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scopamicizia, quali regole?


LSDB83

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^'V'^
1 ora fa, ArmandoBis ha scritto:

Insomma. Noi cattolici sappiamo bene che un modo di potenziare la calamita consiste nel frapporle un interdetto: "la tua mano non calerà sull'agognato culo, pena la dannazione eterna". E ciò fa in modo che questa sia la cosa che si desideri di più...

Beh, un culo lo desideri anche se non è proibito, perché è un culo.

Ma siccome ogni cosa naturale e umana viene dai cattolici vietata, le persone ad un certo momento del giorno dovranno desiderarla o farla.

E questo crea la cravatta con cui tengono le masse, il senso di colpa ebraico mixato con la vergogna e l'indegnità cristiana.

È impossibile non peccare tutto il tempo. 

È come dicessero che defecare fosse peccato, ma quello sarebbe così palese che la gente capirebbe.

Vietare espressioni fisiologiche meno ovvie e più facili da fermare per un pò, è un artifizio abbastanza sottile. 

Uno può chiedersi a cosa possa servire, tenere le persone cravattate con quel trucchetto. 

Beh, questo porta alla confessione ed alla conseguente assoluzione.

Per capire la confessione bisogna comprendere che essa funzionava secondo un tariffario a pagamento, ogni peccato un prezzo in denaro.

E poi serve riconoscere che i preti comandano la gente dal crollo dell'impero romano, anche rimasti senza la spada di questo con solo il pastorale, e non si è mai visto un civile confessare un prete.

Basta vedere un poliziesco per capire la gerarchia quando il poliziotto dice al sospetto "qui le domande le faccio io".

Quanto sopra non contiene intento sedizioso nemmeno in tracce, se a loro va bene essere tenuti nel taschino col senso di colpa e la vergogna, perfetto, le pecore ai pastori.

Anche perché nello smontare le modalità particolari con cui vivono questa emissione attiva di insignificanza esistenziale, loro iniziano ad emetterla semplicemente verso un altro superpotere esterno, come uno stato totalitario comunista.

Si è già visto nella storia.

Loro hanno il locus of control esterno. 

Se togli a uno la stampella non è che inizi a camminare, si attacca alla spalla di qualcuno e diventa pure un peso.

 

1 ora fa, ArmandoBis ha scritto:

in pratica, noi pensiamo di muovere il braccio perché lo abbiamo deciso, ma in realtà era un movimento già programmato, non c'è modo per il pensiero di influire sulla materia).

Simpatico come dicendo una corbelleria dal punto di vista della progressione logica, ci avessero preso in parte.

Il modo per il pensiero di influire sul braccio che si muove esiste, ma non è quello comunemente creduto.

Le persone credono di voler premere un pulsante, ad esempio su tre pulsanti presenti nell'esperimento. 

Ma invece il potenziale di attivazione motoria verso quel pulsante spara nei neuroni prima che la corteccia ne abbia consapevolezza, ossia il braccio si muove non per decisione. 

Però poi il potenziale rimane inespresso e il braccio non si muove, se quando (mi pare 500 millisecondi dopo) la mente razionale ha deciso di non premere quel pulsante e fermare il movimento per questo o quel motivo.

Ossia il braccio non si muove per decisione. E ci può stare una spiegazione razionale del perché si sia deciso di non premere il pulsante. 

Ma si muove per via libera di una volontà precorticale. Non decisa. 

E diventa buffo vedere noi stessi o gli altri spiegare le ragioni di una cosa fatta attivamente. 

Ad esempio ho scelto e premuto il pulsante di mezzo perché X.

Quell'X è una sega mentale. Non è vero.

Ho scelto di non premere il pulsante di mezzo, perché Y, invece, è dire delle cose. 

Y è una cosa.

E non è per forza cultura.

Può essere rispetto gerarchico (c'è un uomo più forte vicino e premere pulsanti spetta a lui per evitare conflitti), può essere molte cose come anche il timore di sembrare sciocchi allo sperimentatore per aver premuto un pulsante su tre che forse non è quello che mi fa apparire brillante o geniale.

Tutto quanto sopra stando alle neuroscienze e usando scansioni cerebrali che nel '600 non avevano.

In pratica, questi ci avevano preso in parte.

Chiamare questo "repressione" o "repressione degli istinti" è buono per capirsi ma apre la porta a concetti idraulici che da Aristotele a Galeno finendo poi in bocca a Freud hanno dipinto di antiscienza e congetture falsificate il secolo scorso, sfociate poi in teoremi che non stanno in piedi sul funzionamento idraulico cerebrale con pulsioni e... storia lunga ma non importante.

Un potenziale di movimento che viene espresso o non espresso, ha più a che fare con la frizione che attacca o stacca.

Insomma se il motore gira ma non lo connetti alle ruote perché premi la frizione, non lo stai comprimendo. Sta girando a vuoto e non se ne vedono gli effetti nel comportamento osservabile.

Poi se si dà molto gas il suo girare a vuoto può anche diventare difficile da nascondere, dato il rumore ed il calore, ossia l'arousal fisiologico e la turbolenza nella sfera emotiva osservabile in chi sta evitando di fare qualcosa che è molto desiderato o le cui conseguenze sono temute.

Anche se sembra un trattare di cose inutili e astratte, è interessante per me - e pratico - disquisire su questi aspetti. 

Per la semplice ragione che quando parlo di spontaneità, connessione (frizione che scarica motore nelle ruote), purezza della delivery di sé, magari usando anche termini che per alcuni sono forti come "libera la bestia interiore", molte persone invece di farlo, ed accorgersi che porta ad una profusione di affetto in-mediata, una chiamata alla propria nonna che è sola e tutte quelle componenti istintuali di una specie sociale, tribale e collaborativa, altruista e capace di amore incondizionato....

Ecco, alcune persone pensano razionalmente che gli istinti o i moti interiori siano cattivi, che riguardino una sessualità rapace, un'aggressione del simile, ma queste sono idee su cosa dovrebbe essere spontaneo, non spontaneità. 

Se stiamo nel piano simbolico e delle idee non se ne esce più, Freud con la bamba era riuscito a raccontarsi che servisse sopprimere la naturale (???!!!!) pulsione autodistruttiva, thanatos.

E lo ha anche detto ad altre persone. 

Alcuni davanti allo stesso concetto pensano anche una dimensione irrazionale che è del pazzo.

Che ride a caso, salta e si rotola nelle tempere e nella farina fino a sfinimento. 

Ricordo i video di uno schiavo del peggio della razionalità, che si definiva il libero perché credeva di fare quello che gli paresse nel fare a codesto modo.

Una persona da aiutare con farmaci e misure contenitive per la sua sicurezza e quella degli altri. 

Non vi è un pazzo nel cuore.

Quando il cuore si esprime libero nei gesti non c'è nessun pazzo nella stanza. 

