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Fallimento inevitabile.


Carnacki

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The architect
3 ore fa, Improve Your Skill ha scritto:

Penso sia un meccanismo malsano che mi fa credere che una volta considerato ogni particolare, potrò agire senza fallire.

Il paradosso, se così si può dire, è proprio che così facendo mi allontano dall'azione principale, aggiungendo più variabili di quelle necessarie, così l'equazioni invece di essere y=x+2 diventa un casino

Già che tu ne sia consapevole ti pone al di fuori del rischio di continuare a perpetrare questo meccanismo.

È il classico meccanismo di auto-sabotaggio. Cerchi di confermare inconsciamente che non vali nulla fallendo. Una profezia che si auto avvera.

È una cosa che succede spesso a quasi tutti.

La prima cosa da fare è esserne consapevole. E direi che ci sei.

La seconda che ti consiglio è di esporti di proposito al fallimento. Controllandolo tu. 

In maniera consapevole.

Altra cosa dovresti spostare il tuo metro di valore (quanto valgo) non sul campo prestazionale. Questo è un percorso e lavoro duro.

Spero di averti dato degli spunti buoni.

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Sesar
Adesso, Improve Your Skill ha scritto:

Curioso, in un altro thread ero un "grande", ora invece sono "pessimista ed insicuro".

Quali sarebbero questi libri che renderebbero superflua la terapia?

Lo confermo ma stavi facendo.una lettura su di un altra persona azzecatissima secondo me , qui parliamo del tuo comportamento meglio di come giudichi te stesso il che è completamente diverso a mio avviso magari mi sbaglio e cmq non voleva essere un attacco 

 

Per i libri imparare l ottimismo puo tornarti utile

Di te di puoi fidare di morelli se non ricordo male pure

Stare bene per davvero pure 

Ne ho altri a casa devo dare un occhio

Non ho mai detto che la terapia è superflua anzi ci rialacciamo propio al discorso che facevi tu prima del riuscire con i.propi mezzi a superare un problema(i libri possono essere quel mezzo) dato che da quello che ho letto sei una persona intelligente e razionale ......se non ti trovi puoi ricorrere ovviamente alla terapia che ripeto è tutto tranne che superflua

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33 minuti fa, Sesar ha scritto:

Lo confermo ma stavi facendo.una lettura su di un altra persona

In ogni cosa che scriviamo c'è un pezzo di noi, non sei d'accordo? Le cose che ci rendono "grandi" derivano dalla nostra esperienza, altrimenti apparirebbero posticce e costruite.

40 minuti fa, Sesar ha scritto:

parliamo del tuo comportamento meglio di come giudichi te stesso il che è completamente diverso a mio avviso magari mi sbaglio e cmq non voleva essere un attacco 

In che modo sarebbe completamente diverso? Oppure che per dire grandi cose è più funzionale non esprimere giudizi su se stessi, ma solo sugli altri?

42 minuti fa, Sesar ha scritto:

Per i libri imparare l ottimismo puo tornarti utile

Di te di puoi fidare di morelli se non ricordo male pure

Stare bene per davvero pure 

Ne ho altri a casa devo dare un occhio

Grazie per i titoli, non li conoscevo. Comunque giusto per capire, per te cosa sono il pessimismo e l'insicurezza? Magari in quei libri c'è una definizione diversa da quella che darei io.

In generale non conosco nessun pessimista o insicuro che sia uscito di casa senza i soldini dati da mamma e papà.

48 minuti fa, Sesar ha scritto:

Non ho mai detto che la terapia è superflua anzi ci rialacciamo propio al discorso che facevi tu prima del riuscire con i.propi mezzi a superare un problema(i libri possono essere quel mezzo)

Secondo te quando dovrebbe subentrare la terapia?

Perché considera che la terapia è cucita ad hoc su di te e hai il feedback di chi l'ha già fatta con lo stesso specialista. Il libro è scritto fac simile per migliaia di persone, ed è scritto perché un editore lo pubblichi.

Certo, il libro costa 9€ e la terapia può portarne via anche mille, se proprio uno vuole risparmiare sulla sua salute mentale. D'altronde, chi vorrebbe rinunciare alla settimana bianca?

51 minuti fa, Sesar ha scritto:

sei una persona intelligente e razionale

Intendi nel senso che uno intelligente e razionale non dovrebbe prendere in conto la terapia come prima opzione?  Mi ricordavo che fossero proprio le persone intelligenti a soffrire di più e ad essere più sfaccettate, più del target medio di un libro almeno.

53 minuti fa, Sesar ha scritto:

se non ti trovi puoi ricorrere ovviamente alla terapia che ripeto è tutto tranne che superflua

Nei post precedenti non ho specificato da quanto sono in terapia, tuttavia già ci sono. Vedi, a me le soluzioni cheap non piacciono molto, e nemmeno le scorciatoie. Altrimenti sarei ancora a casa coi miei.

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ganimede
1 ora fa, The architect ha scritto:

Già che tu ne sia consapevole ti pone al di fuori del rischio di continuare a perpetrare questo meccanismo.

