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La coppia e gli ultimatum


Celeste

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Come da titolo, mi piacerebbe confrontarmi con voi sulla tematica degli ultimatum.

 

È da un po’ che prestando orecchio alle storie altrui, sia analizzando le mie vicende personali, sono giunta al convincimento che l’uomo sia predisposto a rispondere in maniera positiva agli “ultimatum”.

 

Mi spiego meglio.

 

Personalmente, all’interno della coppia non ho mai contemplato questo strumento di potere, in quanto a mio avviso palesemente coercitivo e sgradevole...oltre che dal risultato “dubbio”.

 

A mio parere, in una coppia sana le cose dovrebbero andar così: desidero un risultato che coinvolge la volontà della coppia nel suo intero (ad es. la convivenza). Espongo quindi le mie ragioni al partner, i miei obiettivi; se lui non è d’accordo e la pensa diversamente, beh, potremo riparlarne certamente, ma ad un certo punto, avendo visioni divergenti, interromperò il rapporto. 

Io non ti forzo, ma non posso forzare nemmeno me stessa ad accettare una realtà non gradita, perció me ne tiro pacificamente fuori. Fila, no? 

 

Dunque il passaggio “o facciamo come dico io o me ne vado”, l’ho sempre saltato. È un ricatto, dato che le ragioni altrui le conosco, le ho comprese. Se lui non aderisce spontaneamente alla mia visione, costringerlo a cambiare sotto minaccia non mi sembra una buona premessa per il raggiungimento della felicità. 

 

Tuttavia...apparentemente più di qualche uomo sembrerebbe orientare la propria vita in base agli ultimatum, necessitandone quindi.

 

Sorpresa delle sorprese...In un’occasione l’omissione dell’”ultimatum” prima della resa definitiva mi è stata persino rinfacciata! 

 

“Avresti potuto dirmi o così o ti lascio! Io ti avrei accontentata!”. E giù di esempi su Tizi e Caie che si sono sposati, che sono andati a convivere, che hanno figliato grazie al magico potere della minaccia della partner femminile della coppia. Insomma, un universo di “conquiste” di coppia, di “progressioni” del rapporto a suon di deal breaker.

 

Parole di un codardo momentaneamente spaesato dal vuoto e dalll’interrogativo dell’andare avanti da solo? Puó darsi.

 

Più recentemente, portando avanti una lunga frequentazione casual, senza impegno, ad un certo punto mi tocca realizzare che non tiri aria di relazione stabile nè di evoluzione verso una LTR. 

 

Non più appagata dalla situazione, affronti il tipo in questione spiegando che intendo interrompere la frequentazione perchè ormai cerco altro. 

Nelle mie intenzioni non vi è una richiesta sottesa, è una chiusura.

 

Ma lui percepisce il meccanismo dell’ultimatum. Da quel giorno decide che siamo in LTR. Mai un tentennamento, un cedimento. Un click ed eccolo in modalità “fidanzato”. Col sorriso, anche. 

 

“Perchè sei cambiato solo quando ti sei sentito con le spalle al muro?”

 

“Perchè prima non avevo valutato la possibilità di un’evoluzione del rapporto. Non ci avevo semplicemente pensato, non avevo nemmeno ponderato i miei sentimenti. Il tuo discorso mi ha costretto ad affrontare queste cose”.

 

Forse gli uomini sono più pratici. L’ultimatum non li fa incazzare, non li fa sentire trappola di un giochetto di potere. Semplicemente, una volta udite le condizioni poste, si valuta serenamente la soluzione soggettivamente reputata più conveniente.

 

Da donna, l’ultimatum proveniente da un uomo mi apparirebbe come un gigantesco segnale di pericolo. I divieti o gli obblighi richiamano alla mente figure padronali...

 

L’uomo invece sembrerebbe accettare il cambiamento dello status quo in maniera fluida, senza risentimento. Come se volesse essere guidato, come se altrimenti non riuscisse a prendere l’iniziativa della decisione.

 

Questa percezione capovolge tutte le mie convinzioni sull’uomo proattivo, guida, decisore, risoluto e risolutivo. 

Sembra invece che le progressioni della coppia siano in mano alla donna.

 

Probabilmente per spirito imitativo (osservando la figura paterna), l’uomo accetta placidamente che la donna si ponga in maniera innocuamente “minacciosa”, scandendo la vita un ricatto bonario dopo l’altro.