Al massimo qualcuno che vede un viandante avere freddo e senza pensare a cosa penserà la gente, sarò rifiutato o accolto nel mio gesto... semplicemente taglia il proprio mantello per due e copre chi ha freddo.

Non si chiede se questi sia nemico o amico del grappolo di valori e cultura della propria tribù o gruppo. 

Semplicemente ha freddo, non un secondo di più. 

Il cuore conosce il cuore di chi ha freddo, poiché abbiamo avuto freddo.

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^'V'^
1 ora fa, ^'V'^ ha scritto:

un'aggressione del simile

Va molto di moda, dire che se le persone non tenessero per le briglie i moti spontanei si vedrebbero solo risse e orge lungo la strada.

Eppure. 

Prima che inventassero il viagra gli attori porno maschi erano sempre i soliti sette o otto nel mondo. 

Erano gli unici che per motivi loro fisiologici drizzavano in pubblico.

Orge ovunque lungo la strada con un meccanismo erettile naturale che salta alla minima goccia di catecolamine nel torrente ematico? 

Naa.

Ma vediamo l'aggressione. 

Oggi la cultura ha prodotto armi micidiali con cui aggredire qualcuno per motivi spiegabili razionalmente (crede in altre cose rispetto al mio gruppo, ha dei soldi che voglio prendere per me, piace a quella che mi fa impazzire, ecc.).

Queste armi non sono fisiologiche e naturali. 

Tirare una freccia o sparare a qualcuno da lontano è ben diverso dall'aggredirlo.

Perché? 

Perché aggredire significa mettersi in gioco rischiando di essere feriti a nostra volta. 

Il che può sembrare un rischio accettabile perché siamo nati dopo l'invenzione degli antibiotici.

Nell'evoluzione della nostra e delle altre specie, belligerare a caso significava potenzialmente morire di setticemia dopo una settimana pur avendo vinto. 

Per questo non esiste la difesa nelle varie specie. 

Esistono l'attacco o la fuga.

Attacco che è l'unica difesa possibile, e che espone a ferite anche chi attacca.

Ossia è una misura estrema.

Una tigre non ha la nostra cultura ma fa uguale.

Non attacca a caso, fugge.

O intimidisce se deve difendere i confini, sperando di non dover passare ai fatti. 

Certo, una tigre può attaccare un minatore indiano.

Ma quello è pappa, pure io attacco un panino.

Parliamo di aggredire un simile.

Anche tra maschi, ove vi sono tutte le motivazioni del mondo (fighe) per competere e lottare anche fisicamente, ogni specie ha ritualizzato dei comportamenti di confronto, intimidazione e lotta che non comportano ferite se non per incidente.

I cervi ad esempio si spingono con le corna. 

Volessero ferirsi caricherebbero dal basso all'alto ferendo la gola come quando lottano per la vita.

Sono comportamenti di dominazione e sottomissione. 

Anche basati sul display di salute, forza, fiducia in sé stessi e prestanza fisica, in modo competitivo diretto, ma non sono aggressioni.

Insomma per dire che ritenere l'aggressione qualcosa di istintivo che la gente fermerebbe tutto il giorno astenendosi per timore dell'inferno o di altro...

È fuori strada.

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Seth44
Il 19/5/2021 at 17:13, TADsince1995 ha scritto:

Avevo il terrore di essere paralizzato, ma invece fui preso da un tale livello di concentrazione, forza, coraggio ed energia che addirittura risposi senza indugio a delle domande non banali.

Finiti quei 15 minuti ero così carico ed "emettevo" energia che, uscito dalla sala, sono andato al rinfresco e c'era una HB greca di massimo 20 anni che mi faceva gli occhi dolci senza che io avessi fatto alcunché per avvicinarla. Mi è rimasta impressa sta cosa.

Mi successe quasi la stessa cosa, ormai diversi annetti fa. Intervento a Napoli davanti a un pubblico di 70/80 persone, con ottima performance da parte mia (lo dico senza falsa modestia).

A fine giornata, vengo avvicinato da due ragazze (presumo studentesse universitarie) che iniziano a farmi domande, interessatissime, mi chiedono di fare una foto con loro e rimangono lì a parlare con me per 15/20 minuti.

Al che io chiedo se vogliono prendere un aperitivo con me, le porto nella zona dove ho l'albergo, bevo qualcosa con loro, le invito in camera e...

...no, non è vero un cazzo. 😂 Finite le chiacchiere, ci siamo salutati (senza neanche scambiarci i contatti) e tanti saluti. Avevo la sera programmata, quindi non mi sono dilungato troppo. E sì che pendevano dalle mie labbra, ed erano molto carucce tutte e due.

Modificato da Seth44
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ArmandoBis
2 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

Beh, un culo lo desideri anche se non è proibito, perché è un culo.

Ma siccome ogni cosa naturale e umana viene dai cattolici vietata, le persone ad un certo momento del giorno dovranno desiderarla o farla.

E questo crea la cravatta con cui tengono le masse, il senso di colpa ebraico mixato con la vergogna e l'indegnità cristiana.

È impossibile non peccare tutto il tempo. 

È come dicessero che defecare fosse peccato, ma quello sarebbe così palese che la gente capirebbe.

Vietare espressioni fisiologiche meno ovvie e più facili da fermare per un pò, è un artifizio abbastanza sottile. 

Uno può chiedersi a cosa possa servire, tenere le persone cravattate con quel trucchetto. 

Beh, questo porta alla confessione ed alla conseguente assoluzione.

Per capire la confessione bisogna comprendere che essa funzionava secondo un tariffario a pagamento, ogni peccato un prezzo in denaro.

E poi serve riconoscere che i preti comandano la gente dal crollo dell'impero romano, anche rimasti senza la spada di questo con solo il pastorale, e non si è mai visto un civile confessare un prete.

Basta vedere un poliziesco per capire la gerarchia quando il poliziotto dice al sospetto "qui le domande le faccio io".

Quanto sopra non contiene intento sedizioso nemmeno in tracce, se a loro va bene essere tenuti nel taschino col senso di colpa e la vergogna, perfetto, le pecore ai pastori.

Anche perché nello smontare le modalità particolari con cui vivono questa emissione attiva di insignificanza esistenziale, loro iniziano ad emetterla semplicemente verso un altro superpotere esterno, come uno stato totalitario comunista.

Si è già visto nella storia.

Loro hanno il locus of control esterno. 

Se togli a uno la stampella non è che inizi a camminare, si attacca alla spalla di qualcuno e diventa pure un peso.

 

Simpatico come dicendo una corbelleria dal punto di vista della progressione logica, ci avessero preso in parte.

Il modo per il pensiero di influire sul braccio che si muove esiste, ma non è quello comunemente creduto.

Le persone credono di voler premere un pulsante, ad esempio su tre pulsanti presenti nell'esperimento. 

Ma invece il potenziale di attivazione motoria verso quel pulsante spara nei neuroni prima che la corteccia ne abbia consapevolezza, ossia il braccio si muove non per decisione. 