È il classico meccanismo di auto-sabotaggio. Cerchi di confermare inconsciamente che non vali nulla fallendo. Una profezia che si auto avvera.

È una cosa che succede spesso a quasi tutti.

La prima cosa da fare è esserne consapevole. E direi che ci sei.

La seconda che ti consiglio è di esporti di proposito al fallimento. Controllandolo tu. 

In maniera consapevole.

Altra cosa dovresti spostare il tuo metro di valore (quanto valgo) non sul campo prestazionale. Questo è un percorso e lavoro duro.

Spero di averti dato degli spunti buoni.

questi non sono spunti buoni..sono eccellenti...cmunque anch'io ho l' impessione che il nostro amico abbia imboccato la strada giusta

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4 ore fa, Bolt ha scritto:

Mi rivedo molto nella situazione che descrivi. è quasi un dejavu.

Quella sensazione di non essere mai abbastanza. Quelle potenzialità dentro di te che tu conosci benissimo ma che la tua famiglia non sa riconoscere.

E quella montagna di incertezze che si accumulano e che ti rendono una persona fragile come un pezzo di vetro, ti FORMANO come una persona che non riesce ad affrontare la vita dignitosamente perché hai sempre quell'ansia addosso, hai sempre in testa quella sensazione di fallimento e impotenza nell'affrontare le situazioni. Non godi del tuo successo solo perché ti è stato mostrato (ma non dimostrato guarda caso) che il successo è illusione.

Ci sono passato pure io e in un certo senso ci passo ancora. Con una madre iper apprensiva che ti mette l'ansia addosso ogni secondo da quando sei nato, un padre che se ne frega di te e di tua madre e che non ti insegna nulla, non ti mostra affetto, non fa il genitore.

E poi finisci in terapia a 20 anni. Perché certo, una situazione così demolitrice non passa inosservata alla tua psiche. Prima o poi ne risenti e stai male. Esplodi. Come una bomba. E poi ti tocca raccogliere i pezzi.

 

Ma tutte queste difficoltà aggiuntive che noi incontriamo, dobbiamo affrontarle sempre. Proprio per colmare quei buchi che l'esperienza ci ha lasciato sulla pelle a causa delle nostre origini.

 

Per superarle, io una strategia l'ho trovata. Pensare di più a sé stessi e al proprio benessere è il primo passo da fare. Ho anche smesso di ascoltare i consigli da chi non ne ha mai azzeccato uno, perché da adesso in poi si guardano i risultati. Tagliare i rapporti con le persone che non ci fanno stare bene è un'altra cosa importante da fare subito. Credo fermamente che anche il tempo e l'esperienza facciano il loro lavoro. Sei andato a vivere da solo. è un bel passo. Abbi fiducia nelle tue capacità di affrontare la situazione. Ci vuole tempo per abituarsi alle nuove condizioni.

 

Sappi che non sei solo. Per quanto possa sembrare ridicolo e politically correct ti sono vicino.

Ti ringrazio del tuo intervento, e ti aggiungo questo: alcune cose si iniziano a capire solo quando le si vive da fuori, non più centrati sul sistema genitoriale ma cercando giorno per giorno la propria centratura.

Fino ad allora la consapevolezza può per forza di cose essere solo parziale, e comunque "inquinata" dallp stretto contatto con la fonte stessa del disagio e dell'interferenza decennale.

In realtà i genitori te li porti dietro anche andando a vivere da solo: c'è gente che passa da una madre all'altra ad esempio, o che continua ad agire come se fosse in casa coi suoi, tanto è elevato l'auto-monitorgaggio. Ed è su queste cose che si può iniziare davvero a lavorare una volta fatto lo step di andare a vivere da soli. Prima è tutto riscaldamento.

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2 ore fa, The architect ha scritto:

Già che tu ne sia consapevole ti pone al di fuori del rischio di continuare a perpetrare questo meccanismo.

È il classico meccanismo di auto-sabotaggio. Cerchi di confermare inconsciamente che non vali nulla fallendo. Una profezia che si auto avvera.

È una cosa che succede spesso a quasi tutti.

La prima cosa da fare è esserne consapevole. E direi che ci sei.

La seconda che ti consiglio è di esporti di proposito al fallimento. Controllandolo tu. 

In maniera consapevole.

Altra cosa dovresti spostare il tuo metro di valore (quanto valgo) non sul campo prestazionale. Questo è un percorso e lavoro duro.

Spero di averti dato degli spunti buoni.

Si evince dal tuo messaggio che sono parole sentite e vissute. Sapevo di questa "profezia che si autoavvera", nel mio caso è ancora più estremo a volte: per non fallire mi blocco del tutto, finché il problema non si può più rimandare e posso dire a me stesso "ecco vedi, ho fallito". 

Solo che a dirlo non sono io, sono i rimasugli dei miei genitori che albergano dentro di me e che sto iniziando a scrostare.

Grazie degli spunti, sono sicuro che questi faranno parte del mio percorso di terapia, e hai ragione: è un percorso duro perché è il percorso per diventare adulti nel mondo reale.