 

E d’altra parte, tutte le volte che mi sono lamentata con le donne di situazioni sentimentali “bloccate”, mi è stato spesso suggerito caldamente di porre in atto degli ultimatum. Il verbo “costringere” salta fuori spesso nei discorsi femminili in tema di coppia.

 

Voi che ne pensate?

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ArmandoBis

La descrizione che hai dato è molto realistica.

Non funziona all'inverso.

Se un uomo ponesse un ultimatum alla donna, implicitamente riconoscerebbe che i suoi tentativi precedenti non hanno sortito effetto.

Sarebbe un tentativo di affermare la propria autorità che però si autocontraddice.

Ha senso invece che lo faccia la donna. Il sottotesto della sua richiesta sarebbe: visto che non mi si ascolta, l'unico modo che ho perché il mio punto di vista sia preso in considerazione è porre l'alternativa secca, dentro o fuori.

Forse l'ultimatum suona per l'uomo come una conferma del suo ruolo dominante, e la soddisfazione che ciò comporta lo rende ben disposto a una concessione.

Non è un meccanismo molto funzionale, perché se si arriva a un ultimatum è per cose serie, che richiederebbero un approccio ben più consapevole.

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Doom Head

Nel mondo, pochi esseri umani hanno cervello, gli altri devono essere necessariamente guidati per il bene comune.

Siamo esseri che andiamo avanti a minacce e ultimatum, sia nel lavoro che nelle relazioni.

"Consegnami questa pratica entro Lunedì"

"Altrimenti?"

"Altrimenti, da Lunedì, ti farò i miei migliori auguri di trovare al più presto un nuovo impiego"

Abbiamo sempre subito degli ultimatum, persino ai tempi della scuola con i compiti che, se non consegnavi, ti beccavi il brutto voto fino a conseguenze disastrose come la bocciatura.

Anche nelle relazioni è così e, tranquilla, non è prerogativa delle donne, anche gli uomini adottano la minaccia e l'ultimatum per quel "bene comune" che ho citato prima.

"Se non la pianti, ti mollo"

"E' una minaccia"

"Tu come la vedi?"

"Come una minaccia"

"In effetti sì, è una minaccia"

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Thetraveller87
1 ora fa, Celeste ha scritto:

Tuttavia...apparentemente più di qualche uomo sembrerebbe orientare la propria vita in base agli ultimatum, necessitandone quindi.

E tu vorresti stare con uomo del genere?

Che poi a 50 anni magari decide di tradirti con la segretaria 20 enne venendo a scrivere qui che l'hai incastrato con i tuoi ricatti in una vita che non voleva?

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Sesar
7 ore fa, Celeste ha scritto:

Come da titolo, mi piacerebbe confrontarmi con voi sulla tematica degli ultimatum.

 

È da un po’ che prestando orecchio alle storie altrui, sia analizzando le mie vicende personali, sono giunta al convincimento che l’uomo sia predisposto a rispondere in maniera positiva agli “ultimatum”.

 

Mi spiego meglio.

 

Personalmente, all’interno della coppia non ho mai contemplato questo strumento di potere, in quanto a mio avviso palesemente coercitivo e sgradevole...oltre che dal risultato “dubbio”.

 

A mio parere, in una coppia sana le cose dovrebbero andar così: desidero un risultato che coinvolge la volontà della coppia nel suo intero (ad es. la convivenza). Espongo quindi le mie ragioni al partner, i miei obiettivi; se lui non è d’accordo e la pensa diversamente, beh, potremo riparlarne certamente, ma ad un certo punto, avendo visioni divergenti, interromperò il rapporto. 

Io non ti forzo, ma non posso forzare nemmeno me stessa ad accettare una realtà non gradita, perció me ne tiro pacificamente fuori. Fila, no? 

 

Dunque il passaggio “o facciamo come dico io o me ne vado”, l’ho sempre saltato. È un ricatto, dato che le ragioni altrui le conosco, le ho comprese. Se lui non aderisce spontaneamente alla mia visione, costringerlo a cambiare sotto minaccia non mi sembra una buona premessa per il raggiungimento della felicità. 