Però poi il potenziale rimane inespresso e il braccio non si muove, se quando (mi pare 500 millisecondi dopo) la mente razionale ha deciso di non premere quel pulsante e fermare il movimento per questo o quel motivo.

Ossia il braccio non si muove per decisione. E ci può stare una spiegazione razionale del perché si sia deciso di non premere il pulsante. 

Ma si muove per via libera di una volontà precorticale. Non decisa. 

E diventa buffo vedere noi stessi o gli altri spiegare le ragioni di una cosa fatta attivamente. 

Ad esempio ho scelto e premuto il pulsante di mezzo perché X.

Quell'X è una sega mentale. Non è vero.

Ho scelto di non premere il pulsante di mezzo, perché Y, invece, è dire delle cose. 

Y è una cosa.

E non è per forza cultura.

Può essere rispetto gerarchico (c'è un uomo più forte vicino e premere pulsanti spetta a lui per evitare conflitti), può essere molte cose come anche il timore di sembrare sciocchi allo sperimentatore per aver premuto un pulsante su tre che forse non è quello che mi fa apparire brillante o geniale.

Tutto quanto sopra stando alle neuroscienze e usando scansioni cerebrali che nel '600 non avevano.

In pratica, questi ci avevano preso in parte.

Chiamare questo "repressione" o "repressione degli istinti" è buono per capirsi ma apre la porta a concetti idraulici che da Aristotele a Galeno finendo poi in bocca a Freud hanno dipinto di antiscienza e congetture falsificate il secolo scorso, sfociate poi in teoremi che non stanno in piedi sul funzionamento idraulico cerebrale con pulsioni e... storia lunga ma non importante.

Un potenziale di movimento che viene espresso o non espresso, ha più a che fare con la frizione che attacca o stacca.

Insomma se il motore gira ma non lo connetti alle ruote perché premi la frizione, non lo stai comprimendo. Sta girando a vuoto e non se ne vedono gli effetti nel comportamento osservabile.

Poi se si dà molto gas il suo girare a vuoto può anche diventare difficile da nascondere, dato il rumore ed il calore, ossia l'arousal fisiologico e la turbolenza nella sfera emotiva osservabile in chi sta evitando di fare qualcosa che è molto desiderato o le cui conseguenze sono temute.

Anche se sembra un trattare di cose inutili e astratte, è interessante per me - e pratico - disquisire su questi aspetti. 

Per la semplice ragione che quando parlo di spontaneità, connessione (frizione che scarica motore nelle ruote), purezza della delivery di sé, magari usando anche termini che per alcuni sono forti come "libera la bestia interiore", molte persone invece di farlo, ed accorgersi che porta ad una profusione di affetto in-mediata, una chiamata alla propria nonna che è sola e tutte quelle componenti istintuali di una specie sociale, tribale e collaborativa, altruista e capace di amore incondizionato....

Ecco, alcune persone pensano razionalmente che gli istinti o i moti interiori siano cattivi, che riguardino una sessualità rapace, un'aggressione del simile, ma queste sono idee su cosa dovrebbe essere spontaneo, non spontaneità. 

Se stiamo nel piano simbolico e delle idee non se ne esce più, Freud con la bamba era riuscito a raccontarsi che servisse sopprimere la naturale (???!!!!) pulsione autodistruttiva, thanatos.

E lo ha anche detto ad altre persone. 

Alcuni davanti allo stesso concetto pensano anche una dimensione irrazionale che è del pazzo.

Che ride a caso, salta e si rotola nelle tempere e nella farina fino a sfinimento. 

Ricordo i video di uno schiavo del peggio della razionalità, che si definiva il libero perché credeva di fare quello che gli paresse nel fare a codesto modo.

Una persona da aiutare con farmaci e misure contenitive per la sua sicurezza e quella degli altri. 

Non vi è un pazzo nel cuore.

Quando il cuore si esprime libero nei gesti non c'è nessun pazzo nella stanza. 

Al massimo qualcuno che vede un viandante avere freddo e senza pensare a cosa penserà la gente, sarò rifiutato o accolto nel mio gesto... semplicemente taglia il proprio mantello per due e copre chi ha freddo.

Non si chiede se questi sia nemico o amico del grappolo di valori e cultura della propria tribù o gruppo. 

Semplicemente ha freddo, non un secondo di più. 

Il cuore conosce il cuore di chi ha freddo, poiché abbiamo avuto freddo.

L'esperimento del bottone lo conoscevo, ma non la parte di quei casi in cui il bottone non viene schiacciato.

Purtroppo sono argomenti che meriterebbero di essere sviscerati a lungo, ma questo richiede tempo.

Il punto è che non si riesce a equiparare la sessualità agli altri comportamenti fisiologici.

La fame è istintiva, il sesso è pulsionale. Son due cose completamente diverse.

Come addomesticare le pulsioni è quindi un problema umano presente in tutte le latitudini e in tutte le culture.

Infatti le pulsioni non si imbrigliano facilmente. C'è gente che mangia la merda, ma è una perversione sessuale; non è una perversione gastronomica.

Le pulsioni hanno poco a che fare con modelli idraulici, e molto con la strutturazione della personalità.

Basta aver conosciuto una persona gravemente nevrotica per rendersene conto.

Non è roba leggera. Su YouTube c'è gente che risolve questi e altri problemi in quattro e quattro otto, ma sono dei mitomani. 

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^'V'^

Tutta questa pappardella, non per dirti che fai male a farti piacere Freud o chissà che. 

Tutta per dire che se a uno piace l'ayurveda, per esempio, che non solo non ha supporto scientifico ma è anche di riconosiuta tossicità in molte preparazioni "farmaceutiche", buon per lui. 

Se a lui piace studiare quella cosa. Bene. 

Però se viene sul forum e dice 

"le persone hanno tre dosha in proporzioni diverse, Vata, Pitta e come si chiama". 

Ecco, siccome non è un fatto verificato ed è antiscientifico, che porta a rimedi in buona parte tossici e nocivi. 

E siccome non deriva dalla sua esperienza... 

Dovrebbe dire 

"Secondo l'Ayurveda, la medicina indiana antica, le persone hanno queste tre energie vitali, dette dosha, ecc.". 

Non c'è mica nulla di sbagliato a riportare cosa dicesse Confucio, cosa dicesse Aristotele, cosa dicessero nell'Ayurveda. 

Certo, se uno dice che la salute viene dall'equilibrio tra bile nera, bile gialla e gli altri umori... 

Ecco, dovrebbe dire... nella teoria umorale, concepita da Ippocrate un casino di anni prima dell'aglio per i vampiri, esistevano questi fluidi nel corpo, come la flegma e il sangue, e quando uno prevale sugli altri si ha la malattia. 

E' comunque interesse storico. 

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^'V'^
2 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

Ecco, se tu dici che uno sia una persona gravemente nevrotica, è molto difficile capirsi. 