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Sesar
2 ore fa, Improve Your Skill ha scritto:

In ogni cosa che scriviamo c'è un pezzo di noi, non sei d'accordo? Le cose che ci rendono "grandi" derivano dalla nostra esperienza, altrimenti apparirebbero posticce e costruite.

In che modo sarebbe completamente diverso? Oppure che per dire grandi cose è più funzionale non esprimere giudizi su se stessi, ma solo sugli altri?

Grazie per i titoli, non li conoscevo. Comunque giusto per capire, per te cosa sono il pessimismo e l'insicurezza? Magari in quei libri c'è una definizione diversa da quella che darei io.

In generale non conosco nessun pessimista o insicuro che sia uscito di casa senza i soldini dati da mamma e papà.

Secondo te quando dovrebbe subentrare la terapia?

Perché considera che la terapia è cucita ad hoc su di te e hai il feedback di chi l'ha già fatta con lo stesso specialista. Il libro è scritto fac simile per migliaia di persone, ed è scritto perché un editore lo pubblichi.

Certo, il libro costa 9€ e la terapia può portarne via anche mille, se proprio uno vuole risparmiare sulla sua salute mentale. D'altronde, chi vorrebbe rinunciare alla settimana bianca?

Intendi nel senso che uno intelligente e razionale non dovrebbe prendere in conto la terapia come prima opzione?  Mi ricordavo che fossero proprio le persone intelligenti a soffrire di più e ad essere più sfaccettate, più del target medio di un libro almeno.

Nei post precedenti non ho specificato da quanto sono in terapia, tuttavia già ci sono. Vedi, a me le soluzioni cheap non piacciono molto, e nemmeno le scorciatoie. Altrimenti sarei ancora a casa coi miei.

Per non fare un poema:

Pessimista:colui che guarda sempre il bicchiere mezzo vuoto(sebbene sia mollto più vicino alla "realtà" dell ottimista la vive con più disagio)

Insicuro:non ha fiducia nei propi mezzi o cmq tende a declassarli,sminuirli o cmq metterli in dubbio 

Se sei già in terapia, ed sinceramente non lo sapevo, non mi permetto di aggiungere altro la mia voleva essere una "provocazione" che generasse una reazione da parte tua per far dire a te stesso cio che vali e così è stato😬

 

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1 ora fa, Sesar ha scritto:

Per non fare un poema:

Pessimista:colui che guarda sempre il bicchiere mezzo vuoto(sebbene sia mollto più vicino alla "realtà" dell ottimista la vive con più disagio)

Insicuro:non ha fiducia nei propi mezzi o cmq tende a declassarli,sminuirli o cmq metterli in dubbio 

Se sei già in terapia, ed sinceramente non lo sapevo, non mi permetto di aggiungere altro la mia voleva essere una "provocazione" che generasse una reazione da parte tua per far dire a te stesso cio che vali e così è stato😬

 

Nel mio caso si parla di situazioni nuove e molto particolari, veri e propri riti di passaggio; il pessimista e l'insicuro invece hanno certi comportamenti in ogni situazione, anche quella più quotidiana e standard.

Sarebbe un po' come dire che lo scalatore esperto siccome prova forti emozioni quando è fuori dalla sua zona di comfort allora sia come il novizio che soffre di vertigini a prescindere. 

Comunque per essere una "provocazione" da cui ti aspettavi una certa reazione ti dico: quello che secondo te ha scaturito è più che altro nella tua testa, e va bene così. 

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Sesar
9 ore fa, Improve Your Skill ha scritto:

Nel mio caso si parla di situazioni nuove e molto particolari, veri e propri riti di passaggio; il pessimista e l'insicuro invece hanno certi comportamenti in ogni situazione, anche quella più quotidiana e standard.

Sarebbe un po' come dire che lo scalatore esperto siccome prova forti emozioni quando è fuori dalla sua zona di comfort allora sia come il novizio che soffre di vertigini a prescindere. 

Comunque per essere una "provocazione" da cui ti aspettavi una certa reazione ti dico: quello che secondo te ha scaturito è più che altro nella tua testa, e va bene così. 

Questa risposta è una reazione cmq ok l accetto vorrà dire che il tuo "problema temporaneo" ha migliorato me.

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Stessa identica situazione, madre protettiva, padre menefreghista, voglia di andare a vivere da solo per imparare a vivere, insicurezza e voglia di migliorare ma dubbi sulla solidità economica..

Dopo una brutta esperienza con un disturbo alimentare (binge eating) e una bruttissima depressione terminata con qualche mese di psicofarmaci, sto facendo una terapia con uno psicologo in gamba (non tutti sono uguali e non con tutti ci troviamo bene, non abbiate paura a lasciarne uno se vi trovate male) e mi costa molto ma i benefici sono incalcolabili. Seguo il topic perchè mi sembra di leggere me stesso. 

Mi piacerebbe scambiare qualche aggiornamento e opinione! Aspetto tuo notizie

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