 

Tuttavia...apparentemente più di qualche uomo sembrerebbe orientare la propria vita in base agli ultimatum, necessitandone quindi.

 

Sorpresa delle sorprese...In un’occasione l’omissione dell’”ultimatum” prima della resa definitiva mi è stata persino rinfacciata! 

 

“Avresti potuto dirmi o così o ti lascio! Io ti avrei accontentata!”. E giù di esempi su Tizi e Caie che si sono sposati, che sono andati a convivere, che hanno figliato grazie al magico potere della minaccia della partner femminile della coppia. Insomma, un universo di “conquiste” di coppia, di “progressioni” del rapporto a suon di deal breaker.

 

Parole di un codardo momentaneamente spaesato dal vuoto e dalll’interrogativo dell’andare avanti da solo? Puó darsi.

 

Più recentemente, portando avanti una lunga frequentazione casual, senza impegno, ad un certo punto mi tocca realizzare che non tiri aria di relazione stabile nè di evoluzione verso una LTR. 

 

Non più appagata dalla situazione, affronti il tipo in questione spiegando che intendo interrompere la frequentazione perchè ormai cerco altro. 

Nelle mie intenzioni non vi è una richiesta sottesa, è una chiusura.

 

Ma lui percepisce il meccanismo dell’ultimatum. Da quel giorno decide che siamo in LTR. Mai un tentennamento, un cedimento. Un click ed eccolo in modalità “fidanzato”. Col sorriso, anche. 

 

“Perchè sei cambiato solo quando ti sei sentito con le spalle al muro?”

 

“Perchè prima non avevo valutato la possibilità di un’evoluzione del rapporto. Non ci avevo semplicemente pensato, non avevo nemmeno ponderato i miei sentimenti. Il tuo discorso mi ha costretto ad affrontare queste cose”.

 

Forse gli uomini sono più pratici. L’ultimatum non li fa incazzare, non li fa sentire trappola di un giochetto di potere. Semplicemente, una volta udite le condizioni poste, si valuta serenamente la soluzione soggettivamente reputata più conveniente.

 

Da donna, l’ultimatum proveniente da un uomo mi apparirebbe come un gigantesco segnale di pericolo. I divieti o gli obblighi richiamano alla mente figure padronali...

 

L’uomo invece sembrerebbe accettare il cambiamento dello status quo in maniera fluida, senza risentimento. Come se volesse essere guidato, come se altrimenti non riuscisse a prendere l’iniziativa della decisione.

 

Questa percezione capovolge tutte le mie convinzioni sull’uomo proattivo, guida, decisore, risoluto e risolutivo. 

Sembra invece che le progressioni della coppia siano in mano alla donna.

 

Probabilmente per spirito imitativo (osservando la figura paterna), l’uomo accetta placidamente che la donna si ponga in maniera innocuamente “minacciosa”, scandendo la vita un ricatto bonario dopo l’altro.

 

E d’altra parte, tutte le volte che mi sono lamentata con le donne di situazioni sentimentali “bloccate”, mi è stato spesso suggerito caldamente di porre in atto degli ultimatum. Il verbo “costringere” salta fuori spesso nei discorsi femminili in tema di coppia.

 

Voi che ne pensate?

Che ti stia semplicemente facendo credere,"per il quieto vivere" cio' che vuoi credere ,vedendo "quel sorriso" (come l hai definito tu) non l hai messo in preventivo?

In una coppia quello dei 2 che "smussa piu' angoli" non sempre e' il piu' debole a volte lo fa per volonta' propia.

Il "pro" e' che finalmente ti sembrera' di aver ottenuto cio' che volevi tramite l arte del RICATTO , perche' e' questa la definizione giusta , il contro e' che dovrai guardarti bene dal non avere ne amiche , ne cassiere al supermercato ne vicine di casa o chiunque nel raggio di 20cm , probabilmente scarsi , piu' figa di te .

 

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14 minuti fa, Sesar ha scritto:

Che ti stia semplicemente facendo credere,"per il quieto vivere" cio' che vuoi credere ,vedendo "quel sorriso" (come l hai definito tu) non l hai messo in preventivo?

In una coppia quello dei 2 che "smussa piu' angoli" non sempre e' il piu' debole a volte lo fa per volonta' propia.