E' come dire che una persona è evidentemente posseduta da uno spirito o dal demonio. 

E poi commentare persone che fanno un esorcismo su you tube con una tecnica nuova basata sugli alieni nell'anima invece che il diavolo, e hanno risultati in tempi brevi. 

Il fatto che essere posseduti non esista e che quelli siano dei mitomani, significa che quella persona stia bene? 

Ma no, probabilmente è affetta da paranoia e deliri, ha una psicosi, magari anche allucinazioni. 

Chiunque chatti con le ragazze conosce bene il quadro clinico, potrebbe descriverlo, ma non crede siano possedute. 

Anzi, magari crede non ci sia nessuno lì dentro. 

Rimanendo in questo esempio, molte psicosi si accentuano in un momento che triggera per qualche stimolo o in presenza di uno stato eccitatorio interno, già se questi facessero rilassare il soggetto e non fossero presenti stimoli trigger, potrebbero dire di averlo guarito in un video sul tubo.

E allora potrebbero dire di aver scacciato lo spirito. 

Che è poi quello che facciamo dovendo chattare con una tipa, che si triggera con parole a caso, inizia a delirare, si sente vittima e perseguitata da questo o quello, farla rilassare invece che farsi trascinare nelle scemenze che blatera, ha spesso un effetto "scaccia spirito". 

Ma non perché fosse posseduta. 

Perché da rilassate in molti casi la psicosi si attenua, e da rilassate o quando hanno bevuto alcolici riescono più facilmente ad orientarsi e comportarsi in modo finalizzato. 

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ArmandoBis
3 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

Fonte Freud? 

Non è scientifico. 

Il sesso negli organismi a riproduzione sessuata è un'esigenza assolutamente istintiva, anzi istintuale (non un'automazione appresa per ripetizione fino all'automatismo, come guidare la macchina istintivamente, ma innata, istintuale). 

Lui crede, nei suoi modelli non scientifici, che le pulsioni siano sessuali ed aggressive, e questo tipo di quadro rappresentativo, utile solo a spiegare le sue teorie idrauliche mutuate dai fluidi di galeno, ippocrate e compagnia, non solo non ha riscontro scientifico, ma in più è adottato solo da alcune scuole psicanalitiche attuali.

Nemmeno tra quelli che mandano avanti la sua scuola filosofica di invidie del pene e isterie da curare con il naso trapanato, viene accreditato un concetto tanto antiscientifico. 

Allora tu dici la fame è istintiva, il sesso è pulsionale. E spieghi che siano due cose diverse. 

A parte che se usiamo le scansioni cerebrali, sesso, fame e sonno sono gestite, una per volta e senza override, dalla stessa parte del cervello. 

Ma stiamo nella confutazione semplice. 

La pulsione, è un concetto inventato da Freud, non scientifico, che nemmno è accolto da un gran numero di suoi allievi. 

Allora dire, nel 2021, che il sesso E' pulsionale... 

Beh, diciamo che non può né derivare da esperienza personale diretta né da fatti verificati... 

Perché allora alcune scuole psicanalitiche continuano ad usare questo termine? 

Perché gli funziona il modello? 

No, perché pulsione è una parola italiana. Che ci manda fuori strada. 

Freud, pur inventando a caso, nel provare ad usare la medicina dei fluidi (non scientifica e finita) tradotta nei meccanismi della mente... 

Non aveva detto pulsione ma trieb.

Che è molto difficile tradurre in italiano, se lo metti su google traduttore, ti viene fuori "guidavo", drove in inglese. 

Ma... un'altra sua traduzione è instinct. 

Istinto. 

Perché allora lui non scrisse direttamente instinkt, in tedesco? 

Perché nei suoi modelli idraulici (non scientifici, inefficaci e smontati dalla scienza e dalla prassi) serviva il concetto di urgenza, impellenza e desiderio che è una qualità, dell'istinto. 

Proprio per questo, alcune scuole derivate da lui, continuano ad usare il termine. 

Non perché accettino questo modello disfunzionale delle teorie pulsionali freudiane secondo cui sesso ed aggressività (morte.... thanatos... istinto di morte? ma che cazzo dice quello) non sarebbero istinto ma spinta, ma perché la parola conserva un forte senso metaforico, lo stesso che aveva il tedesco Trieb. 

Metaforico perché se ti dico che hai l'istinto di sfamarti non ti trasmetto la stessa sensazione che se dico che hai l'urgenza, la tensione, verso il cibo. 

Ma sto sempre parlando di istinto. 

Al punto che questo meccanismo di reward cerebrale mediante il piacere, premia il mangiare, lo scopare (o l'assumere anfetamina e cocaina) nello stesso modo, solo a dosi più forti se fai della figa che se mangi. 

Ossia, è lo stesso circuito della ricompensa, che ti crea l'anticipazione per la vista del cibo o della figa che balla, e poi sei premiato dal senso di ristoro con altre sostanze più rilassanti e meno eccitanti, quando hai mangiato quel panino che bramavi o quando hai sborrato in una figa. 

E questo non è due diverse categorie di felicità appetitiva e consumativa, è proprio che finita l'omeostasi immediata di quando eravamo nella pancia della mamma, una volta nati tra tensione e soddisfazione vi è uno spazio, una ricerca, una conquista, un prendere il panino o la femmina, che servono entrambi al proprio successo riproduttivo. 

E sono premiati col piacere. 

Piacere che è così forte come meccanismo di condizionamento, che nascono poi varie potenziali parafilie. 

Insomma se la prima volta che ho visto la figa lei aveva i tacchi, anche se i tacchi non esistono in natura dai e dai, con picco emozionale e ripetizione, posso arrivare addirittura a segarmi anche solo coi tacchi. 

Ma questo non ha bisogno di tirare in terra la mitologia greca, l'olimpo, teoremi assurdi... 

E' osservabile in ogni specie ed è esattamente come fece Skinner ad addestrare piccioni a guidare missili aria terra per colpire le navi. 

Dato che avevano ormai collegato il beccare la sagoma di una nave in uno schermo al piacere di mangiare. 

Progetto che fu un successo sotto il profilo dell'efficacia, ma che non fu poi mai implementato e dopo poco nacque la teleguida via segnali radio. 

 

E' molto difficile capirsi quando parli di persona nevrotica. 

Per una semplice ragione. 

E' un termine del 1700 mi pare, dove si riferiva a danni al sistema nervoso (neurosi) che poi ha ripreso Freud nei suoi modelli non scientifici, e inizia ad indicare con questa parola una malattia di tipo psicologico, non neurologico, che deriva da due concetti noti ormai a tutti ma inesistenti e non scientifici. 

Questi due concetti sono la rimozione, concetto che lui aveva preso dall'ipnosi non capendo perché le persone inventino cose in dormiveglia se suggestionate con domande non neutre, e credendo che stessero ricordando... cose che erano state dimenticate perché importanti... 

