno sbaglio un sorriso, che fanno battere il cuore davanti agli errori e ai sentimenti.

Muore lentamente chi non rovescia il tavolo quando è infelice al lavoro, chi non rischia il certo per l’incerto per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di rifiutare consigli sensati.

Muore lentamente chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia e pace in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Muore lentamente chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi ricordando sempre che restare vivi richiede uno sforzo ben più grande del semplice respirare.


_

 

https://www.revistaprosaversoearte.com/morte-devagar-martha-medeiros/

 

Modificato da Back Door Man
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thehappyunicorn
3 ore fa, Back Door Man ha scritto:

Però sì può contare solo su se stessi.

In questo senso mi sorprendo tutt'ora del mio ottimismo.

Ho la sensazione di potermela cavare da solo.

Ho sempre dovuto cavarmela da solo, ma non ne ero cosciente. Mi facevano gaslight in famiglia e vivevo nelle fiabe.

La consapevolezza è arrivata tardi.

E credo che la fiducia nel potermela cavare da solo (superficiale, senza stare troppo a pensarci) faccia parte del pacchetto maturità. 

Posso solo dirti che sono passato per gli esatti stessi pensieri.

Ancora mi vengono a volte

Avevo, parecchio tempo fa, scritto qualcosa a riguardo. Non ricordo più cosa dissi, ma una frase più o meno recitava così: devi arrivare a sentirti completamente solo al mondo per capire che pur così vai avanti lo stesso, e questo ritrovato sollievo porta con sé una implicazione: il sentire che aprendoti agli altri non sarai mai davvero così completamente solo come credi. Certo, non ti puoi aggrappare a nessuno, per questo è fondamentale il presupposto iniziale di sapere di essersi sufficiente, ma puoi offrire la mano lo stesso, arrivando così a situazioni dove a volte si appoggieranno gli altri a te, facendosi un po' tirare, mentre poi, servisse, ti farai tirare tu un po' . E credo che sia un po' questa la faccenda nel suo insieme

 

Modificato da thehappyunicorn
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