Il "pro" e' che finalmente ti sembrera' di aver ottenuto cio' che volevi tramite l arte del RICATTO , perche' e' questa la definizione giusta , il contro e' che dovrai guardarti bene dal non avere ne amiche , ne cassiere al supermercato ne vicine di casa o chiunque nel raggio di 20cm , probabilmente scarsi , piu' figa di te .

 

Ma io in quel caso non ho voluto ottenere nè chiesto nulla, avevo tolto il disturbo. È lui che si è premurato di trovare il modo di avermi in ogni caso.

Non escludo ció che hai detto, ma il caso in questione è troppo sui generis...non m’invischierei nella disamina nel dettaglio in quanto a riguardo ho fatto dei post appositi. Ops. 
 

Comunque in generale concordo con te. Non mi sembra un bell’affare l’ottenere tramite manipolazione.

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Back Door Man

È una tematica interessante, ma non facile da trattare.

Ultimatum: sì, ma di che tipo?

Una necessità che mi viene posta di fronte dalle circostanze e non può essere più rimandata mi costringe a "muovere il culo" e fare quello che c'è da fare.

È un'uscita dall'omeostasi. Se non ci sono necessità urgenti ci resto.

Non avere da fare niente impigrisce.

Esempio di necessità: andare nel bosco a fare la legna. Non ci voglio andare perché fa freddo, ma sto finendo la legna, allora bestemmio e vado.

Fino a qui il giochino regge.

Nell'esempio che viene presentato (lei vuole convivere con lui) è cosa molto più complessa, perché prevede anche una pianificazione degli eventi (indesiderati).

Se il tizio accetta l'ultimatum deve fare un sacco di cose, non una o due.

 

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Scannachiappolo

A sentirmi addosso un ultimatum da parte di una ragazza che frequento, da una parte:

-la vedrei come una dimostrazione di carattere, e al contempo di grande interesse nei miei confronti, quindi due cose che, personalmente, mi attrarrebbero

Però al contempo:

-se la ragazza in questione è stata costretta ad usare un ultimatum, significa che fin prima la relazione era abbastanza "fumosa" ,non definita, con poco reale interesse ad approfondire, e a me andava bene così. Questo perché magari son interessato fino ad un certo punto, perché ho il piacere di tenere il piede in più scarpe, etc.

Forse istintivamente sarei incline a dire "ok ci sto", ma probabilmente lo direi anche perché non mi andrebbe bene lo scenario opposto (quindi facendo leva sulla sensazione di abbandono).

Su di me probabilmente la cosa funzionerebbe, ma sarebbe un effetto momentaneo. C'è la possibilità che, con il passare dei mesi, io rimpianga la scelta fatta, appunto perché sono quasi "stato costretto" a farla, ma dentro di me preferivo la vita di prima.

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freefall
12 ore fa, Celeste ha scritto:

Come da titolo, mi piacerebbe confrontarmi con voi sulla tematica degli ultimatum.

 

È da un po’ che prestando orecchio alle storie altrui, sia analizzando le mie vicende personali, sono giunta al convincimento che l’uomo sia predisposto a rispondere in maniera positiva agli “ultimatum”.

 

Mi spiego meglio.

 

Personalmente, all’interno della coppia non ho mai contemplato questo strumento di potere, in quanto a mio avviso palesemente coercitivo e sgradevole...oltre che dal risultato “dubbio”.

 

A mio parere, in una coppia sana le cose dovrebbero andar così: desidero un risultato che coinvolge la volontà della coppia nel suo intero (ad es. la convivenza). Espongo quindi le mie ragioni al partner, i miei obiettivi; se lui non è d’accordo e la pensa diversamente, beh, potremo riparlarne certamente, ma ad un certo punto, avendo visioni divergenti, interromperò il rapporto. 

Io non ti forzo, ma non posso forzare nemmeno me stessa ad accettare una realtà non gradita, perció me ne tiro pacificamente fuori. Fila, no? 

 

Dunque il passaggio “o facciamo come dico io o me ne vado”, l’ho sempre saltato. È un ricatto, dato che le ragioni altrui le conosco, le ho comprese. Se lui non aderisce spontaneamente alla mia visione, costringerlo a cambiare sotto minaccia non mi sembra una buona premessa per il raggiungimento della felicità. 

 

Tuttavia...apparentemente più di qualche uomo sembrerebbe orientare la propria vita in base agli ultimatum, necessitandone quindi.