Ad esempio se tu sei in dormiveglia e ti chiedo se tua zia ti abbia mai toccato il pisellino, magari quando facevi il bagno... con la sua bocca... 

Tu è molto probabile che vedi esattamente questa scena che ti sto facendo immaginare. 

NON perché era vera e l'hai rimossa. 

Quando ti addormenti sul divano con un poliziesco acceso alla TV, è molto probabile che sentendo inseguimenti, conversazioni dai toni imperiosi, spari, tu faccia un sogno che contiene questi elementi che ti sono suggeriti dall'ambiente. 

NON perché ti eri dimenticato che da bambino ti sparavano e ti inseguivano con le auto della polizia, o che tu fossi un poliziotto. 

Allora, la rimozione e la repressione. 

I due elementi, non scientifici, che darebbero vita alla nevrosi di tipo freudiano. 

Che non esiste su un piano scientifico. 

Esiste nel suo modello non scientifico come conflitto (ovviamente non consapevole) tra super io ed Es, ma quello che lui crede sia ESSO, è così fuori strada (a parte che il super io è un'istanza che si è inventato e gira solo nel suo modello), che non stiamo parlando di qualcosa. 

Pensare che ESSO, il tuo istinto, il cui game è survival, nemmeno sopravvivenza e riproduzione, perché quello di riprodursi è un'attività dell'individuo ma, la linea di sangue, sta semplicemente sopravvivendo quando scopi delle tipe. 

Pensare che sia il covo dell'istinto di morte ed autodistruzione... Bisogna essere molto drogati. 

Io faccio dei webinar in cui faccio un brindisi dietro l'altro e mi lascio andare a qualche spontanea barbarità non politicamente corretta. 

Però non è che mi metta ad ubriacarmi nel partorire modelli che poi vanno anche a toccare la salute delle persone. 

Ecco, se tu dici che uno sia una persona gravemente nevrotica, è molto difficile capirsi. 

Perché è un termine che poi, da neurosi, affezione al sistema nervoso, a nevrosi, affezione psicologica basata su un abbaglio non scientifico, non si è fermato a Freud. 

Infatti venne usato anche in seguito nella psicologia clinica e nella pischiatria. 

Quindi aveva ragione a descrivere in un modo che non sta in piedi l'eziologia di alcuni disturbi del comportamento, dato che lo usano ancora? 

No, non usano il concetto, ma usano la parola in un'altra accezione. 

Che nulla, ma proprio nulla, ha a che vedere con la psicanalisi o Freud, nemmeno con il modello, diverso, di Jung.

Per la psicologa evolutiva la nevrosi è la cristallizzazione in un'unico modo di fare, un'unica personalità, anche quando la situazione è diversa e richiederebbe un adattamento. 

In generale per l'uso moderno del termine si tratta - in linea con questa visione - di una carente capacità nell'adattarsi al proprio scenario operativo. Di cambiare il proprio modo di essere nel mondo e ristrutturare i propri schemi arricchendo la propria personalità di possibilità. 

Ma l'uso moderno è concettuale, non patologico. 

Ossia, se dici che una persona è nevrotica ad uno psichiatra, prima come ho fatto io ti chiede se ti riferisci a Freud, poi se dici che sai cosa significhi nevrosi, non intendi il concetto fumoso Freudiano... 

Lui ti dice che sì, oggi si intende come mancata flessibilità nell'adattamento al teatro operativo, ma che è stata tolta come patologia dal DSM III, dato che generava confusione con le cose inventate da Freud. 

Non sono sicurissimo, chiedo a @Dott.Mauro Grillini, ma credo che, tolta la nevrosi moderna dal DSM, negli anni 80 del secolo scorso... 

Il concetto di scarsa flessibilità nella personalità, nell'adattamento, nei propri schiemi mentali, sia oggi confluito in quello che è chiamato disturbo dell'adattamento. 

Ove il fattore di stress ambientale, l'ostacolo, deve essere chiaro e identificabile. 

Parlare in generale del fatto che uno non si adatta al suo ambiente non è più accettato. 

Anche perché, parliamoci chiaro, come organismi a riproduzione sessuata la cui fitness è data dalle chance di riprodursi e farlo generando figli che si riprodurranno (misura del successo nell'adattamento di un organismo, individuo), servirebbe molto poco a capire chi si adatta e chi ha un problema. 

Chi si adatta, se maschio ad esempio, fa più figa degli altri nell'ambiente dato. 

E fa figa più in fretta degli altri quando le condizioni ambientali cambiano (discoteche chiudono, instagram, usi e costumi cambiati, ecc). 

Chi è un disadattato non fa figa quanto la media degli altri, ma al di sotto della media. 

Il tutto comprendendo lo status e l'abbassamento dello stress, perché chance di avere figli che si riproducano non significa solo fare 50 tipe, ma significa anche aver raggiunto una posizione dove c'è meno stress e ammalarsi di meno, e poter dare meno stress a questi potenziali figli. 

Dico potenziali perché la fitness, l'adattamento, non riguarda proprio il numero effettivo di figli che fai, ma appunto le chance. 

Uno che fa 50 top model e viene in bocca con ognuna, ha più capacità di adattamento al teatro operativo dato, rispetto ad uno che fa davvero due figli con una tipa mediocre. 

Le chance non sono il numero effettivo di figli. Ma le chance. 

 

 

 

Certo che sono dei mitomani, come fai a risolvere in pochi minuti o in dieci anni che siano, una cosa che è un concetto filosofico e non esiste sotto un profilo reale. 

Che dove esisteva, secondo una nuova e diversissima interpretazione, lo hanno tolto dal DSM, e che è materia per psicoterapeuti e psichiatri e non per gente che fa le magie su you tube. 

Certo, che sono dei mitomani. 

Ma beati loro, penso si stia bene ad essere un mitomane in pace con la propria mitomania, molto più che essere uno a cui dà fastidio la mitomania degli altri. 

E' brutto campare infastiditi, pungolati, dal successo degli altri e volerci vedere difetti. 

Quelli stanno da dio e stanno da dio quelli che li stanno a sentire, son gente che mangia, dorme e non capisce un cazzo. 

Gente che sta davvero bene. 

Adoro. 

La scientificità della psicoanalisi è una delle questioni più inutili che siano mai state poste nella storia del pensiero.

Ne parlò Popper, ma a livello di chiacchiera con gli amici. Con Adler, ad esempio.

Poi si fecero dei lavori sistematici sull'argomento, uno peggio dell'altro.

Cos'hanno in comune tutti questi pseudo lavori? Semplice: analizzano degli enunciati presi qua e là nei testi di Freud e di altri e trovano che manchino delle caratteristiche che dovrebbe avere una teoria scientifica.

In buona parte dei casi gli enunciati e i concetti riportati sono errati. Nelle riprese giornalistiche, il 99% delle affermazioni imputate alla psicoanalisi sono sbagliate nella maggior parte dei casi e puramente inventate nei rimanenti.

Ma non è questo il punto. Anche se i concetti fossero riportati in modo corretto, non cambierebbe la sostanza della faccenda.

Ammettiamo che io discuta dei concetti relativi all'ingegneria delle costruzioni. Non so nulla della materia, ma ciononostante non li trovo conseguenti. Insomma, secondo me sono arbitrari, quindi non scientifici.

Per me si potrebbe benissimo costruire le case, anche meglio, senza tutte quelle cazzate.

Magari un ingegnere paziente, anziché mandarmi a cagare, mi dice: venga nel mio cantiere, così vede come lavoriamo e le spiego perché se non facciamo in questo modo le costruzioni vengono giù alla prima scossetta di terremoto.

Se io fossi un moderno epistemologo gli risponderei che non me ne frega nulla dei suoi trucchi. Ho letto i loro trattati e mi bastano: l'ingegneria delle costruzioni non è una scienza.

Infatti, per questi epistemologi della mutua, ciò che accade nella pratica psicoanalitica non esiste e non ha alcun valore. 

Sono davvero convinti che la psicoanalisi sia nata come la geometria, partendo da sei assiomi si cui derivano tutti i teoremi. Cambi un assioma a passi alle geometrie non euclidee. Ma siccome gli assiomi psicoanalitici sono poco, o per nulla evidenti, allora tutto ciò che ne deriva non ha fondamento.

Ovviamente, tutto si basa su una regressio ad infinitum. Se fai notare che la psicoanalisi è nata come una pratica, ti rispondono che non puoi costruire una teoria su degli svalvolati. Come fai a fondare una scienza su dei matti? Obiettare che nella cura succedono delle cose, in un modo preciso e in un ordine abbastanza consequenziale, e che la teoria non è dare voce alle credenze dei pazienti, la risposta è che questo non interessa perché non può essere cristallizzato in un dato, in un vetrino, in una risonanza magnetica.

Ovviamente, tutte le altre metodologie di intervento sui problemi mentali sono invece assolutamente scientifiche (purché non abbiano punti di contatto con la psicoanalisi).

Come fanno? Semplice. Basta che dicano: abbiamo il tot% di guarigioni certificate e sono a posto.

Non fanno affermazioni strane (tipo: il sogno è l'esaudimento di un desiderio) ma cose tipo: lavoriamo sul presente del paziente. Oppure: senza accorgersene il paziente ha adottato meccanismi disfunzionali e noi smontiamo questi meccanismi.

Allora sì, in questi casi la patente di scientificità non si nega a nessuno.

Il paziente è guarito?

È la conferma, la corroborazione, che il metodo è scientifico.

Un paziente va da uno psicoanalista e dice che è guarito?

Ma come fa guarire uno convinto che i suoi problemi nascono perché vuole uccidere il padre e andare a letto con la madre? Se dice che è guarito è la prova che è matto...

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ArmandoBis

PS. La pulsione di morte non ha nulla a che fare con la pulsione distruttiva. Vengono considerate intercambiabili ma non c'entrano proprio niente.

Riguardo alla nevrosi, è inutile farla tanto complicata.

È una faccenda pratica.

Ci sono persone che non possono più uscire di casa.

Questa è una nevrosi. A meno che si voglia sostenere che non escono perché non hanno voglia di uscire.

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^'V'^
Il 11/6/2021 at 19:21, ArmandoBis ha scritto:

La scientificità della psicoanalisi è una delle questioni più inutili che siano mai state poste nella storia del pensiero.

Ne parlò Popper, ma a livello di chiacchiera con gli amici. Con Adler, ad esempio.

Poi si fecero dei lavori sistematici sull'argomento, uno peggio dell'altro.

Cos'hanno in comune tutti questi pseudo lavori? Semplice: analizzano degli enunciati presi qua e là nei testi di Freud e di altri e trovano che manchino delle caratteristiche che dovrebbe avere una teoria scientifica.

In buona parte dei casi gli enunciati e i concetti riportati sono errati. Nelle riprese giornalistiche, il 99% delle affermazioni imputate alla psicoanalisi sono sbagliate nella maggior parte dei casi e puramente inventate nei rimanenti.

Ma non è questo il punto. Anche se i concetti fossero riportati in modo corretto, non cambierebbe la sostanza della faccenda.

Ammettiamo che io discuta dei concetti relativi all'ingegneria delle costruzioni. Non so nulla della materia, ma ciononostante non li trovo conseguenti. Insomma, secondo me sono arbitrari, quindi non scientifici.

Per me si potrebbe benissimo costruire le case, anche meglio, senza tutte quelle cazzate.

Magari un ingegnere paziente, anziché mandarmi a cagare, mi dice: venga nel mio cantiere, così vede come lavoriamo e le spiego perché se non facciamo in questo modo le costruzioni vengono giù alla prima scossetta di terremoto.

Se io fossi un moderno epistemologo gli risponderei che non me ne frega nulla dei suoi trucchi. Ho letto i loro trattati e mi bastano: l'ingegneria delle costruzioni non è una scienza.

Infatti, per questi epistemologi della mutua, ciò che accade nella pratica psicoanalitica non esiste e non ha alcun valore

Sono davvero convinti che la psicoanalisi sia nata come la geometria, partendo da sei assiomi si cui derivano tutti i teoremi. Cambi un assioma a passi alle geometrie non euclidee. Ma siccome gli assiomi psicoanalitici sono poco, o per nulla evidenti, allora tutto ciò che ne deriva non ha fondamento.

Ovviamente, tutto si basa su una regressio ad infinitum. Se fai notare che la psicoanalisi è nata come una pratica, ti rispondono che non puoi costruire una teoria su degli svalvolati. Come fai a fondare una scienza su dei matti? Obiettare che nella cura succedono delle cose, in un modo preciso e in un ordine abbastanza consequenziale, e che la teoria non è dare voce alle credenze dei pazienti, la risposta è che questo non interessa perché non può essere cristallizzato in un dato, in un vetrino, in una risonanza magnetica.

Ovviamente, tutte le altre metodologie di intervento sui problemi mentali sono invece assolutamente scientifiche (purché non abbiano punti di contatto con la psicoanalisi).

Come fanno? Semplice. Basta che dicano: abbiamo il tot% di guarigioni certificate e sono a posto.

Non fanno affermazioni strane (tipo: il sogno è l'esaudimento di un desiderio) ma cose tipo: lavoriamo sul presente del paziente. Oppure: senza accorgersene il paziente ha adottato meccanismi disfunzionali e noi smontiamo questi meccanismi.

Allora sì, in questi casi la patente di scientificità non si nega a nessuno.

Il paziente è guarito?

È la conferma, la corroborazione, che il metodo è scientifico.

Un paziente va da uno psicoanalista e dice che è guarito?

Ma come fa guarire uno convinto che i suoi problemi nascono perché vuole uccidere il padre e andare a letto con la madre? Se dice che è guarito è la prova che è matto...