 

Sorpresa delle sorprese...In un’occasione l’omissione dell’”ultimatum” prima della resa definitiva mi è stata persino rinfacciata! 

 

“Avresti potuto dirmi o così o ti lascio! Io ti avrei accontentata!”. E giù di esempi su Tizi e Caie che si sono sposati, che sono andati a convivere, che hanno figliato grazie al magico potere della minaccia della partner femminile della coppia. Insomma, un universo di “conquiste” di coppia, di “progressioni” del rapporto a suon di deal breaker.

 

Parole di un codardo momentaneamente spaesato dal vuoto e dalll’interrogativo dell’andare avanti da solo? Puó darsi.

 

Più recentemente, portando avanti una lunga frequentazione casual, senza impegno, ad un certo punto mi tocca realizzare che non tiri aria di relazione stabile nè di evoluzione verso una LTR. 

 

Non più appagata dalla situazione, affronti il tipo in questione spiegando che intendo interrompere la frequentazione perchè ormai cerco altro. 

Nelle mie intenzioni non vi è una richiesta sottesa, è una chiusura.

 

Ma lui percepisce il meccanismo dell’ultimatum. Da quel giorno decide che siamo in LTR. Mai un tentennamento, un cedimento. Un click ed eccolo in modalità “fidanzato”. Col sorriso, anche. 

 

“Perchè sei cambiato solo quando ti sei sentito con le spalle al muro?”

 

“Perchè prima non avevo valutato la possibilità di un’evoluzione del rapporto. Non ci avevo semplicemente pensato, non avevo nemmeno ponderato i miei sentimenti. Il tuo discorso mi ha costretto ad affrontare queste cose”.

 

Forse gli uomini sono più pratici. L’ultimatum non li fa incazzare, non li fa sentire trappola di un giochetto di potere. Semplicemente, una volta udite le condizioni poste, si valuta serenamente la soluzione soggettivamente reputata più conveniente.

 

Da donna, l’ultimatum proveniente da un uomo mi apparirebbe come un gigantesco segnale di pericolo. I divieti o gli obblighi richiamano alla mente figure padronali...

 

L’uomo invece sembrerebbe accettare il cambiamento dello status quo in maniera fluida, senza risentimento. Come se volesse essere guidato, come se altrimenti non riuscisse a prendere l’iniziativa della decisione.

 

Questa percezione capovolge tutte le mie convinzioni sull’uomo proattivo, guida, decisore, risoluto e risolutivo. 

Sembra invece che le progressioni della coppia siano in mano alla donna.

 

Probabilmente per spirito imitativo (osservando la figura paterna), l’uomo accetta placidamente che la donna si ponga in maniera innocuamente “minacciosa”, scandendo la vita un ricatto bonario dopo l’altro.

 

E d’altra parte, tutte le volte che mi sono lamentata con le donne di situazioni sentimentali “bloccate”, mi è stato spesso suggerito caldamente di porre in atto degli ultimatum. Il verbo “costringere” salta fuori spesso nei discorsi femminili in tema di coppia.

 

Voi che ne pensate?

 

 

Fissare ultimatum, salvo situazioni terapeutiche (ma non parliamo di quelle) è esercizio di potere.

Ti piace giocare col potere? Riduci un rapporto, una relazione ad una questione palese di potere.

Con una lover/amante/chiamalacomevuoi, può capitare. Non è la femmina "ufficiale", non può avere tutto, ha senso che giochi le sue carte come meglio crede.

Se invece (ok, ora potete ridere...) è una relazione anche affettiva, mi metti dentro un palese rapporto di potere?

Allora giochiamo, tutto è permesso e chi è più forte vince.

Senza implicazioni affettive.

E con 200 euro si passa un'ora favolosa con una escort-strafiga.

Bastano 10mila euro annui per avere una strafiga, per 1 ora, tutte le settimane (se fideizzato, scattano anche sconti).

Una scassacazzi quanto costa? Mettiamo nel conto anche lo stress. Non è facilmente monetizzabile, ma se mi stressi, rendo meno al lavoro, nelle relazioni sociali legate al lavoro e nel mio tempo libero.

 

Cosa diversa è negoziare.

Ma qui si parla di "ultimatum".

Imho e non sono sposato.

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