Spostare l'indice referenziale... 

E' una vecchia tecnica della retorica per avere ragione di fronte al pubblico, però non convince l'interlocutore. 

A - "E' scientificamente infondato questo concetto X della psicanalisi (anzi è proprio di comprovata insussistenza)". 

B - "Gli studi scientifici sui risultati della psicanalisi sono controversi, il dibattito è aperto perché negli studi vogliono inserire metriche misurabili e quindi confutabili e allora succede che sembra che un approccio cognitivo comportamentale abbia questo e quell'effetto che sono misurabili ma solo perché ecc..."

 

Ok. 

 

Torniamo a riferirci alla proposizione A. "questa esatta cosa, nel dettaglio, è scientificamente non vera e oltre a questo empiricamente smontabile con la pratica reale". 

1) Proposizione "la pulsione va differenziata dall'istinto" 

2) Proposizione "questa persona è molto nevrotica" 

1) viene distinto, sia in Freud che in Lacan, il concetto di trieb da quello di instinkt. 

Perché? 

Perché all'epoca (poi grazie al cielo avremo K. Lorenz che portò la biologia nello studio del comportamento, prima animale, poi comparativo... poi le persone capirono che homo sapiens appartiene al regno animale, per cui non è una comparazione)... si doveva credere che l'istinto appartenesse al regno animale. 

La scusa addotta era che l'essere umano a parte la componente genetica e biologica avesse anche una dimensione culturale ed ambientale. 

E questo è uno strafalcione, infatti ceppi genetici identici di colombe, prosperati su isole diverse e senza contatti, hanno sviluppato una cultura del corteggiamento locale. 

Insomma gli usi e la cultura non sono solo dell'uomo, idem per il linguaggio delle balene, che dipende dalla cultura del gruppo, ecc. 

Ok, e anche gli altri animali sono in relazione ad un ambiente ed in relazione intersoggettiva a seconda della specie, la nostra è una specie sociale. 

Insomma, instinkt e trieb come separazione nasce da un pregiudizio filosofico. 

Basterà sentire Galimberti dire che l'essere umano non ha istinti, che sono degli animali... per capire il grado di alienazione cui si può arrivare a vivere sui libri e tra le carte e non sul field. 

Bambini non vedenti che appena nati, senza essere guidati o istruiti, trovano strisciando il seno e già sanno di doversi attaccare al capezzolo per nutrirsi, sono solo uno dei mille esempi, compreso il nostro istinto per essere attratti dalla figa che, guardata con l'istanza logica, è un buco peloso e viscido. 

Non starò io qui a spiegare quanto, in lungo e in largo, è assolutamente scientifico, reale, ovvio, che noi abbiamo gli istinti della nostra specie, come ogni altro esponente del regno animale. 

Bene. 

Cosa hanno fatto negli USA? 

Hanno tradotto pulsione, trieb, con drive. 

Esattamente come io uso il termine drive nel corso "CONTATTO!". 

E siccome la differenza instinto e trieb non reggeva più sotto un profilo scientifico, perché gira su un software culturale religioso che vede l'essere umano altro dal regno animale, ma non funziona... 

Hanno iniziato a parlare di instinctual drive. 

In Freud aveva molto poco a che fare con l'istinto animale. (che non significa affatto aggredire e stuprare, la cura della prole è istinto, la socializzazione in una specie sociale, i comportamenti prosociali, la tendenza più o meno marcata a risparmio e accumulo, che nel cane si chiama motivazione sillegica, ecc). 

Lacan siccome a Berlino continuavano a dire (per motivi filosofici anche loro, non scientifici) che Freud sbagliasse perché tagliava fuori la dimensione intersoggettiva nella pulsione, creando una battaglia tra pulsione intrapsichica (un significante inventato e filosofico per non dire che siamo appartenenti al regno animale) e pulsione incentrata sulla relazione intersoggettiva, disse che si può tradurre Trieb con attrazione, e siccome siamo attratti dalle relazioni con gli altri, gli sembrava di aver risolto tanto discutere. 

E via così, filosofi che montavano un modello sul significante, a colpi di scartoffie. 

Evito il livello disumano a cui si arrivò, accecati dal modello, anzi dai, modelli, perché quello di Freud era contraddittorio e confuso, per cui i successivi invece di chiedersi se non fosse basato su premesse fallaci, continuavano a mettere patch... ecco, evito di trattare il caso di Dora, spiegato secondo le pulsioni. 

Che prima è deficiente perché è colpa di un bacio ricevuto a 14 anni dal signor K (in realtà reagisce a quel bacio in modo già, isterico, per cui vederci una causa è doloso). 

Perché isterico? 

Perché non gradisce l'approccio sessuale del signor K, eppure era un approccio volto a dare piacere, allora significa che sia isterica. 

Parole del drogato. 

Allora arriva Lacan, dopo tante discussioni sulle pulsioni mitologiche di Dora, e dice no! Aspettate! 

Lei non ha gradito il bacio del signor K, perché lei si identifica, nel signor K. 

E perché? 

Perché lui è legato, come il padre, alla signora K. 

Il padre, in tutto Freud non sfuma mai fuori dai coglioni questa mitologia che tutto dipenda dal padre. 

Allora siccome lei si identifica, nel signor K, non vuole il bacio del signor K ma ha una tendenza ginecofila per la signora K, perché questa suscita il desiderio del marito, il signor K, e del padre di Dora. 

Ora nemmeno ricordo se questa tensione ginecofila di Dora fosse l'ennesima cosa che lei non sa e non sente, ma le dicono che è così e l'ha rimosso, prendere o lasciare, o se fosse che lei voleva chiavarla. 

Ma ecco la differenza, in Freud, tra attrazione istintuale (voglio la figa di questa) e pulsione mitica, non instintiva: voglio la figa di questa, perché credo di essere il signor k, e lui la vuole, e siccome anche mio padre la vuole, allora mio padre c'entra col signor K, e per questo io credo di essere il signor K e non è che io sia attratta dalla figa della Msr K, ma mi dicono che lo sono. 

Eccolo lì. 

La scienza. L'ingegno, l'acume. 

Ora, senza andare molto più a fondo nel dualismo pulsionale, dato che Freud ha cambiato tutto molte volte durante la vita su cosa fossero queste pulsioni astratte, ma una cosa l'ha sempre mantenuta, ossia un dualismo che una persona non sa, ma che genera la pulsione. 

Prima diceva che fosse un conflitto tra pulsioni sessuali e pulsioni di autoconservazione. Fondamentalmente, il sesso è male, l'altro adulto ti vuole chiavare, ossia farti del male... (?!) e tu sei sedotta e vorresti ma al contempo vuoi autoconservarti e sopravvivere, proteggerti. 

Da un lato quindi la pulsione libidica per la conservazione della specie (farsi chiavare fa fare figli) dall'altro la pulsione per la conservazione dell'individuo. 

Poi diceva che il dualismo era tra amore oggettuale e amore per il proprio corpo. 

Ossia libido verso oggetti esterni, o libido verso il poprio corpo. 

Se il dualismo di prima era riferito al concetto che il sesso è un dispetto che ti fanno, questo era il momento in cui voleva dire la sua contro la masturbazione. 

Qui continuerà a parlare di narcisismo come fase obbligatoria di libido rivolta verso di sé, cui dovrebbe seguire una fase di libido rivolta ad oggetti esterni. 

Dove la libido verso gli oggetti esterni sarebbe la parte visibile della pulsione sessuale, mentre la libido verso l'io sarebbe egoismo della funzione di autoconservazione. 

Ok, poi va avanti, e il dualismo che crea questi conflitti inconsci sarebbe dovuto alla pulsione di vita e quella di morte. 

Prima pensava che il masochismo fosse sadismo rivolto all'io invece che all'oggetto esterno. 

Dopo pensò che fosse una pulsione di morte che noi abbiamo, un istinto di automacellazione, che tende a ridurre allo stato inanimato le cose. 

Mentre l'Eros vorrebbe unirle gioiosamente cercando piacere, la morte che vogliamo non funziona per il piacere, ma al di là dello stesso, per cercare di rendere inanimate le cose e noi, portare ciò che è vivente ad uno stato inorganico. 

Ok. 

Dirà che l'Eros è turbolento, la morte è la morte, e che la sanità è avere un impasto di queste due pulsioni che si è inventato. 

Lacan invece dirà che non è vero che esista il dualismo ma che l'unica pulsione è quella di morte. 

Dirà che per questo l'essere umano non vuole guarire anche se va in terapia (non curavano nessuno, a parte report riconosciuti nel tempo come falsi) e siccome i pazienti anzi peggioravano, si convincerà che la pulsione è una, ed è quella di morire male. 

Ma prima di scadere nel ridicolo (quando si costruisce a carte e scartoffie, che sia una realtà processuale con la ricostruzione del PM o che sia un modello costruito in 30 anni solo sulla carta, si arriva a livelli di contraddizione, confusione e alienazione dalla realtà che sono grottesche)... 

Chiediamoci: perché Lacan dice che pulsione e spinta istintuale sono diverse, a parte il concetto che Freud deve dire che l'essere umano non appartiene al regno animale, ma come lo spiega e la razionalizza Lacan questo strafalcione? 

Niente, dice che la pulsione non è biologica perché è caratterizzata da forza costante, non momentanea. 

La costanza nella vita, per Lacan, spiega come mai non sia istinto. 

Perché dice che le funzioni biologiche hanno un ritmo e vanno a scatti, mentre la pulsione ha una spinta costante. 

Ora, smontare tutte queste cose, con le neuroscienze, con la scienza, con le conoscenze che abbiamo oggi, è un attimo. 

Ognuno può vedere che le scansioni cerebrali posizionano l'esigenza sessuale nella stessa zona dell'esigenza alimentare e di sonno, che non sono disgiunte e che sono rewardate con lo stesso circuito della ricompensa. 

Ognuno può vedere che fuor di filosofia siamo appartenenti al regno animale, ed abbiamo un sistema limbico del tutto simile ad altre specie. 

Ognuno può vedere che ad esempio studi seri come quello di Reiss sulle motivazioni intrinseche (istintuali) base, non pongono l'Eros in una zona diversa da cibo e da contatto sociale, o da ricerca di tranquillità più o meno marcata. 

Ognuno può perderci il tempo che vuole, ma questo ha a che fare con i presupposti, falsi e pseudoscientifici delle teorie filosofiche di Freud. 

Idem per nevrosi. Concetto simile alla possessione demoniaca, per fondatezza scientifica, che è stato tolto dal DSM per ragioni solide. 

Che era il punto 2, ma sto uscendo. 

Ma ci tengo molto a dire una cosa. 

Può la psicanalisi dare dei risultati? 

Certo. Anche parlare con un prete, può darli. 

Set & Setting. 

Il DMT, uno strumento chimico per provare terrore, un bad trip assicurato, una droga che fa provare panico e terrore... 

E' uno strumento. 

Come la psicanalisi. 

E dà terrore davvero, perché agisce davvero a livello chimico, è una droga. E' provato, empiricamente sperimentabile, che faccia provare terrore, un incubo. 

Però ad un certo punto 40 anni fa uno psichiatra capì che set & setting, nell'esperienza data dalle droghe, sono importanti quanto la molecola stessa per determinare l'esperienza. 

Ossia, il mindset della persona che la assume e il setting, l'ambiente fisico e sociale, se supportivo, suggestivo, ecc. 

Fu studiato, seriamente, che modificando il set e il setting era possibile far vivere un'esperienza piacevole ad una persona cui veniva somministrato DMT. 

Pertanto, io credo che un uomo empatico, autorevole, capace, esperto di vita prima che di libri, anche usando uno strumento non ottimale e scientificamente fallace. 

Possa con il giusto setting (uno studio sontuoso che mette soggezione è diverso da due chiacchiere al bar) e con un atteggiamento giusto per il paziente, che sia propositivo o imperativo a seconda della persona per esempio... [Virginia Satir docet]

Ottenere dei cambiamenti nel paziente.

Un paziente volontario, che è lì apposta per avere un cambiamento e ha pure pagato perché vuole, il cambiamento. 

Per cui sono d'accordo che gli studi scientifici sull'efficacia dell'analisi abbiano alcuni bias. 

Non mi riferivo a quelli. 

Mi riferisco al fatto che i pilastri concettuali che la formano sono filosofia, non fatti. 

E filosofia basata su filosofie. 

Anche se riverisco alcuni concetti introdotti da Freud, come il vantaggio secondario (mi sembra introdotto da lui). 

Il vantaggio secondario mi fece "risolvere il caso" di un amico fisioterapista che odiava una sua paziente perché non faceva gli esercizi di riabilitazione che le dava da fare e non migliorava al ginocchio operato. 

Lui andava una volta alla settimana a muoverle la gamba, ma solo questo non sarebbe bastato in nessun caso. 

Lei stava davanti alla TV a non fare un cazzo seduta. 

Mi chiese come motivarla a fare, perché la sua gamba non migliorava. 

Sarebbe migliorata a fare gli esercizi assegnati. Ma non li faceva. 

Amico... gli mostrai. 

Quella donna ha fatto la sguattera tutta la vita crescendo tre figli, facendo le faccende in casa, preparando la borsa della palestra e dello sport ai figli, facendo da mangiare, occupandosi del marito, della casa, dei vestiti e delle camicie del marito... 

Ora grazie ad un ginocchio che non va può finalmente stare seduta a fare un cazzo e farsi servire dai figli e dal marito. 

Lasciala in pace. 

Un giorno si sentirà prigioniera invece che liberta, ed entrerà in azione, ora lasciala in pace. 

 

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